lunedì 31 gennaio 2011

Rivoluzione

Alcuni seguaci del Protestantesimo quando si trovano in difficoltà aprono a caso le pagine della Bibbia e risolvono il quesito cercato. Io, che non credo nelle ideologie (religiose o politiche), non volendo avere chiarimenti metafisici mi rivolgo ai paradossi degli scrittori; il collage sopra è tratto dal libro di Pitigrilli Dizionario Antiballistico, Sonsogno editrice, Milano 1953.
Me ne sono servito nei giorni scorsi perché mi sfuggiva un filo logico di comprensione dei recenti avvenimenti italiani e mediterranei. Il popolo dopo essere sceso in piazza in modo violento in Grecia ha contagiato anche  l'Algeria, la Tunisia, l'Egitto e l'Albania (con fermenti anche in Turchia), le rivoluzioni non sono una malattia e non si trasmettono tramite virus biologici ma attraverso quel virus più pericoloso che sono le idee e l'imitazione. La speranza di migliori condizioni di vita, politiche ed esistenziali, spinge sempre qualcuno a reclamare i diritti innanzi alla corte del ras di turno, il resto avviene quando la saturazione del regime è all'apice e la speranza del cambiamento pure. A queste due concause possiamo aggiungere una considerazione di Pitigrilli: durante una lite in strada si formano dei capannelli di persone che patteggiano per l'una o l'altra parte sino a quando un passante, ignorando lui stesso il motivo del gesto, prende ad ombrellate uno dei contendenti sfogando così, sul primo malcapitato, la rabbia repressa per le ingiustizie patite. E' il comportamento di quella impropriamente detta opinione pubblica ma che altro non è che la folla di Gustave Le Bon.
Come mai proprio ora, tutti insieme, tutti sulle sponde del Mediterraneo e proprio i paesi cosiddetti "democratici" (evidentemente rispetto ad altri paesi vicini, è tutta una questione di relatività) e filo-occidentali  o filo-americani? Dietro ogni rivoluzione c'è un ideologo, un finanziatore e un comandante; chi ce l'ha con il mondo occidentale o i paesi che si accostano ad esso?
L'organizzazione di WikiLeaks, che ha sciorinato migliaia di documenti riservati  che hanno messo in cattiva luce solo l'amministrazione americana e i suoi alleati, non potrebbe sussistere senza importanti collegamenti finanziari e infiltrazioni appoggiate dall'interno dell'amministrazione statale Usa. A chi, quindi, giova l'attacco di WikiLeaks?
Silvio Berlusconi è sotto tiro come non mai ma è la democrazia parlamentare a pagarne le conseguenze, con l'immobilità legislativa e governativa. E, quando il Parlamento ed il governo non rispondono alle attese del Paese e una terza forza (come oggi la Magistratura) scende in campo, basta un ulteriore scossone per far precipitare il paese in una profonda crisi economica e sociale. Cui prodest?
Noi siamo come i pesciolini nell'acquario e la storia è sempre quella: osanniamo il vincitore che ci ha preso in giro in attesa di cambiare il personaggio con il prossimo che racconterà la filastrocca con più enfasi.

venerdì 28 gennaio 2011

Il diagramma di Chalmer

Il professore di matematica al St. Andrew's University, un certo Chalmer, è passato alla storia della scienza per averci lasciato il diagramma sopra riprodotto. Di lui non abbiamo altre notizie, neppure dopo aver consultato la Encyclopaedia Britannica;  il diagramma pubblicato da R. Kerr in Morocco after twenty-five years (London 1912) fu ripreso nelle dimostrazioni di Toddi e nel libro Geometria della realtà e inesistenza della morte (De Carlo editore, Roma 1947). Dalla fine degli anni '80 il concetto è entrato a far parte della filosofia demodoxalogica, nel senso che progredendo nella conoscenza si amplia il bagaglio delle distinzioni e delle sottigliezze ma resta immutato (cambiano i nomi e le interpretazioni) il sapere basilare che già avevano le precedenti civiltà, fin dal tempo dei sumeri. Nelle grandi riflessioni come negli avvenimenti della vita quotidiana. Facciamo dei semplici esempi.  
Acqua, terra, fuoco, aria erano secondo i filosofi dell'antica Grecia i quattro elementi naturali all'origine e causa di tutte le cose. Dopo secoli di scoperte e modernità il concetto dei quattro elementi rimane, anche se essi assumono diverse denominazioni e passaggi chimico-fisico-gravitazionali. Così è per le forze "opposte" negative e positive portate in dote da Anassimandro (610-545 a. C.)  ai paesi occidentali e nello spirito di quelle estremo-orientali; nel percorso della Terra nello Spazio, nei cicli delle maree, delle pulsazioni, della crescita, e così via. Ogni nuova scoperta amplia la dimensione delle cose ancora da scoprire, con il rischio di perdersi nella confusione del moltiplicarsi della conoscenza facendoci allontanare dai primitivi concetti.
Anche il comportamento umano è ripetitivo, magrado secoli di civilizzazione, poichè risponde a stimoli cerebrali e muscolari di difficile assoggettazione estracorporea. In una lite il più facinoroso è colui che ha torto come nel condominio: chi più si lamenta è proprio chi non osserva le regole del vivere civile. Il venditore più suadente e convincente è quello che imbroglia mentre la starletta che è arrivata al successo passando attraverso vari letti è quella che si atteggia a vestale della virtù. Ci sono delle spiegazioni psicologiche e sociali che ci fanno capire il motivo e il percorso di tali comportamenti inconsci, che in parte si riallacciano alle teorie di Max Nordau.
Come decano dei demodoxaloghi posso dare un'indicazione: chiedersi non cosa il soggetto stia dicendo ma perchè, in che luogo (negozio, tv, assemblea, ecc), quando (dopo l'avviso di una comparizione, di un articolo di giornale, ecc) e a chi (opinione pubblica, condomini, colleghi d'ufficio, ecc) si sta rivolgendo. In sostanza: perché ora? perché qui?

