venerdì 30 marzo 2012

martedì 27 marzo 2012

Incontri a Lucerna


Lo scorso gennaio in occasione dei settantanni di Maria Teresa Thibault i coniugi D'Orazio si sono recati a Lucerna (Svizzera) ove il decano dei demodoxaloghi ha incontrato, dopo trentaquattro anni, alcuni ex allievi.

lunedì 26 marzo 2012

La conoscenza è una grande ricchezza!

Uno dei drammi di portata mondiale che affligge l’umanità è la povertà economica che fa versare in condizioni disagiate e pietose interi popoli, soggiogati, sottomessi, schiavizzati e abbandonati alla loro sorte – ad un certo punto ineluttabile -, ridotti a mere pedine di chi amministra e gestisce il potere per rimpolpare i propri averi e quelli della sua cricca. È un meccanismo perverso che chi è ai vertici fa proprio, lo salvaguarda calpestando il prossimo, in nome di un individualismo sfrenato, esacerbato per accrescere sempre di più i suoi beni e sguazzare in quei privilegi che cari costano in termini di fatiche fisiche e morali, rinunce, sacrifici a chi li deve mantenere, per l’appunto il popolo nelle sue fasce deboli, indifese, strumentalizzate. Dunque nascere ed essere inseriti in un tessuto sociale benestante significa essere sempre protetti, spalleggiati, poter ereditare ed utilizzare strumenti d’interpretazione della realtà, preclusi a chi non ha la stessa fortuna, intesa naturalmente come vox media. In più, non può esserci comprensione di situazioni precarie da parte di chi non ha mai affrontato particolari difficoltà nei percorsi di vita, anzi va da sé che la difesa strenua di tutto ciò che ruota pro domo sua è volta all’esclusione di estranei per il mantenimento assoluto del potere che non può essere spartito. Occorrerebbe un cursus honorum di vita prima che di carriera per avere un’idea di come fronteggiare le situazioni. Comunque, come e dove intervenire affinché il divario tra ricco e povero possa essere ridimensionato? E soprattutto, da dove partire per scuotere la coscienza umana, per spingerla verso il bene? Intanto la prima forma d’impoverimento da debellare, che incide in maniera pregnante sulla società civile, deriva dalla rincorsa quasi esclusiva ai beni materiali, il che provoca un disconoscimento culturale, una disaffezione a ciò che deve essere caldeggiato e favorito innanzi tutto, la conoscenza, che apre la mente a nuovi orizzonti, la fa spaziare, la fa uscire dall’obnubilamento, la nobilita, la arricchisce, aiuta ad esplorare l’anima, ad analizzarla, a concretizzare ciò che può avere effetti positivi anche sull’economia stessa, dei sentimenti, per dirla con Adam Smith. Insomma è indispensabile e fondamentale una seria e incisiva rivalutazione della cultura, intesa appunto come conoscenza senza sforzo, come “acquisizione per sempre” per se stessi e per il prossimo, attraverso la quale poter risollevare menti intorpidite, offuscate, confuse, perse, talvolta nell’imitazione di chi ha e sfoggia apparente, vuota e inconsistente opulenza, volta non certo e non sempre alla felicità, perché fondata sull’oggetto più che sul soggetto-persona. E in un periodo di forte stagnazione avvertita a vari livelli, soprattutto morale ed etico, chi può fattivamente, quindi non solo con l’astrazione, cercare di far riprendere la giusta marcia alla macchina sgangherata, e particolarmente bisognosa di riprendere la giusta carreggiata? Intanto la scuola pubblica, quella che apre le sue porte a tutte le persone di buona volontà, senza distinzione di sorta; la scuola, che deve essere valorizzata e giustamente finanziata, impiegando maestri validi, preparati, appassionati, e che deve essere concepita come il fondamento imprescindibile di una società cui riversare la “ricchezza” di idee, di proposte, di azione. Ciò mirando al rispetto del suo compito precipuo che è lo studio. L’insistenza ripetitiva sul verbo dovere ha un valore di richiamo all’importanza primaria dell’esistenza e della funzionalità dell’istituzione scolastica che da sola però non può assolvere in maniera completa il suo compito educativo e formativo, più latamente la sua mission, senza l’ausilio costante, presente, immancabile dell’altra cellula sociale, la famiglia. (scritto da Antonella Tennenini)

