venerdì 29 giugno 2012

Il re nudo

L'educazione scolastica del '900 ha fatto un grande uso degli apòloghi: racconti fantastici a scopo pedagogico attraverso l'esagerazione di un elemento per far capire agli alunni la differenza tra il bello e il brutto, il buono e il cattivo, la burla e la serietà, il vero ed il falso (secondo la cultura in uso), e così via. Possiamo spiegarlo anche in un'altro modo: ad una bambina fu raccontata tante volte l'edificante storia di santa Maria Goretti che capì da sola il significato di verginità.
Tra i vari apologhi c'era quello del re nudo: un regnante vanitoso che, desiderando l'abito più sfarzoso del mondo, fu accontettato da un sarto furbacchione che finse di confezionarlo; l'abito era talmente bello quanto invisibile agli occhi del re e del popolo che si guardò bene dal contraddire il sovrano. Dopo tanti falsi elogi della popolazione alla bellezza dell'abito un bambino (il candore dell'innocenza) esclamo: ma il re è nudo! Un potente che credeva di essere riverito ed esaltato per la sfarzosità del suo abito ma che non era altro che un poveruomo ed un popolo sempre pronto ad inchinarsi al potente di turno. 
Così è ancora oggi! Politici, professori e professionisti di chiara fama sono posti al di sopra della loro professionalità solo in virtù del posto ricoperto e della risonanza sui mass-media. Tolti da quel posto e dai relativi privilegi (auto, scorta, segreteria, ecc.) non sarebbero altro che dei "Cetto Laqualunque" (di Antonio Albanese) che dicono di saper fare ma che in effetti ne sanno poco più di un qualsiasi modesto cittadino. Questo perchè, come diceva Marshall McLuhan, è lo strumento che crea l'importanza: il posto ricoperto non le idee o il valore personale: l'apparenza creata dai mezzi d'informazione e ripetuta dal popolo senza controllarne l'effettiva realtà. Un popolo che si suggestiona vicendevolmente e aderisce senza spirito critico a formare quella che viene chiamata opinione pubblica (per dare ad intendere che la maggioranza la pensa così) ma che in effetti è l'opinione trasmessa dagli strumenti del comunicare (cioè dai loro proprietari o gestori).

mercoledì 27 giugno 2012

La Federazione civica

Il padre della Lega, Umberto Bossi, costruì il suo partito, dopo aver fatto fuori i veri fondatori (che non avevano intenzioni scissioniste) e imbarcato consiglieri comunali o assessori di liste civiche eletti in piccoli comuni del nord Italia. Quindi creò un partito raccogliendo gli scontenti che già si erano espressi contro la politica romana per privilegiare il territorio, una specie di federazione di politici fai da te.
L'attuale successo di Beppe Grillo in un certo qual modo ripete la nascita della Lega: imbarca molti scontenti dei partiti che operano nell'associazionismo di varia natura (dal filantropico alla cooperazione); il legame che li unisce è l'ansia protesa al rinnovamento.
Probabilmente Silvio Berlusconi ha capito che nel futuro dei movimenti politici non ci saranno più gli apparati di partito ma i movimentisti della cosiddetta società civile che si esprimono politicamente attraverso liste locali e civilmente nelle iniziative culturali, associative o di protesta esistenti nel territorio. Una sorta di federazione di liste civiche.
Al centro, dopo i deludenti risultati delle scorse elezioni amministrative, Pier Ferdinando Casini dovrà rivedere obiettivi e programmi; per ora i quotidiani che lo appoggiano, quelli della famiglia Caltagirone e della moglie Azzurra Caltagirone (Il Messaggero in testa) riservano sempre più spazio alle iniziative di un'altro perdente in cerca di collocazione: Gianfranco Fini.
Non è detto che passeremo un'estate politicamente tranquilla, un fuocherello cova sotto la cenere e i giochi sono aperti. In autunno constateremo qualche novità anche perchè le elezioni politiche sono molto vicine e gli interessi di gruppo, personali e delle lobbies scalpitano. Persino la Chiesa cattolica si sta dando una mossa aprendosi al mondo che cambia!

Domani: Sua Santità

martedì 26 giugno 2012

Ingiustizia è fatta!

