mercoledì 31 ottobre 2012

Dopo i risultati

Dalle dichiarazioni alle radio e tv e nelle interviste sui giornali di quei politici che solitamente appaiono nei telegiornali e vanno ai dibattiti televisivi sembrerebbe che non sia successo nulla, e in un verso è vero. Nelle elezioni siciliane ben il 52% degli elettori non si è recato a votare, così come avviene nei paesi nordici a più alta democrazia in quanto i cittadini, che non hanno interessi collettivi particolari da realizzare, sono convinti che questo o quel partito non cambia le cose e entrambi faranno gli interessi generali del Paese. Inoltre c'è stato il boom del Movimento cinque stelle. Quindi qualche novità c'è stata ma ai fini di un governo regionale nessuna formazione politica ha avuto i consensi sufficienti per governare la regione, ecco allora la legittimità di coloro che affermano che nulla è cambiato. Vedremo la solita politica con i soliti inciuci per tirare a campare, in questo caso per guadagnarsi le prebende e qualche mancetta.
Persino i commenti sui risultati elettorali sono, in sostanza, stati quelli di sempre: quello finora fatto è sbagliato, le ricette giuste sono .......... Alla domanda, ma voi non siete stati al governo? L'invariabile risposta: per poco tempo ed io personalmente ........ Recite paragonabili al miglior teatrante che però non tengono conto che il pubblico non è più quello di una volta.
La verità è che tutti i politici hanno paura di non essere rieletti (anche i leaders) e cercano di rifarsi una verginità cambiando partito, o nome al partito, o un nuovo partito, o il presunto toccasana delle primarie. Il Pd ha vinto in Sicilia perché gli altri partiti hanno perso, compreso il Sel di Niki Vendola e l'Italia dei valori di Antonio Di Pietro che non hanno raggiunto il quorum, la stessa sorte sarebbe toccata a Pier Ferdinando Casini se si fosse presentato da solo, invece alleato col Pd ha salvato se stesso e l'aggregazione intorno a Rosario Crocetta.
Gli elettori non credono più agli affabulatori che criticano il sistema facendone parte (Sel, IdV) e votano per le facce nuove del Movimento cinque stelle oppure si astengono. Non capiscono l'Udc con la sua politica del piede in due staffe e vogliono chiarezza e coerenza. La massa di astenuti, calcolata sul piano nazionale almeno al 30%, fa gola agli oltre cento movimenti che si dichiarano riformisti di centro, alla finanza e all'industria nazionale ed estera. Ancora una volta non è successo nulla: compagni di merenda e volpi stanno complottando insieme per presentarsi alle politiche come salvatori del Paese, ma in realtà per divorare quel poco che c'è rimasto. Se l'evoluzione della politica, in attesa delle chiarificazioni regionali di Lazio e Lombardia, e delle primarie nel Pd e Pdl, non dovesse cambiare dovremmo aggiornare il noto motto con "meno male che Grillo c'è"!