giovedì 22 marzo 2012

I 10 flagelli biblici

Nella trasmissione televisiva di Rai2 Voyager di lunedì 19 scorso son stati affrontati scientificamente i cosiddetti dieci flagelli dell'antico Egitto, raccontati dalla Bibbia, presentandoli come ciascuno conseguenza dell'altro e non in seguito ad un intervento miracolistico o eccezionale.
L'esposizione data da Voyager conferma la teoria di David Hume, il pensatore scozzese del 1700 (vedasi il post del 15 scorso),  diffusa nel corso online gratuito di demodoxalogia su www.opinionepubblica.com a sostegno delle tesi demodoxalogiche sulla prevedibilità degli avvenimenti in quanto ciascuno è causa del successivo, così come compiutamente presentato al IX Convegno nazionale di demodoxalogia a Roccasecca dei Volsci (Latina) il 14 e 15 giugno del 2003. L'impostazione demodoxalogica della teoria di Hume contribuisce a spiegare la validità dell'indagine "inde" ai fini della ricerca dei trend in quanto, secondo il filosofo scozzese, l'evento B è collegato all'evento A e causa dell'evento C; pertanto un evento C non potrà mai verificarsi saltando l'evento B poichè tra A e C dovrà esserci il legame dell'evento B, come si è ben capito anche con la predetta trasmissione televisiva.

mercoledì 21 marzo 2012

Evviva la televisione!

Per fortuna c'è la televisione che, con i suoi dibattiti e servizi sulla politica, ci rinfranca l'animo con spiragli di ottimismo e meraviglioso avvenire. Seriosi signori con l'aria di professori che impartiscono la lezione oppure animati difensori del vero e del bello, disposti ad immolarsi per difendere le ragioni del loro padrone, ci spiegano - con dovizia di particolari - come in Italia i corrotti siano pochi e quei pochi sono tutti del partito avverso. Quindi c'è da stare allegri: il nostro Paese ha un meraviglioso futuro! 
Se qualche telegiornale e quei giornalacci cartacei che vivono di scandali infangando l'onore di un parlamentare amico o dello stessa cordata politica lo fanno col basso scopo di soddisfare l'animus volgare del popolo a cui piace vedere ogni tanto qualcuno alla gogna, non importa se colpevole o innocente. Basta la spettacolarizzazione ed il popolo è contento, come ai tempi di Nerone. Intanto il giornale ha venduto le copie, che già è un bel traguardo specie in tempi come questi ove la legge per "gli aiuti" all'editoria ha ristretto i cordoni della borsa. I quotidiani Liberazione e il Riformista già hanno chiuso i battenti e lo storico il Manifesto si appresta a seguirli. Ai lettori dei giornali (popolino, intellighentia e appartenenti alle molteplici caste) fa piacere leggere i nomi degli inquisiti, è un atto che li conforta in quanto non trovando nell'elenco il proprio nome si convincono che possono seguitare a trastullarsi nei loro giochi tanto, in tempi come questi ove la finanza o i carabinieri possono all'improvviso venire a casa per portarti in caserma a bere un caffè, loro non verranno mai accusati di qualcosa.
Del resto di cosa dovrebbero essere accusati se non hanno fatto nulla? Qualcuno ha detto: io non ho preso un centesimo (nel senso che non ho toccato i denari), se c'è stato, è stato un finanziamento alla fondazione che è una onlus con scopi altamente sociali, così come lo sono quelle associazioni che aiutano i bimbi nel Biafra o i poliomelitici, ecc. Magari le onlus dei parlamentari più che costruire scuole o assistere i malati si indirizzano nello studio, il dibattito e la pubblicizzazione delle idee del personaggio che è a capo del gruppo, ma anche questa è un'azione che può essere assimilata all'evangelizzazione: quella etica, questa politica, si tratta sempre di opera di convincimento (propaganda), cioè di educazione del popolo.
Altri così presi nel ritmo vorticoso del lavoro da assessore (o presidente), nell'interesse generale della popolazione del comune o della regione, non si sono accorti (appunto perchè sono anime candide e non come quelli degli altri partiti) che il vincitore degli appalti era sempre la stessa persona (o fortunata o perchè ha il bernoccolo degli affari) e, guarda caso, era lo stesso tal commendatore o amico che puntualmente ad ogni festa civile e religiosa, compleanno, onomastico o tornata elettorale  inviava a casa un piatto di lenticchie, magari con l'aggiunta dello zampone e qualcosaltro. Più di uno, essendo distratto perchè occupato a risolvere gli interessi generali del Paese,  non si è accorto che insieme alle lenticchie c'era anche qualche bene immobile! Ma i distratti sono pochi e tutti negli altri partiti, ci spiegano in televisione.
Evviva la televisione, ho scoperto che ci sono dei canali che trasmettono tutto il giorno i cartoni animati. Li guardo, sorrido e il mondo mi sembra più bello. Mi sembra: basta credere che sia realtà; qualche volta i sogni si avverano.

