giovedì 30 dicembre 2010

Passato e futuro




Gli avvenimenti che verranno (il futuro) non possono prescindere dal passato. La linea di demarcazione tra passato e futuro è il tempo presente ma, in quanto tale, è una convenzione poichè nel momento stesso che diciamo presente già siamo entrati in quello che era futuro ed ora divenuto presente, mentre il presente è già passato. Secondo le concezioni di Toddi il futuro e il passato sono statici (immobili): il futuro perché ancora nulla vi avviene, il passato poichè ciò che vi è già avvenuto non ha più possibilità di mutamento.
Nelle interpretazioni demodoxalogiche abbiamo segnato t1 come tempo passato, t2 come tempo futuro e t come tempo presente. Nel riportare sul grafico (per esempio) le rilevazioni tratte dai flussi d'opinione indotti dai mass-media porremo sull'ascissa X i giorni dei rilevamenti e sull'ordinata Y le quantità elaborate con il metodo "inde". La Media ci indicherà la tendenza verso il futuro, ricavandola minuto per minuto da un presente che si trasforma in passato, conservandone le caratteristiche che hanno generato il presente. Per la comprensione del metodo si rimanda al corso online di demodoxalogia, citato nei giorni scorsi.

mercoledì 29 dicembre 2010

Monitorare le tendenze


Il primo compito del demodoxalogo è quello di tradurre in tabelle statistiche
le tendenze dei flussi d'opinione indotti dai mass-media, generalmente ricavati dalla rassegna stampa. Il corso online di demodoxalogia su http://www.opinionepubblica.com/  spiega, in modo esauriente, la metodologia denominata "inde" (indagine demodoxalogica), nell'odierno post accenniamo all'interpretazione e validità dei dati raccolti. Se con una prefissata cadenza di tempo registriamo i valori o le quantità monitorate e poi ne ricaviamo una media semplice possiamo dire che la Media ci darà l'effettiva tendenza, in quanto tra il passato e il futuro c'è un presente che raccoglie l'addensamento (in movimento) di una determinata corrente di pensiero. Non interessano i picchi in alto o basso in quanto sono l'espressione di emotività o diatribe destinate a rientrare, sono fenomeni provvisori e a noi interessano le tendenze affioranti (il futuro) che, come tali si sviluppano gradualmente e, spesso, all'inizio, non sono riconosciute. Un indice di cambiamento è dato dalle oscillazioni (in alto o basso) "che superano consecutivamente più volte (coordinata A) le linee di massima o di minima entrando nella cosiddetta area di rischio" predisposta al cambiamento sociale. Per la comprensione dei grafici si consiglia, in particolare, la lezione numero 34 del citato corso.      

martedì 28 dicembre 2010

Eventi sociali

Il grafico di fianco mostra la rappresentazione degli eventi sociali secondo il metodo demodoxalogico. La cartina è stata ripresa dalle lezioni online di demodoxalogia pubblicate sul sito http://www.opinionepubblica.com/  Uno schema presentato al IX Convegno nazionale dei demodoxaloghi, svolto nel castello baronale di Roccasecca dei Volsci (Latina) il 14 e 15 giugno del 2003, per discutere su "Uno sguardo al futuro: gli effetti della globalizzazione". Rimandando al sito citato coloro che fossero interessati alla metodologia dell'interpretazione demodoxalogica, diamo una sintetica indicazione per la comprensione dello schema: secondo la psicologia la singola persona così come i gruppi di persone (definiti pubblico o folla a seconda delle modalità di appartenenza) vanno sempre, istintivamente, verso o contro qualcuno o qualcosa (evento). Nell'evento sociale c'è il Protagonista (il soggetto che compie l'azione) ed il Convenuto (la categoria sulla quale ricade l'azione). Ai fini dell'indagine è importante circoscrivere e definire l'azione principale svolta dal protagonista (personaggio, ente, movimento, ecc.) e le sue ricadute sul convenuto (popolazione, gruppi, categorie, etc.). Isolando tutte le altre questioni marginali si possono delineare e prevedere gli effetti dell'azione compiuta o da compiere su coloro che ne subiranno (nel tempo) le conseguenze, partendo dalla valutazione delle aspirazioni dei convenuti.