martedì 30 ottobre 2012

La crescita esponenziale

Sino alla fine dello scorso secolo, con l'avvento della televisione, la gran massa dei cittadini non si informava e non era informata sulle questioni inerenti la conduzione dello Stato, l'economia, le scoperte scientifiche e così via. Le notizie inizialmente circolavano da persona a persona, sino a metà dello scorso secolo in alcuni paesi del Sud era facile incontrare il "banditore" (un personaggio che girava per le contrade annunciando gli editti promulgati dal signorotto locale, poi sostituito dai comunicati del comune). Persino il cinema e la tv hanno avuto dei precursori nei "cerretani" e nei girovaghi: recitatori ambulanti di storie tragiche, amorose o fiabesche. Il giornale, dal latino diurnalia=cose del giorno, ha avuto il suo fulgore e ha contribuito a fare la storia nel millenovecento, prima coadiuvato e poi sostituito dalla tv. Nelle sue lezioni demodoxalogiche Adriano Magi-Braschi  sosteneva l'integrazione tra cultura sociale e giornalismo ai fini della formazione e diffusione dell'opinione pubblica; per Magi-Braschi (riportiamo da Demodossalogia ed opinione pubblica, edizioni Sidd 1958) la nascita del giornalismo vero e proprio:
"doveva farsi risalire alla rivoluzione francese con l'ami du Peuple fondato e diretto da Jean-Paul Marat. Secondo Magi-Braschi, che riprendeva i concetti di Carlo Dollfuss, le pubblicazioni nate nel milleseicento in Olanda, Francia ed Inghilterra non erano giornalismo ma pubblicazioni periodiche riguardanti i commerci e la navigazione, così come la Gazzetta di Parma (1735), la Gazzetta di Venezia (1766) di Gaspare Gozzi o La Frusta Letteraria (1780) di Giuseppe Baretti, per citare i giornali dell'epoca più rappresentativi, rivolgendosi ad elite, circoli ristretti di studiosi, artisti o salotti, avevano scarsa influenza sull'opinione pubblica e sulla condotta della rimanente popolazione. Concetto sottolineato anche da Vittorio Capecchi e Marino Livolsi che citando ad esempio Il Caffè (dei fratelli Verri, C. Beccaria ed altri) come giornale moderno da cui trasparivano i mutamenti in corso nel campo agricolo ed industriale mettevano in risalto la diffusione limitatissima, per abbonamento, presso pochi privati ed un certo numero di locali pubblici in cui l'abitudine della lettura del giornale era assai diffusa. Con l'ami du Peuple, invece, per la prima volta, delle idee, belle o brutte che fossero, furono indirizzate alle masse e contribuirono in maniera determinante, asseriva Magi-Braschi, a decidere del loro comportamento, fecero cioè quella che si definisce storia. E' in questa prospettiva - sosteneva lo studioso - che andrebbero inquadrate, quando si parla di giornalismo di qualsiasi specie, tutte le manifestazioni letterarie che vanno sotto questo nome successive a quel tempo, perchè la funzione del giornalismo, specificava, non è solamente quella dell'informare, è qualcosa d'altro e di più importante; la funzione del giornalismo è di formare, attraverso l'informazione, in un verso qualsiasi, l'opinione pubblica del proprio tempo e in un certo qual modo concorrere, in maniera più o meno concreta, a determinare la storia e le generazioni.