martedì 20 marzo 2012

La demodoxalogia su Wikipedia

Il demodoxalogo Valter Bay, che fu allievo alla scuola militare di Bracciano di Adriano Magi Braschi, una colonna della demodoxalogia per quanto riguarda il versante dell'open sources intelligence, ci ha segnalato due voci dell'Enciclopedia Treccani al dizionario biografico, che rimandano a quanto citato su Wikipedia: Magi Braschi di cui si afferma che "è considerato uno dei maestri della demodoxalogia" e la voce demodoxalogia. (http://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/magi-braschi/)

Ricordiamo che Wikipedia cita anche Toddi (il conte Pietro Silvio Rivetta di Solonghello)  che " fu tra i padri della demodoxalogia" e Paolo Orano  definito "l'iniziatore della scienza della demodoxalogia". Manca Federico Augusto Perini-Bembo, il continuatore degli studi di Orano, mentre tra i docenti della prima generazione sono citati Tullio Tentori come antropologo e Carlo Curcio come giornalista e storico.
Nella voce demodoxalogia, tra l'altro, sono nominati i docenti di seconda generazione: Giovanni Mammucari, Elio Lodolini, Massimo Olmi, Nando Mazzei, Dora Drago Lopez Jordan e Giulio D'Orazio.

Domani: Evviva la tv

lunedì 19 marzo 2012

Mono o bipolarismo?

Sia in un parlamento di eletti che di nominati è dimostrato che i rappresentanti (o pseudo) degli elettori non sfuggono alla tentazione del peccato di simonia. Così come è dimostrato, dai fatti, che le coalizioni che hanno scelto il presidente del Consiglio possono frantumarsi in neopartitini che non hanno neppure partecipato alla competizione elettorale e ricattare il premier giungendo sino alle sue dimissioni. Eppure un governo per attuare i suoi programmi oltre ad avere una solida maggioranza su cui contare ha bisogno dell'intera legislatura di cinque anni per completare quanto prefissato. Un governo che abbia avuto la fiducia dal parlamento non dovrebbe correre pericoli per il resto della legislatura ma non è così nè con il sistema proporzionale nè con il bipolarismo. La spada di Damocle sono gli umori dei parlamentari e delle segreterie di partito, mentre ci sarebbe bisogno di stabilità governativa, di questo o quel partito nel bene o nel male.
Se il nodo scorsoio è la velleità dei partiti e degli eletti (o nominati) più irrequieti il bisturi dovrebbe incidere proprio su coloro che occupano uno scanno parlamentare, mettendoli con le spalle al muro: quando un governo è sfiduciato decade e automaticamente si va al rinnovo delle elezioni. A questo punto quanti si sentirebbero di affrontare una campagna elettorale o il rischio di una mancata rielezione?
Un tale sistema andrebbe completato con la riforma della nomina del presidente del Consiglio nel senso che i partiti esprimono il loro candidato, come avviene ora, ma in liste svincolate dall'elenco degli aspiranti parlamentari. L'elettore dovrebbe scegliere il candidato a premier da una lista contenente solo i nominativi e gli emblemi dei partiti che lo propongono a tale carica. Se il candidato che avrà preso più voti superà del 5% (o altra percentuale) i voti presi dal secondo classificato verrà subito eletto nella carica, senza bisogno del placet parlamentare (voto di fiducia). Se lo scarto sarà inferiore alla percentuale prefissata si farà il ballottaggio tra il primo ed il secondo, dando ai partiti la possibilità di schierarsi con questo o quello; ma una volta eletto solo un voto di sfiducia lo potrà mandare a casa e - con lui - l'intero parlamento.

Domani: la demodoxalogia su Wikipedia

giovedì 15 marzo 2012

Coincidenze?

Nella trasmissione dello scorso lunedì 12 di Voyager su Rai 2, fra l'altro, è stato sollevato il problema delle coincidenze ipotizzandolo come un disegno collegato a quell'ambiente più vasto dell'Universo ove tutto si integra, trasforma ed incide sugli altri tasselli. In sostanza le coincidenze non sono altro che la realtà della vita ed il motore del continuum (il perenne moto del procedere). Le coincidenze non sono dovute al caso ma generate da un evento precedente, su questo tema nel corso online gratuito di demodoxalogia su www.opinionepubblica.com abbiamo chiarito la posizione dei demodoxaloghi della libera accademia Sidd, traendo lo spunto dal pensatore scozzese David Hume (1711-1776) autore del Trattato sulla natura umana ove ha chiarito la dottrina della causalità e della credenza (A è causa di B se .....). Un altro autore di cui ci siamo avvalsi è Toddi (Geometria della realtà ed inesistenza della morte, De Carlo editore 1947) con la sua distinzione tra l'apparente ed il reale; due parametri non in contrasto ma assai spesso confondibili stante l'umana natura che privilegia l'apparenza (il momento) ma non la serie di avvenimenti.
Per i demodoxaloghi gli eventi (astrofisici, naturali ed umani) sono collegati tra loro e con l'ambiente, intendendo per ambiente il rapporto tra popolazione, territorio e risorse umane e naturali entro un perenne ciclo ove mutano gli aspetti (l'apparenza) ma non le finalità (la realtà). Le illustrazioni sono tratte dagli atti del VIII Convegno nazionale di demodoxalogia, Mira (Ve) 13 maggio 2000 (Scienza, società ed opinione pubblica).
 

