venerdì 29 aprile 2011

Relatività


Dal Dizionario antiballistico di Pitigrilli Casa editrice Sonsogno, Milano 1953.

sabato 23 aprile 2011

Auguri



Il decano dei demodoxaloghi
sarà senza opinione, certezze e dubbi
sino a giovedì 28 p. v.
Felici giornate pasquali ai nostri lettori.


venerdì 22 aprile 2011

L'opinione del pubblico


I demodoxaloghi non studiano le opinioni (plurale) della gente ma l'opinione (singolare) di un pubblico. Tra la gente possiamo riscontrare moltissime opinioni differenziate tra loro, per varie ragioni; i sociologi e i dottori in Scienza della Comunicazione rilevano codeste opinioni e ne fanno la media sentenziando che quella è l'opinione del pubblico interpellato. I demodoxaloghi individuano un pubblico e vanno a cercare i motivi (e gli strumenti) che hanno influenzato quel determinato pubblico. Per la Sidd il pubblico è portatore di una sua peculiare opinione di gruppo (pubblica) che si forma ed evolve in seno al gruppo attraverso stimoli sia interni (il passaparola, il mutamento di una modalità, ecc.) che esterni (contatti con altri gruppi, mutate situazioni ambientali, ecc.).
Un pubblico può essere composto di poche decine di appartenenti come di migliaia di persone, può essere riunito in una sola sala o sparso su tutto il territorio in esame, ma per essere considerato pubblico gli appartenenti al gruppo convergeranno su taluni punti fondamentali che contraddistingueranno quella precipua opinione collettiva. L'opinione pubblica (quindi manifesta) di quel pubblico (fruitore o fans di un prodotto, o oggetto, o personaggio, o idee, comuni a tutti gli appartenenti di quel gruppo).
Poniamo, come esempio elementare, che i disegni A, B, C e D siano altrettante persone che vivono sullo stesso frattale (porzione di territorio) e che usufruiscono delle stesse risorse umane che il territorio offre loro (per esempio la viabilità); giorno dopo giorno incontreranno gli stessi problemi e quando si troveranno (per caso o necessità oraria) insieme, e ne discuteranno, concorderanno su qualche punto fondamentale del servizio creando così un'opinione comune: l'opinione pubblica (in quanto discussa) di quel pubblico di fruitori di quella determinata viabilità su quel frattale di territorio, che assumiamo come opinione pubblica X. Qualsiasi altro elemento singolo che si aggregherà all'opinione X non modificherà l'opinione del gruppo ma la farà sua accettandola come opinione del gruppo X di cui anche lui farà parte.
Se il gruppo X verrà in contatto con altri gruppi (opinioni pubbliche), per esempio Y o Z , e si confronterà con gli stessi sulla viabilità di quel frattale, l'opinione pubblica del gruppo X potrebbe modificarsi cedendo o inglobando il numero degli appartenenti, sciogliersi, ampliarsi, o rivedere il giudizio pregresso. L'opinione pubblica vincente sarà, generalmente, l'opinione del gruppo più numeroso. A parità, grosso modo per grandi numeri, di appartenenti ad un pubblico l'opinione vincente sarà quella del pubblico più attivo e contiguo nello spazio.
Ma, oltre al numero degli appartenenti a un pubblico destinato a prevalere sugli altri (agendo sulla suggestione ed imitazione) ha una sua fondamentale importanza lo strumento attraverso cui passa l'informazione destinata a creare o rafforzare l'opinione pubblica di quel pubblico. Messaggio vocale, visivo, olfattivo, immaginativo, umano, tecnologico, nelle più svariate composizioni e sfaccettature, attraverso la stampa, la radiotelevisione, le assemblee, i simboli e le esposizioni.
Qualsiasi evento (E =  fatto o notizia) ha sempre un pubblico usufruitore destinato ad esserne coinvolto (C = convenuto) attraverso il messaggio (M = l'informazione) manipolato da un soggetto interessato (A = attore).

giovedì 21 aprile 2011

La qualità della comunicazione


La copertina degli atti del seminario Leggere la qualità delle comunicazioni, svolto presso l'Auser Lazio l'11 e 12 settembre 2004 ad iniziativa dell'Associazione Nazionale Sociologi e della Sidd, con gli interventi dei docenti  Mario Patrono, Michele Marotta, Enrico Castelli, Ugo Ferrero, Godwin Chukwu e degli esperti Guglielmo Lucentini, Francesco Bergamo, Antonella Liberati, Roberto Canali, Maurizio Bartolucci, Elisabetta D'Eramo. Il decano della Sidd, Giulio D'Orazio, con la relazione sulla "Introduzione alla demodoxalogia applicata".