lunedì 27 dicembre 2010

Toddi

Come demodoxaloghi abbiamo citato molte volte lo scrittore, giornalista e  docente universitario Toddi, pseudonimo del conte Pietro Silvio Rivetta di Solonghello dal quale abbiamo ripreso molti concetti per perfezionare il metodo demodoxalogico di interpretazione degli avvenimenti. Una scheletrica biografia del nostro autore è stata pubblicata anche nel corso online di demodoxalogia sul sito opinione pubblica ma, sinora non avevamo una fotografia di colui che per noi è stato un maestro. Grazie all'ultraottantenne segretaria di Toddi siamo in grado di mostrare la foto del grande italiano dei primi del '900, purtroppo sconosciuto dalle giovani generazioni. La pubblichiamo con l'intento beneaugurante che contraddistingueva la filosofia di vita dell'illustre orientalista, fondatore della "Scuola del benessere integrale" (il 21 marzo del 1943) e autore, tra l'altro, di ricerche, esperienze e riflessioni iniziate nel 1913 e pubblicate nei libri editi da De Carlo: Il benessere integrale (1946); Geometria della realtà e inesistenza della morte (1947).

giovedì 23 dicembre 2010

Psicologia delle folle

Sono ancora fresche le immagini che ci ha mostrato la televisione sugli scontri avvenuti al centro di Roma tra studenti e forze di polizia. Sinora avvenimenti così gravi nel nostro Paese ancora non si erano veduti, motivo per cui occorre riflettere sul perchè, le cause e i probabili effetti. Come demodoxaloghi dobbiamo notare delle incongruenze. Anzitutto il giovane che si è scagliato contro lo studente dimostrante è risultato un pizzaiolo precario, forse iscritto all'università ma certamente non uno studente. Inoltre alla manifestazione abbiamo potuto vedere moltissimi giovani che, data l'età, non potevano essere iscritti all'università. Che c'entravano il pizzaiolo e gli studenti di scuola media con la protesta contro il ministro Maria Stella Gelmini autrice della discussa riforma universitaria?
Infine il senatore Maurizio Gasparri, oggi con il Pdl ma con una gioventù passata nel Msi, si è contraddistinto nel chiedere una specie di arresto preventivo in occasione delle dimostrazioni di piazza ma, gli hanno potuto far osservare che proprio lui fu, quando era nel Msi, un agitatore delle piazze e un organizzatore di cortei. E' la logica di chi più si accanisce nel sostenere qualcosa che vuol rimuovere dalla sua coscienza. Una prova in più della validità di una regoletta demodoxalogica: interpretare i fatti e le dichiarazioni attraverso il paradosso di capovolgere il significato di quello che gli altri dicono (vedasi i post del 3 e 10 scorsi).
La proposta dell'arresto dei facinorosi non è nuova, nell'800 il medico francese Gustave Le Bon nel suo trattato di Psicologia delle folle (editore Longanesi, 1980) citò l'episodio avvenuto "durante uno sciopero di conducenti d'autobus a Parigi, bastò arrestare i due agitatori che l'avevano organizzato per farlo cessare." Ma Le Bon ci ha anche anticipato gli episodi di violenza: "un cuoco disoccupato che si era recato alla Bastiglia per vedere cosa stava succedendo, giudicò patriottico il gesto" di accoltellare il governatore. Questo perchè, ci ha spiegato Le Bon, in presenza di una qualsiasi folla scatta la "suggestionabilità, credulità, mobilità, esagerazione dei sentimenti buoni e cattivi [...] sotto l'influenza della suggestione, sono perfettamente convinti, di compiere un dovere patriottico" e cadono "in uno stato di eccitazione in cui ogni tentativo di ragionamento logico ha il solo effetto di stimolare impulsi bestiali". "Quando si tratta di far penetrare lentamente le idee e le credenze nell'animo delle folle - ha scritto - i metodi dei capi sono diversi. Essi hanno fatto ricorso a uno di questi tre procedimenti: l'affermazione, la ripetizione e il contagio. L'azione è abbastanza lenta ma gli effetti durevoli". Tre metodi ripresi un secolo dopo dal domenicano dell'ordine dei predicatori Felix A. Morlion fondatore dell'università cattolica internazionale Pro Deo (ora Luiss) e divulgati anche nella dispensa Filosofia dell'opinione pubblica (anno accademico 1948-49).