In precedenza Emanuele Orano (da non confondere con il prestigioso Paolo Orano) aveva sostenuto che il giornalismo italiano fu un fatto individualistico, legato alla sorte di un Boccalini,  di un Maffei, di un Verri, di un Baretti, di un Cattaneo o Mazzini, aggiungendo che di fronte a coloro che agitano gli acta dei romani, quale testimonianza di un nostro lontanissimo primato giornalistico (*) [...] Gli acta sono il giornale di quel padrone assoluto e quindi di quel privato che si chiamava imperatore e che perciò aveva interesse se non a divulgare certe sue determinate notizie (Il problema del giornalismo, editore Piccinelli Roma 1946).
Nelle sue lezioni demodoxalogiche Carlo Curcio asserì che il giornale non è cronaca. Certo, sarebbe azzardato asserire che sia storia; in senso pieno è forse di un giorno: storia considerata dal punto di vista di quel giorno. Ma per quanti sforzi facciano gli storici, la loro storia non è sempre la proiezione di sentimenti e passioni di un periodo determinato?"
Con la televisione, di pari passo con l'avanzamento tecnologico, si sono incrementate in modo esponenziale le possibilità di informare l'utente manipolando le informazioni o, più semplicemente, adottando l'Understatement (letteralmente attenuazione del vero) praticato dalla carta stampata; cioè relegando nelle pagine interne e in poche righe gli argomenti non consoni con la linea editoriale della proprietà del giornale o, viceversa, esaltando a dismisura (a volte addirittura in prima pagina) argomenti cosiddetti di battaglia. Ed anche questo è un modo di creare opinione pubblica, nel grafico, ripreso da Scienza, società ed opinione pubblica (Sidd 2001), abbiamo mostrato la crescita esponenziale dell'influenza dei mass media nel corso dei secoli, dagli acta dei romani, affissi al Foro, alle potenzialità odierne (per velocità delle trasmissioni delle notizie e un sempre maggiore numero di soggetti interessati: utenti tv/lettori giornali, oltre che per il moltiplicarsi esponenzialemente degli strumenti di comunicazione) nel creare opinione pubblica. Alla LX Riunione della Sips (Bologna 18-21 ottobre 1989), a proposito dell'influenza dei mass media sull'opinione pubblica, abbiamo sostenuto:
 "E' questo il motivo per cui oggi i mass-media hanno sostituito la presenza umana sul luogo degli eventi privandola del ruolo di protagonista dell'azione. Pertanto dalla centralità umana (prima singola e poi collettiva, quale basilare protagonista per realizzare i cambiamenti politici, ideologici, culturali, sociali),  si è passati all'emarginazione del contributo e della presenza dell'uomo, sostituendoli con l'immagine dello stesso e delle sue idee in modo sempre più veloce, globale e pervasivo, accelerando lo scambio d'opinioni e di beni, e di conseguenza il progresso. Oggi, e ancor più domani, saranno i mass-media a creare l'opinione collettiva (una volta appannaggio dei leaders), a fare e disfare il corso della storia: l'uomo da protagonista è diventato strumento dell'immagine di se stesso. [...] Dato che la conoscenza cresce sempre più in modo esponenziale, dilatando sia gli orizzonti geografici che del sapere, la presenza umana come arteficie di cambiamento culturale e sociale è diventata superflua poichè l'uomo non comunica più direttamente ma attraverso gli strumenti del comunicare (*). Questa globalità e complessità dell'odierna comunicazione, conseguente all'avvento del global village, rende ancor più necessario l'uso di strumenti e metodi atti a conoscere gli sbocchi del cammino intrapreso."
(*) Si pensi anche alla colonna Traiana scolpita, come un odierno fumetto, per celebrare i fasti dell'imperatore Traiano.
(*) Con la diffusione di Internet e del recente prodotto della Apple (Ipad 5) si è realizzato il global village.        
(9 - continua)