Domani: l'opinione del pubblico

mercoledì 20 aprile 2011

Dispense di giornalismo


Nel post di lunedì scorso abbiamo dato notizia della pubblicazione di Domenico Fiordelisi con la quale ha raccolto in un unico volume le dispense universitarie da lui adottate, quale docente di giornalismo alla Sersi Universitat di Herisau (Svizzera). Oggi documentiamo - riproducendo la copertina -  come nella terza edizione di una dispensa (dicembre 2004) sia stato dato spazio alla demodoxalogia, lo studio dell'opinione pubblica, quale conoscenza fondamentale per qualsiasi attività che abbia attinenza con il pubblico.

Domani: la qualità della comunicazione

martedì 19 aprile 2011

Il manuale del demodoxalogo


Da parte di coloro che si accostano per la prima volta alla demodoxalogia, per aver assistito ad un convegno o letto le dispense, viene la richiesta di un manuale per la pratica applicazione su casi concreti, della vita quotidiana, dei coefficienti numerici da assegnare all'elaborazione statistica. Infatti il percorso tecnico del demodoxalogo consiste nell'assunzione dei principi fondamentali della scienza che sono: l'osservazione del fenomeno, la catalogazione per un raffronto tra eventi similari e - infine - la rilevazione della serie statistica dei casi per tracciare il trend (il percorso) del fenomeno preso in esame.
La demodoxalogia (demo/doxa/logos), a differenza della maggior parte delle vere scienze, non si occupa di temi come il movimento dei pianeti o l'effetto dell'insulina nel sangue ma del comportamento umano collettivo, o, meglio, dell'opinione delle persone quando sono in gruppo e soggette a stimoli esterni e/o interni al gruppo stesso, da noi definito in folla o pubblici (vari e multiformi). E come queste opinioni nascono, crescono, si evolvono, si congiungono ad altre similari o muoiono. Lo studio tende a rilevare quali siano gli imput (gli stimoli) che maggiormente contribuiscono alla formazione della cosiddetta opinione pubblica, mantenendo fermo l'assunto che l'opinione per fomarsi abbia bisogno di un veicolo (strumento, messaggio), di un numero minimo di determinate persone (e non un agglomerato indefinito e casuale) e - l'oggetto fondamentale - di una notizia o fatto d'attualità (ove per attualità si intende il fatto del giorno, cioè un argomento soggetto a discussione).
Lavorando sul comportamento umano ci troviamo in presenza di fenomeni controversi, a volte irripetibili, spesso apparentemente improvvisi, perlopiù basati su visioni distorte o addirittura ignote della realtà, opinioni non documentabili con riscontri oggettivi e così via. Dagli anni '90 è in corso, tra i demodoxaloghi della Sidd, una discussione accademica sui coefficienti numerici da assegnare agli oggetti catalogati, numeri che - per essere scientifici e cioè universali (euristici) - devono avere lo stesso simbolo e valore in Italia come in Cina, tra i marxisti come tra i liberali, per i cristiani come per gli scintoisti, e così via. E sono questi i numeri che i principianti ci chiedono, insieme al percorso metodologico di indagine.
Ma la demodoxalogia, occupandosi delle opinioni della gente, si trova di fronte ad una multiforme sfaccettatura di casi, oltretutto in continuo movimento, di difficile catalogazione, ciascuno presentandosi con modalità, tempi, dimensioni, finalità, motivazioni, ecc., che si riflettono anche sul grado di professionalità del ricercatore rendendo difforme l'interpretazione di uno stesso evento. L'assegnazione dei coefficienti  raggruppa, per grandi linee, i casi accertati rendendo possibile l'elaborazione statistica. Stante però la imprevedibilità umana, conseguenza e causa essa stessa dell'opinione di un determinato pubblico, il demodoxalogo proveniente dalla scuola dell'accademia della Sidd, prima ancora di attivare la rilevazione (la catalogazione) e il percorso tecnico dell'inde (indagine demodoxalogica) ha ben chiari alcuni principi e le teorie che sono alla base della comparazione metodologica, potendo scegliere lo spessore dell'indagine e il criterio demodoxalogico più consono da applicare alla ricerca. Ciò che fa la differenza tra un dottore in Scienza della Comunicazione e un vero demodoxalogo! Cioè la conoscenza dei principi che determinano l'osservazione del fenomeno ancor prima di giungere alla scelta della rilevazione statistica, a fini documentali oggettivi del fenomeno di nascita ed evoluzione di una determinata corrente di pensiero definita come opinione e destinata a diventare (erroneamente) opinione pubblica mentre altro non è che l'opinione di un certo pubblico sottoposto a sollecitazioni collettive, a volte anche inconsce, da parte di quello che i demodoxaloghi definiscono come leader (strumento umano o materiale di veicolazione delle idee).