mercoledì 15 dicembre 2010

Geopolitica

Nell'ambito degli "Incontri degli amici" all'Oratorio del Gonfalone, a Roma in via del Gonfalone 32 a, dopo il dibattito sul Magreb , svolto il 14 scorso, sono previsti nel 2011 una serie di approfondimenti su La competizione nel mondo globale, aree sensibili e interessi italiani.
- 19 gennaio: Libia ed Egitto
- 16 febbraio: l'Oriente che corre
- 16 marzo: i Paesi del Golfo
-  6 aprile: Balcani in attesa
- 18 maggio: Sud America.
Gli incontri sono promossi dalla Fondazione Luigi Einaudi, informazioni http://www.fondazione-einaudi.it/  tel.06-6871005.

Da oggi e sino a dopo Natale l'opinione del demodoxalogo sospende i consueti cinque lanci settimanali (in pratica tutti i giorni feriali) per ristrutturazione ed ampliamento del blog. Ai nostri lettori e agli amici demodoxaloghi diamo appuntamento per il 27 corrente.

martedì 14 dicembre 2010

L'attualità della sociologia

La docente all'università cattolica del Sacro Cuore di Milano Laura Bovone ha dato alle stampe un libro che si pone come un esercizio di riflessività sociologica inteso a rivalutare una disciplina oscurata dalla Scienza della Comunicazione e dalla incapacità di molti dei suoi docenti,  retrivi ad allargare la visione sociologica alle problematiche del post industriale e alle scoperte della scienza.
La riflessività, secondo l'autrice, consiste nel palesare presupposti e procedure a disposizione del pubblico e della comunità scientifica, rendendosi di fatto criticabili. Il libro è una ricognizione delle potenzialità della disciplina, dal passato ai giorni nostri, rivendicando per la sociologia una responsabilità sociale derivante dal suo senso di scienza empirica applicata ad una metodologia centrata sulla narrazione e l'ascolto; quindi come cassa di risonanza e interprete della società. Quello che i demodoxaloghi applicano da ottantanni registrando dichiarazioni e comportamenti destinati a fare opinione e "cronaca" sociale.
Tra riflessività e ascolto. L'attualità della sociologia, Armando editore, 2010, pp.175 euro 15.00.