domenica 28 ottobre 2012

Alle urne, subito!

La nebbia si sta diradando prima del previsto, vi hanno contribuito le elezioni regionali in Sicilia, Silvio Berlusconi e Pier Ferdinando Casini. In Sicilia ha vinto il caos, il cavaliere nel giro di ventiquattro ore e dopo la batosta giudiziaria della condanna ha minacciato di togliere la fiducia a Mario Monti se non scenderà a patti sulla riforma della giustizia e del fisco; il leader dell'Udc (visti i sondaggi) si è defilato definitivamente dalla ipotizzata alleanza con il Pdl.
Già viviamo in un clima di campagna elettorale, ogni giorno c'è qualche sindacato o manipolo di lavoratori che scende in piazza contro il governo, il Pd cavalca la protesta annunciando che non ci sarà un Monti bis, Casini elogia il governo ma chiede modifiche sostanziali, la stessa Confindustria sostiene che si potrebbe fare di più. Non c'è più un partito disposto a sostenere il governo a spada tratta in parlamento, ci sono solo sparute frange di parlamentari del Pd e del Pdl, oltre all'Udc. Galvanizzato dal successo siciliano Beppe Grillo anima le piazze contro il governo, altrettanto fanno la Lega ed i gruppuscoli di sinistra. Berlusconi, ancora non si sa se con un nuovo partito o con i resti del Pdl, agita la mannaia sul capo di Monti. E' una situazione insostenibile, non solo dal punto di vista mediatico o parlamentare ma - e soprattutto - sul versante economico: in questo stato di confusione generale, con l'agenda Monti ancora non completata, come reagiranno i mercati internazionali? Sappiamo, per esperienza, che non si investe là dove le regole non sono chiare ed i governi con una solida base elettorale. Se lo spread tornasse a risalire sapremmo a chi imputare il ritornato rischio del baratro.
Possiamo sopportare per quattro o sei mesi una tale situazione in attesa della chiamata alle urne per il rinnovo del parlamento? Evidentemente no, meglio quindi - per il bene del Paese - anticipare le elezioni, come già detto venerdì scorso nel post Politica allo sbando. Se Monti si dimettesse, ben difficilmente i partiti in parlamento troverebbero l'accordo per un successore politico e dovrebbero nuovamente ricorrere ad un tecnico; tanto vale quindi anticipare la chiamata alle urne. I partiti si troverebbero spiazzati, in lotta fra loro e in seno alle loro formazioni politiche, lontani dai sentimenti della popolazione che sono più vicini a Monti e assai distanti dai leaders tradizionali che fin qui hanno fatto politica (per non dire mangiato sulla di politica).
Il prossimo premier di governo dovrà essere - volenti o nolenti - gradito dai mercati e dai governi internazionali e proseguire nell'azione intrapresa dal governo Monti (magari con qualche piccola correzione). Qualcuno l'ha capito e un centinaio di "bella gente" ha dato vita, per ora come intenzione ciascuno reputandosi federmaresciallo, a un programma politico di appoggio e prosecuzione dell'attuale premier. Un centinaio di gatti con qualche nome noto, dall'industriale allo scrittore, dal sindacalista al chirichetto, persino qualche esponente dell'attuale governo. Da soli non raccolgono un voto ma insieme e con l'appoggio della Chiesa potrebbero andare a pescare tra quei quindici milioni di italiani, potenzialmente di destra, che oggi si dichiarano a favore dell'astensione o di Grillo. Un movimento politico che potrebbe inglobare l'Udc e un terzo dei rappresentanti del Pdl pronti a lasciare Berlusconi. Una forza politica nuova appoggiata dai mass-media, dagli imprenditori e dalla finanza; con nomi illustri che farebbero passare in secondo piano i politici riciclati e un programma che, nell'immaginario dell'elettore, riversa su Monti una fiducia pari a quella attribuita al proprio santo. Ma soprattutto un partito con un centinaio di facce nuove, e si spera pulite!

Rimandata a martedì  "La crescita esponenziale"