Domani: dispense di giornalismo

lunedì 18 aprile 2011

Lezioni di giornalismo


Il giornalista e ingegnere Domenico Fiordelisi ha raccolto in un volume le dispense adottate, negli anni 80-90, dalla facoltà di Comunicazione dell'istituto  universitario svizzero Sersi Universitat di Herisau. Il libro ha un capitolo sulla demodoxalogia, a cura del decano della disciplina, e fra i ringraziamenti l'autore cita Loris
Mattei dell'Ateneo di Herisau, Giulio D'Orazio fondatore e primo presidente della Sidd e l'indimenticabile giornalista milanese Carlo De Martino. Cenni di storia e tecnica di giornalismo www.gsamasternews.it/?p=771

Domani: il manuale del demodoxalogo

venerdì 15 aprile 2011

Eventi e percorsi

Da oggi, a Ostia Lido (Roma) il circolo fotografico "L'altro Scatto" ha allestito una mostra fotografica sul tema "Racconti di Luce", che rimarrà aperta sino al 30 aprile, presso la biblioteca comunale in via Adolfo Cozza n.7, con apertura dalle ore 18,30 alle 21,30. Esporranno: V. Agabiti, F. Antonacci, G. Ferramola, F. Galeota, P. Lodi, F. Marzano, M. Rocchetta, P. Rizzo, A. Sabatini, P. Schifano, M. Trombi.

Nella trasmissione Omnibus de LA7 tv, dell'11 aprile scorso, Franco Bechis  vicedirettore del quotidiano  Libero  ha detto che, dopo aver visto i sondaggi riservati elaborati per TGCom, "non mi fiderò più" dei risultati in quanto inattendibili metodologicamente. E' quanto da anni sostengono anche i demodoxaloghi, i sondaggi campionari hanno una loro attendibile approssimazione se effettuati su grandi numeri e, in ogni caso, rispecchiano l'opinione di quel momento di una moltitudine umana indifferenziata (opinione sociale secondo la definizione di Mascia Ferri) ma non dell'opinione pubblica (complesso di idee, sentimenti e pulsioni che spinge "un gruppo" ad agire identicamente di fronte a certi fatti d'attualità connessi ai problemi della vita sociale).

La Lega di Umberto Bossi ha proposto la dislocazione dell'Esercito su base regionale (come in Svizzera) per rendere l'organizzazione più efficiente in caso di calamità nazionali. Sin qui potremmo anche essere d'accordo, anzi vorremmo un esercito riconvertito per intervenire nei casi di calamità e non in presunte missioni di pace che servono solo a far fare carriera a qualche ufficiale-burocrate, con aggravio del bilancio dello stato. Ma il fatto è che i leghisti sognano tanti eserciti regionali: ciascuno alle direttive del governatore della regione. Una proposta coerente e lineare con la politica leghista: le ronde cittadine sottoposte al sindaco, l'esercito regionale al governatore, la magistratura sottoposta alle decisioni del popolo (e per esso i rappresentanti politici), e via di questo passo verso quell'agognata autonomia che altro non è che il ritorno a tanti principati con tanto di armati e magistratura politica, come ai tempi di manzoniana memoria.

giovedì 14 aprile 2011

Acqua, terra e migrazione

A giugno saremo chiamati ad esprimere il nostro parere su alcuni quesiti referendari. Uno di essi riguarda l'acqua, nel senso che dovremmo esprimerci in tema di gestione pubblica oppure privata. L'acqua è un bene pubblico in quanto sfocia naturalmente dalla Terra, sostengono i promotori del referendum, ed è un bene essenziale per la vita (umana, animale e vegetale), pertanto il suo uso non può essere dato in gestione ai privati. Anche il petrolio zampilla dalla terra ma non è un bene primario! Se vincessero i fautori del bene pubblico dovrebbero sparire le varie aziende imbottigliatrici e distributrici delle varie acque oligominerali, cioè di quelle stesse acque che sgorgano dai rubinetti casalinghi, in quanto tutte le acque hanno tracce di sodio, magnesio, nitrati, calcio, solfati, ecc. in misura più o meno varia da zona a zona. Attualmente alcune acque gestite dagli enti pubblici hanno anche l'arsenico ma, ci rassicurano gli addetti ai lavori, in tracce infinitesimali rispetto agli altri sali minerali e pertanto tollerabili per la nostra razione quotidiana.
Se dovessero vincere i fautori del bene pubblico, siamo sicuri che, come accaduto col finanziamento ai partiti, l'abolizione di qualche ministero e altri referendum, tutto rimarrebbe come ora in quanto gli interessati (le aziende che lucrano sull'acqua) sosterrebbero che, sì l'acqua è pubblica ma portarla a casa del cittadino ha un costo di gestione che l'ente pubblico non è in grado di sopportare (nonostante il canone); quindi meglio appaltare la distribuzione dell'acqua ai privati che la preleverebbero dalle stesse fonti (con ferro, zolfo e arsenico) adeguando però il canone da far pagare agli utenti ai prezzi di mercato!
Rimarrebbe il principio che l'acqua è un bene pubblico, è di tutti; così come il principio libertè, fraternitè, egalitè patrimonio costitutivo di ogni formazione politica. Principio posto come cappello ad ogni attività politica forse per coprire pietosamente la reale prassi.