lunedì 13 dicembre 2010

Strategie da manuale

Qualsiasi sarà il risultato, in favore o contro  Silvio Berlusconi, gli unici perdenti saranno l'Italia e il popolo italiano. Due o quattro voti in più o meno per l'una o l'altra sponda politica non potranno definire la situazione, che rimarrà sostanzialmente identica a come era prima delle votazioni sulle mozioni di sfiducia. Anche se Gianfranco Fini riuscisse nel suo intento di sfiduciare il premier e quindi a farlo dimettere non avrà la forza sufficiente per insediare a palazzo Chigi un liberal democratico ma dovrà contrattare i voti del Pd, di Pier Ferdinando Casini, della Lega e dello stesso Berlusconi. Allora? Lo stesso accadrebbe con la vittoria del presidente del Consiglio in carica, il governo "per tirare a campare" avrebbe bisogno dei voti del cosiddetto Terzo Polo.
Quindi due perdenti che saranno costretti a trovare dei punti di accordo (salvando la faccia) per arrivare al momento in cui uno dei due deciderà che per lui sarà giunto il momento favorevole per le elezioni. Con i problemi economici del Paese in una situazione di crisi aggravata dall'inazione governativa e dalle pressioni internazionali. Situazione, in parte complessa e di difficile soluzione e in parte volutamente tenuta sotto tensione. E' la classica strategia che i cultori dell'Open Sources Service conoscono bene: quando uno stato o una multinazionale, per loro precipui interessi politici o economici, vogliono costringere un'altro stato o azienda ad aderire alle loro direttive prima creano le condizioni di disagio socio-economico, poi alimentano una campagna di scandali, sfiducia e infine di delusione. Quando nel paese la confusione sarà arrivata al massimo ecco allora prospettare l'arrivo del salvatore: l'uomo nuovo capace di raccogliere le speranze di rinnovamento.
Un nuovo politicamente nuovo o riciclato dal bidone della spazzatura ma gradito dai cosiddetti poteri forti (banche, multinazionali, governi amici, grandi aziende, Vaticano, confederazioni e confraternite varie, e così via). Chi ha più appoggi vince e, al momento, nessuno dei due contendenti ha tutte le carte nel mazzo; per non parlare del Pd che è escluso dal gioco. In questa situazione più che ai sondaggi di opinione, per vedere le preferenze degli italiani, sarà interessante monitorare gli strumenti di comunicazione cartacei e radiotelevisivi per scoprire la tendenza verso quel personaggio sul quale convoglieranno (creandola) l'opinione dei propri utenti. Nel presupposto demodoxalogico che, purtroppo come diceva il poeta romanesco Trilussa, il popolo non conta un c..., ma sono i poteri che si celano dietro le proprietà dei mass-media a muovere le leve della storia, anche se a volte non va nella direzione ipotizzata. La tecnologia influisce sulla cultura e sui comportamenti ma non tutti gli strateghi sanno percepire il cambiamento.

venerdì 10 dicembre 2010

Interpretare con un paradosso

Nel post del 3 scorso abbiamo sottolineato come i veri demodoxaloghi, di fronte a un fatto o una dichiarazione, cerchino in prima battuta di applicarvi un paradosso interpretando quanto visto, letto o udito al contrario. Ecco un'altro esempio: nelle riunioni o nei dibattiti c'è sempre qualcuno che si arroga il diritto (essendo evidentemente un sapientone) di spiegare al gruppo che "Caio intendeva dire ......"; un'affermazione che i demodoxaloghi traducono in "Non ho capito il discorso e le allusioni di Caio, spiego ad alta voce quello che mi sembra di intendere".
Ovviamente, dopo aver estremizzato la situazione, lo studioso del comportamento dei gruppi sociali andrà a verificare se e come il paradosso possa trovare dei reconditi perchè. Anzitutto controlleremo dove è avvenuto l'evento e in quale occasione, esempi: 1) il Papa ai fedeli radunati a piazza san Pietro invoca i rapitori di una ragazza a restituirla alla famiglia; 2) l'industriale X durante le trattative con i sindacati pone le sue condizioni e li invita a prendere o lasciare.
1) Di fronte ad un fatto di cronaca eclatante il silenzio dimostrerebbe disinteresse verso il dolore dei famigliari, specie se nella piazza ci fossero persone provenienti dal paese in questione.
2) Porre un ultimatum alle trattative significa andare a scoprire il limite delle concessioni possibili da parte dei sindacati.
Nell'uno come nell'altro caso si formeranno delle opinioni pubbliche alimentate dai mass-media: tutte favorevoli quelle per il papato per l'atto di comprensione umana (cos'altro avrebbe potuto fare?); polemicamente opposte invece le opinioni sull'ultimatum (e anche questo è scontato). Il Papa con il suo intervento pubblico (avrebbe potuto inviare riservatamente alla famiglia una lettera o un alto prelato) suppone di poter influire sulla coscienza dei rapitori (o di uno di essi) minacciando il castigo divino e, contemporaneamente, rinsaldare il rapporto coi fedeli. L'ultimatum industriale, specie in un momento di crisi politica ed economica, spaccherebbe il Paese, aggraverebbe la posizione del governo, creerebbe difficoltà in seno ai sindacati e ai lavoratori (molti dei quali sono disposti a lavorare a qualsiasi condizione, stante la deprimente situazione) ponendo la premessa per dei programmi da sottoporre ai partiti in vista di un rovesciamento delle forze o di nuove formazioni politiche.
In base a tali ipotesi, o altre che ne potrebbero scaturire, si passa alla verifica mediante il metodo "inde" che non è un sondaggio ma un'indagine, misurando la quantità dello spazio dato da particolari "strumenti" atti a creare opinione. Nella consapevolezza che non tutto fa opinione "stabile" ma è il calibramento (nel tempo e nello spazio) di "quel pubblico", di "quella notizia" e di "quel veicolo informativo" che crea l'opinione sociale destinata a scontrarsi con le altre opinioni.