mercoledì 14 marzo 2012

Pensionamento spontaneo

Tra i nostri post giornalmente più cliccati nelle ultime settimane c'è, in assoluto, quello del 18 gennaio "Pensionamento flessibile" che riproduceva la copertina dello studio di Federico Augusto Perini-Bembo su Terza età e pensionamento flessibile, edizioni tre lingue Pozza Lugano (Svizzera) con la presentazione dell'autore datata 25 marzo 1982. Lo studio, in due volumi il primo di presentazione del lavoro e il secondo di documenti internazionali sul tema, trae lo spunto da convegni svoltisi in varie parti del mondo nel "quadro della sicurezza sociale [...] integrando il primo lavoro dei giovani con il progressivo pensionamento flessibile degli anziani validi". 
Il pensionamento, è scritto nel testo, deve rimanere un atto libero e spontaneo, compiuto dal lavoratore nell'ambito della sua coscienza e dei suoi interessi: sarebbe grave errore considerarlo una conseguenza del processo rotatorio di utilizzazione delle forze di lavoro e persino crudele quasi si trattasse di bestie mandate al mattatoio. Ed ancora:
"Non è necessariamente essere futurologi per prevedere che l'anno 2000, con una popolazione di ultrassessantenni  che supererà il miliardo, vedrà una prevalenza di capelli grigi e bianchi, anche perchè il tasso delle nascite avrà subito un'ulteriore flessione ed il ritmo della vita continuerà ad essere dominato dalla produttività. La questione per così dire di questo nuovo mondo sarà segnata dalla rivalutazione della terza età, congiunta indissolubilmente con una migliore formazione della prima età, per integrarne, con principi e valori di vita perenni, l'esistenza in generale - altrimenti precaria e sbiadita - ed, in particolare nel campo lavorativo, dove il progresso - reso più frenetico da esplosioni di efficienti applicazioni elettroniche - minaccia in varie guise di automatizzarla, spersonalizzandola. Un'adeguata integrazione fra la terza e la prima età non può che alleggerire di oneri e preoccupazioni la seconda età; inoltre il pensionamento flessibile non diviene soltanto terreno di incontro fra tutti gli uomini di buona volontà, ma provoca una coincidenza dell'interesse e delle aspirazioni, immediati e mediati, degli altri."
In proposito, dal programma Omnibus de LA7 del 12 scorso, abbiamo appreso che il partito l'Italia dei Valori ha presentato una proposta di legge sull'argomento.

martedì 13 marzo 2012

Lo schifo della politica

Quasi la metà dei senatori del Pdl aveva firmato una richiesta di dimissioni, poi rientrata, del ministro (senza portafoglio) Andrea Riccardi, reo di aver detto, parlando con una collega, "questa politica mi fa schifo", riferendosi ad un incontro saltato a palazzo Chigi. Con casi di ruberie a tutto spiano di colleghi parlamentari e comportamenti in aula non consoni con l'istituzione rappresentata una quarantina di senatori se la sono presa per una frase, carpita in un colloquio privato, che il 99% degli italiani condivide e ripete ogni giorno. Hanno forse la coda di paglia ed esorcizzano in questo modo un giudizio nel quale si sentono parte in causa?

Le teste di cuoio (e non solo) di sua maestà hanno fallito un blitz per liberare gli ostaggi, l'Italia non era stata tempestivamente informata di quanto gli inglesi si proponevano di fare e l'evento ha costituito l'occasione per un diverbio parlamentare. In pratica pur di colpire il governo di Mario Monti ogni pretesto è buono. Vediamo la vicenda sotto un'altro punto di vista: il nostro ministro degli esteri è un ex ambasciatore al top della carriera quindi uomo navigato nella diplomazia, il ritardo nell'informazione è plausibile. Il ministro della Difesa è un'ammiraglio di marina e in tale veste di questioni militari se ne intende però ha avuto la notizia con ritardo. Infine il presidente del Consiglio Monti è anche il capo del coordinamento dei servizi segreti e, anche lui, non era al corrente dei preparativi. Chi doveva sapere tutto, sin dallo scorso anno, erano i servizi segreti italiani, perchè non hanno informato i superiori gerarchici? A pensar male si fa peccato però un dubbio ci assale: i ministeriali degli esteri, della difesa e dei servizi segreti, indispettiti dai tagli di auto bleu, rimborsi a piè di lista, mancate promozioni e pensionamenti anticipati non è che, per caso, abbiano giocato sui ritardi delle informative per vendicarsi dell'imposta austerità?