Al pari dell'acqua anche la Terra è di tutti, è stato così per milioni di anni quando prima i brontosauri poi scimpanzè ed ominidi scorazzavano alla ricerca del cibo, senza demarcazione territoriale di competenza. Sino a quando qualcuno, ponendo dei paletti, sostenne - armi alla mano - che quel pezzo di terra (con relative persone ed animali) era di sua esclusiva proprietà. Con il tempo l'occupazione terriera fu giustificata in base ad altisonanti emblemi di casate, quindi da principati e poi dalla creazione degli stati nazionali che, per essere tali, dovevano avere un confine ed una popolazione soggetta a tributi; salvaguardando però il principio della sacralità della terra in quanto data in uso agli umani dalle deità delle varie religioni. Lo stesso appropriarsi di pezzi di terra risponde al principio che essendo di tutti (universalità) è anche del soggetto che l'occupa (reversibilità) per il soddisfacimento dei suoi bisogni.

L'acqua e la terra sono necessità primarie per ogni cosa vivente, basta osservare le migrazioni degli uccelli o dei pesci. Biblica è stata la migrazione di quella tribù egiziana oggi insediata in Israele, dei coloni greci che fondarono trecento città nell'area del Mediterraneo lasciando una copiosa civiltà, delle cosiddette invasioni barbariche di popolazioni in cerca di terre fertili, dei coloni che contribuirono a fondare gli Stati Uniti d'America, degli stessi possedimenti coloniali quale simbolo di prestigio e, al contempo, sfruttamento di risorse. Lo spostamento di popolazioni (migrazione) da una parte all'altra del globo non rappresenta una novità in quanto chi emigra in cerca di una vita migliore è motivato dallo stesso concetto del bene pubblico (o dono di Dio) dell'acqua e della terra. Dove ci sono i beni essenziali per la sopravvivenza (acqua, terra, lavoro) c'è spazio e futuro: lo scopo stesso del genere umano: dar luce ad altre vite umane. Pertanto l'emigrante è portatore di un diritto internazionale e naturale insopprimibile! 

mercoledì 13 aprile 2011

Analogie tra Caligola e Berlusconi

Dall'Enciclopedia storica Zanichelli (edizione del 1975) apprendiamo che Caio Giulio Cesare Caligola, nato ad Anzio e deceduto a Roma fu "ucciso da una congiura di senatori e cavalieri guidata dal tribuno Cassio Cherea" (allora non c'erano la Magistratura ed il Pubblico Ministero ma soggetti più sbrigativi come i miliziani a cavallo ed i tribuni, cioè oratori inquirenti). Era così chiamato per la caliga  (calzatura militare) usata sin da bambino. Succeduto all'imperatore romano Tiberio (l'equivalente dell'attuale presidente della Repubblica), "privo di ogni esperienza politica, considerò assoluta la sua autorità, pretendendo onori divini e introducendo nella corte un fasto orientale; rese così inevitabile il contrasto con il Senato (allora non c'era anche la Camera dei Deputati), che cercò di superare sollecitando il favore popolare. Le carenze della sua politica apparvero più palesi nei rapporti con gli stati soggetti" (oggi Francia, Tunisia e così via). Tali carenze "servirono solo ad indebolire la sua autorità" (vedasi i rapporti con gli Usa di Barak Obama, l'uscita dei finiani dal partito, la presa di distanza di qualche personaggio cattolico e dell'impero economico-mediatico, ecc.). "odiato anche per la sua dissolutezza finì ucciso".
Nell'impero romano i centri di potere erano il Senato, qualche tribuno e le legioni militari, bastava un loro appello al popolo (un ristretto numero di civicus romanus) per far salire i gradini del potere e della notorietà. Anche l'odierno imperatore Berlusconi è giunto al potere privo di esperienza politica, fondando, sciogliendo e rifondando (magari dal predellino di un'auto invece che in sella al cavallo preferito) formazioni partitiche basate nominalmente sulla tetrarchia (suddivisione in parti), come era all'inizio di Forza Italia (Berlusconi, Fini, Casini) ed ora con i coordinatori del Popolo della Libertà. Per la storia Caligola attuò la tetrarchia in Palestina e con Antioco IV. Il nostro presidente del Consiglio, giunto al potere con una maggioranza di parlamentari mai vista nelle precedenti legislature, neppure ai tempi della Democrazia cristiana, pur avendo varato qualche riforma (alcune dannose, altre a proprio beneficio, così come nello spirito di  Caligola che nominò senatore il proprio cavallo) si è lamentato pubblicamente di avere le mani legate: in tema di economia, con la globalizzazione ha dovuto fare i conti sul piano internazionale; in politica interna prima c'erano quei cattivoni di Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini ed ora ci si è messo anche il Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Per governare occorre che l'imperatore abbia l'"assoluto potere" con i relativi fasti e per questo motivo  - anche il nostro premier -  "sollecita il favore popolare" (come Tiberio).
Non si è accorto che da allora ad oggi sono passati duemila anni? Oppure: c'è o ci fa?