giovedì 9 dicembre 2010

Tutto scorre

La relazione governativa sulla telematica, diffusa dal governo della Repubblica Federale Tedesca nell'aprile del 1984, sosteneva - riportammo su Sapere 2000 - che lo sviluppo ed il benessere della società dipendono "in maniera determinante dalla capacità di adeguarsi al costante cambiamento" e che l'innovazione portata dal computer avrebbe portato ad una rivoluzione paragonabile "a quella della macchina a vapore". Quale impatto - ci chiedemmo - avrà, tale trasformazione, sui comportamenti e sulla cultura? La risposta fu: diminuzione dell'orario di lavoro; aumento del tempo e delle spese per lo sport. Viaggi, istruzione e spettacolo contrassegneranno la società informatizzata; accanto a nuovi modi di concepire la famiglia, il proprio ruolo e quello dell'ambiente in cui si vive.
Nell'editoriale citammo Eraclito (con il suo "tutto scorre") e Toddi (che asseriva "non la materia si muove ma il suo mutare") per sostenere che l'avanzare nel cammino dell'umanità è come il gioco delle scatole cinesi: non si finisce mai di scoprire cubi sempre più piccoli ma geometricamente in proporzione alla misura del primo: mutano i colori.  Così come l'atomo che era la particella più piccola è superato dal sesto quark.
Un santone indiano, scrivemmo, sostiene che la forza di volontà di un certo numero di persone, se elevata alla decima potenza, ottiene i risultati voluti. Alcune coincidenze numeriche, note come "relazioni tra i grandi numeri" correlano il microcosmo subnucleare (la particella più piccola) all'intero cosmo. E' la rivincita della forza dei numeri che assoggetta a se la cultura scientifica e quella umanistica. "Quanto maggiore è il diametro della nostra scienza - ha detto Chalmer - tanto maggiore è la circonferenza della nostra ignoranza": un concetto spiegato attraverso una formula geometrica.
L'esperimento della rivista culturale edita da Angelo Ruggieri fu una buona base di partenza per stimolare riflessioni ed investigazioni che contribuirono a formare i demodoxaloghi e ad innovare la disciplina per aggiornarla al mutare della scienza, della società, della cultura e dei comportamenti. (6 ottobre 1984, in redazione Antonietta Casano, Flavio Ceneda, Giuliana Cipriani, Tullio Giannotti, Paola Mauti /5 continua)