lunedì 12 marzo 2012

La lezione delle primarie

Il Partito Democratico sinora ha svolto 23 consultazioni primarie per scegliere i candidati a sindaco delle città. Ad eccezione di Torino e Bologna, nei capoluoghi di regione ove si è votato il candidato scelto dalla direzione del partito è stato battuto, il risultato - come ogni evento - deve pur avere un suo significato. Alla lunga serie di sconfitte si è aggiunto il dato di Palermo: su circa trentamila cittadini che si sono recati ai gazebo per manifestare la loro preferenza, Rita Borsellino il nome proposto dalla direzione ed appoggiato da Nichi Vendola e Antonio Di Pietro ha raccolto appena un terzo dei voti (1 ogni 3 votanti), eppure la sorella del magistrato assassinato dalla mafia in combutta, si dice, con i servizi segreti, è una persona di tutto rispetto. E anche attivamente e notoriamente impegnata nella società civile di sinistra. Ha invece vinto un giovane impiegato di banca (Fabrizio Ferrandelli) appoggiato dal sindaco uscente con poco più di 9 mila voti e qualche centinaio di scarto sulla concorrente Borsellino. Gli altri voti sono andati a Davide Faraone (l'unico iscritto al Pd) e Antonella Monastra. Collegando il voto di Palermo con gli altri precedenti possiamo ora esser certi di una cosa: i potenziali elettori del Pd rifiutano i candidati espressi dai notabili romani del partito per scegliere personaggi locali nuovi. E' un rifiuto in blocco della dirigenza nazionale del partito, l'indicazione: andatevene a casa vogliamo facce nuove! La conferma viene dai vincitori di Torino e Bologna, due candidati ufficiali del partito ma anche due personaggi locali che hanno ben distinto il mestiere di sindaco da quello di dirigente nazionale.
Il popolo della sinistra vuole aria ed idee nuove, preferisce Mario Monti alla gerarchia partitica che per decenni ha promesso un futuro migliore con le ricette di sinistra non accorgendosi che ormai sono superate dalla globalizzazione e dalla società post-industriale. Il popolo di sinistra, eccetto le frange estreme che escono dal partito, sta diventanto di destra in quanto ora pensa a riempire la propria pancia stanco di attendere i benefici di una rivoluzione annunciata da un secolo e portatrice, ove applicata, di miseria e dittature (Urss, ecc.). Un detto popolare diceva "Francia o Spagna basta che se magna!" l'odierno equivalente: destra o sinistra purchè il sindaco sia una faccia nuova, salvo poi a rimpiangere la vecchia politica. Ma almeno ci hanno provato.

