lunedì 27 febbraio 2012

Il popolo di sinistra

Il demodoxalogo che si riconosce nella Sidd, l'accademia degli studiosi della demodoxalogia, traduce in grafici statistici i risultati delle sue indagini (in.de. - indagine demodoxalogica) per ricavare, dall'andamento grafico, ipotesi - convalidate da numeri - sul futuro andamento (trend) del fenomeno preso in esame. 
L'analisi del grafico parte da un presupposto: l'interpretazione di picchi improvvisi o vistosi (l'ampiezza) rispetto alla media è irrilevante ai fini delle probabilità che l'amplificazione del fenomeno sia un indice di un comportamento a seguire. Gli scossoni sono fenomeni passeggeri destinati a rientrare nella norma, la vera tendenza dell'evoluzione dell'evento la si percepisce dal graduale e lento andamento del grafico rispetto alla media; quindi il demodoxalogo taglia i picchi in alto (+) o in basso (-) per concentrarsi sul discostamento dalla media (vedasi il corso gratuito online di demodoxalogia su opinionepubblica.com).
Esaminando i vari risultati delle primarie promosse dal Pd, da Milano, Napoli, Firenze e le altre città sino a Genova, è stabile una tendenza: il popolo della sinistra (Pd, Sel e gli altri) ha abbandonato i vertici del Partito Democratico ed è alla ricerca di nuove figure politiche, meno aggregate alle formazioni partitiche ma più presenti nella cosiddetta società civile, senza sbarramenti ideologici o religiosi. Anche i sondaggi delle società demoscopiche confermano, a nostro avviso, tale tendenza. Mario Monti riscuote una percentuale di accettazione che varia dal 50 al 60% circa ed il consenso ai partiti (tutti) scende a livelli bassissimi con picchi costanti di intenzione di disertare le votazioni politiche. 
Tra l'universo degli interpellati dai sondaggi vi è anche il popolo della sinistra (almeno un 30% di intervistati) che ha contribuito al gradimento di Monti ed al rifiuto della politica partitica. Ancora : il 30% degli intervistati dichiara che non si recherà a votare e un altro 30% dimostra perplessità, con una sfiducia totale che supera il 60%; se il popolo del Pd (capitato nell'universo del campionamento) avesse ancora fiducia nei suoi leader tali percentuali scenderebbero di molto. Un monito per il partito: rottamare la gerarchia e rivedere l'ideologia politica per adeguarla alla società globalizzata ma verso quale direzione? All'estrema sinistra con il Sel o sulle posizioni di Walter Veltroni?

mercoledì 22 febbraio 2012

Santa Romana Chiesa

Il 18 febbraio papa Benedetto XVI ha nominato 22 nuovi cardinali: 7 italiani provenienti quasi tutti dalla Curia (l'amministrazione vaticana pilotata dal card. Tarcisio Bertone), 4 ultraottantenni che non potranno votare per il prossimo papa. Da molti osservatori è stata notata l'esclusione, dalle nomine, delle diocesi africane così come il maggior peso che hanno avuto in seno al Conclave i prelati ministeriali (in quanto titolari di dicasteri, quindi la burocrazia vaticana).  
Quando avviene un evento è normale ricercare le cause dello stesso, le nomine cardinalizie non sono una novità ma una prassi storico-burocratica per rimpolpare gli elettori del successore del papa, che come sappiamo è giuridicamente il monarca assoluto dello Stato del vaticano, tant'è che lo Ior (Istituto per le Opere Religiose) cioè la banca del Vaticano ha un unico azionista: il papa. Una vera e propria banca d'affari con 130 dipendenti e un patrimonio (case e pacchetti azionari) di 5 miliardi di euro, un istituto coinvolto in varie indagini, dal riciclaggio alla complicità in evasione fiscale, sino alla collusione con la mafia e alla misteriosa morte del banchiere Roberto Calvi.
Per meglio capire un evento i demodoxaloghi cercano di inquadrare lo stesso anzitutto collocandolo nel "tempo" e nel "luogo": da qualche mese Santa Romana Chiesa è ripetutamente coinvolta in una serie d'inchieste giornalistiche (il Fatto quotidiano e Gli Intoccabili  Omnibus della 7Tv) che mettono in luce gli scandali finanziari che accadono all'interno della Curia, con rapporti di mazzette tra imprenditori italiani inquisiti dalle procure italiane e gerarchie vaticane, con tanto di accuse scritte da questo o quel prelato e l'allontanamento da Roma, con la nomina di nunzio a New York, di colui che per primo ha messo nero su bianco. Quindi l'evento si colloca in un arco di 3/4 mesi e in seno alla Curia romana.
Se, sin qui, l'impostazione è giusta nel passare al "perchè" delle nomine, e in particolare al maggior peso dei ministeriali,  possiamo affermare che il papa ("chi") di fronte ai gravi dissidi interni in seno alla Curia ha aumentato il peso dei cardinali stranieri (15) promuovendo gli italiani per placare le polemiche interne. Polemiche che, riverberate all'esterno, influirebbero su una società che gradualmente si sta staccando dall'influenza della Chiesa, accelerando il tracollo della stessa.
Non dimentichiamoci che il Protestantesimo sorse per iniziativa  del predicatore tedesco Martin Lutero come contrapposizione alla Chiesa romana dilaniata da scandali di ogni sorta che venivano conosciuti anche fuori dei confini vaticani. E per molti la storia è ancora maestra di vita!