venerdì 26 ottobre 2012

Politica allo sbando

Tra quattro o, al più tardi, sette mesi gli italiani saranno chiamati alle urne per decidere il nuovo presidente del Consiglio o la permanenza di Mario Monti. Per la prima volta dalla storia della repubblica i partiti si avvicinano alla consultazione in uno stato di grande confusione. Sinora le lotte sono state tra il comunismo del Pci e l'anticomunismo della Dc, dopo la caduta del muro di Berlino la scelta fu tra destra e sinistra, con l'avvento di Silvio Berlusconi la lotta si è concentrata o con lui o contro di lui. Oggi, gli ultimi sondaggi ci dicono che il Cavaliere difficilmente raggiungerà il 10% e sarà sorpassato persino dai grillini; il resto del Pdl è in cerca di salvezza e spera che Pierferdinando Casini accetti l'investitura di candidato dei moderati Pdl-Udc e aggregati minori.
Se Sparta (il Pdl) piange, Atene (Pd) non ride pur essendo al primo posto nei sondaggi: se alle primarie vincesse Matteo Renzi i comunisti storici (come Massimo D'Alema) potrebbero riversarsi su un nuovo partito di sinistra formato dall'aggregazione con Niki Vendola e di tutte le altre formazioni contrarie alla cosiddetta politica di destra ed a sostegno degli interessi politici-sindacali consolidati (banche, fondi finanziari, assicurazioni, cooperative di lavoro, catene di mercato, ecc.). Con la vittoria di Pier Luigi Bersani verrebbe meno al Pd quella piccola manciata di voti provenienti dagli elettori di destra della Lombardia e del Veneto, necessari per ottenere la maggioranza in Senato, le due regioni che faranno la differenza.
Gli ex votanti del Pdl sono circuiti dalle decine di nuove formazioni politiche, di Oscar Giannino, Luca Cordero di Montezemolo, Michele Boldrin per citare i nomi più conosciuti, che aspirano ad entrare in Parlamento ma che sanno di non farcela da soli. L'unico a ridere, e a farci ridere, sarà Beppe Grillo al secondo posto con il 20%. Il nuovo parlamento dovrà scendere a patti con lui, blandirlo e togliergli i parlamentari a suon di milioni.
Ma la confusione è ancora tanta, tutti aspettano i risultati delle elezioni regionali siciliane, della lotta interna al Pd e delle elezioni nella regione Lazio, ipotizzate entro la fine dell'anno. Sembrerebbe che il governo vorrebbe che si votasse entro pochi mesi nel Lazio e che la Lega di Roberto Maroni altrettanto in Lombardia; risultato: chiamata alle urne ravvicinata. Ma, a quel punto, per risparmiare un centinaio di milioni e portare a casa il calo dello spread e quel poco di buono che il governo di  Mario Monti ha fin qui fatto, non ultimo il riconquistato prestigio internazionale, gli italiani potrebbero essere chiamati al voto congiunto politico-regionale anticipato, spiazzando i partiti ed eliminando una lunga e dannosa campagna elettorale che ci riporterebbe sull'orlo del baratro economico. Per la Comunità europea, i mercati, le industrie e la finanza italiana ed internazionale sarebbe una mossa apprezzabile, che consoliderebbe la posizione italiana: prima si vota e prima si chiarirà la posizione dei partiti e la definizione delle ulteriori misure di facciata del bilancio dello Stato.
Non solo i politici (i vassalli) ma anche le fondazioni bancarie e i grandi nomi dell'imprenditoria (i prìncipi), che sinora hanno condizionato la politica e i politici,  sono in ansia: nel caos e nelle lotte tra destra e sinistra; chi se ne è avvantaggiato è stata la finanza, i politici e gli imprenditori disonesti. Però qualcosa sta cambiando, gli italiani hanno acquisito più informazioni e quasi il 50% degli aventi diritto al voto sta riflettendo seriamente tra la rottamazione di Renzi, l'astensione o il voto di protesta a Grillo. Tre parametri con un'unica matrice: basta con questa politica senza programmi e valori, lontana dalla realtà e dai bisogni della popolazione.

Lunedì: La crescita esponenziale

giovedì 25 ottobre 2012

Il quartiere Testaccio

Irene Ranaldi (1973) è una laureata in Sociologia all'università di Roma La Sapienza e dottoranda in Teoria e ricerca sociale presso la stessa facoltà. Dirigente attiva dell'Ans (associazione nazionale sociologi) ha partecipato a varie ricerche e pubblicato saggi ed articoli.
Sabato 10 novembre alle ore 10.30 presso la Palanda/Macro Testaccio a piazza Orazio Giustiniani n. 4 Roma, nell'omonimo quartiere, la docente Maria Immacolata Macioti e l'assessore al 1°  municipio di Roma Emiliano Pittueo presenteranno il libro della Ranaldi  Testaccio. Da quartiere operaio a Village della capitale (Franco Angeli editore, Milano 2012).

Domani:  Politica allo sbando.