giovedì 27 gennaio 2011

Federico Augusto Perini-Bembo

Il documento sopra riprodotto, più unico che raro, si riferisce ad un personaggio molto conosciuto, sul piano accademico, dai demodoxaloghi. Trattasi di Federico Augusto Perini-Bembo l'assistente del titolare della cattedra di Storia del Giornalismo, il senatore, giornalista, scrittore e poi anche rettore dell'Ateneo statale di Prerugia, nonchè fondatore e primo presidente sino al suo decesso (poi sostituito proprio dal vicepresidente Perini-Bembo) del Centro di Demodoxalogia, un ente che sarebbe dovuto divenire (come da carte amministrative dell'epoca) l'unico centro statale per le rilevazioni delle opinioni pubbliche: Paolo Orano (vedasi il blog del 18 scorso).
La prima pagina delle proposte avanzate al primo congresso nazionale del Msi, nel giugno del 1948, dai delegati regionali e nazionali di Belluno, Friuli, Venezia Giulia e Dalmazia, cita per ben due volte Perini-Bembo, l'allora ispettore del nascente partito e "compilatore" dello statuto nazionale. Nel passaparola dei delegati di allora, e poi per molti anni dopo tra gli anziani del partito e per stessa conferma di Perini-Bembo,  si sosteneva che la sigla MSI non volesse significare Movimento Sociale Italiano ma Mussolini Sei Immortale. E che il nome del nascente partito fosse stato coniato proprio dall'allora avvocato e professore.
Ai molti che ancora oggi riconoscono alla demodoxalogia una priorità scientifica nell'approccio alla visione dell'opinione pubblica e al cosiddetto metodo di rilevazione (peraltro abbinato alle tendenze statistiche solo negli anni '80) denominato In.de. (indagine demodoxalogica) e si chiedono come mai la disciplina non sia organicamente inserita nei piani di studio, una prima risposta può venire proprio dal citato documento: la disciplina e i suoi studiosi erano marchiati come fascisti e in quanto tali non dovevano avere spazio in seno alle università statali. All'epurazione repubblicana sopravvissero solo quattro docenti, citati nel blog del 13 scorso.
Dal dopoguerra agli anni '60 la demodoxalogia sopravvisse grazie alla tenacità di un ristretto gruppo di cultori, allievi di Orano e Perini-Bembo, ma proprio quando vennero meno le discriminazioni politiche Perini-Bembo fu coinvolto in una vicenda che si è trascinata sino al suo decesso con sfavorevoli ripercussioni sul progetto della Fondazione di Demodoxalogia da lui creata. Un ulteriore motivo che fece allontanare molti stimati demodoxaloghi e affossare la disciplina nelle aule universitarie.

mercoledì 26 gennaio 2011

Due o tre verità?

Hanno osservato che i miei ultimi scritti elogiano, o perlomeno giustificano, Silvio Berlusconi: forse sto invecchiando e non riesco a farmi capire. Nei limiti delle mie facoltà mentali, specie quando lascio qualcosa di scritto o nel corso delle lezioni, non prendo le parti di alcuno: mi limito ai fatti come si presentano o sono raccontati. E' una regola aurea per la demodoxalogia: osservare e riferire sulle due o più versioni dell'evento.
Quando ero fanciullo, ogni tanto si faceva vivo nel parentato un certo Renato, parente acquisito con il matrimonio di uno zio;  era un soggetto mormorato e da tenere alla larga (almeno così capivo) perchè nei momenti di sparizione era ospite di Regina Coeli (il carcere romano). Orbene costui si lamentava per le sue obbligatorie ospitalità a spese dello stato in quanto sosteneva che "faceva onestamente il suo mestiere di ladro". Una frase che ho poi risentito negli anni anche in un film, segno che era una giustificazione di uso comune tra certi soggetti o mestieri. Da adulto mi onoro di essere stato amico di uno sfegatato "delinquente" fascista (ora deceduto) che, per le sue idee e la partecipazione alla repubblica di Salò, fu imprigionato a Padula e altri carceri: in venti anni di amicizia posso dire che non ho conosciuto una persona migliore per onestà e generosità.
La ragione o la verità non sono mai dall'una o dall'altra parte ma vanno contestualizzate nell'ambiente storico, geografico, sociale. E' questo il motivo per cui, nelle mie lezioni, suggerivo di accettare senza riserva e per buone le giustificazioni degli altri, e da lì partire alla ricerca di incongruenze, esagerazioni o reticenze. Per esempio in caso di un omicidio considerare il presunto assassino come la vera vittima e questa il provocatore. Altro esercizio era chiedere "cosa pensate che abbia al primo posto delle sue priorità il titolare della cattedra?". Molti dicevano, l'interesse per la crescita culturale degli studenti, altri il miglioramento dell'istituzione universitaria, altri ancora l'amore verso la disciplina sociologica. Orbene no, controbbattevo agli studenti, al docente preme (come a qualsiasi altra categoria umana) la carriera, la vendita dei suoi libri e un congruo stipendio. Purtroppo, come ha spiegato Annemarie De Wal Malefijt, dagli albori della civiltà ad oggi lo scambio è stato il perno della civiltà umana orientata al soddisfacimento dei bisogni, secondo una certa priorità: prima la sussistenza (come bisogno di crescita), poi l'aggregazione (come bisogno di difesa) e infine la conoscenza (sapere, inventare, adottare le novità positive). Solo chi è arrivato o abbia superato il terzo stadio di priorità dei bisogni potrà, ragionevolmente, guardarsi intorno e interessarsi di conseguenza. Il resto è tutta routine per la sopravvivenza di se stessi, anche se ci sono gradualità, ambizioni  e sentimenti diversi l'uno dall'altro.
La figura riprodotta rappresenta due volti a confronto o un calice? Due verità o anche una terza, forse involontaria presenza non percepita dai due volti in contrasto fra loro? Come demodoxalogo ho sempre predicato il paradosso: dopo aver svolto una tesi create l'antitesi e una volta che vi abbia convinto cercate una terza e quarta verità, e così via. C'è il rischio di sbagliare ma le probabilità sono sempre al 50% tra tesi e antitesi.
Un recente studio universitario ha sostenuto che i giocatori di scacchi, proprio per l'attitudine a pensare su due piani (il bianco e il nero) sviluppano entrambi i lati del cervello, qualcosa di simile col modo di pensare del demodoxalogo; pertanto l'esercitazione paradossale dell'antitesi per male che vada aiuta il cervello a lavorare.