martedì 7 dicembre 2010

A. D. M. C. M. T.

Nel dopoguerra i governi democristiani ebbero il beneplacido della Chiesa, dell'ambasciata americana e degli industriali, oltre alla favorevole situazione internazionale della guerra fredda tra Est ed Ovest. Bettino Craxi occupò palazzo Chigi con l'appoggio di Giulio Andreotti e Arnaldo Forlani, rinnovò il patto di conciliazione con il Vaticano (voluto da Benito Mussolini per chiudere la questione romana), si ingraziò una parte degli industriali e ottenne l'atteggiamento neutro degli Usa ma quando venne meno la neutralità americana (anche a seguito dei fatti di Sigonella), le inchieste dei magistrati milanesi e, soprattutto, l'attacco giornaliero delle reti Mediaset, seguito dai quotidiani legati al mondo bancario e industriale, Craxi fu costretto a gettare la spugna. Possiamo pertanto dire che non è sufficiente avere i consensi dell'opinione pubblica per governare, ci sono altri poteri che contribuiscono a fare o disfare alleanze e scalate.
Nel dopoguerra il direttore del giornale satirico Il merlo giallo, Guglielmo Giannini, fondò il partito dell'Uomo Qualunque che, in pochi anni con una campagna di moralità pubblica, raggiunse nelle votazioni elettorali la Democrazia Cristiana; di conseguenza spaventò gli industriali, la Chiesa e l'ambasciata americana svanendo come una bolla di sapone.
Lo stesso accadde al partito radicale di Marco Pannella, appena raggiunse il successo coi referendum e le battaglie parlamentari non ebbe più l'appoggio degli industriali democratici, dei cattolici, dei liberali e dei cosiddetti poteri forti. Neppure  Giannini e Pannella pur avendo un larghissimo seguito tra l'opinione pubblica e gli elettori riuscirono, anche nelle legislature ove avevano un forte e solido gruppo parlamentare, a varcare la soglia governativa. Per andare al governo non è sufficiente la forza elettorale ma il placet dei gruppi bancari, industriali, delle multinazionali, della Chiesa, degli Usa e altre confraternite e personaggi minori. Dipende anche dalla posizione di maggiore o minore crisi del Paese.
Oggi è di moda il totovoto su chi sarà il protagonista in caso di un governo di transizione senza Berlusconi, una cosa è certa:  il protagonista dovrà avere, in ogni caso, l'appoggio dei gruppi bancari ed economici europei da innestare su una manciata di voti parlamentari. Non conta la preferenza del popolo ma quella dei potentati. Dall'alchimia dei giochi politici-economici potrebbe spuntare uno dei seguenti nominativi: Giuliano AmatoMario DraghiLuca Cordero di MontezemoloMario Monti, Giulio Tremonti. Sempre che quel diavolaccio di Berlusconi ..........

lunedì 6 dicembre 2010

Problematiche socio-economiche

In una situazione mondiale di difficoltà economiche che, specie in Italia, si è innestata su decenni di stasi, arretratezza e malgoverno nazionale, regionale e anche industriale, l'Associazione Nazionale Sociologi ha chiamato a raccolta i suoi soci per dibattere le problematiche sociali che scaturiscono da quelle economiche e fare il punto sull'attuale situazione italiana.
Lunedì 20 dicembre, presso l'aula Wolf della facoltà di Scienze della Comunicazione dell'università La Sapienza, in via Salaria 113 (piazza Fiume) a Roma, si svolgerà un convegno nazionale sul tema Problematiche socio-economiche in Italia, articolato in una sessione mattutina e una pomeridiana. Il programma, ancora in corso di stesura, prevede:
Ore 10.00, saluti del presidente Pietro Zocconali e del segretario nazionale dell'Ans Antonio Polifrone.
Introduzione e chiusura di Anna Maria Coramusi, vicepresidente nazionale.
Interventi di Roberto Cavarra ricercatore Scienza della Comunicazione, Giulio D'Orazio sociologo demodoxalogo, Irene Ranaldi dirigente nazionale Ans, Maurizio Vitiello dirigente Ans Campania.
Ore 15.00, introduzione di Pietro Zocconali sociologo e giornalista.
Interventi di Anna Maria Coramusi presidente cooperativa Maggio '82, Emanuele D'Acunto e Lucio De Liguori dirigenti Ans Campania, Arnaldo Gioacchini dirigente nazionale, Valentina Martino ricercatrice Scienze della Comunicazione.
Nel corso della giornata interverranno i proff. Paolo De Nardis già preside della facoltà di Sociologia e Mario Morcellini preside della facoltà di Scienze della Comunicazione.
Per informazioni: 3405660931, 3391057834 o visitare il sito http://www.ans-sociologi.it/