martedì 21 febbraio 2012

Monti, governo tecnico?

Quando si parla del governo di Mario Monti si dice che è un governo di tecnocrati. Il tecnico è uno specialista nel suo campo: e fin qui ci siamo, è una compagine di professionisti ben conosciuti nel loro settore. Tecnici che propongono al parlamento le misure che, secondo loro, sono da adottare; ma la responsabilità politica di un qualsiasi governo è assunta dal presidente del Consiglio. Orbene, il nostro presidente del Consiglio è un senatore a vita; si può discutere sulla modalità della nomina ed anche criticarla ma il fatto resta: è un senatore a tutti gli effetti, per giunta tecnico. Ad esempio, gli avvocati Giulia Bongiorno e  Niccolò Ghedini oltre ad essere principi del foro non sono anche parlamentari? Eppure svolgono l'una come l'altra funzione, così come fanno centinaia di loro colleghi oltre a commercialisti, ingegneri, imprenditori e così via, tutti tecnici come risulta dai rispettivi albi professionali. Dobbiamo allora dire che il parlamento è tecnico? No, è composto anche da tecnici oltre che da intrallazzatori.
E' la funzione che caratterizza l'attività parlamentare e di governo. Un tecnico può proporre ardite riforme ma se non ha la statura per imporle rimane un tecnico. Chi vara riforme, cosa raramente riuscita nelle ultime legislature, non può definirsi governo tecnico; è un atto politico di notevole importanza, una vera e propria lungimiranza politica. Non un governicchio!
Così come è alta politica incontrare e trattare da pari a pari gli altri capi di stato perorando proposte e nuove visioni della Comunità europea ed internazionale. Un tecnico, per quanto bravo, non è delegato a tale funzione che può essere rivestita, con autorità, solo da un politico di alto valore come, appunto, un senatore a vita appoggiato dalla maggioranza del parlamento.
Come possiamo allora sostenere che il governo di  Monti sia un compagine tecnica (di passaggio)?

Domani: Santa Romana Chiesa

lunedì 20 febbraio 2012

Indagini

Il metodo demodoxalogico "in.de.", che si differenzia dai campionamenti e dai sondaggi usuali, vuol dire indagine demodoxalogica; quindi già nella definizione marca la distanza che lo separa dal mondo del rilevamento dell'opinione pubblica. L'indagine è qualcosa che scava dentro l'evento per far affiorare gli elementi che potrebbero dare un significato diverso all'apparente realtà. La inde è più vicina all'indagine giudiziaria che alle rilevazioni sociologiche.
Le indagini della polizia scientifica prima di delineare il movente del crimine (perchè) e il profilo dell'autore (chi) cercano, in ordine cronologico, il tempo (l'ora) e il luogo del misfatto, quindi il modo nel quale è avvenuto l'evento criminoso (la scena del crimine).
La inde, vedasi gli atti del convegno "La disinformazione in campo scientifico e tecnico" su Scienza e Tecnica dell'ottobre 1996 (anno LIX numero 313), interpreta similmente la comunicazione prescindendo da "chi" dice per privilegiare come (quando) e dove (cioè il tempo e il luogo) quella "cosa" è stata detta o scritta. Solo dopo aver verificato il momento (quando) e il pubblico cui è diretto il messaggio (dove) si capirà il senso o la veridicità dello stesso (cosa). Il corso gratuito online di demodoxalogia su Opinione Pubblica (http://opinionepubblica.com/) approfondisce il tema spiegandone l'applicazione.

