venerdì 13 luglio 2012

Con l'arrivo dell'estate

Lo scorso lunedì, e per tutto il mese di luglio, invece dei soliti commenti d'attualità o post sulla demodoxalogia abbiamo iniziato a pubblicare qualche aforisma di Pitigrilli, lo scrittore del '900 che ha contribuito con i suoi libri a far vedere gli avvenimenti in una luce diversa da quella usualmente raccontata. Per i demodoxaloghi della Sidd molti aforismi saranno conosciuti in quanto Pitigrilli è un autore che fa parte del loro bagaglio culturale (corso online di demodoxalogia su www.opinione pubblica.com. e le dispense cartacee di demodoxalogia per l'anno accademico 2001-2002). Per i lettori del blog potrebbero risultare una interessante lettura rilassante in momenti, come questi, di crisi economica e meteorologica.

giovedì 5 luglio 2012

Relatività

Rifacendosi agli aforismi di Pitigrilli i demodoxaloghi dell'accademia culturale Sidd sono soliti rovesciare il significato delle comunicazioni scritte e orali nella presunzione che tra il pensiero del soggetto estensore della comunicazione e il "cosa" ci sia quasi sempre una difformità intesa a nascondere, minimizzare o esagerare alcuni particolari a tutto beneficio del comunicatore o di coloro che costui rappresenta.
Stante quanto sopra, per i demodoxaloghi è più importante sapere "dove" (in un gruppo di amici o in una riunione pubblica?) e "quando" (alla vigilia di un importante incontro o fuori onda?) sono state pronunciate certe frasi (la "cosa") che conoscere il significato che normalmente si attribuisce all'autore. Un'analisi facile e istantanea che fotografa "quella comunicazione" in quanto frutto di specifiche finalità tendenti a fare opinione pubblica, al contrario della "informazione" che presenta i fatti così come sono e quindi senza finalità di mistificazione.
Vedasi in proposito il corso gratuito online sul blog www.opinionepubblica.com

Domani: Dove e quando.

mercoledì 4 luglio 2012

Cortigiani e pifferai

Ogni cupola o istituzione, al pari delle coorti medioevali, ha i suoi cortigiani e pifferai.
La funzione dei cortigiani è quella di oliare gli ingranaggi del potere: 1) occultando i fatti che, se conosciuti  da osservatori (giornalisti, politici, ecc.) esterni all'apparato, potrebbero danneggiare la piramide del potere o le manovre in corso; 2) tessere una ragnatela di alleanze per meglio raggiungere, al riparo da occhi indiscreti, i fini programmati.
I pifferai sono preposti: 1) a glorificare ed esaltare qualsiasi azione o personaggio che arriva ai vertici della cupola; 2) svolgere una campagna di controinformazione tesa a sminuire o bloccare voci o notizie sgradite dai vertici; 3) specie nel caso di manovre economiche far circolare notizie false per alterare il corso degli avvenimenti a vantaggio dei manovratori.
Pertanto, anche di fronte ai potenti di turno, è sempre bene andare a spulciare le loro dichiarazioni, specie quelle enunciate in circostanze particolari e lontano dalle grandi platee,  così come lo scrittore del '900 Pitigrilli ci ha insegnato a fare con la sua abbondante letteratura.
In alto un esempio segnalato sul Dizionario antiballistico, editrice Sonsogno Milano 1953.

Domani: Relatività.

martedì 3 luglio 2012

Opinioni e suggestioni

Nel dibattito a Omnibus de La7tv, del primo luglio, i giornalisti hanno provato a delineare i prossimi scenari politici. Tra le previsioni il rientro in politica di Silvio Berlusconi con una nuova lista svincolata da quello che rimane di "Forza Italia" ormai ridotta a fazioni e un probabile accesso al Colle per Mario Monti. Sostanzialmente il nostro post dell'11 giugno "Giochi politici".

In Francia (ove la burocrazia ha una lunga tradizione di scuola e serietà), secondo le statistiche, il decentramento regionale ha fatto aumentare i costi dell'apparato centrale e moltiplicato quelli dei dipartimenti regionali, un monito per la Lega e i partiti che hanno voluto in Italia il federalismo regionale. Le idee sono belle ma se chi è preposto ad attuarle non è all'altezza sono destinate a fallire.

Alcune enunciazioni sono suggestive e fanno presa non solo sul pubblico ma anche nella cerchia degli addetti ai lavori e vengono ripetute sino ad essere accreditate come "certezze". E' il caso dello scioglimento dei ghiacci che farebbe innalzare il livello dei mari di svariati metri sommergendo città e campagne. Il ghiaccio sono molecole dilatate di acqua che una volta ritornate liquide hanno un'infima consistenza rispetto al volume originario, oltretutto la liquidità dell'Artide ed Antardite si spargerebbe nei mari che, avendo un volume triplo rispetto alla massa della Terra, non ne risentirebbero conseguenze disastrose. 
Invece l'acqua gelata dei ghiacciai raffredderebbe soprattutto l'oceano Atlantico con conseguenze deleterie sulla flora e fauna marina, nonchè sulle variazioni climatiche di interi continenti. Per quanto riguarda lo scioglimento dei ghiacciai montani in terraferma le ripercussioni aggraverebbero, a medio termine, le riserve idriche attualmente già scarse e lo smottamento dei blocchi rocciosi. Quindi occorrerà temere più lo scioglimento della neve nostrana che l'innalzamento del mare Mediterraneo.