martedì 25 gennaio 2011

Menzogne e verità

Nel numero di dicembre del 2010 dell'agenzia stampa online Informatore Economico Sociale (www.demodossalogia.it) il direttore Francesco Bergamo ha scritto che sarebbe il caso di riprendere e approfondire gli studi del medico, filosofo e scrittore ungherese Max Simon Nordau, nato nel 1848 e deceduto nel 1923. Bergamo sotolinea che Nordau, nel suo saggio Le menzogne convenzionali della nostra società pubblicato nel 1895, nell'esaminare le fondamentali menzogne della società moderna, quali la religione, la politica ed il matrimonio, giunge alla conclusione che la società occidentale industrializzata è pervasa da un disagio dovuto al contrasto esistente tra il modo  di pensare e il modo di agire, come se l'uomo moderno vivesse due vite "una esterna e l'altra interna, le quali a vicenda si deridono e sono in perpetua contesa".
Nordau aveva fatto queste affermazioni più di un secolo fa, quando nella società occidentale l'unica forma ramificata di informazione e persuasione di massa era costituita dai preti, che nelle omelie si muovevano tra verità lapalissiane e false verità umane che non potevano però essere confutate dai fedeli, i quali per la maggior parte erano poveri e analfabeti e quindi non in grado di acquistare e leggere criticamente qualche giornale dell'epoca, ammettendo che questo avesse riportato la verità dei fatti e non altre menzogne.
Malgrado che all'inizio del terzo millennio le condizioni di vita nella società occidentale siano notevolmente migliorate rispetto ad un secolo fa per quello che riguarda la cultura, l'informazione e l'economia, si persevera tra menzogne e verità. Sembra anzi che in misura che qualcuno dice le cose come sono, senza alterazione, qualcun'altro cerchi di affermare scientemente il contrario. Questo è avvenuto e ancora avviene nella religione, nella politica e nella famiglia, che secondo Nordau sono istituzioni menzognere in se stesse, all'interno delle quali proliferano altre menzogne.
E, malgrado che la verità oggi arrivi molto tempo prima rispetto ad un secolo fa, per merito anche delle televisioni e di internet, rimane la sensazione che le notizie e le informazioni siano filtrate e manipolate per formare l'opinione dei pubblici secondo gli interessi e gli scopi, non sempre buoni, di chi li diffonde. Il risultato è che specialmente un gran numero di giovani, non essendo in grado di distinguere il vero dal falso, per timore di fare scelte errate, rifiutano in blocco le istituzioni indicate da Nordau dove più di altre si annidano l'ipocrisia e la menzogna, cioè la politica, la religione e il matrimonio. Quel contrasto tra il modo di pensare e il modo di agire da lui osservato più di un secolo fa, è più che mai attuale nella società del terzo millennio, dove si assiste sempre più ad una dissociazione tra il corpo, la mente e l'io (o coscienza o anima).
La strada per ritrovare il giusto equilibrio è indicata nei manoscritti registrati dallo Scrivino Ortano Mario Vitantoni, che a proposito di verità e menzogne è stato già citato nell'articolo Certezze umane e verità cosmiche pubblicato su http://www.opinionepubblica.com/ .Nell'articolo, secondo detti manoscritti si sarebbe raggiunto l'equilibrio individuale e collettivo attraverso l'unità di pensiero, e quindi di azione, auspicata da Giulio D'Orazio e molti altri, tra cultura umanistica, scientifica e religiosa; poichè la certezza umana, sinora limitata, diverrebbe verità assoluta dal momento che, secondo i testi di Vitantoni,  entità assimilabili a scienziati di un ordinamento cosmico superiore hanno fornito all'uomo ciò che cercava da sempre: la Verità con la lettera maiuscola. Con essa cesserebbero i dubbi umani causati dai dogmi delle religioni e dai dogmi dell'ateismo, ambedue basati su errate ipotesi. (scritto da Roberto Canali)

Domani: due o tre verità?

lunedì 24 gennaio 2011

Michele Ainis






Domani, 25 gennaio, a Roma nella sala del Carroccio in Campidoglio, alle ore 18.30, lo scrittore Michele Ainis presenterà il suo ultimo libro: L'assedio: la Costituzione e i suoi nemici (edito da Longanesi). Con l'autore ne discuteranno Susanna Camusso, Italo Bocchino e Nichi Vendola. Modererà l'incontro Mario Calabresi.