Domani: Monti, governo tecnico?

venerdì 17 febbraio 2012

Governabilità, dirigenza e licenziamenti

Sia la votazione elettorale per un Parlamento bipolare come quella per un Parlamento proporzionale non risolverà i problemi della governabilità del Paese in quanto la governabilità coincide con la dirigenza, quindi è questione di persone e cultura. Governabilità vuol dire saper condurre: una nave, un'azienda, una famiglia, una scuola, ecc. Ricavare i massimi benefici per la collettività con il minore sforzo ed esborso monetario. Il manager è colui che pianifica, prevede, incentiva, organizza e sorveglia; tutte funzioni che non si improvvisano perchè scelti dal padrone o dagli elettori ma frutto anzitutto di uno specifico studio e poi - principalmente - da una adeguata pratica nelle basse posizioni aziendali (per conoscere i risvolti della filiera di lavorazione e comando). E' statisticamente dimostrato che quando un'azienda passa dal padre (fondatore) al figlio (magari laureato) la produzione cala e l'impresa si avvia verso il declino. Questo perchè il fondatore è stato prima operaio e poi datore di lavoro, quindi è a conoscenza del completo ciclo aziendale e degli stessi dipendenti.
Sul piano governativo la questione non cambia: il presidente del Consiglio dovrà avere dei punti fissi da raggiungere, coadiuvato da ministri da lui scelti in quanto competenti e sulla stessa linea politica ma soprattutto licenziabili nel momento in cui ponessero ostacoli alle direttive approvate dal Consiglio dei ministri, così come il manager è licenziato dall'azienda (o dalla squadra di calcio) nel momento in cui non raggiunge i risultati.
Mentre si discute dell'art.18 che salvaguarda solo le categorie protette dei lavoratori (poche migliaia) dai licenziamenti per scarso rendimento, pretestuose assenze per malattia, sobillazione sindacale (poichè di questo si tratta e non d'altro) si tace sul parassitismo di quanti, specie nel pubblico impiego, non compiono il proprio dovere nella sicumera del posto fisso. Solo la possibilità dell'eventuale licenziabilità elimina i furbetti e gli scanzafatiche consentendo al dirigente la quantificazione e qualità del lavoro svolto, nella pubblica amministrazione come nel privato.
Ben venga, quindi, l'abolizione dell'art. 18 anche per il pubblico impiego!