Domani: acqua, terra ed emigrazione

martedì 12 aprile 2011

La demodoxalogia a Trieste

Domani 13 aprile il demodoxalogo Francesco Bergamo, direttore dell'agenzia stampa online Informatore Economico Sociale, terrà all'università di Trieste nell'ambito del corso di "Comunicazione strategica" una lezione sull'applicazione della demodoxalogia nell'ambito della comunicazione strategica. Dopo cinquant'anni la disciplina  ritorna a Trieste ove, nel giugno del 1959 in seno alla Sessione di scienze sociali della XLVII Riunione della Società italiana per il progresso delle scienze (Sips), maestri, cultori e studenti della disciplina dibatterono, senza distinzione di gerarchia, i "Problemi del giornalismo fenomenico e strumentale e della relativa formazione professionale nelle relazioni sociali". Dei demodoxaloghi partecipanti a quelle  giornate sopravvivono, ai giorni nostri, solo due decani della disciplina: Dora Drago Lopez Jordan  e Giulio D'Orazio. Per documentare l'incontro riportiamo alcuni stralci ricavati dal "Diario" e dal  "Programma" della XLVII Riunione della Sips augurando al direttore dell'agenzia (uno dei massimi esperti Osint in Italia) un felice ritorno della Demodoxalogia in quella sede universitaria da cui molti, allora allievi dei maestri, intrapresero un percorso che li portò a succedere ai maestri stessi.


Domani: Caligola e Berlusconi

lunedì 11 aprile 2011

L'accanimento contro Berlusconi

Quel pover'uomo di Silvio Berlusconi è disperato, perchè si chiede - appellandosi al popolo - da quando sono entrato in politica i giudici ce l'hanno con me? Più di mille ispezioni della Guardia di finanza, centinaia di processi, articoli infamanti ed altre porcherie del genere che lo costringono a dilapidare il sudato patrimonio, acquisito in anni di duro lavoro (tra intrattenitore, venditore e imprenditore), per i compensi a sanguisughe di avvocati e consiglieri vari.
La prima pagina del Corriere della Sera dello scorso 3 aprile ha dato notizia che, secondo l'Agenzia delle Entrate (il braccio dello Stato addetto alla riscossione dei tributi e non una fonte privata), l'evasione del fisco  ha raggiunto il 38% del dovuto con punte del 66% nel Sud ma con un volume monetario d'evasione estremamente alto al Nord. L'andamento non uniforme può spiegarsi col fatto che nel Meridione l'evasione compensa la mancanza di lavoro e quindi rappresenta una forma surrettizia di introito famigliare mentre al Nord il volume di affari delle aziende fa salire anche le evasioni e quindi rappresenta la maggior fonte di occultamento al fisco (di gettito sottratto).
Il presidente del Consiglio dei ministri (chiunque esso sia) è una persona onesta e scrupolosa altrimenti gli italiani e con essi i parlamentari eletti non lo avrebbero proposto e nominato a tale incarico e, oltretutto, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non avrebbe firmato il decreto di nomina. Altrimenti dovremmo pensare di essere in presenza di un golpe bianco!
Compito dello Stato, in fatto di controllo fiscale, è quello di andare a vedere i bilanci di chi produce ricchezza per verificare se qualche azienda, per distrazione o malafede, ometta o ritocchi alcune partite di bilancio. Il 38% di evasione fa pensare che qualche furbetto ci sia in giro e per scovarlo la Guardia di Finanza è costretta a bussare anche alle porte degli onesti, non avendo la palla di vetro con l'elenco bello e pronto degli infedeli. Dalla massa delle ispezioni qualcuno rimarrà impigliato e, come in ogni paese democratico, avrà modo di giustificarsi e uscirne indenne, così come sinora accaduto a Berlusconi.
Essendo l'impero economico di Berlusconi una multinazione, ed essendo l'uomo più ricco d'Italia e nel top mondiale, è logico che sia anche il più ispezionato e denunciato: più consistente è il volume d'affari e maggiori possibilità esistono di elusione o errori di contabilità; e dove esistono maggiori probabilità di riscontri di frode fiscale (voluta o per cattiva amministrazione) è anche maggiore la somma recuperabile dallo Stato: un comportamento logico e sensato da parte della pubblica mministrazione!
Il paperone nazionale non si lamenti e vada con fiducia a dimostrare la sua estraneità, invece di cercare scorciatoie e proposte "epocali" di sanatoria. Oltretutto, come sinora avvenuto, ha nel libro paga fior di avvocati e come amici/consiglieri centinaia tra ex alti ufficiali della finanza, amministratori, avvocati/ parlamentari e parlamentari/responsabili in grado di legiferare e testimoniare, insieme a giornalisti, guardie del corpo e corpi da guardare. Tutti pronti a giurare sulle sue alte doti morali di imprenditore, politico e padre di famiglia.