mercoledì 7 marzo 2012

L'imbroglio della comunicazione

"Il segnale del semaforo al crocevia di una strada ci trasmette un'informazione che non può essere discussa così come i primi giornali pubblicavano notizie stringate, senza commenti, e perlopiù su fiere, arrivi di navi e simili. Oggi si parla di comunicazione con tanto di Facoltà universitaria; la comunicazione presuppone l'abbellimento della notizia, la presentazione suadente, l'eventuale editoriale o commento e il servizio per coinvolgere il ricevente (lettore di giornali o utente della tv). Trattasi di una vera e propria strategia di informare per formare l'opinione altrui. Informare tacendo alcuni particolari, esaltandone altri o travisandoli" (Atti del seminario Leggere la qualità delle comunicazioni organizzato dall'Associazione nazionale sociologi, Roma 11/12 settembre 2004 e nella terza edizione di Dispense di storia e tecnica del giornalismo, edizioni Unifior 2004 e in Cenni di storia e tecnica del giornalismo, Iperedizioni Milano 2010).
L'informazione è una notizia nuda e cruda, per esempio (ipotetico): la galleria in Val di Susa entro la quale dovrà passare la Tav è lunga 20 chilometri, è un dato di fatto che può essere vero o falso; dipende dalla buona o cattiva fede del comunicatore. Oppure, secondo l'ing. Virgilio è di 20 chilometri e duecento metri. E ancora, la società che ha avuto i lavori in appalto dichiara che i chilometri sono ventidue. Le ultime due versioni sono più affidabili in quanto fanno riferimento a chi si è assunto la responsabilità dei dati.
In un confronto tra sostenitori dei treni ad alta velocità e promotori del blocco dei lavori si può essere più o meno d'accordo o disaccordo su tutto ma non sulle cifre delle quali è certa la fonte. Per esempio, che senso ha dire che 500 professori si sono espressi contro la tav? Occorre elencare nome, cognome, qualifica professionale e specializzazione: un peso hanno le dichiarazioni del maestro della scuola elementare di Bussoleno (come esempio ipotetico) e un'altro quello del geologo dell'università di Trento. In un caso si fa comunicazione nell'altro informazione.
L'istituzione della Facoltà di Scienze della Comunicazione ha confermato una retrovisione strategica: per necessità economiche e politiche l'informazione non può più attenersi ai fatti e ai numeri ma deve frastornare, confondere, alterare i fatti per piegarli agli interessi di chi emette la comunicazione per trarne vantaggio. Quindi distrarre l'attenzione attraverso immagini, ragionamenti, evocazioni che esulano dal nocciolo del problema per impostare una discussione su temi paralleli, inutili, rissaioli scatenando le passioni dei partecipanti a danno del pacato confronto sui numeri.
Ormai siamo nell'era della comunicazione (pubblicitaria, televisiva, politica, ecc.) che tesse una gigantesca tela di ragno comunicativa ove è impossibile, per il normale cittadino, distinguere il vero dal falso. O meglio, come dicono gli inglesi, Understatement cioè attenuazione del vero.

Lunedì: l'opinione sulle primarie di Palermo

martedì 6 marzo 2012

Finzioni storiche

L'istituto Luce, l'ente statale voluto dal fascismo deputato alla conservazione di films, cinegiornali e documentari d'epoca, ha in catalogo tre voci su Paolo Orano; due documentari  di epoca fascista ed uno di epoca repubblicana, quest'ultimo (della fine anni 1950) nella voce narrante mostra Orano con un cartello di protesta nelle vie di Roma. Chi ha catalogato tale documentario evidentemente non ha mai conosciuto o avuto notizie sull'illustre personaggio: infatti l'Orano del  documentario è l'omonimo giornalista Paolo ammalatosi di lebbra, contratta in Africa, e deceduto qualche anno dopo e non il senatore del regno, rettore dell'università fascista di Perugia, scrittore e giornalista Paolo Orano, sposato con la scrittrice francese Camille Mallarmè, imprigionato a Padula per essere stato un fervente fascista (pur essendo ebreo) e deceduto il 7 aprile del 1945. Come  i demodoxaloghi sanno Orano è stato (cita Wikipedia) "uno dei fondatori della Scuola fascista di giornalismo e l'iniziatore della scienza della demodoxalogia".

Un'altra colonna della demodoxalogia è Toddi (il conte Pietro Silvio Rivetta di Solonghello nel basso monferrato), giornalista, scrittore, docente universitario (Roma 1886-1952) le cui intuizioni sono state traslate nel corso gratuito online di demodoxalogia curato su (www.opinionepubblica.com) dall'anno 2000. Un autore sconosciuto agli studiosi dell'opinione pubblica in quanto scovato dalla Sidd (la libera accademia dei cultori della demodoxalogia) successivamente ai decessi dei fondatori della disciplina ma, a buon ragione, inserito da Wikipedia "Tra i padri della demodoxalogia". (nella foto)

Tuttora facendo riferimento alla Chiesa cattolica e al papa molti giornalisti, prelati e devoti premettono l'appellativo di  "Santa/o" quasi d'obbligo sino ai primi del Novecento. Perchè l'istituzione o il suo capo politico e religioso per secoli sono stati santificati essendo ancora in vita? La spiegazione affonda nei secoli passati quando la Chiesa era al centro di "intrighi, delitti, lussuria, inganni e mercimonio tra papi, vescovi, sacerdoti e cardinali" (Claudio Rendina La santa casta della chiesa, tascabili Newton 2009): come spiegato nel corso online di demodoxalogia (www.opinionepubblica.com) il pensiero e gli aggettivi camuffano assai spesso il reale comportamento, motivo per il quale inculcare nel popolo il concetto di santificazione della Chiesa e dei suoi operatori poneva gli stessi al di sopra da eventuali critiche a causa della "storia vergognosa e nascosta dello stato vaticano" (Corrado Augias il Venerdì di Repubblica). Secondo Max Nordau (un'altro autore preso a prestito dalla Sidd, autore de Le menzogne convenzionali della nostra società, biblioteca universale Curcio, 1950) la religione, la politica ed il matrimonio sono le fondamentali menzogne dell'uomo moderno dovute "proprio al contrasto fra il nostro modo di pensare e il nostro modo d'agire, alla necessità di vivere due vite, una interna e l'altra esterna, le quali a vicenda si deridono e sono in perpetua contesa". E' questo il motivo per il quale i demodoxaloghi della Sidd, nelle loro indagini, prescindono dal "si dice" per capovolgere, come esercizio di laboratorio, quanto enunciato per verificarne la compatibilità. Se una istituzione, per esempio, si dichiara santa o imparziale il nostro pensiero corre a vergogne nascoste o vera e propria partigianeria. E, come sosteneva Giuio Andreotti, a pensar male non si sbaglia mai.