giovedì 16 febbraio 2012

Finanziare la politica

Le ultime vicende sui tesori delle formazioni politiche hanno portato alla ribalta come sia diffusa l'usanza di accumulare ingenti risorse; risorse provenienti da denaro pubblico ma mescolate ad elargizioni private per meglio camuffare i tesori dietro l'alibi di associazioni private non sottoposte a vincoli giuridici-fiscali. Una prassi che investe tutti i partiti e tutti i politici più in vista. Abbiamo così saputo che, per esempio, oltre alle fondazioni di Massimo D'Alema o Gianfranco Fini (associazioni aventi lo scopo di fare politica, diffondendo le idee dei promotori per acquisire consensi e forza elettorale) esistono proprietà immobiliari, ancora intestate a partiti non più presenti sulla scena politica, affidate alla discrezione di questo o quel tesoriere. Fino all'assurdo del Partito democratico che paga l'affitto delle sedi al vecchio Ds, proprietario degli immobili ma giuridicamente inesistente. O di una famiglia che campa attraverso il suo deputato che riceve i finanziamenti per aver fondato il Partito dei consumatori! (Omnibus de la 7tv del 12 febbraio)
Tutti tesoretti che hanno permesso alle gerarchie dei partiti (tutti) di perpetuarsi attraverso il finanziamento delle proprie campagne elettorali e di "gestire" il partito attraverso dei vassalli agli ordini dei capi per garantirsi l'elezione. In questo modo la politica ha conciso (o è divenuta l'unico scopo)  con l'elezione in Parlamento invece di un sano dibattito, studio, incontro con le altre forze politiche e la cosiddetta società civile al fine di migliorare la "cultura politica" dell'intera cittadinanza, ove fare politica era trasmettere idee, fare apostolato e non mirare all'ingresso di palazzo Montecitorio. Si faceva politica parlando, circolando per le piazze, davanti alle fabbriche, senza una lira in tasca ma animati dalla fede di voler trasmettere cultura, di educare i concittadini. Un'etica ed un comportamento di altri tempi, una memoria storica che va sempre più appannandosi dietro l'incalzante affermazione (partita dalla sinistra ma sottoscritta da tutti) che per fare politica occorre il finanziamento pubblico. Finanziamento, non regole, trasparenza e controlli!
Non sarebbe meglio far scegliere il finanziamento ai cittadini? Attraverso l'8 x mille che ogni anno paghiamo obbligatoriamente o alla Chiesa cattolica o ad altre confessioni religiose o allo Stato, con la possibilità di scegliere tra i soggetti indicati. Basterebbe inserire annualmente nell'8 x mille i partiti presenti in Parlamento: un finanziamento statale basato sulla libera volontà del singolo cittadino.

mercoledì 15 febbraio 2012

Il modello venusiano

A proposito di economia, legge elettorale o governabilità, molti personaggi che animano la politica  o i dibattiti televisivi fanno riferimento a modelli esteri senza essere mai stati in tali paesi oppure solo come turisti di passaggio. Per conoscere una località non è sufficiente averla visitata ma occorre esserci vissuti o avervi lavorato qualche anno altrimenti è come dire che le patate coltivate su Venere sono migliori di quelle di Viterbo o, come diceva Pitigrilli, sostenere che i maiali di York sono più immondi di quelli di Parma.
Il fatto è che molti si sbracciano a sostenere cose che non conoscono, come quel gentiluomo che in punto di morte dopo un duello per affermare la supremazia poetica di Torquato Tasso, rispetto ad Ariosto, confessò di non aver mai letto nè l'uno nè l'altro.
Riferirsi ad altri paesi o modelli denota un modo sbrigativo di tamponare le situazioni senza prendersi la briga di studiare il presente, cioè l'assenza di cultura politica. Proporre alternative adatte all'epoca storica-economica e all'ambiente vuol dire al contrario aver analizzato i fatti, confrontato tesi, sperimentato modelli ... in una parola aver svolto un lavoro di ricerca e verifica del parametro territorio-popolazione-risorse. Ma la tv, coi suoi dibattiti, privilegia i creativi, gli improvvisatori, i demagoghi; eccita il pubblico e lo svia dalla sostanza degli eventi.