Domani: la demodoxalogia a Trieste

sabato 9 aprile 2011

La demodoxalogia a Milano

Oggi presso la sede della New Horizons di Milano, in via Melchiorre 70, il direttore dell'agenzia stampa online Informatore Economico Sociale, il demodoxalogo Francesco Bergamo, esporrà ai soci lombardi del "Mensa" la Scienza dell'opinione pubblica con un power-point allestito per l'occasione.
Il "Mensa", dal latino mensa (tavola), è un'associazione presente in altre cento nazioni: senza fini di lucro, ideologici, religiosi o politici, ove nessuno prevale sugli altri (mensa rotonda). All'associazione sono accolte solo quelle persone che al test di ammissione superano il quoziente d'intelligenza 98; internazionalmente il punteggio più basso per essere definito "intelligente".
E' la seconda volta che Bergamo presenta a Milano la demodoxalogia. Il 16 aprile del 2000 illustrò la disciplina ai soci del Club Lions Madonnina di Milano.

venerdì 8 aprile 2011

Talk show

Talk Show, secondo la pubblicistica corrente, è spettacolo basato sulla dialettica che per essere stimolante diventa sfibrante. Partito dalle tv degli Usa ha invaso l'Europa con esibizioni, assai spesso, volgari, ignoranti e sgradevoli per il pubblico di una certa cultura ma di grande fascino, esaltazione ed imitazione per una larga fascia di persone che, nel personaggio in tv, vedono la loro meta di partecipazione: l'identificazione con la cultura dell'essere capace di mostrarsi, recitare, scrivere ..... senza aver compiuto i necessari passi di preparazione culturale o professionale.
Una tendenza che, da demodoxaloghi, avevamo previsto, come riportato dal notiziario Master News Agency del maggio 1992 (dieciannove anni fa): "si convincerà di essere capace lui stesso di elaborare messaggi. Allora saremo tutti scrittori, artisti, politici .."



giovedì 7 aprile 2011

La forma è sostanza

Ai tempi, ormai lontani, del mio percorso scolastico i precettori di turno (novelli Pangloss di Volteriana memoria) mi spiegavano che "la forma è sostanza": cioè che l'aspetto esteriore (morfologico o estetico) rispecchiasse il carattere e il modo di porsi del soggetto (persona o corrente culturale). Il mendicante, per essere tale e incrementare le offerte, deve presentarsi con abiti logori; il contadino, a paragone con il cittadino, è bruttino in quanto ha la pelle rovinata dal sole, le mani callose e così via. Il quadro del pittore espressionista, consistente in schizzi di colore, denota la nevrosi dell'autore in contrasto con la lucidità (magari sofferta) dei paesaggi e dei volti degli artisti del classicismo. Le mani del monsignore sono morbide e curate, così come quelle del pianista o dell'orologiaio, in contrasto con quelle del parroco di campagna o del manovale.
Anche l'atteggiamento (il modo di porsi) non può prescindere dall'aspetto o dal carattere del soggetto: il mendicante deve essere lamentoso, il contadino ignorante, l'artista alla moda libertino, il monsignore mellifluo mentre al parroco può scappare un vaffa, il pianista e l'orologiaio avranno toni di voce bassi in contrasto con l'espansione di fiato del muratore. E' lo stereotipo della cultura di massa.
Recentemente due parlamentari sono stati oggetto del lancio di monetine da parte di un gruppo (evidentemente organizzato) di cittadini che intendevano dimostrare il loro disprezzo verso i rappresentanti del popolo. Da quanto appreso dalle cronache i dimostranti avevano travalicato i paletti di ferro posti a venti metri di distanza dal Palazzo, transenne istallate recentemente per proteggere (mantenendo a debita distanza) la persona divenuta istituzione (il parlamentare) dalla plebaglia esacerbata (i cittadini elettori). Quei cittadini che con il voto scelgono il loro rappresentante, così come recita la Costituzione; infatti in democrazia gli eletti sono tali in quanto "rappresentano" gli elettori di riferimento, cioè l'ambiente geografico e culturale da cui provengono e col quale mantengono rapporti per "rappresentare" in Parlamento le aspirazioni dei concittadini che li hanno eletti. La legge elettorale vigente ha cancellato questo rapporto di rappresentanza togliendo le preferenze e attribuendo alle segreterie dei partiti (i soliti maneggioni) il potere di scegliere i personaggi (i più lecchini e fedeli alla casta) che dovrebbero rappresentare l'elettorato. Venendo meno questo rapporto di collegamento tra eletto ed elettore (ed ecco la sostanza divenuta forma) i paletti posti a venti metri dall'ingresso del palazzo sanciscono "la debita distanza" cui il popolo dovrebbe attenersi in seguito alla rottura del rapporto fiduciario.
L'esempio esposto è uno dei tanti sotto i nostri occhi. Anche in tema di frode fiscale il mutamento della forma si è adeguato alla sostanza del reato così come in fatto di Giustizia sta prendendo forma (attuazione) il fatto che non sia più applicato l'antiquato ordinamento giuridico (la sostanza) ma il principio della volontà della maggioranza popolare epressa dai media e dalle manifestazioni di piazza. Ma avremo modo di parlarne.

mercoledì 6 aprile 2011

L'VIII Convegno di Demodoxalogia

A memoria di quanto organizzato dalla Sidd                                                           
e in occasione della visita a Roma dell'ex presidente
della libera accademia di studi sull'opinione pubblica
riportiamo la facciata del programma dell'VIII
Convegno nazionale di Demodoxalogia,
svoltosi a Mira
(Venezia) il 13 maggio 2000 presso lo storico
                                   teatro Villa dei Leoni.               