mercoledì 24 ottobre 2012

La quarta dimensione

Per il docente di astronomia all'università del Sussex John D. Barrow, nato a Londra nel 1952, in Perchè il mondo è matematico? (Laterza editore 1998)
" [...] i fondamenti della matematica esistono al di fuori della mente umana e non vengono modellati totalmente al di fuori del nostro modo di pensare [...] La divisione è fra coloro i quali sono convinti che la matematica venga dall'interno della mente umana e quelli che credono che provenga dall'esterno. Gli uni pensano che l'uomo abbia inventato la matematica come utile strumento per descrivere gli eventi che hanno luogo intorno a noi, e che è semplicemente questo che fanno i matematici; gli altri sono convinti che la matematica venga scoperta, che sia là fuori da qualche parte, e che ci sarebbe anche se non esistessero i matematici (*) [...] Nel 1915 Albert Einstein dimostrò che la geometria dell'Universo è non-euclidea e appare euclidea solo se il punto di osservazione è ristretto, proprio come la superficie della Terra sembra piatta in uno spazio limitato [...] Gradualmente il termine non-euclideo venne a essere usato come sinonimo di relativo [...] Invece di apprendere semplicemente dall'esperienza, come è sempre avvenuto nel processo evolutivo, abbiamo la capacità mentale di simulare o immaginare i possibili risultati delle nostre azioni [...] Quando studiamo un fenomeno ampio o molto complicato, a volte tentiamo di ridurre algoritmicamente le informazioni che abbiamo a disposizione utilizzando una campionatura selettiva. Coloro che sono incaricati di fare un sondaggio per sapere che cosa voterà il pubblico alle elezioni, dovrebbero in teoria chiedere ad ogni singolo abitante del paese per chi voterà. In pratica lo chiedono ad una sezione rappresentativa della popolazione e invariabilmente ottengono una previsione sorprendentemente buona [...] I sistemi caotici sono quei sistemi che mostrano una grande sensibilità ai piccoli cambiamenti. Se si altera, anche impercettibilmente, lo stato attuale di un sistema caotico, in breve tempo questo si comporterà in modo completamente diverso da come si sarebbe comportato se non fosse stato disturbato. Molte cose che ci sono familiari corrispondono a questa descrizione: il tempo atmosferico, i sistemi economici, gli equilibri ambientali e i rapporti umani."
 Ragionare in modo matematico, cioè scientifico, aiuta a decifrare la comprensione degli avvenimenti. I demodoxaloghi della Sidd, che hanno recepito il ragionamento di Toddi sulla geometria della realtà si sforzano di comporre quel puzzle formato da territorio, popolazione, risorse, cultura, tecnica ed economia, per dedurne gli sviluppi futuri sulla scorta dei dati presenti e passati. L'approccio pratico-filosofico è quello della quarta dimensione perorato dalla demodoxaloga Antonella Liberati, a proposito della "moneta a tre facce, più una" (nel corso online gratuito su www.opinionepubblica.com):
"La quarta - demodoxalogicamente ragionando -  è alla base e motivo delle altre tre. Si tratta della lega che compone il corpo della moneta, quello che in elettrotecnica è il rho, che condiziona tanto la resistività quanto la conducibilità di un materiale. Il rho è assimilabile alla composizione dell'umanità, sociologicamente valutabile e quindi condizionata dalle altre facce o dimensioni, se si vuole. Una (verso o recto) non importa, è il modo in cui quella umanità forma opinione pubblica attraverso i locali mezzi di comunicazione. L'altra è costituita dalla qualità dell'opinione pubblica, tanto nel suo formarsi che nell'essere formata. La terza faccia o spessore della moneta è determinata dal rapporto virtuoso o vizioso fra le altre componenti. [...] Qualora la moneta risultasse adulterata anche in un solo dei suoi componenti o parametri, diverrebbe falsa [...] La moneta rappresenta precise e misurabili caratteristiche di riferimento, che ne rendono decifrabile l'età, l'ambiente ove ebbe od ha un determinato valore, il grado di deterioramento fisico, il corso legale o il suo prevalere come documento ove il corso legale non fosse più attuale. [...] Demodoxalogia, qualità della comunicazione ambientale e tipo di vita sociale: una moneta a tre facce, più una."
L'evidenza dei fatti e degli oggetti ci mostra quello che crediamo essere la realtà delle cose, così come l'intelligenza della ragione ci dà la certezza in quanto basata su dati considerati scientifici. Ma è proprio così? Nel corso della giornata noi vediamo il sole che si muove (l'evidenza) ma sappiamo di sbagliare perchè ce lo ha dimostrato la scienza. Su quante altre cose la scienza non ci ha avvisato dell'errore? Il linguaggio matematico è euristico e multistrato: è sufficiente una normale conoscenza per risolvere i problemi quotidiani; più ci si inoltra nel linguaggio e nella filosofia dei numeri e più si risolvono e intravedono soluzioni nuove e nuovi orizzonti, sino a giungere alla scoperta di nuove stelle attraverso calcoli matematici, confermati poi dalle scoperte astronomiche. Su Sapere 2000 notizie abbiamo sostenuto:
"Una volta il fondamento delle regole lo si cercava nella metafisica, oggi ci si affida alla scienza sperimentale. Un cerchio si sta chiudendo: le leggi delle scienze naturali e quelle delle scienze sociali non sono poi così discordanti come si credeva. La sinergia e la regola del + e del -  riportano il tutto nell'ambito della matematica [...]"  (19 gennaio 1985)
"Ci apprestiamo cioè a ricostruire, seppure in modo diverso, un'unica matrice antropologica così come era all'inizio del cammino umano, prima che le varie culture prendessero forma e sostanza differenziandosi dal ceppo originario per poi rincrociarsi e ridifferenziarsi sino al raggiungimento delle sette grandi civiltà (occidentale, musulmana, indiana, cinese, inca, azteca e russo-bizantina) che hanno dato un'impronta all'evoluzione dell'umanità. Una ricostruzione imposta dalla tecnologia, con un unico linguaggio simbolico e visivo mutuato dai computer e un'unica aspirazione (la scoperta in chiave matematica delle leggi eterne). La filosofia cerca sostegno nella fisica per le sue dimostrazioni e questa si rivolge alla matematica per una controprova proiettata nello spazio e nel tempo. Tutto il resto muta in un continuo divenire." (25 gennaio 1986)
Andare oltre l'apparenza, oltre l'ultima scoperta scientifica o geografica, andare a vedere cosa c'è dietro l'angolo, dietro le dichiarazioni ufficiali e quelle dal "sen sfuggite", catalogare e confrontare per mettere in fila dei numeri lungo delle assi cartesiane, alla ricerca delle costanti che accumunano il percorso degli umani e della natura, nel presupposto che l'Universo (ed i suoi abitanti dei tre regni: animale, vegetale e minerale) è regolato da leggi armoniche e perenni. E' la filosofia dei demodoxaloghi della Sidd.      (8 - continua)