Domani: Menzogne e verità

venerdì 21 gennaio 2011

Silvio Berlusconi

Per un verso o per l'altro in primo piano sulla scena c'è sempre lui: Silvio Berlusconi. E' l'uomo più amato ma anche il più odiato; certamente il più invidiato. Non solo per la ricchezza e gli agi raggiunti ma anche per lo stuolo di belle ragazze di cui si circonda. Cerchiamo di non essere ipocriti: chi non vorrebbe avere una casetta in Sardegna con una barca ed una premurosa sirena a disposizione per servire gustose cenette? O dei bei fustaccioni per l'altra metà del cielo. Metà degli italiani lo guardano con ammirazione sperando, in cuor loro, di potersi arricchire, presto e in abbondanza; l'altra metà lo odia perchè certi di non poter mai raggiungere, dal nulla, neppure le briciole del grande imprenditore. L'odio verso la sua persona, dicono gli ammiratori e i suoi compari di merenda, si è insinuato anche negli ambienti della magistratura con le centinaia e centinaia di persecuzioni giudiziarie su reati, sino ad oggi, ancora non dimostrati; tuttalpiù prescritti o non pertinenti.
Sin da quando Adamo volle scoprire cosa si celava sotto la foglia di fico di Eva, il sesso ha sempre incuriosito e divertito, a teatro come nei racconti biblici. Figuriamoci come si appassionerà l'opinione pubblica con le vicende che hanno preso spunto dall'estroversa Ruby. Assisteremo, pertanto, ad una bella commedia all'italiana, ricca di sceneggiate e ammuine dall'una come dall'altra parte. In fondo, il nostro pover'uomo di cosa è accusato? Di aver fatto sesso? E che, forse, i nostri costituenti hanno messo una norma secondo la quale i parlamentari devono osservare la castità? Neppure uno stuolo di papi ha osservato la castità, come ci certifica la storia, lasciando illustri figli (come ad esempio i Borgia) e inconsolabili  concubine. Solo il ministro democristiano Emilio Colombo, per evitare le tentazioni femminili, abitava usualmente in un convento di monache. Si accusa Berlusconi di aver aiutato economicamente (con appartamentini in uso gratuito ed elargizione di moneta sonante) qualche ragazza in momenti di difficoltà per non aver ancora raggiunto la professionalità prefissa: e dove è il reato? Anzi è vera e propria beneficenza, ce ne fossero in giro persone di cuore come lui!
Ha prevaricato il suo ruolo di premier di governo ingerendosi nella rapida scarcerazione della minorenne, un arresto che, come nelle migliori storie delle Spy Story, ha tutto il sapore di un trabocchetto per incastrare un'innocente e timida fanciulla per farla "cantare" e, magari, anche ballare. Se un organo dello Stato va al di là delle sue funzioni cosa deve fare il capo dell'esecutivo per raddrizzare la rotta? Nè gli si può dar torto quando dice che con tutte le citazioni a comparire nei tribunali non riesce a svolgere il suo mandato di governo, in quanto impegnato per giorni e giorni a studiare la difesa con i propri avvocati e a preparare scappatoie. Sappiamo che la giustizia è amministrata da uomini, servitori dello Stato, che cercano di salvaguardare il posto e la carriera, per cui la parolina del superiore può orientare una sentenza, ma questo accade quando l'inquisito è un cittadino normale; più in alto si sale, nel potere pubblico e nella considerazione sociale, e maggiore è la deferenza verso l'imputato. Quindi se Berlusconi è innocente, come dice, e come dobbiamo credere perchè è la seconda carica dello Stato e nella sua funzione (sancita con il giuramento davanti al capo dello Stato) non può e non dice menzogne in quanto al di sopra di ogni sospetto, vada subito dai giudici e dica la verità, tanto come sostengono i cattolici la verità vince sempre su ogni menzogna. Risparmierà in angustie, avvocati e denaro.
Chiunque ha funzioni di elevata responsabilità (politica o economica) viene colpito da stress, curabili a detta dei psicologi con una bella festicciola a base di sesso. Gli imperatori latini avevano attrezzato sul lago di Nemi un'apposita nave per i trastulli dell'epoca,  mentre per Bill Clinton era sufficiente la stanza ovale (forse per analogia sessuale con la prestazione). Dal che possiamo ben dire che tutto il mondo e qualsiasi epoca si somigliano.
Si accusa il nostro uomo di aver un ufficio politico a Milano gestito dal ragioniere di fiducia per riportare nel borderò i compensi elargiti agli attivisti politici, perchè la propaganda elettorale non costa? Allora i rimborsi elettorali ai partiti a che servono?
Demodoxalogicamente dobbiamo osservare che i nuovi attacchi al premier sono partiti con una anticipazione online del Corriere della Sera, facendo seguito ad una curiosa concidenza, da noi avvertita nel post dell'11 scorso. Sempre come osservatori dell'evoluzione dell'opinione pubblica dobbiamo dire che il comportamento del premier (specie nelle sue ripetute baldanze) non è altro che il segnale di una tendenza sociale (o valore) che privilegia il sesso, il denaro e la notorietà e di un mutamento globale delle concezioni politiche, anche se ancora in fase di definizione e assestamento.

giovedì 20 gennaio 2011

A proposito di privacy

Sembrerebbe che il prefetto di Genova si sia fatto installare un bagno da centomila euro nel suo ufficio. Avendo avuto in passato una certa consuetudine con i gabinetti ministeriali (quelli burocratico-ammninistrativi) posso dire che in quasi tutti i ministeri ci sono, accanto alle stanze dei titolari, camere attrezzate con letto e relativo bagno. Un politico, nel pomeriggio, era solito richiudersi in "ufficio" per una pennicchella ritemprante dagli stress diurni e notturni connessi alla sua carica; nel ministero si diceva che, in quelle ore, non voleva essere disturbato perchè stava lavorando. Un ministro del Tesoro, democristiano, si era fatto fare un appartamento nel ministero: forse per sorvegliare meglio la cassaforte, quale titolare della cassa statale. In una sede distaccata della presidenza del Consiglio dei Ministri una funzionaria (che poi fece una rapida carriera) era solita dare ripetizioni agli studenti, forse per arrotondare il magro stipendio!
A volte il morboso interesse del popolo verso i comportamenti dei vip non tiene conto delle ragioni degli interessati ed è alimentato dagli editori di giornali. Fare il prefetto in una città bollente come Genova (ricordiamoci del G8) non dovrebbe essere facile, per cui, in caso di una improvvisa esigenza fisiologica, come la diarrea, non sarebbe igienico avere un bagno in comune con gli altri; oltretutto cosa c'è di meglio di una bella sauna rilassante a fronte delle quotidiane tensioni?
Per proteggere il popolo da ingiusti pettegolezzi, eventuali liti o separazioni familiari, i legislatori hanno cautelato la riservatezza personale da foto abusive, intercettazioni telefoniche e così via. A quanti di noi, parlando al telefono con un'amico, sarà scappato di dire "quello è uno s..." riferendosi ad un comune conoscente; un epiteto non elegante in privato ma necessario nelle trasmissioni televisive per alzare gli ascolti. O sussurare "ti bramo" all'amica di turno proprio mentre la moglie è in ascolto all'altro telefono, per non parlare della trattazione di affari non propriamente legali e così via. Tutte intromissioni nella privacy destinate a troncare carriere, rapporti matrimoniali o ingerenza della guardia di finanza. Solo che il popolo sinora regolava codeste ingerenze con delle belle scazzottate, strappi di capelli e fioriti insulti. Anche se, finalmente, i vip sono passati alle contumelie e alle mani per darsi visibilità (in un mondo ove tutti siamo ormai grandi fratelli e letterine in cerca di notorietà) c'è ancora qualche categoria che difende il suo intimo, la privacy; sono i parlamentari e gli affaristi. Persino i mafiosi hanno iniziato a parlare scioridando in piazza i panni sporchi!
In una società dell'informazione che ha fatto proprio il motto dei public relation men "fare (bene) e farlo sapere" (dimenticandosi "bene") a chi giova la privacy? Neanche alle escort perchè per loro è pubblicità e un avanzamento di carriera nel mondo dello spettacolo, nè agli odontotecnici con ambizioni politiche o alle mezze maniche ministeriali. A chi giova, dunque? Ai frequentatori delle escort, politici in cachemire e  imprenditori che partecipano agli appalti pubblici.