Il senatore Luigi Lusi è stato scaricato dai suoi colleghi e costretto a varcare il carcere in stato di detenzione, secondo la formula: ne colpisco uno per salvarne cento. Fin dai tempi della DC i partiti e i sindacati intestavano al tesoriere o al segretario nazionale o presidente (a seconda di quanto previsto dallo statuto) molti beni del partito per essere gestiti in modo più disinvolto e fuori bilancio, infatti molti indagati ai tempi di tangentopoli hanno pagato (o sono stati inquisiti) per risultare - come tesorieri - proprietari personali di giornali quotidiani o pacchetti azionari di società. La prassi era talmente comune che il Sifar, il servizio segreto gestito dal generale Giovanni De Lorenzo, aveva dei beni fuori bilancio (palazzi, alberghi, tenute agricole) intestati fiduciariamente ad alcuni generali che avevano giurato un patto di lealtà ma che, rimosso il capo del Sifar e modificata l'impostazione del bilancio delle Forze Armate, non seppero come restituire, pena l'arresto per violazioni delle leggi.
Orbene anche il senatore Lusi, su mandato fiduciario dei suoi colleghi di partito, ha seguito la prassi in voga nella prima repubblica per meglio gestire il patrimonio della Margherita al riparo da occhi indiscreti. E ha anche elargito i profitti a questo o quel ex collega (non interessa a qual fine anche se è noto che furono denari per rinforzare o creare correnti, formazioni politiche o concorrere nelle fondazioni di studi politici). L'unico errore è stato quello di non essersi fatto rilasciare ricevute (altrimenti che rapporto "fiduciario" era?) da quelli che ora negano di aver avuto qualcosa. Per cui ora gli ex amici lo accusano di furto e menzogne reclamando prove a loro carico, Lusi invece afferma di aver dato. A chi credere? Giuridicamente, in mancanza di prove, non sono credibili nè l'accusato nè gli accusatori.
Eppure quale ex Dc si sarebbe dovuto ricordare del motto popolare "Dagli amici mi guardi Dio che ai nemici ci penso io".

Domani: La Federazione civica
Giovedì: Sua Santità 

lunedì 25 giugno 2012

Segnalazioni

Il Notiziario Verso la Luce del Centro Studi Libri Ortani di giugno, anno IV n.41, ha ripreso il post del 1 corrente nella parte riguardante il Vaticano aggiungendovi il suo commento. Come è noto il centro studi è guidato dal sociopsicologo e demodoxalogo Roberto Canali.

La rivista edita dalla Sips-Società Italiana per il Progresso delle Scienze, Scienza e Tecnica, nel suo numero di marzo/aprile (anno LXXV nn. 499-500) ospita un articolo della demodoxaloga Antonella Liberati sul plurinventore Antonio Ciabattoni (nato nel 1902) che nel '22 ha registrato il primo brevetto di "cambio di rapporto di velocità progressivo continuo" tendente ad eliminare la frizione, il cambio e il differenziale.

Martedì 26, alle ore 21, presso il circolo S. Salvario a Torino - Corso Marconi n. 1,c - i giovani comunisti e la rivista Indipendenza hanno organizzato il convegno "La Resistenza continua, per una patria da liberare. Attualità del pensiero di Angiolo Berti".

Ad Omnibus de La7 tv del 23 scorso l'on. Giorgio Stracquadanio del PdL ha chiarito il suo pensiero a proposito di conflitto d'interesse e stile di vita: lo stile di vita di un politico non è sindacabile (anche se va a cena con dei probabili lobbisti) però, per non incorrere nel conflitto d'interessi, dovrebbe pagarsi di tasca sua la parte della cena. Se i commensali fossero dei chiacchierati personaggi mafiosi o noti intrallazzatori e corruttori economici il politico dovrebbe ugualmente parteciparvi?
L'onorevole ha inoltre affermato che non è obbligatorio rispondere alle domande che provengono dalla campagna stampa di un giornale. Sul piano giuridico ha perfettamente ragione ma non rispondere denota imbarazzo, con quel che segue. Inoltre, in tutto il mondo la stampa è sinonimo di controllore dei politici e delle istituzioni; se non ficcasse il naso nel parlamento, nella magistratura e nello stato chi garantirebbe i cittadini dall'invadenza delle tre istituzioni?