venerdì 3 dicembre 2010

Parentopoli

Negli incontri con gli allievi dei corsi di demodoxalogia li abbiamo sempre invitati ad interpretare al contrario e con un paradosso le altrui dichiarazioni (scritte ed orali). Per esempio, se ci dicono "lo faccio nel tuo interesse" dobbiamo tradurlo "ti sto fregando".
Su Omnibus, la trasmissione mattutina della rete televisiva LA7, del 1 dicembre è emerso che il rettore di una università, che si è particolarmente distinto, nei giorni scorsi, per la sua battaglia contro l'inflazione dei parenti dei baroni nella carriera universitaria, ha - nella sua università - una dozzina di docenti tra figli, nipoti, cognati e così via. Una ulteriore controprova di quanto asserito da decenni, nelle nostre lezioni!
Personalmente ho assistito a colloqui di docenti, come i seguenti: questa volta passa ad ordinario il tuo candidato ma la prossima scegliete uno dei nostri; ed anche: segnalami i nominativi di due tuoi collaboratori da inserire tra i ricercatori. Ma il vezzo di assumere amici, parenti e belle presenze, col criterio di giudizio del  motto italico "tengo famiglia", non si riscontra solo in ambito accademico. L'azienda di trasporto pubblico laziale ha assunto con questo criterio, ovviamente senza concorso ma a chiamata diretta, centinaia e centinaia di persone da distaccare (con lauti compensi e non per integrare i posti mancanti di autisti) nella già ingolfata amministrazione, aggravando il deficit aziendale. Per non parlare della Rai: migliaia di persone assunte perchè segnalate da politici di spicco, dal sindacato interno ed a seguito di patteggiamenti in seno al consiglio d'amministrazione;  ma - e qui viene il bello - per non far nulla perchè, oltre qualche telefonata, nulla sanno fare. Ma c'è di più: quando il personale specializzato (si fa per dire) va in pensione (spesso anticipata) rimane nell'azienda con sostanziosi contratti di collaborazione, a vita! Poi ci raccontano che il contributo dello Stato, la pubblicità ed il canone non sono sufficienti a mantenere in piedi il carrozzone.
Nel dopoguerra, con questo sistema, i partiti occuparono le maggiori banche, l'Alitalia e altre aziende che producevano ricchezza per il Paese; le vecchie banche non ci sono più, si sono fuse con altre per salvarsi dal disastro, ne rimangono in piedi solo due; l'Alitalia è di nuovo in crisi dopo il salvataggio di Stato e i gioielli delle aziende industriali sono un ricordo dei bei tempi. Questo è quello che accade quando la politica favorisce "parentopoli", alla faccia del futuro e delle belle parole!
Interpretare al contrario qualsiasi dichiarazione non è semplicemente un paradosso, in vigore tra i demodoxaloghi della sidd, ma una buona regola per capire quello che accade e perchè.