Domani: L'imbroglio della comunicazione

lunedì 5 marzo 2012

Progetto Ambiente

Autorevoli esponenti del partito dei Verdi, pur prendendo le distanze dai facinorosi della No Tav, hanno giustificato la loro adesione al movimento valligiano che si oppone alla linea dei treni ad alta velocità, in nome della salvaguardia dell'ambiente, basandosi su tre argomenti:
- cinquecento tra scienziati e docenti universitari si sono espressi contro la tav,
- a pochi chilometri di distanza dalla costruenda linea ferroviaria per i treni merci c'è un'altra linea ferroviaria veloce ma sottoutilizzata,
- il progetto è dispendioso e sorpassato.
Francamente dal partito dei Verdi ci aspettavamo di più e forse è questo il motivo del suo scarso consenso, stando ai sondaggi elettorali. Da chi si batte per l'ambiente e l'ecologia ci si aspetta un progetto di ampio respiro e non solo riferimenti all'utilizzo dell'energia solare o alla salvaguardia del verde e del mare. L'ambiente comprende un territorio (montano, lacustre, ecc.) su cui vive una popolazione (giovani, donne, anziani, disabili, lavoratori, ecc.) che utilizza le risorse dell'ingegno e del territorio (flora, fauna, sottosuolo, ecc.) ove la preponderanza di un parametro influisce, in modo positivo o negativo, sugli altri due. E' dal corretto rapporto dei tre elementi T (territorio), P (popolazione) e R (risorse) che si sviluppa un'interazione basata su frattali (porzioni di ambiente) destinati a migliorare le condizioni di vita umane e di preservazione del territorio. Un progetto complesso che non può essere valido su qualsiasi territorio ma scisso in più ambienti locali (provinciali o regionali) collegati con ambienti confinanti ma ben distinti nell'uso delle risorse. 
Forse ai Verdi come agli altri movimenti politici non farebbe male seguire il convegno che si terrà a fine maggio nella provincia di Frosinone incentrato sui rapporti Territorio-Popolazione-Risorse nei riflessi sanitari, agroalimentari ed industriali, in pratica la realtà di un frattale di ambiente.
Per il resto sappiamo come vanno le cose: le cinquecento firme sono state apposte da accademici e ricercatori sollecitati da amici e colleghi a questo scopo (una firma di adesione non si nega a nessuno così come in passato avveniva per un sigaro e la croce di cavaliere); i lavori della tav, come da progetto, comporteranno occupazione e sviluppo per l'intera vallata; il 40% di detti lavori sono finanziati dall'Europa, il 30% dal governo italiano e il rimanente dalle regioni interessate sviluppando una rete ferroviaria che congiunge l'Est con l'Ovest Atlantico nel quadro di un progetto europeo di più ampio respiro.