Domani: Ingiustizia è fatta
Mercoledì: La federazione civica 

venerdì 22 giugno 2012

Gli strumenti del comunicare

Il post di ieri "Dall'uomo all'immagine" ha evidenziato come i giornali, nel tempo, hanno contribuito in modo rilevante a determinare il comportamento prima dei lettori e poi della rimanente popolazione, attraverso la formazione di un'opinione pubblica, facendo, in sostanza, quello che si definisce come Storia. Una storia dei popoli e delle nazioni che dall'eroe singolo omerico è passata al contributo collettivo delle cosiddette folle, con le varie rivoluzioni più o meno indolori. Con l'avvento della televisione i "massmedia hanno sostituito la presenza umana sul luogo degli eventi" per cui "l'uomo da protagonista è diventato strumento dell'immagine di se stesso" vista empaticamente in tv. L'immedesimazione nell'evento. Pertanto non comunichiamo più direttamente con gli altri ma "attraverso gli strumenti del comunicare".
Essendo pertanto mutate le modalità che creano opinione pubblica (una volta statica in quanto derivante dalla lettura e oggi dinamica per il veloce scorrere delle immagini) i tradizionali campionamenti hanno fatto il loro tempo. I demodoxaloghi della Sidd da oltre vent'anni hanno proposto la metodologia della in.de.: non più indagare su campioni scelti da un universo ma sull'immagine creata dai mass-media, "quale espressione di strumenti destinati a formare - formando - l'opinione pubblica."
Una proposta presentata ufficialmente nel 1989 (in atti Riunione della Sips) ma non capita, per interesse o immaturità dagli accademici che l'avrebbero dovuta perfezionare e far loro, nonostante il successivo suggerimento sulla rivista dell'istituto Luigi Sturzo, diretta da Michele Marotta, Sociologia annoXXVII nn.1-3 del 1993, nell'articolo Presupposti psicosociali all'inchiesta demodossalogica.

giovedì 21 giugno 2012

Dall'uomo all'immagine


Oggi discettare di "essere" ed "apparire", a proposito di televisione e mass media (cioè di un certo tipo di influenza dello schermo televisivo nella formazione dell'opinione pubblica) è normale, ma nel 1989 l'intervento del decano dei demodoxaloghi della Sidd, in seno alla LXIII Riunione della Sips all'università di Bologna, aprì una visione diversa frutto di sperimentazioni precedentemente condotte in seno ai corsi di demodoxalogia. Oggi se ne parla  ignorando chi, per primo, pose i termini della questione nell'estratto sopra riportato.

Domani: Gli strumenti del comunicare. 

mercoledì 20 giugno 2012

Lezioni di economia

Quando un governo vara provvedimenti economici o un illustre cattedratico spiega i fondamenti dell'economia, così come quando un industriale di chiara fama chiarisce il suo pensiero in proposito, tutto permeato di alti valori e socialità, il nostro pensiero dovrebbe andare all'aforisma di Pitigrilli secondo il quale l'economia non è altro che metà della popolazione del mondo che vende qualcosa all'altra metà. Più semplicemente per Max Weber ogni attività umana è economica, nel senso che il lavoro in casa o fuori, per la famiglia o per gli altri ha per scopo raggiungere il necessario per la sopravvivenza. Persino gli artisti lavorano per vendere le loro opere, per non parlare delle religioni che si ispirano al trascendentale ma che chiedono denaro ai fedeli (e non solo a loro) per mantenere in piedi le organizzazioni di culto.
Quindi l'economia è l'insieme dell'apparato che fa vendere qualcosa agli altri, qualcosa di concreto come immobili, pentole, auto, quadri, ma anche spettacoli, assistenza, relax e sermoni sull'aldilà. In sostanza tutto fa brodo per guadagnare qualcosa, anche se non perfettamente lecito, come qualche volta capita anche in politica e non ci riferiamo a quei parlamentari che si fecero dare dal tesoriere della Margherita i denari dei rimborsi elettorali per costituire correnti di partito in seno al Pd o addirittura formare nuovi movimenti politici. Per non parlare di coloro che si sono trovati, a loro insaputa, ad essere proprietari di immobili o aver usufruito di favolose vacanze esotiche. Il nostro pensiero va invece alla politica internazionale.
Il miglior modo di vendere è penetrare nei mercati altrui, tenere soggetti a sè stati e apparati economici magari anche solo culturalmente o con "trattati d'amicizia". L'Europa rappresenta il 7% del mondo, è una piccolissima entità ma è ancora strategica e il dominio del Mediterraneo è importante in quanto anello di congiungimento per i traffici (navi, petrolio, ecc.) tra il Medioriente e l'Europa, l'Est e il continente americano. I porti della Grecia sono ambiti dalla Cina come base per i loro mercantili (per poi dirottare su gomma o rotaia i prodotti verso l'Europa est ed ovest) ma anche dalla Russia per la flotta militare che potrebbe correre in aiuto ai fratelli musulmani. Italia e Spagna sono le porte del continente europeo, così come il Portogallo lo è per le americhe e l'Irlanda quale ponte tra gli Usa e l'Europa. Non a caso sono tutti paesi della periferia europea investiti dalla speculazione. Lo stesso presidente degli Usa Barack Obama sembrerebbe preoccupato da una eventuale dominazione russo-cinese nel mar Mediterraneo e più volte ha invitato l'Unione europea a far fronte alla crisi dei suoi paesi periferici, forse ha capito che dopo l'Europa tocca all'America.
Oltre a quanto sopra, quando un'azienda o un paese si trovano in difficoltà entrano in azione i grandi speculatori internazionali che si arricchiscono approfittando delle crisi, prestando denaro ad alto tasso d'interesse o acquistando partecipazioni azionarie svalutate da rivendere (dopo incorporazioni o giochi contabili) al momento della ripresa. Oppure contribuire al fallimento di un marchio per eliminare la concorrenza sui mercati internazionali.