martedì 14 febbraio 2012

Una buona legge elettorale

Non esiste una legge elettorale buona per tutti i paesi e le situazioni, come in ogni evento che coinvolge un agglomerato di persone hanno il loro peso l'epoca storica e sociale dello specifico ambiente. Sino agli inizi del secolo scorso in Italia alle donne e agli analfabeti era precluso il diritto al voto, votavano i borghesi istruiti, cioè un piccolo numero di elettori che perpetuavamo la classe dirigente. Giustamente, perchè date le condizioni delle donne sottoposte al capofamiglia e quelle della manovalanza sottoposta alla borghesia e ai latifondisti il risultato elettorale non avrebbe manifestato le intenzioni di voto degli elettori ma dei padroni (mariti o datori di lavoro) legittimando una falsa democrazia. Negli Usa, un paese dove predomina il business (l'affare economico), è normale che un miliardario arrivi alla Casa Bianca o che i candidati ricevano sostanziosi appoggi finanziari: la politica rappresenta interessi e gli interessati concorrono a finanziarla. In molti paesi del nord Europa i votanti non superano il 50% degli aventi diritto al voto in quanto la popolazione è convinta che qualsiasi eletto farà gli interessi della nazione, pertanto è ininfluente un risultato politico di destra o di sinistra.
Da noi è dimostrato che, specialmente al centro-sud, la mafia o gruppi di pressione illegittimi riescano a pilotare candidature e preferenze. E' inoltre evidente come ai politici di un certo peso all'interno del partito ma invisi alla popolazione del collegio elettorale sia assicurata la rielezione candidandoli nei primi posti dell'elenco nazionale, rientrando così in Parlamento usufruendo della percentuale di voto nazionale data al partito. Democrazia vuole che qualsiasi opinione sia rappresentata in Parlamento e che lo sbarramento del quoziente elettorale non sia altro che un artificio per favorire i partiti maggiori. Però è anche vero che la frantumazione dei partiti (cioè delle idee e degli interessi) è di ostacolo ai lavori parlamentari e allo stesso governo. Come restituire al popolo la sovranità?
Premesso che il numero dei deputati andrebbe dimezzato e che il Senato fosse trasformato (come chiesto da quasi tutti i partiti) in un luogo di elaborazione e confronto tra regioni e forze economico-sindacali ma non di decisione, il territorio - sulla falsariga del presente - potrebbe essere suddiviso in collegi elettorali uninominali regionali proporzionati come numero di elettori, ove chi raccoglie il 50% + 1 sarebbe subito eletto mentre il rimanente degli aventi diritto entrerebbe in base alla percentuale regionale maggiore del consenso avuto (tipo l'attuale sistema di votazione per il Senato).
Facciamo un esempio ipotetico: Frosinone con 300 mila abitanti avrà diritto ad un deputato, Roma con tre milioni a 10 rappresentanti, a Frosinone Alberto del Ppp verrà eletto nel terzo collegio in quanto avrà raccolto il 22% dei voti totali del collegio mentre a Roma Luigi, dello stesso partito, pur avendo avuto il 35% (quindi più di Alberto) nel primo collegio, non risulterà eletto in quanto superato da Marco del Ddd (36% nello stesso collegio), Francesco del Ddd (39% nel terzo), Stefano del Rrr (40% nel secondo), Marcello del Vvv (41% nel quarto), Ambrogio del Mmm (42% nel quinto), Cesare del Mmm (43% nel sesto) e così via. Cioè i dieci quozienti più alti dei collegi di Roma.
Votare per collegi uninominali vuol dire: 1) abolire il voto di preferenza per il candidato per votare solo il simbolo del partito che lo ha proposto 2) rispettare la volontà dell'elettore dichiarando eletti solo i candidati espressi dai simboli percentualmente più votati nell'ambito circoscrizionale provinciale 3) lasciare la soglia di sbarramento alla volontà elettorale che potrà concentrare, di volta in volta, le preferenze su questo o quel simbolo in consonanza con gli interessi e la presenza politica nel territorio.
Governabilità e finanziamento ai partiti a parte!

lunedì 13 febbraio 2012

Manuale per dittatori

A stragrande richiesta dei lettori pubblichiamo la pagina nove del quotidiano L'Unione Sarda con l'intervista al demodoxalogo Francesco Bergamo.

Domani: una buona legge elettorale.

sabato 11 febbraio 2012

Cineforum

Il dipartimento Lazio dell'Associazione nazionale sociologi per iniziativa della presidente Anna Maria Coramusi ha indetto una serie di manifestazioni cinematografiche con annesso dibattito. Il primo cineforum si terrà martedì 21 febbraio in via Pianeta Venere n. 73 presso  il XII Municipio (quartiere Torrino - Roma 00144) con la proiezione del film "l'Onda" di Dennis Ganzel. Per informazioni e riservazione del posto tel. 06-97746400 cooperativa sociale "Maggio 82".

