giovedì 16 giugno 2011

L'influenza dei leaders

Due eventi recenti hanno confermato le tesi demodoxalogiche sulla formazione dell'opinione pubblica, che, peraltro, risalgono ai primi studi del 1928 di Paolo Orano, primo docente ordinario di Storia del Giornalismo. Ci riferiamo ai referendum del 12 e 13 scorsi e alla vicenda Rai-Michele Santoro.
Quasi tutti i leaders di partito si sono rivolti all'area del loro elettorato dando indicazioni su come e per quale quesito votare. Evidentemente, con il loro schierarsi contro o a favore dei quesiti referendari, hanno ritenuto di avere una certa influenza sugli elettori, magari non su tutti gli affezionati alla formazione politica ma su una buona manciata, o più manciate di voti; quella minuscola percentuale in grado di rovesciare un risultato politico col prevalere del si o del no oppure del boicottaggio del voto.
Il parere, indicazione o esortazione di un leader rivestono un fattore determinante nella formazione dell'opinione pubblica; se così non fosse non ci sarebbero i sermoni domenicali del Papa a piazza san Pietro o i discorsi di fine anno del Presidente della Repubblica, tanto per citare due importanti esempi. Il fatto è che l'individuo dalla nascita alla maturità, ed anche oltre, cresce focalizzando la sua attenzione ed imitazione su ciò che considera leader: prima i genitori, ai quali si aggiungono i maestri; poi gli amici, lo scrittore o il giornalista preferito, gli esperti nel suo campo lavorativo, e così via in un continuum senza fine. Trattasi di un atteggiamento del tutto naturale in quanto nasciamo per apprendere (quello che ci è ignoto) nel modo più semplice possibile: attraverso l'esperienza altrui. Ma un "altrui" sul quale riponiamo la fiducia. Il convergere di tante persone su uno stesso leader (politico, scrittore, artista, scienziato, ecc.) porta al formarsi di un'opinione comune su un determinato argomento che, in presenza di un agglomerato di persone, si definisce come opinione pubblica, quello che in demodoxalogia definiamo come l'opinione pubblica di un determinato pubblico (attivisti di partito, fedeli lettori di uno scrittore, fans di un artista, seguaci di una teoria, ecc.). Per esempio i demodoxaloghi sono un pubblico di studiosi o appassionati dell'opinione pubblica che segue le indicazioni tramandate, dallo scorso secolo ad oggi, dai vari maestri che si sono succeduti nell'insegnamento apportandovi i necessari adeguamenti richiesti dallo sviluppo della scienza e della tecnologia. Esprimono pertanto l'opinione pubblica (in quanto manifesta e collettiva) dei demodoxaloghi, cioè degli studiosi della disciplina.
L'altro evento attiene alla trasmissione televisiva di Santoro. Una trasmissione che monopolizza il 30% degli utenti televisivi classificandosi al primo posto delle offerte Rai, e già questo è un indice di gradimento da parte degli spettatori; oltre ad essere una trasmissione che da anni - costantemente - ha un suo pubblico (fedele e quindi che si forma un'opinione) di milioni e milioni di utenti. Un programma che crea opinione pubblica!
Un programma televisivo che palesemente e in più occasioni non è piaciuto ad una determinata opinione pubblica che ha come leader Silvio Berlusconi. Il conduttore è accusato di faziosità in quanto crea opinione a senso unico, noi diremmo che più che fazioso è un conduttore schierato. In quanto ex parlamentare europeo di sinistra rispecchia il suo credo politico e la sua opinione e, in un regime di democrazia, la pluralità delle voci è essenziale per la crescita di un Paese. Chi segue le sue trasmissioni trova gli argomenti che lo interessano di più e li fa suoi, convinto di aver trovato colui che sa rappresentare le sue (dello spettatore) opinioni. Così come avviene per la carta stampata, infatti i demodoxaloghi guardano la "gerenza" (direttore, editore, garanti, CdA, ecc.) del giornale per capire la proprietà della testata e quindi l'orientamento politico ed economico.
Due conferme, pertanto, di come si forma e dell'importanza dell'opinione pubblica ai fini delle battaglie e della conquista di ulteriori fette di quell'agglomerato umano che si colloca in una determinata area d'opinione. Con una avvertenza: l'opinione che si forma attraverso la lettura (libri, giornali) è stabile, quella che si forma mediante la radiotelevisione tende, con più facilità, ad affievolirsi se i messaggi si dilatano nel tempo o se la trasmissione è soppressa. Conferme in questo senso vengono anche dal calo delle vendite di quei prodotti commerciali che vedono ridotta, o addirittura soppressa per un certo periodo, la pubblicità.
Un'indicazione nuova ma che si affermerà sempre più è il coinvolgimento del pubblico (da virtuale a soggettivo) nella Rete di Internet, quale riaffermazione (vera o falsa?) del ruolo di protagonista. Un aspetto che necessita studi ed approfondimenti sulle conseguenze della strumentalizzazione del mezzo (chi gestisce? per conto di chi? per quale fine?).