Domani: Silvio Berlusconi

mercoledì 19 gennaio 2011

Politica, etica e famiglia

A Radioradicale del 10 scorso l'ex socialista Pietro Lezzi ha rivelato quello che il popolo sapeva ma che i politici e la stampa facevano finta di ignorare: in Campania, ai tempi di Bettino Craxi,  tra il Psi e la Dc c'era il mercato delle poltrone, per cui se i democristiani occupavano la regione ai socialisti toccava il comune, e così via. Evidentemente è una prassi politica d'altri tempi, per di più ristretta in una regione in particolare  ebollizione forse per la presenza del Vesuvio. D'altro canto, in Italia, lo scambio o la compravendita di voti o di favori contrasta con l'etica parlamentare e la morale corrente dei cittadini; tant'è che non si ha memoria neppure di un personaggio impigliato in tali prassi. Il comandante Achille Lauro che dava la scarpa destra prima del voto e la sinistra ad elezione avvenuta è una leggenda metropolitana, anzi sono fantasie ignorate dalla storiografia in quanto era il leader del partito monarchico e, come tale, qualcosa che oggi non esiste poichè la monarchia, in seguito al referendum del 2 giugno 1946 è stata abolita. E se non esiste la monarchia non esiste neppure il presunto reato!
Qualcuno, tra le persone maligne, potrebbe obiettare che nel famoso incontro del Caf nella roulotte, tra Craxi, Giulio Andreotti e Arnaldo Forlani (quello dei non ricordo e della bava alla bocca), i tre si spartirono il Paese; la verità è che invece idearono i Centri di Assistenza Fiscale ai cittadini. Di più non potevano fare in quanto la roulotte, così come un centro benessere, non sono luoghi deputati a fungere come sedi istituzionali e quindi fuori dalla legittimità dell'alveo democratico. Si cita l'esempio di un pubblico ministero milanese che se la prese col solito Craxi, ignorando che l'illustre personaggio fu costretto ad andare esule in terra straniera non potendo difendersi dalla faziosità di giudici che poi si rivelarono giustizieri comunisti.
D'altra parte un regalo è sempre bene accetto, specie se viene offerto per esprimere riconoscenza e sottomissione: chi non ricorda Lorenzo Tramaglino dei Promessi Sposi con i polli da consegnare all'avvocato? In quasi tutti i programmi politici la famiglia è ai primi posti, rispondendo alla saggezza popolare di "tengo famiglia". E' tutta qui la logica delle assunzioni di amici e parenti nelle aziende comunali romane, d'altra parte i comuni in Italia sono ottomila e le aziende 2.800, qualcuno dovrà pure andare ad occupare quei posti di lavoro! Altrimenti c'è un altro percorso ma meno lineare: un sindaco assume nella scuola elementare la moglie dell'assessore di un vicino comune che ricambia affidando alla figlia del sindaco la dirigenza dell'ente turismo; dopo qualche anno le due assunte, ormai a tempo indeterminato, chiederanno l'avvicinamento alla famiglia. E, anche questo, è un modo di risolvere i problemi della famiglia italiana e di quella specie di fratellanze basate più su vincoli ideologici che di sangue!
Vogliamo processare i politici perchè rispondono alle ansie famigliari o al consolidamento e all'espansione (anche all'estero) di qualche azienda nell'interesse primario di salvaguardare l'occupazione, il marchio italiano e la produzione? Arturo Diaconale l'otto gennaio a Omnibus, il programma TV de la7, ha detto che "esiste un uso strumentale della notizia"; i demodoxaloghi lo affermano da oltre settant'anni, la novità consiste nel fatto che la Giustizia è divenuta anch'essa strumentale, dando ragione al popolo che da secoli ripete: la giustizia è giusta, non è giusto chi la somministra.

Domani: a proposito di privacy

martedì 18 gennaio 2011

Paolo Orano

 Nei post del 4, 13, 14 e 17 scorsi abbiamo citato Paolo Orano, al quale va la primogenitura dello studio scientifico dell'opinione pubblica con la conseguente invenzione della demodoxalogia e dell'importanza della informazione (scritta, orale, visiva) ai fini sia del rilevamento che dell'indottrinamento dell'opinione pubblica. 
Oggi mostriamo la copertina e una pagina del fascicoletto che riporta la prolusione di Orano al primo corso Storia di Giornalismo svolto nell'anno accademico 1928 nell'ateneo di Perugia. Le argomentazioni del futuro rettore dell'università statale perugina, sono il nocciolo da cui hanno preso lo spunto tutti i successivi autori italiani (quasi tutti suoi allievi) che hanno trattato della storia, nascita,  metamorfosi e morte delle opinioni pubbliche; del loro imbrigliamento e dei rapporti del giornalismo con la storia e, in sostanza, con l'ambiente sociale e geografico ove la cronaca diventa storia.
Paolo Orano, nato nel 1875 e deceduto nel 1945, militò nel partito Socialista ma nel 1906 ne uscì per aderire nel 1921 al partito d'Azione che lo fece eleggere in Parlamento. Nel 1923 passò al Partito nazionale fascista divenendo un teorico e divulgatore della dottrina fascista, sino a giustificare la censura; nel 1944 fu rinchiuso nel carcere di Padula ove gli americani concentrarono coloro che furono fascisti. Nel 1939 il re lo aveva nominato senatore, nel 1936 era stato eletto rettore dell'università di Perugia.
Molto prima di altri studiosi internazionali di nota fama scrisse, nel 1902, il saggio Psicologia Sociale, mentre i testi di colui che è considerato il padre della psicologia sociale, Kurt Lewin, risalgono al 1936.  E' questo il motivo per il quale è considerato l'artefice dello studio scientifico dell'opinione pubblica e il fondatore della disciplina demodoxalogica, divulgata alla sua morte dall'assistente Federico Augusto Perini-Bembo.


Domani: politica, etica e famiglia
  

lunedì 17 gennaio 2011

Osint

Quanto riprodotto fotograficamente sopra è l'inizio dell'articolo del direttore dell'agenzia stampa online Informatore Economico Sociale del quale abbiamo dato notizia nel post dello scorso 4 gennaio. Trattasi della prima pagina apparsa sulla rivista delle Forze Armate italiane dello scritto di Francesco Bergamo  su  "Open Sources intelligence, il primato italiano della demodoxalogia" . Una trattazione che sin dal titolo intende valorizzare gli studiosi italiani che si richiamano o hanno operato in seno alla cattedra di Storia del Giornalismo  e allo studio scientifico sull'opinione pubblica da Paolo Orano  sino ai nostri giorni.  Una lettura consigliata ai cultori dell'Osint, non solo per la storia ma - soprattutto - per la metodologia tutta italiana.