giovedì 2 dicembre 2010

Mi dimetto ma resto

Nella più assoluta indifferenza degli italiani un migliaio tra giornalisti, politologi e politici si interrogano su cosa accadrà il 14 dicembre. Li possiamo accontentare: ci saranno nevicate sulle Alpi, qualche pioggia nel resto dell'Italia, nebbia in pianura e sole a macchia di leopardo. Sul piano della cronaca, i più esagitati attenderanno con ansia il comunicato della Corte Costituzionale sulla fattibilità del lodo al premier Silvio Berlusconi mentre costui incasserà la fiducia da entrambi i rami del Parlamento.
Nel frattempo degli emissari andranno di notte a segnare, con vernice indelebile, le case dei traditori (marchiati a vita) che non verranno, per questo, più ammessi a scaldare il seggio parlamentare e godere di compartecipazione negli affari, incarichi pubblici, festini e altre cosette. E dopo?
Forte dei voti di fiducia, il nostro eroe salirà le scale del Colle per rimettere il mandato nelle mani del presidente della Repubblica che, stante il voto favorevole del Parlamento, non potrà far altro che respingere le dimissioni ed accettare un rimpasto (magari allargato a tecnici e altre forze politiche) finalizzato a traghettare il Paese per il periodo necessario per superare l'urgenza delle misure economiche ed il complotto internazionale verso le nostre istituzioni.
Ma la vita del governo reimpastato sarà dura e densa di sconfitte. Il premier, che ha già cambiato la strategia comunicativa accantonando gli attacchi alle toghe rosse e la richiesta di benefit giudiziari, potrà ogni giorno dire che non lo lasciano lavorare e che la colpa di quello che non va è degli inquilini delle case marchiate a vita. Preparando così l'opinione pubblica verso elezioni quando le riterrà più opportune, in base ai sondaggi e ad un elevato clima di tensione contro i traditori e coloro che non hanno appoggiato il suo reimpastato governo di "salute nazionale".
La partita però non sarà con un solo mazzo di carte o per un solitario. Molti altri giocatori andranno a vedere il piatto per accaparrarsi la posta in gioco.

mercoledì 1 dicembre 2010

Diplomazia internazionale

Nel post di ieri abbiamo detto che gli ambasciatori hanno poco o nulla da fare, sono i rappresentanti del loro paese presso la nazione che li ospita. Il compito dei rappresentanti è di chiacchierare con altri colleghi, con personaggi importanti e mantenere buone relazioni, al resto pensano i primi segretari, gli addetti stampa e militari, i funzionari commerciali, ecc. Nel complesso, il compito del personale d'ambasciata è quello di verificare la solvibilità delle aziende con le quali si hanno rapporti, seguire l'evoluzione politica ed economica, il grado di armamento, l'opinione pubblica e governativa nei riguardi del proprio paese e, non ultimo, creare una rete di amicizie nel mondo politico, militare, ecclesiatico, industriale, giornalistico e tra la manovalanza di comodo.
In questo quadro, esistono tuttora giornali quotidiani (di scarsa o nulla rilevanza per le esigue copie vendute) che si tengono in vita anche grazie ai contributi esteri, quale contropartita per essere il tramite di informazioni particolari. E, come accade in tutti i paesi e presso tutte le istituzioni più importanti, esiste il "mattinale", che non è il vento della mattina, ma un resoconto di quello che dicono i giornali con l'aggiunta di notizie riservate attinte o provenienti da fonti amiche e sicure. Avviene nelle ambasciate come a livello governativo. Ai tempi del governo di Aldo Moro ogni mattina dal ministero di Grazia e Giustizia partiva un mattinale in triplice copia: una per il capo dello Stato, una per il presidente del Consiglio dei Ministri e una per il ministro della giustizia.
Ma c'è modo e modo di comporre i mattinali. Anzitutto la professionalità degli estensori: giornalisti di provata esperienza, ufficiali delle FF.AA. con una lunga carriera nelle sedi diplomatiche, esperti di open source service e così via. Così come c'è una bella differenza nella nomina degli ambasciatori, nella vecchia Europa si arriva all'ambita nomina per gradi e dopo anni e anni di scrivania in varie sedi sparse nel mondo. Con un apposito corso di studi (da noi vige la laurea in Scienze Politiche) e un concorso per accedere al ministero degli Affari Esteri. Negli Stati Uniti d'America la nomina ad ambasciatore è conferita, come premio di maggioranza, a coloro che hanno sostanziosamente contribuito (con attività o denaro) alla riuscita del presidente degli Usa. Non occorrono particolari studi o conoscenze storico-geografiche, per cui potrebbe essere nominato anche un allevatore di mandrie o una persona incline alla polverina; tanto il vero lavoro lo faranno i funzionari che sono di carriera. Importante è salvare la facciata con impareggiabili  public relations, sino all'arrivo del pierino guastafeste.