Domani: Dall'uomo all'immagine.

martedì 19 giugno 2012

Crisi di civiltà

Intervento svolto dal decano dei demodoxaloghi al convegno dell'Associazione Nazionale Sociologi del 18 giugno scorso sul tema: Crisi: società, economia e futuro.

Domani: Lezioni di economia.

lunedì 18 giugno 2012

Politica e maiali

Alla domanda di esplicitare le mie intenzioni di voto per le prossime elezioni politiche mi è venuto spontaneo rispondere che un maiale vale l'altro, sovvenendomi quanto scritto da Pitigrilli nel Dizionario Antiballistico (editrice Sonsogno, Milano 1953). Secondo voi se a popoli e maiali sostituiamo deputati e senatori il senso cambia?

Domani: Non è una crisi economica ma di civiltà.
Mercoledì: Lezioni d'economia.

venerdì 15 giugno 2012

Stato del Vaticano

Lo Stato del Vaticano è una minuscola entità territoriale indipendente ed autonoma, tant'è che ha propri ambasciatori nei vari paesi del mondo e nei consessi internazionali. Molte sue proprietà al di fuori dello Stato del Vaticano, come la residenza e la tenuta agricola a Castelgandolfo, le quattro basiliche romane, le pontificie sedi universitarie e moltissimi immobili, godono del diritto di extraterritorialità e come tali (al pari di tutte le ambasciate dei vari paesi del mondo) non sono soggette a perquisizioni, inquisizioni o tassazioni. Le auto dei prelati dello stato pontificio hanno la loro targa come se fosse la targa automobilistica di una qualsiasi altra nazione: SCV (Stato Città del Vaticano), nel loro Paese (il Vaticano) hanno il distributore di benzina ad un costo assai inferiore dei prezzi di mercato sulle piazze italiane. Hanno un quotidiano ed una stazione radiotelevisiva, propria moneta, un servizio postale e persino una banca (lo Ior). Guardie, anche se i variopinti gendarmi svizzeri: d'altra parte essendo uno stato pacifico in quanto derivato dalla religione cristiana sarebbe assurdo che fosse dotato di carri armati o mitragliette. Pertanto il Vaticano è un vero e proprio stato, come gli Usa o l'Albania.
Sul piano giuridico-politico è una monarchia assoluta ove il papa è nominato a vita ed ha il potere di nomina, revoca, alienazione, ecc. sulle persone (cardinali, vescovi, prelati) e le cose (beni patrimoniali). E' più di un re, cioè più della regina d'Inghilterra: è un imperatore, come ai tempi del medioevo, e sino a centocinquant'anni fa faceva tagliare la testa ai suoi sudditi. In Usa e in Albania c'è almeno un parlamento eletto dalla popolazione, nel Vaticano i membri del parlamento (i cardinali) sono nominati dal papa-re. La politica vaticana è una politica imperialista in quanto cerca di penetrare nelle varie parti del mondo per diffondere il suo credo religioso e consolidare la presenza. I sudditi o credenti sono tenuti alla fedeltà e all'obbedienza ed accettano uno stretto controllo sociale operato tramite vari passaggi d'obbligo (battesimo, cresima, comunione, matrimonio, confessione, catechismo, insegnamento della religione nelle scuole, associazioni laiche di fiancheggiamento, ecc.). Solo sparute sette, nel mondo, hanno un'imposizione religiosa pari a quella dei cattolici; i cristiani luterani, evangelisti o copti non hanno le rigidità della Chiesa romana e - soprattutto - non si ergono a stato: svolgono solo funzioni socio-religiose.
Lo SCV è una istituzione assurda per l'epoca in cui stiamo vivendo, devono scegliere: o essere dei mistici diffusori di fede o cittadini di uno stato indipendente; non si possono avere i vantaggi dell'una o dell'altra parte a seconda della convenienza del momento [ici, stipendio agli insegnanti di religione (indottrinamento imperialista), otto per mille, ecc,] mentre la rimanente popolazione sopporta notevoli sacrifici. Non era stato proprio il loro fondatore (Cristo) nell'invocare la separazione tra Dio e Cesare?