Domani: Paolo Orano

venerdì 14 gennaio 2011

Attualità ed opinione pubblica

Con riferimento al post di ieri dobbiamo dire che già nel 1928 l'allora preside della facoltà di Scienze Politiche alla regia università di Perugia, Paolo Orano (scrittore, giornalista e senatore), evidenziò i nessi tra opinione pubblica e giornalismo. Dalla dispensa di Federico Augusto Perini-Bembo  Appunti di demodossalogia generale e principi di effemerocritica (edizioni dell'università internazionale Pro Deo), per l'anno accademico 1949-1950 della facoltà di Giornalismo, ricaviamo che: "Se l'opinione pubblica è strettamente legata al tempo, al momento per meglio dire nel quale si manifesta, è evidente che la fonte capace di rivelarla dev'essere contemporanea, più ancora anzi, se possibile, simultanea. Lasciò scritto l'Orano che: /Le pezze d'appoggio dello storico  sono i documenti del giorno; più si allontanano dal giorno dell'evento che è oggetto della ricostruzione istoriografica, più sono dubitosi. Quello che vale è la parola dei contemporanei, il racconto immediato, il documento quotidiano, insomma la materia giornalistica./"  Di conseguenza, secondo Perini-Bembo, è "importante assodare che è d'attualità tutto quanto è presente nell'opinione pubblica, e che allo spirito aderisce sia ciò che è nuovo, sia ciò che diviene nuovo". Una qualsiasi pluralità di individui [che la demodoxalogia distingue in pubblici e folla] tende ad assumere una fisionomia più precisa attraverso un processo, a volte rapido, a volte lento, "di reciproca influenza tra le varie pluralità e per l'azione incessante di cause endogene ed esogene, anche di carattere fisico, così che ogni pluralità può solo idealmente rimanere statica, effettivamente rinnovandosi e trasformandosi di continuo". Pertanto, oltre alla forza modificatrice dell'attualità (raccontata dai mass-media) i pubblici sono soggetti all'ambiente nel quale si trovano, concorrendo a quella costante ma incessante modifica di un presente nato dal passato e proteso verso il futuro, come divulga la scuola demodoxalogia della Sidd sussumendo i testi di ToddiBenoit B. Mandelbrot, David Hume,  Kurt Lewin, John Dewey  e altri autori.

giovedì 13 gennaio 2011

Giornalismo e opinione pubblica

Sopra: la copertina di una dispensa dell'anno accademico 1951-1952 per il corso di specializzazione in demodossalogia alla facoltà di Scienze Politiche dell'università di Roma La Sapienza. Il libro, oltre ai testi di Federico Augusto Perini-Bembo su Il giornalismo prima della carta e della stampa, Carlo Barbieri su Il giornalismo stampato dai primordi del sec. XIX alla prima guerra mondiale e Giuliano Gaeta su Il giornalismo sudamericano fra il 1789 e il 1815,  ha l'interessante introduzione di Carlo Curcio (già preside alla facoltà di Perugia) su Il giornale e la storia ove spiega uno dei caposaldi della disciplina demodoxalogica: il rapporto del giornalismo con l'opinione pubblica e la storia.
Nella disamina del prof. Curcio si legge "Una stampa puramente ed esclusivamente informativa non c'è [...] D'altronde il pubblico, probabilmente, troppo accalorato dalla lotta politica, non si accontenterebbe di un giornale freddo, staccato, indifferente [...] Che cos'è l'ideologia? In un senso filosofico è scienza delle idee [...] Noi siamo divisi dalle idee, dai programmi di partito, dalle concezioni politiche. L'umanità è sempre stata divisa [...] Il giornale è diventato più sfacciato, riproduce e rinfocola coteste passioni, codeste fazioni. Tutto quello che v'è, dal fondo alla nota di cronaca è giudicato alla stregua di un indirizzo, di una opinione, di una tendenza. E il pubblico sa qual 'è il suo giornale, perchè vi trova, di solito, quello che cerca.[...] Si può ancora sostenere che il giornale è una forma di storia [...] dopo che se ne è vista la sua parzialità? Direi di si, sarei indotto proprio da ciò, che a maggior ragione esso rivela taluni caratteri della storia. Qual'è lo storico spassionato ed obbiettivo? Uno storico narra per giudicare non solo, ma anche per sostenere una sua tesi, per difendere una sua idea. C'è stata una storiografia illuministica ed una romantica, una storiografia progressista ed una conservatrice e così via [...] in un certo senso codesto colore [...] è storia narrata.
Ma è anche fonte di storia, elemento di storia [...] Oggi andiamo a rintracciare nella stampa periodica degli ultimi decenni ed anche del secolo scorso elementi non solo utili per ricostruire l'evoluzione dell'opinione pubblica, ma altresì per la determinazione di importanti correnti di pensiero, di intendimenti veri e propri di molti problemi politici e sociali. Domani allo storico dei nostri tempi occorrerà, per ricostruire il moto delle idee che hanno agitato ed agitano le nostre generazioni, leggere i giornali, le riviste, le pubblicazioni periodiche dell'epoca che viviamo, per avere non solo un panorama di questo nostro tempo, ma per scoprirne, probabilmente, taluni aspetti e motivi che proprio l'articolo di giornale può chiarire, spiegare, oltrecchè documentare.
Così il giornale, in tutte le sue forme e manifestazioni, mentre fa, in un certo senso, storia, prepara allo storico futuro elementi di storia. Non già elementi freddi, di cronaca di fatti; ma elementi vivi, di indirizzi ideali, di fedi politiche e sociali, di concezioni di vita e della società. Inavvertitamente il giornalismo si trasferisce, dunque, sul piano formativo, più che informativo, di larghi strati sociali."
Sono in codeste riflessioni del grande maestro di demodoxalogia, Carlo Curcio, le interconnessioni tra il giornalismo come formatore di opinioni pubbliche e pezza d'appoggio per lo storico. Un giornalismo formativo più che informativo e, in quanto tale, strumento d'opinione da monitorare proprio per le sue influenze su larghi strati sociali, specie quelli che seguono assiduamente una determinata testata cartacea o radiotelevisiva perchè di solito "vi trovano quello che vi cercano", in quanto affine al loro modo di interpretare gli avvenimenti. Il cosiddetto metodo di rilevamento denominato "inde" (indagine demodoxalogica). 