Una bella idea (tutta politica) per risanare il bilancio è quella della vendita degli immobili statali, perlopiù caserme, case popolari, edifici abbandonati ed inagibili. Vendere ai privati che, come tutti sanno, non lo farebbero per mecenatismo ma per ricavarci una sostanziosa fetta di guadagno nel rivederli. Ovviamente dopo alcune opere di restauro e cambiamento d'uso: castelli trasformati in alberghi a cinque stelle e caserme in centri commerciali, residente, ecc. Ma se per mettere un semplice ascensore per disabili esterno all'edificio occorrono non meno di cinque mesi per avere le autorizzazioni dell'ufficio tecnico del comune, della regione, del catasto e della sovrintendenza dei beni ambientali che esaminano il progetto presentato dal geometra o dall'architetto, quanti anni impiegherà un imprenditore a trasformare un casermone in altro uso civico?
Per quanto riguarda le case popolari sono tutte malridotte in quanto da decenni non hanno avuto aggiustamenti e manutenzioni (per mancanza di fondi dell'ente pubblico amministratore) e molte sono abitate da inquilini con enormi arretrati di pigione (in quanto appartenenti a categorie disagiate). Dare lo sfratto susciterebbe una battaglia sociale e decennali tempi d'attesa, qual è quell'imprenditore che avrà il coraggio di imbarcarsi in una tale situazione?

Le idee sono belle ed affascinanti ma pur sempre idee, cioè opinioni. Diceva Jacques Bénigne Bousset che l'opinione è un grado intermedio tra il dubbio e la certezza, nessuno dichiara di avere dei dubbi e tutti spacciano le opinioni proprie o altrui come certezze. In politica, poi, secondo Pierre Carniti (l'ex leader della Cisl) prevale il "chiacchierificio". E' facile aderire alla suggestione perchè colpisce il sentimento e l'immaginazione mentre è difficile sviluppare un "pensiero critico ragionato" poichè spesso non si hanno le necessarie informazioni su cui basare un costruttivo confronto.

Domani: Cortigiani e pifferai

lunedì 2 luglio 2012

Fare opinione

Sabato scorso il direttore del quotidiano romano Il Tempo (più di cinquantamila copie giornaliere vendute), Mario Sechi, nel corso della trasmissione Omnibus de La7tv ha detto alcune cose che sono sottaciute o negate dagli operatori nei mass-media ma che sono alla base dei principi della demodoxalogia: "informare per informarsi e formare" (evidentemente quella che è chiamata opinione pubblica).
Sechi ha sostenuto che "dato che i giornali sono fatti per essere venduti" lui deve avere in testa qual è il suo pubblico (gli acquirenti del giornale), deve identificarsi con loro in quanto chi acquista un determinato giornale è un pubblico motivato (anche se espressione di minoranza): è un segmento di mercato. Il punto di equilibrio di un giornale è quello di essere il portavoce dei gusti (d'informazione) dei suoi lettori facendo, contemporaneamente (e gradualmente), opinione. Oltre che dalle copie vendute l'opinione dei lettori si deduce dalle lettere e telefonate che arrivano in redazione e dall'ascolto delle chiacchiere dei cittadini in piazza.
Nel 1928, quando Paolo Orano (rettore dell'università di Perugia, senatore del regno, scrittore e giornalista, primo docente ordinario di Storia del Giornalismo) annunciò i dettami di quella che poi sarebbe divenuta la demodoxalogia (demo=popolo, doxa=opinione, logos=discorso, quindi studi sull'opinione del popolo) la inquadrò nel potere della stampa (allora non c'era la tv) di "fare opinione" per infuire sul popolo, i governi e - in sostanza - fare la Storia. 
Un discepolo di Orano, lo storico del giornalismo Giuliano Gaeta (Il fenomeno giornalistico, Trieste 1948) ha visto le opinioni pubbliche "come un giudizio, che insieme alle credenze e alle coscienze collettive, sono contemporaneamente il soggetto e l'oggetto del fenomeno giornalistico". Il codificatore della demodoxalogia Federico Augusto Perini-Bembo, nei suoi cinquant'anni d'insegnamento quale libero docente di Storia del Giornalismo all'università di Perugia e alla Sapienza di Roma, ha sostenuto che "la stampa in ogni caso assolve pure ad una funzione di accelerazione della dinamica psico-sociale. Chiesa, partiti, istituzioni, che oggi [NdR: Atti della XLV Riunione Sips 1954] hanno i loro giornali, prima erano anche interiormente più lenti ad evolversi e a modificarsi". Un pubblico, proseguiva Perini-Bembo, "originario o derivato è indispensabile per esprimere una pubblica opinione o per svolgere una propaganda ideologica o commerciale", da qui la funzione giornalistica di "informarsi per informare e formare" l'opinione pubblica.
Argomenti ampiamente trattati in Demodossalogia ed opinione pubblica (edizione Sidd 1998) e nel corso online sul sito Opinione pubblica (www.opinionepubblica.com).

Domani: Opinioni e suggestioni.