venerdì 10 febbraio 2012

Protezione civile

In conseguenza della nevicata molti paesi sono rimasti isolati, anche giorni, senza acqua, elettricità e collegamento telefonico. Roma, la capitale di una nazione, si è paralizzata dopo due ore di neve. L'evento ripropone il tema della Protezione civile: quali scopi, mezzi e modalità di intervento.
E' chiaro che la protezione civile dovrà intervenire in caso di emergenza, come alluvioni, terremoti, incendi, nevicate eccezionali, crolli di ponti o linee ferroviarie, ecc. Che dovrà avere delle proprie sedi di coordinamento e personale fisso, oltre che adeguati mezzi di soccorso: dagli elicotteri agli spazzaneve, dai camion alle tende e cucine da campo, ecc. Che il personale dovrà essere preparato ad affrontare qualsiasi evenienza e a saper far squadra anche improvvisando. Che i soccorritori dovrebbero poter contare su una moltitudine di persone, preparate e pronte a scendere in campo in qualsiasi momento (con la competenza e le direttive giuste). Un personale che non può riunirsi solo in occasione di eventi eccezionali ma che dovrebbe effettuare continue esercitazioni, ed essere organizzato come veri e propri reparti specializzati, affiatati e forniti dei mezzi adeguati.
Ma una struttura del genere già esiste, è l'esercito: con caserme, automezzi, magazzini, catene di comando, personale pronto, ecc. Un esercito che attualmente non serve a nulla, solo a gravare sul bilancio dello Stato e sulle tasse, oltre che ad agevolare la carriera ed il portafoglio a coloro che vanno in missione all'estero o gli alti comandi che dirigono le operazioni, salvo poi versare lacrime quando l'ultima catena (il soldato in missione) viene colpito sul campo.   
L'esercito pullula di alti ufficiali ben retribuiti che oltre a non far nulla hanno auto con autista, attendenti-camerieri e alloggio gratuito; tutte cose che uno Stato in crisi non si può permettere. Senza contare i vari passaggi nell'acquisto di armi, automezzi, benzina, vettovaglie che fanno crescere il loro costo effettivo. Che bisogno abbiamo di carri armati, aerei da caccia, cannoni e mitragliette di ultima generazione? Vogliamo forse andare a fare la guerra contro qualche altra nazione? O pensiamo che se qualcuno ci attaccasse potremmo far fronte ad una guerra in casa?
Al giorno d'oggi l'esercito è inutile e costoso, meglio ridurlo notevolmente e riconvertirlo nel ministero della Protezione Civile. Sarà almeno utile in qualcosa e meno dispendioso. Le aziende che producono e vendono munizioni e altri armamenti, anche con l'aiuto dello Stato, potrebbero riconvertirsi in aziende produttrici di mezzi specifici per la protezione civile: anfibi, gatti delle nevi, cingolati per la montagna, trasporti eccezionali, ecc. salvando in questo modo l'occupazione. Mentre le vettovaglie in eccesso potrebbero essere immesse nel mercato dagli stessi produttori evitando in questo modo la speculazione dei vari passaggi di "competenza" e calmierando la spesa pubblica.
Una vera riforma, che non si farà mai perchè le gerarchie della Difesa sono arroccate nei loro privilegi: quelli manifesti e quelli occulti. Un'occhiata approfondita dei bilanci, da parte di specialisti terzi, potrebbe far emergere rivoli di spese inutili, camuffate, gonfiate o distratte.

Lunedì: l'intervista del quotidiano "L'Unione Sarda" al demodoxalogo Francesco Bergamo

giovedì 9 febbraio 2012

Punire i risparmiatori

Esistono due categorie di personaggi: quelli che mettono qualcosa da parte pensando all'eventualità di un futuro incerto per loro o i figli (i cosiddetti risparmiatori) e coloro che spendono tutto quello che guadagnano. I primi investono in fondi, obbligazioni e altri titoli finanziari (cioè pensano di mettere un piccolo capitale in salvo) privandosi di qualche spettacolo, pizza, vacanze, acquisti di beni (con evidenti sacrifici), i secondi non si precludono soddisfazioni di ogni genere: dalle crociere all'abito firmato, dall'auto di lusso alla frequentazione di ristoranti e centri di benessere. Questi ultimi si godono la vita ma non hanno risparmi accantonati.
Orbene quando i governi hanno bisogno di denaro lo prelevano dai risparmi di chi si è sacrificato una vita per comprarsi la casa o accantonare un gruzzoletto in banca o alle poste mentre lo scialacquone non avendo nulla da parte non contribuisce al risanamento del bilancio statale non avendo conosciuto i sacrifici fatti dal risparmiatore. Con il risultato che il risparmiatore è doppiamente sacrificato: prima e dopo.
Una volta c'era l'elogio della formica che accumulava per l'inverno  e la disistima per la cicala che passava l'estate cantando, ora siamo arrivati al contrario: gli spendaccioni mettono in moto l'economia e accrescono il pil coi loro acquisti mentre i risparmiatori contribuiscono a creare la crisi economica (la recessione) in quanto il denaro, affidato alle banche, non viene da queste messo in circolo a favore delle aziende. 
Un'altra faccia di come sta cambiando il mondo!