mercoledì 12 gennaio 2011

I sociologi e l'ambiente

La locandina testimonia il convegno, organizzato dall'Associazione Nazionale Sociologi, su un tema di grande attualità, come l'ambiente, con la relazione del sociologo demodoxalogo Giulio D'Orazio su Popolazione, Territorio, Risorse: i nuovi parametri per una vera politica ambientale e dell'architetto  Massimo Guidarelli Mattioli su  La riqualificazione dei centri urbani. Introduzione ai lavori dell'allora preside della facoltà di Sociologia Paolo De Nardis (presidente dell'associazione), conclusioni del sindaco di Nemi il sociologo Vairo Canterani. I numerosi interventi moderati del docente di Sociologia Urbana Franco Martinelli si avvalsero anche dei contributi dell'emerito prof. Michele Marotta (già presidente dell'associazione dei laureati in sociologia).
L'ambiente è al primo posto della demodoxalogia in quanto dall'interelazioni delle strutture presenti nell'ambiente si sviluppano la cultura, l'economia, le istituzioni sociali ed i comportamenti della popolazione che si rilevano anche attraverso le opinioni pubbliche che si coagulano intorno a bisogni e valori (aspirazioni collettive).

martedì 11 gennaio 2011

Di paradosso in paradosso

Nel 2010 il fisco ha incassato, secondo i dati ufficiali ministeriali, circa ventimila miliardi di euro dalla lotta all'evasione, così come programmato all'inizio dell'anno. Una bella cifra, ma come è stata realizzata? Non avendo gli indirizzi e i nominativi degli evasori, altrimenti non sarebbero tali, le guardie di finanza non hanno fatto altro che andare nelle grandi aziende, che pagano normalmente la loro fetta di tasse, proponendo un condono tombale straordinario del 10% in alternativa ad accurate ispezioni. Quasi tutti gli industriali hanno aderito al condono per evitare fastidiosi e prolungati controlli che, anche nei casi di una specchiata gestione, avrebbero portano intralci all'azienda e sempre possibili cartelle esattoriali, magari con motivazioni assurde. Contrastare il fisco (così come qualsiasi istituzione) non riesce facile neppure agli imprenditori: occorrono avvocati, commercialisti, tempi di attesa, ricorsi in tribunale e, una volta vinta la causa, attendere anni per riavere la somma dovuta, in quanto prelevata ingiustamente. Di fronte a una tale situazione i grandi industriali hanno pagato ma non possiamo dire che sia stato il frutto della lotta all'evasione, è stata forse un'estorsione. Anche per il  2011 è stata posta nel bilancio preventivo dello Stato un'entrata di ventimila miliardi di euro quale ricavato dalla lotta all'evasione. Solo che questa volta la Finanza non potrà tornare dai grandi industriali che già hanno pagato il pizzo lo scorso anno, quindi si dirigerà verso le medie e piccole aziende che già hanno problemi di liquidità e di crisi. E' facile prevedere la chiusura di aziende manifatturiere e licenziamenti di massa. Un paradosso o un'errata politica fiscale?

Il 3 gennaio, con singolare concidenza, i quotidiani La Stampa e Il Corriere della Sera hanno invitato il Partito Democratico a soprassedere alle primarie per la nomina dei leader di partito. I due quotidiani, come è a tutti noto, fanno capo ad una conventicola di grandi industriali che guardano con simpatia Pier Ferdinando Casini e la crescita del Terzo Polo, magari con l'ingresso di Luca di Montezemolo. I rapporti dei vertici della Fiat, della Confindustria e di molti industriali, con Silvio Berlusconi sono cordiali solo in apparenza. Una forza politica che possa condizionare il presidente del Consiglio dei Ministri può nascere solo con la crescita del Terzo Polo in quanto l'opposizione di sinistra ha i suoi travagli interni e la spallata di Gianfranco Fini ha consolidato la leadership di Casini. Sinora le primarie del Pd hanno sancito le vittorie dei candidati più a sinistra e di coloro che chiedono la rottamazione della vecchia dirigenza comunista (che ha alimentato sogni impossibili di cambiamento), proseguendo di questo passo nel partito si formerebbe un blocco di neocomunisti in grado di frantumare l'avvicinamento di Massimo D'Alema e soci verso l'area laico-cattolica del Terzo Polo, con prestiti di parlamentari e voti (il patto di desistenza) pur di contrastare una nuova vittoria elettorale di Berlusconi. Il paradosso è: con l'attuale dirigenza il Pd è debole e ripiegato sul Terzo Polo (una specie di riedizione del centro-sinistra dei governi democristiani), con la vittoria di Niki Vendola e compagni il Pd tornerebbe ad essere un aggregato minoritario di forze di sinistra, sindacaliste, ecologiste e comuniste eternamente all'opposizione. Per gli industriali, per scalzare Berlusconi,  è meglio l'attuale dirigenza Pd (morbida) che una nuova dirigenza barricandiera.

Un piccolo gruppo di pastori sardi, sbarcati a Civitavecchia, sono stati malmenati dalla polizia di stato e costretti a risalire a bordo della nave in partenza per la Sardegna. Volevano semplicemente venire a Roma per far presente al governo e ai parlamentari le condizioni di crisi della zootecnia sarda. Dopo le manifestazioni di inciviltà degli studenti che hanno devastato il centro di Roma, per protestare contro la riforma universitaria, il comportamento dei tutori dell'ordine nei confronti dello sparuto gruppo di pacifici pastori ha destato qualche perplessità, per l'evidente disparità di trattamento. Perchè non è stato loro permesso di raggiungere Roma? Non certo perchè i pastori puzzano e gli studenti no. I quotidiani sardi e la rassegna stampa di Radioradicale del 5 scorso ci hanno fornito gli elementi per qualche illazione: in Sardegna esiste il più grande poligono militare d'Europa (centinaia di km), gestito dalle forze armate italiane e straniere e a disposizione anche delle multinazionali per esperimenti "segretati". Lo Stato ne ricava un discreto contributo monetario per l'affitto dell'area ma, da qualche anno a questa parte, nella zona aumentano tra i pastori i decessi per tumore e gravi malformazioni genetiche tra pecore e capre. Il nesso è evidente: i pastori sono stati malmenati e costretti a ripartire per evitare che la stampa ed i politici raccogliessero dalla diretta voce degli isolani il grave stato di pericolosità sanitaria di una zona pari ad un terzo dell'intera Sardegna.