Gli atti sono stati pubblicati nel
nel 2002 nel volume
"Scienza, Società ed Opinione Pubblica"
edito dalla Sidd

Tra i relatori ricordiamo:
Michele Marotta
Anna Maria Curcio
Luigi Perissinotto
Edoardo Pittalis
Umberto Melotti
Mariano Bianca
Fausto Tapergi
Arnaldo Gioacchini
Maria Giovanna Simbula
Laura Isabella Simbula
Giulio D'Orazio


Oltre alle autorità locali, che hanno portato il saluto
dell'amministrazione, ricordiamo la presenza
della signora Laudana Lettis vedova Perini-Bembo
che ha voluto attestare la continuità della demodoxalogia nella libera accademia
Società Italiana Di Demodoxalogia.




Nelle foto una panoramica del palco del teatro Villa dei Leoni
e il vicepresidente dell'Associazione Nazionale Sociologi
Arnaldo Gioacchini mentre svolge la sua relazione su
"Gemellaggi e comunicazione, l'esempio del comune di Cerveteri nel Lazio".

martedì 5 aprile 2011

Baccalà e pescecani

"Anche tra i pesci, come fra i cristiani, ci sono più baccalà che pescicani", recita un sonetto di Carlo Alberto
Salustri meglio conosciuto come il poeta satirico romanesco Trilussa (Roma 26/10/1871-21/12/1950). Forse è la migliore sintesi per definire la base della cosiddetta opinione pubblica (con buona pace di Walter Lippmann il teorico americano di Come si forma l'opinione pubblica, editore Franco Angeli 2006, secondo il quale l'opinione pubblica è l'opinione della maggioranza come sostenuto in Public Opinion).
Alla nascita e nei primi mesi o anni di vita non conosciamo l'alfabeto, il significato della vita o dare un valore alle cose; crescendo apprendiamo (per imitazione) dai genitori e poi dai maestri (per ripetizione) i fondamenti della conoscenza. Successivamente ci formiamo un'opinione ricavandola da quanto detto in famiglia, a scuola, dagli amici, dalla lettura di libri e giornali, dalla tv, etc. Un'opinione sorta in base a quanto appreso, ove l'informazione pervenuta dalla persona o cosa ritenuta (a giudizio del soggetto e per svariati motivi) più autorevole sopravanza le altre.
Con il tempo l'opinione del singolo soggetto (che altro non è che l'opinione, seppure parzialmente aggiustata, dell'autorevole referente) viene a contatto con l'opinione cosiddetta pubblica (di un aggregato umano), che si è formata con le stesse modalità del soggetto in esame. Quando una pluralità di persone converge verso un'unico argomento prevale l'opinione del più influente, che è ripetuta dai suoi fans acriticamente e accettata dalla maggioranza del gruppo per inerzia o mancanza di abitudine al ragionamento critico. Mentre tutti proclamano di avere delle "loro idee" in verità è raro trovare argomentazioni diverse da quelle enunciate dai soggetti "autorevoli". Neppure in alcuni riveriti docenti a volte troviamo un autonomo pensiero critico: spesso le loro dichiarazioni altro non sono che il frutto di memoria e fruttuose (quanto encomiabili) letture di testi altrui. In proposito - ricaviamo da Individuo e Società, ed. Giunti Barbera 1984 - "è inevitabile che nella complessa realtà in cui viviamo il singolo non possa contare di accertare, di prima mano, i fatti essenziali relativi alla maggior parte degli oggetti. Egli deve dipendere essenzialmente da quanto gli dicono gli esperti. Per i bambini gli esperti sono soprattutto i genitori, per gli studenti gli insegnanti e gli autori dei libri preferiti [...] per lo scienziato altri scienziati specializzati." Analoghe affermazioni sono attribuite anche a  John Kenneth Galbraith.
Mettendo a confronto numerose ricerche svolte negli Stati Uniti con la formula elaborata, sin dal 1948, all'università internazionale Pro Deo (ora Luiss) in seno ai corsi sulla demodoxalogia, possiamo convenire con Michele Del Vescovo (Principi di Doxologia) e Kurt Lewin (il padre della psicologia sociale) che "l'opinione è una funzione dell'Ambito Culturale, dell'Educazione e del Carattere del soggetto, e - a loro volta - Ambito Culturale, Educazione e Carattere sono una funzione dell'Ambiente biotipico (interno) e sociale (esterno)", per cui la forza di suggestione che coinvolge un gruppo di persone (definite in pubblico o folla) "aumenta in progressione geometrica" in base al numero dei soggetti (o presenti in quel momento o classificabili in un determinato pubblico oggettivo-soggettivo-virtuale) "più gli impulsi di vivacità". Ove per impulsi di vivacità intendiamo l'autorevolezza e l'incisività della fonte (personaggio, testo, tv, ecc.) e la ripetizione della frase e/o del fatto (racconto, pubblicità, memorizzazione, ecc.).
Concludendo, stante la pigrizia umana nell'accettare tutto ciò che è  stereotipo, abbinata al timore verso le novità, le idee passano dall'una all'altra persona acquistando il valore di "verità" in base al numero delle persone che vi credono: più persone ripeteranno una frase, riferita a un fatto o personaggio,  e altrettante saranno indotte a crederci, creando così la cosiddetta opinione pubblica (che in effetti non esiste). Cioè l'opinione di un determinato pubblico di fronte a certi fatti d'attualità connessi ai problemi della vita sociale.
L'abilità dei pescecani consiste nell'attirare l'attenzione dei baccalà su fatti o argomenti d'attualità presentandoli in modo distorto o esagerato ma gradevole alla mente del pubblico che vi si immedesimerà in modo acritico ma partecipativo. Nei prossimi giorni torneremo in argomento per approfondire il tema dal punto di vista demodoxalogico e su come contrastare tale tendenza attraverso Internet e la cultura critica, al contrario della cultura mnemonica da sempre impartita nella scuola. (1 - continua)