mercoledì 13 giugno 2012

Il Belpaese non cambia

Un giornalista tedesco, che vive in Italia da circa vent'anni, nella trasmissione di ieri di Omnibus de la7tv replicando all'on. Daniela Santanchè, ha affermato che nel suo Paese si è soliti non interrompere gli altri quando parlano e, per quanto ormai non si meravigli più di nulla per quello che avviene in Italia, trova assurdo che un parlamentare - oltretutto in contrasto con le decisioni del suo partito - inciti allo sciopero fiscale dell'Imu (la tassa sulla casa che ha sostituito l'Ici). La Santanchè, che ha rifiutato di essere indicata come appartenente a quel ceto benestante su cui dovrebbe gravare la patrimoniale più degli altri, ha specificato che il mancato pagamento dell'Imu è uno sciopero "legale" e lei quindi non lo pagherà; viene da chiedersi: quanti immobili avrà?
Ma il giornalista si è anche scandalizzato nell'apprendere che un ministro (Elsa Fornero) non conosce il numero degli esodati fornito dall'Inps, anche se - ha sottolineato - in Italia si è soliti parlare e prendere decisioni senza conoscere i numeri e le quantità che sono alla base degli avvenimenti. Questo perché si guarda all'"apparenza" ma non alle situazioni reali, cioè quantificate e controllate.
Già nella metà dello scorso secolo Toddi (un pilastro per i demodoxaloghi della Sidd) scriveva che il mondo stava cambiando e che l'umanità si limitava a guardare all'"apparenza" degli eventi ma non alla sostanza, generata da un continuum movimento. Quello che nella inde (indagine demodoxalogica) corrisponde al grafico che, molto lentamente, segue una traiettoria continua (ascendente o discendente) poiché gli sbalzi statistici (che si discostano notevolmente dalla tendenza) sono un fenomeno passeggero (polemiche, scandali, ecc.) destinato ad essere riassorbito dall'opinione pubblica.