lunedì 10 gennaio 2011

Incontri

 
Il 29 dicembre scorso a Supino (Frosinone) presso l'agriturismo "il Castagneto" si sono incontrati i demodoxaloghi del frusinate per un amichevole scambio di auguri e di valutazioni sulla disciplina e la situazione generale geoeconomica (foto in alto). Gli amichevoli incontri  fra coloro che si riconoscono in seno alla Società Italiana Di Demodoxalogia (Sidd) ed il decano dei demodoxaloghi non rappresentano una novità ma si ripetono spesso. Con l'occasione pubblichiamo anche le fotografie ricordo degli incontri di Treviso (2009) e di Ariccia (Roma) nel 2001, quindi ancora Treviso nel 2010 ed il raduno conviviale del dicembre 2009 ad Albano all'agriturismo "la vite e l'ulivo", seguito da due parziali aspetti aspetti del VIII Convegno nazionale dei demodoxaloghi di Mira (Venezia) del 2000 su Scienza, società ed opinione pubblica e dall'incontro di Ferentino (Frosinone) alle terme Pompeo nel 2010.  
Nelle foto sono riconoscibili: Francesco e Ursula Bergamo, Roberto Canali, Fabrizio Cimini, Giulio D'Orazio, Laura Deledda, Arnaldo Gioacchini, Anna Maria Giudici,  Antonella Liberati, Marialuisa e Claudia Lodetti, Armando Piccari, Mario e Carolina Pizzato, Laura Isabella e Maria Giovanna Simbula, Antonella Tennenini, Maria Teresa Thibault, Bruno Zarzaca.


venerdì 7 gennaio 2011

L'andamento dell'innovazione

Ogni innovazione in seno ad una qualsiasi struttura (vedasi il post del 5 scorso) ha un apice per poi ricadere nel desueto, come si può notare nel grafico elaborato dalla demodoxaloga Antonella Liberati.

humus = elementi di obsolescenza tangibile o intangibile del ciclo precedente 
- innovatori/innovazioni = persone o tecnologie che tendono a rimuovere lo stato d'inerzia d'uso del ciclo precedente
- futuristi = percettori dello stato dell'ambiente, dei non ancora visibili elementi di modernità, futuri per l'opinione pubblica
- moderno = quando da innovativo e per pochi tende a diventare di massa
- post-moderno = quando l'innovazione ha raggiunto ogni fascia e tipo di opinione pubblica con relativi comportamenti economico-sociali
- post-post moderno  = quando il bene, il servizio o il comportamento non costituiscono più motivo di ambizione o prestigio e vengono considerati patrimonio acquisito da conservare o porre in obsolescenza
- obsoleto = ritenuto da abbandonare. Spesso è rivisitato in un ciclo successivo distante.

Il compito dei demodoxaloghi è quello di collocare l'evento sociale nel quadro dell'andamento sopra descritto per meglio comprendere l'evoluzione e lo sbocco degli eventi nel ciclo successivo.
Per approfondimenti sul tema si rimanda alla lezione n. 26 del corso online gratuito di demodoxalogia sul sito Opinione pubblica. (www.opinionepubblica.com/)


mercoledì 5 gennaio 2011

Le strutture della società

La cultura sviluppa il pensiero sociale, la ricerca scientifica e la forma delle istituzioni. 
Dalla scienza nasce la tecnica che è l'applicazione scientifica a fini pratici ed economici.
L'economia (libera o dirigistica) influisce sulla società attraverso la produzione e la distribuzione dei beni richiedendo sempre maggiore tecnologia.
La società progredisce attraverso l'economia e si difende e rafforza mediante le istituzioni (aperte o chiuse).
Le istituzioni influiscono sullo sviluppo della società, della cultura e dei valori mettendo in moto il perenne circolo a due direzioni.
Lo schema sottoriportato mostra le relazioni tra le strutture che influiscono tra loro e con la società, ed è ripreso da Scienza, società ed opinione pubblica (gli atti dell'VIII Convegno nazionale di demodoxalogia svoltosi a Mira (Venezia) il 13 maggio del 2000, editi dalla Sidd nell'ottobre 2001)

martedì 4 gennaio 2011

L'agenzia stampa della Sidd

L'agenzia stampa online Informatore Economico Sociale, diretta dal demodoxalogo Francesco Bergamo, che si è formato in seno alla scuola della Sidd, con il prossimo anno da mensile passerà a quotidiana. Il numero dello scorso dicembre riporta una sintesi dell'intervento svolto dal decano dei demodoxaloghi Giulio D'Orazio al Convegno nazionale dei sociologi svoltosi a Roma lo scorso 20 dicembre sul tema Problematiche socioeconomiche in Italia. Inoltre una puntualizzazione del direttore sui presunti demodoxaloghi, considerazioni a proposito di Wikileaks, notizie sul Mensa (l'associazione mondiale dei portatori di Q.I. superiore) e raffronti sul mutamento dei mercatini rionali come anticipato dalla stessa agenzia un mese prima dell'intervento de  Il Gazzettino.
Un approfondito saggio sull'Osint scritto dal direttore dell'agenzia Bergamo è stato pubblicato sulla rivista delle Forze Armate italiane. Nell'articolo l'autore rivendica il primato italiano nello studio scientifico dell'opinione pubblica e nella conseguente tecnica oggi denominata Osint, inoltre completa la storia e la comprensione della strategia con le formule matematiche applicate dai demodoxaloghi della Sidd. Coloro che fossero interessati all'interessante articolo possono digitare  http://www.difesa.it/backoffice/upload/allegati/2910/{287C4912-5B69-4B00-89F9-SEEAC241EF6Bp.pdf
oppure ricavarlo dal saluto d'apertura nel n.12 del dicembre scorso dell'agenzia.

lunedì 3 gennaio 2011

Dibattiti in Tv

Tra qualche giorno riprenderà l'attività parlamentare con i conseguenti dibattiti televisivi, ove ognuno e ogni parte politica è migliore dell'altra, ha fatto meglio o ha i programmi e le intenzioni più reali per risolvere i problemi del Paese. Chi sa perché ma ogni volta che li ascolto mi viene alla memoria il paradosso dello scrittore del '900 Pitigrilli, riportato qui di fianco e ripreso dal suo Dizionario Antiballistico (casa editrice Sonsogno, Milano 1953). Seguendo il ragionamento matematico, se ai nomi dei popoli sostituiamo nomi e cognomi di parlamentari o sigle di movimenti politici, piccoli e grandi, il risultato non cambia.