mercoledì 8 febbraio 2012

Acqua miracolosa

Un medico italiano e la sua equipe sono sotto inchiesta perchè prescrivevano bottigliette di acqua di Lourdes per la cura dei pazienti. Non sappiamo se sono inquisiti per la vendita dell'acqua equiparandola ad un medicinale o per aver indotto i pazienti a credere di poter guarire con l'acqua consigliata. Se l'ipotesi fosse di induzione alla credulità dovrebbero essere sottoposte ad inchiesta anche alcune agenzie di viaggi, e in particolare la Romana Pellegrinaggi, della diocesi di Roma, che organizza veri e propri trasporti di malati a Lourdes inducendoli a credere nella possibilità di una guarigione ma lucrando quanto una normale agenzia di viaggi.

martedì 7 febbraio 2012

Monti e il lavoro

Il presidente del Consiglio Mario Monti ha dichiarato che nell'epoca economica che stiamo attraversando finirà l'aspirazione del posto fisso per tutta la vita in quanto ci sarà un continuo spostamento ed aggiornamento,  la cosiddetta mobilità del lavoro. E' da qualche anno che gli studiosi più avvertiti hanno sollevato il problema, a questo proposito, ci piace ricordare che sulla rivista culturale Sapere duemila (dall'aprile 1984 al novembre 1988) e nella  Inchiesta demodoxalogica sul post-industriale (del 1986) avevamo previsto l'ingigantirsi della disoccupazione giovanile e della mobilità occupazionale in conseguenza anche della diminuzione delle offerte di posti a tempo indeterminato, sollecitando una riflessione sulla predisposizione di politiche del lavoro atte ad abituare i lavoratori ad una mentalità consapevole al cambiamento del lavoro nel corso della vita.

lunedì 6 febbraio 2012

Tutto sotto controllo

In conseguenza delle nevicate molte partenze di treni sono state soppresse e migliaia di viaggiatori sono rimasti intrappolati per ore in aperta campagna ma la direzione di Trenitalia ha assicurato che tutto era sotto controllo. Anche per il sindaco di Roma era tutto sotto controllo ma la città è andata in tilt. Così come anche il comandante della nave Concordia avveva sostenuto che tutto era sotto controllo mentre la nave si inclinava su un fianco. Molto probabilmente anche la cassa del partito di Francesco Rutelli, la Margherita poi confluita nel Pd mentre il resto del movimento viene accreditato nell'ammucchiata del Terzo Polo Casini-Fini-Rutelli, doveva essere sotto controllo, stante anche la cifra (18 i milioni di euro prelevati per fini personali dal cassiere Luigi Lusi, ex presidente nazionale dei boy scout), eppure c'è stato l'ammanco. Viene da chiedersi chi siano i controllori dei vari enti, aziende, partiti o sindacati. Per anni ci hanno detto che tutto era sotto controllo per poi scoprire che eravamo ad un passo dalla bancarotta.
Che i controllori siano ex politici collocati in posti di comando, portaborse, attivisti di partito e gli altri personaggi  che ruotano intorno alla casta? Tutta gente incompetente, senza un mestiere e senza aver mai lavorato in una azienda privata. Personaggi che pensano solo a tutelare le loro prebende e quelle di chi li ha messi in tali posti. Tanto tutto è sotto controllo, dalle Asl alle Ferrovie, dai bilanci dei partiti a quello delle aziende municipali, e via di questo passo. Può un Paese andare avanti così?