lunedì 4 aprile 2011

Nulla cambia!

"Osservando ciò che è antico comprenderete quel che è moderno" sentenzia una massima giapponese.
Scartabellando tra ritagli di note umoristiche che risalgono all'epoca di tangentopoli
abbiamo potuto fare un raffronto tra allora e oggi.
Riproponiamo, pertanto, ai nostri lettori (adulti e vaccinati)
due vignette dell'epoca
una falsa edizione de la Repubblica
e un vecchissimo inno popolare.

venerdì 1 aprile 2011

Tutto scorre, diceva il filosofo

Il consesso dei saggi che siedono nel palazzo di vetro a New York ha deciso di intervenire in favore degli insorti (o ribelli) libici come atto umanitario di vite da salvaguardare insieme all'aspirazione di libertà ed autonomia di quella popolazione. Bravo! L'Onu si contraddistingue in questi atti di pace (umanitari) autorizzando le truppe militari dell'Occidente ad impartire lezioni di democrazia e fratellanza ai dittatori che impediscono, con la forza, l'anelito dei loro popoli. L'Onu si è sempre comportato così, in Kossovo come in Etiopia, in Ucraina o Ossezia come a Tien an Men (Cina), nella lotta tra gli Uti e i Tuzi e così via. E, ove non è intervenuto militarmente come contro la Russia o la Cina, per esempio, l'Occidente ha dato il suo fattivo apporto con bellissimi convegni sul tema e risoluzioni (orali e scritte) di alta solidarietà. In alcuni casi belle parole, in altri intervento armato, ma sempre contro i deboli purchè ricchi di materie prime!

In altri tempi se una persona era supposta come amica di mafiosi, le istituzioni (dal parlamentare all'applicato di segreteria) cercavano di tenersi lontano dal soggetto. Il povero Giulio Andreotti, che in una riunione di partito (con calca di attivisti e relativa confusione) fu baciato da un noto mafioso, subì anni di relativo processo ed isolamento politico. Oggi i supposti amici dei mafiosi sono nominati ministri, nonostante gli avvertimenti del Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Come cambiano i tempi!

Ci sono persone che, per partito preso, scagliano fango contro il samaritano Silvio Berlusconi qualsiasi cosa dica o faccia. Ha fatto presentare, da un suo uomo di fiducia (dicono), un emendamento alla legge "epocale" sulla giustizia ritagliato ad personam per salvarlo dai processi. Si tratta dell'occhio di favore riservato agli ultrasettantenni incensurati (non recidivi) con l'abbreviazione dei tempi del processo e delle pene, in caso di persone sotto processo. Emendamento ad personam? Ma dove è scritto nel testo di legge il nome di Berlusconi? E' un emendamento che riguarda tutti gli ultasettantenni, se poi il nostro uomo ha 75 anni glie ne vogliamo fare una colpa? E' una concidenza!

La rassegna stampa di Radioradicale di lunedì 21 marzo scorso, citando fonti dei servizi segreti israeliani, ha detto che assaltatori specializzati delle forze inglesi e francesi (un centinaio) già erano sul territorio libico un mese prima della rivoluzione; il loro compito era una rapida incursione (fallita dagli eventi) nel bunker del rais Gheddafi