Domani: Finzioni storiche

venerdì 2 marzo 2012

L'ici alla Chiesa

"In epoca rinascimentale la corte pontificia si arricchisce, vede affermarsi il nepotismo, con il passaggio di cariche tra figli e nipoti di papi, si degrada nel contorno di cortigiane e piaceri mondani, s'incanaglisce nello sfruttamento dei beni della Chiesa per fini materiali, tradisce la morale evangelica tramando assassinii e congiure nel mondo politico, e sviluppa una vera e propria rete di spionaggio giustificato da falsi motivi religiosi, in collegameno ad un tribunale d'inquisizione che non esita a sentenziare condanne a morte. Tutto questo si accompagna alla vendita delle indulgenze, in vari modi durata fino ad oggi, fino al diffondersi di quelle che sono vere e proprie attività commerciali: il riciclaggio di denaro sporco, la costituzione di istituti bancari, la compravendita di immobili, istituti e case di cura dichiaratamente senza fine di lucro.
La casta della Santa Sede [...] si ramifica  fuori della Città del Vaticano, ove è insediata dal 1929, tra prelature, comunità ed associazioni laico-clericali, autentiche fonti di capitali finanziari provenienti da proprietà e donazioni. [...]
La gestione delle finanze della Santa Sede va a interessare sempre più il tessuto politico, fino alla creazione di una associazione di laici e religiosi guidata da un prelato, parallela alla Chiesa di Roma, una prelatura personale, ovvero finanziariamente autonoma , decantata come Opera di Dio. La sua storia è disseminata di scandali che peraltro non la sfiorano ormai più di tanto e sono diventati quasi un motivo ornamentale della sua esistenza [...]
Ripercorrendo qui tutta una varietà di eventi [...] avremo in ultima analisi un quadro completo e particolareggiato del mondo economico della Santa Sede, dei suoi movimenti all'interno delle finanze ufficiali, in strutture sbandierate come caritatevoli e senza fini di lucro."
Quanto sopra è tratto dalla premessa del documentato libro del 2008 di Claudio Rendina. Una risposta a quanti sostengono l'esenzione dell'ici per i beni della Chiesa: palazzi censiti come conventi e collegi affittati ad uffici, scuole che oltre a ricevere il contributo dello stato e la retta degli studenti servono ad indottrinare e creare una classe di devoti destinati a perpetuare il potere della Chiesa, hotel camuffati come opere pie, agenzie di viaggi e turismo indicate come organizzazioni per pellegrinaggi, ospedali miliardari, ecc.
Dov'è l'opera di surrogazione allo stato e la rilevanza culturale e assistenziale dietro cui si nasconde un tesoro commerciale evaso alle tasse (come denunciato in sede europea) e rimpolpato - per giunta - dallo stato italiano con esenzioni, contributi e benefici di ogni sorta?

Lunedì: Progetto ambiente

giovedì 1 marzo 2012

No Tav

Secondo lo scrittore del Novecento Pitigrilli i cittadini che inneggiavano nelle piazze alla Rivoluzione francese  richiedevano a gran voce la charte, cioè la carta costituzionale dei diritti; ai rivoluzionari consapevoli si aggiunse il popolo (allora analfabeta) che sceso nelle strade di Parigi iniziò a richiedere la chatte (la gatta) per assonanza con la charte ed ignoranza del reale significato di quelle manifestazioni rivoluzionarie.
Questo perchè l'umanità si aggrega a qualsiasi manifestazione di dissenso, più per un inconscio sfogo liberatorio dalle ingiustizie o difficoltà  giornalmente patite che per adesione ai motivi della protesta. Si protesta per protestare. Così è anche in Val di Susa, i valligiani (promotori della no tav), lottano per difendere il territorio; qualche aspirante al seggio parlamentare e le organizzazioni politiche si sono aggregati per raccogliere consensi e voti; i blak bloc in quanto portatori di un'ideologia che tende a distruggere tutto dell'odierna società per costruirne un'altra. Infine il popolo.
In cosa consiste il motivo della protesta? Nel non far passare i treni ad alta velocità perchè sono un danno per l'ambiente. Già trent'anni orsono i valligiani inscenarono dure e lunghe proteste contro la costruzione dell'autostrada che, a loro dire, avrebbe deturpato l'ambiente e ridotto in miseria i piccoli negozi lungo la vecchia e tortuosa strada statale; una protesta quella di allora come l'odierna più legata ad un sentimento di appartenenza (tutto montanaro) che ad una ragione di fondo e di prospettiva europea. I lavori in corso ferirebbero la montagna e, di converso, i loro abitanti. I montanari, in genere, sono legati al bosco e ai suoi abitanti (dai funghi al capriolo), lo mitizzano attraverso fauni e cappuccetti rossi; in breve sentono nel loro dna i componenti della montagna, un sentimento sconosciuto agli abitanti delle metropoli e dei lidi marini.
Ma il popolo che si associa alla protesta  da cosa è mosso? Dalla difesa dell'ambiente dai pericoli che potrebbero venire. Ma anche in pianura e nelle città ci sono pericoli per l'ambiente: dal punteruolo rosso che abbatte le palme all'inquinamento automobilistico, dal cps (piombo) nell'acqua agli smottamenti, e così via. Dovremmo allora erigere barricate ogni giorno e in tutti i luoghi?
Sorge il dubbio che se chiedessimo ai no tav le ragioni della protesta avremmo risposte del genere: il treno veloce spaventa gli uccelli e li fa migrare, l'onda della velocità smuove le tegole delle vecchie case di montagna (costruite a secco) deteriorandole, i fili dell'energia elettrica emanano flussi nocivi all'uomo, la galleria nella montagna è un antro soggetto a probabili incidenti, e così via.
Ma perchè ciò accade solo tra la popolazione del versante italiano? Siamo meno responsabili o acculturati? O semplicemente perchè le proteste aggregano così come al tempo della Rivoluzione francese?