martedì 12 giugno 2012

Crisi incrociate

Le compagnie d'assicurazione, le aziende e le banche quotate in borsa, per ripartire i rischi finanziari, mantenere rapporti con le aziende concorrenti e architettare qualche affaruccio insieme, sono solite detenere delle quote di partecipazione nelle altre società. La Mediobanca SpA è il classico esempio: nella proprietà si ritrova tutto il salotto buono della finanza e la società funge da stanza di compensazione ed arbitrato tra le aziende dei diversi proprietari. Tale inciucio si chiama "partecipazioni incrociate", ecco come si svolge: posto 100 il capitale della spa X meno di un terzo è acquisito dalle spa a (10%), b (8%), c (6%), d (6%); il rimanente 70% agli indistinti investitori che affidano alle banche la custodia ed amministrazione del proprio investimento.
Quando una banca si trova sull'orlo del fallimento, per cattiva gestione economica, l'allarme arriva ai proprietari dei pacchetti azionari (il 30% di cui sopra) che sono nel Consiglio d'Amministrazione della banca, come delle società. Infatti le aziende non sono gestite da coloro che detengono il 70% del pacchetto azionario (quindi la maggioranza) perchè sono persone che fra loro non si conoscono e che si affidano agli sportelli bancari; sono gestite da quel 30% rappresentato da meno di una decina di soci che però si conoscono bene in quanto proprietari di altre aziende e, molto spesso, con consolidate amicizie derivate da matrimoni e comuni intrallazzi.
Non è detto però che tali personaggi siano dei geni di management così come i plurilaureati, anche delle più quotate università, siano il toccasana nella loro disciplina, saranno persone intelligenti e con ottima memoria ma dirigere aziende (composte da capitale finanziario, mercati, dipendenti, ecc.) è tutt'altra cosa, gli studi servono ma il fiuto, l'esperienza ed il carattere contano molto di più. Un solo esempio: la differenza fra Gianni Agnelli, Vittorio Valletta e gli attuali presidente e amministratore delegato.
In base alle partecipazioni incrociate quando cade un'azienda SpA si trovano in difficoltà i possessori di quel 30% e la crisi si sviluppa a cascata sulle altre aziende, sui paesi ove sono ubicate tali aziende, sui governi e infine sul solito pantalone che paga per tutti, i risparmiatori ed i cittadini. Crisi che nascono dalle partecipazioni finanziarie incrociate.
Nell'era della globalizzazione, ove un avvenimento si ripercuote nel resto del mondo come diceva Marshall McLuhan, le partecipazioni incrociate rappresentano un pericolo non solo per l'economia europea ma anche per gli stati, sono un retaggio storico del libero mercato da abolire, quale vera rivoluzione economica! 

lunedì 11 giugno 2012

Giochi politici

Lo scorso venerdì 8 l'on. Guido Crosetto, già sottosegretario nel precedente governo, ha detto nella trasmissione Omnibus de la7tv che nel primo mese della nomina un ministro conta zero, nel secondo mese 0,1 e così via. Cioè il vero potere è nelle mani dei dirigenti ministeriali inamovibili e contrari ad ogni innovazione che sono il freno allo sviluppo del Paese. Coloro che ci seguono da tempo sanno che, anche per esperienza diretta fatta per poco più di un anno nella segreteria di un sottosegretario, abbiamo sempre sostenuto che sono i vertici amministrativi dello Stato a governare il Paese e non i ministri, che sono di passaggio.

Il presidente del Senato Renato Schifani e l'ex presidente del Consiglio Romano Prodi (due ex Dc), la scorsa settimana, hanno preso le distanze dai rispettivi partiti di appartenenza, PdL e Pd. Il riposizionamento dei due politici va inquadrato nei giochi per l'elezione del prossimo presidente della Repubblica, che scadrà nel 2013. Per antica consuetudine al Quirinale vige l'alternanza (destra/centrosinistra) e, salvo eccezioni (Carlo Azeglio Ciampi) una lunga permanenza nelle cariche parlamentari; oltre ad un discreto numero di amici nei vari schieramenti. Cadute le speranze di accedervi per Massimo D'Alema, Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi, stante la situazione come è oggi ma che potrebbe cambiare in itinere, le possibilità di riuscita sono per Prodi, Schifani e Monti, ponendo come teorema (stando ai sondaggi) il dimezzamento dei parlamentari di Berlusconi ed i grillini al secondo posto. Il Pd sarà il partito più forte che potrebbe presentare il suo candidato, dopo qualche nome (magari femminile) d'assaggio, ma avrebbe bisogno di un consistente appoggio da altre formazioni politiche. L'appoggio dei grillini sarebbe un rospo difficile da inghiottire, le trattative Pd-PdL si incentrerebbero tra uno scambio Quirinale/palazzo Chigi su dei nomi svincolati dalla rigidità della politica partitica. A meno che la situazione economica sia talmente peggiorata che per ottenere la benevolenza dell'Unione europea si debba insediare al Colle Mario Monti.

giovedì 7 giugno 2012

Fantasie

In un incontro con i dirigenti del suo partito Silvio Berlusconi ha affermato che l'Italia, per rimettersi in sesto, dovrebbe stampare moneta autonomamente rispetto alle regole dell'Unione europea e che non si ricandiderà per la presidenza del Consiglio o della Repubblica. Dopo qualche giorno ha detto che le sue dichiarazioni volevano essere una battuta (tanto per tirare su il morale ad una platea di sconfitti nelle recenti elezioni amministrative): una visione fantasiosa. Ma quali fantasie ha smentito? La stampa degli euro o la sua rinuncia alla presidenza di palazzo Chigi e del Quirinale? Gli ricordiamo che ci sono anche le presidenze di Camera e Senato.