venerdì 3 febbraio 2012

Un Paese di ladri

Gli avvenimenti di questi giorni ci hanno confermato che dalla prima alla seconda repubblica non è cambiato nulla, anzi se prima qualche deputato si scandalizzava ora la politica (dai piccoli comuni ai vertici) non è altro che un modo impunibile per rubare a più non posso. Anche se lessicalmente e giuridicamente c'è un ampio spettro di malversazione: case in regalo o acquistate coi fondi dei partiti, ospitalità in appartamenti o in resort a titolo di omaggio, voli aerei illegittimi, rimborsi di spese mai fatte, regalie a vario titolo, prestiti virtuali, ecc.
Veri e propri ladrocini. Per esempio: quando uno muore l'Inps smette di erogare la pensione e se il decesso non viene comunicato si incappa nei provvedimenti di legge, ma per i politici è diverso poichè i partiti morti seguitano ad incassare i contributi; se compro per l'azienda una risma di carta consegno la ricevuta al datore di lavoro che mi rimborserà il corrispettivo perchè la scaricherà dalle tasse, ma per i politici è sufficiente dichiarare che hanno speso 100 mila euro e presentare solo la metà dell'importo per ottenere il rimborso, in coerenza (?) con quanto sbandiera l'ufficio delle entrate nei suoi spot "se tutti pagano le tasse"; e così via.
Senza menzionare i doppi, tripli incarichi (come amministratori, consulenti o professionisti) che inquinano gli uffici pubblici poichè l'avvocato parlamentare o l'ingegnere si reca negli uffici statali o comunali nella sua veste di politico ed ottiene condizioni di favore per i suoi clienti: dal documento catastale al rimborso di una multa per evasione fiscale; generando così negli impiegati la cultura di accondiscendere a qualsiasi richiesta per avere poi l'alibi di poter  svolgere impunemente attività illegittime nella veste di dipendente pubblico.
Ecco come si espande la cultura dell'eludere le leggi e rubare alla prima occasione, un riversarsi a cascata nell'illegalità! Per cui chi non è in grado di rubare si limita ad evadere le tasse. Ma può andare avanti un Paese così o c'è bisogno di una bella ramazzata a partire dall'alto?

mercoledì 1 febbraio 2012

Titoli e merito

Il governo di Mario Monti sta varando dei provvedimenti che, se andassero a buon fine, cambierebbero l'atteggiamento culturale degli italiani: meno filosofia compassionevole e più pragmatismo laico. Qualsiasi Paese, ma specialmente il nostro, ha bisogno di buone leggi, adatte alla situazione storica e sociale, ma gli ordinamenti dello Stato non sono sufficienti se la mentalità della popolazione non li recepisce. E' la cultura che crea il carattere di un popolo (oltre all'ambiente, alle risorse e alla tradizione). Si può essere di destra o di sinistra e difendere i propri interessi o quelli della categoria di appartenenza ma se ci si spoglia dall'ideologia di appartenenza e si guarda all'interesse generale del Paese ogni padre di famiglia riesce a concordare con l'opinione di un'altro padre di famiglia sulle cose più importanti che servono per far funzionare il Paese.
Qualsiasi provvedimento di legge ha bisogno di persone in grado di saper applicare la legge e di una popolazione in grado di capire l'intelaiatura generale di quanto emanato dal governo. Quindi la centralità ricade sempre sulle persone, e da qui nasce il riconoscimento del merito ai bravi e volenterosi in contrapposizione al titolo di studio, non si sa come preso, che abilita ad occupare posizioni pubbliche senza avere la qualità o la volontà di applicarsi, sviluppando oltretutto arroganza, conservazione del posto e disinteresse verso il lavoro.
In proposito Valter Bay va sostenendo da tempo che se l'Italia si trova nell'attuale situazione di dissesto ciò lo si deve ai fissati del "posto fisso dove lavorare poco e guadagnare un pò meno ma in sicurezza assoluta"; una prassi durata decenni, con l'accesso al posto statale o del parastato tramite concorsi "taroccati" basati sul titolo ma mai sul merito, "per cui ci siamo ritrovati allora come ora pieni zeppi di ignoranti con al seguito una bella laurea in qualche cosa . Laurea ovviamente non corrispondente ad una effettiva preparazione".
Ben venga quindi l'abolizione della validità legale di ogni titolo di studio!