Le recenti scoperte sui neuroni (depositari ed elaboratori d'informazioni) ci dicono che si collegano (misteriosamente) con i neuroni di uno o più cervelli vicini, scambiandosi le informazioni per adattarle alle circostanze e all'evoluzione delle reciproche suggestioni. La scoperta potrebbe portare alla spiegazione dei motivi che sono alla base degli innamoramenti e della formazione delle opinioni collettive del pubblico e della folla. Coincidente ampiezza di vibrazioni o di simboli? C'è ampio spazio d'indagine per neurologi e psicologi sociali. Per ora affidiamoci alla fantasia dell'indagatore.

Il notiziario di maggio (anno IV n. 40) Verso la Luce, del centro studi libri ortani, ci informa che "l'astrologia si basa sul principio che l'uomo e la donna, al momento della nascita e nel corso dell'esistenza, ricevono da parte di stelle e pianeti un influsso che agisce sulla loro struttura psicofisica.  Detto influsso si riunisce alla componente ereditaria e all'apprendimento derivante dall'ambiente familiare, scolastico e sociale". Una possibile spiegazione dell'attrazione che avviene tra neuroni diversi contribuendo alla formazione del pensiero sociale e dell'opinione pubblica o solo fantasia?

lunedì 4 giugno 2012

Il caso Orlandi

Sul n. 22 del settimanale Oggi del 20 maggio scorso Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, ha dichiarato che la direttrice della scuola dove andava la sorella non voleva che le ragazze andassero a cantare nella contigua chiesa di Sant'Apollinare, dove fu poi sepolto il capo della banda della Magliana in una cripta riservata a pontefici e cardinali. Ha anche aggiunto che dieci giorni dopo la scomparsa di Emanuela papa Woitjla, all'Angelus, fu il primo a parlare di rapimento e pochi mesi dopo andò a casa Orlandi  per dire che era stato un atto di terrorismo internazionale. Il papa sapeva perché il Vaticano aveva una linea diretta coi rapitori, tenuta segretamente dal cardinale Casaroli. La ragazza è stata un'arma di ricatto nei confronti del papa, qualcosa in grado di far tremare le fondamenta del Vaticano: un segreto inconfessabile ove Agca è stato solo un paravento.
E' inutile, aggiungiamo noi, che Benedetto XVI si rammarichi per le illazioni dei mass-media (che fanno il loro dovere di indagine giornalistica): sino a quando il Vaticano non mostrerà le carte in suo possesso, smettendo di occultare o minimizzare i fatti, anche su questa vicenda cresceranno i bisbigli e le illazioni.

venerdì 1 giugno 2012

Illazioni

Benedetto XVI si è pubblicamente rammaricato per "le illazioni amplificate dalla stampa" sulle vicende vaticane, come il trafugamento delle sue carte segrete, il caso Orlandi, il suicidio delle guardie svizzere, i preti pedofili, la banca del Vaticano, ecc. Le illazioni nascono quando non si fa chiarezza sulle notizie o addirittura si sottodimensionano: la colpa non è della stampa che indaga ma di chi non collabora o nasconde i fatti. Quando si nascondono le carte l'illazione è spontanea e sempre in cerca del lato più oscuro.

Per allontanare l'Italia dal baratro economico ci siamo affidati ad un governo di tecnici che, sino ad ora, ha proposto solo sacrifici senza indicare prospettive certe. Tecnici di conclamato valore che non hanno proposto nulla di nuovo rispetto a quello che sarebbero capaci di fare i politici, allora viene spontaneo chiederci: in cosa consiste la geniale professionalità di tali tecnici?
Molti capannoni industriali dell'Emilia, in seguito alle scosse sismiche, sono crollati. Eppure ogni costruzione edile è (o dovrebbe essere) certificata antisismica e a norma con le leggi vigenti. Quindi si sono sbagliati i tecnici che hanno rilasciato le certificazioni o i geologi che hanno sottovalutato la zona come sismica?

Dopo i politici è caduto un'altro mito: anche i tecnici non sono all'altezza delle situazioni. Avevamo sopravalutato entrambe le categorie: illazioni sulla loro capacità generate dall'amplificazione dei mass media che, di volta in volta, osannano questo o quello.