martedì 23 ottobre 2012

Fotografiamo Genzano


Domenica 21 moltissimi cittadini del comune di Genzano (Roma) si sono recati nella piazza principale armati di macchine fotografiche e hanno iniziato il giro della cittadina per immortalare gli aspetti da valorizzare e quelli di maggior degrado. In proposito il fotoreporter demodoxalogo Fabrizio Cimini ha così commentato l'iniziativa:
"Pregevole iniziativa davvero. Agganciata al territorio e contro un'amministrazione comunale probabilmente, a loro dire, opaca e rugosa. Ma di questo sindaco i genzanesi ne parlano come se fosse una zona grigia, fatta di pappardelle, festicciole e religione. Il territorio, infatti, necessita di un'autentico interessamento e coinvolgimento delle autorità. I denari pubblici spesi per organizzare eventi e festicciole varie in piazza potrebbero essere dirottati, ad esempio,  verso il rifacimento del manto stradale che in più punti a tracimato. Anche le sponde del lago di pertinenza comunale di Genzano andrebbero curate, sistemando la carrareccia che dal paese porta al lago zona fiocina, comprensiva di fossi trasversali adatti più ad una jeep che ad un'automobile, curare le sponde, rivalutare il turismo naturalistico ed archeologico grazie anche al museo delle navi, curare le aree verdi cittadine e risistemare i parchi giochi per bambini, battersi per portare l'università a Genzano dandogli l'edificio storico di palazzo Sforza Cesarini o, almeno,  dotarlo di una chiara indicazione che ne denoti lo spessore culturale delle iniziative prese al suo interno. Basta poco per migliorare. Come basterebbe poco per il recupero del centro storico, dove vige da troppo tempo un torpore che non interessa nessuno: ormai divenuto quartiere dormitorio per stranieri di ogni sorta. Vabbè dai, ce ne sarebbero molte da dire ma mi fermo qui" (www.fabriziocimini.blogspot.com)
Venerdì:  Politica allo sbando.

lunedì 22 ottobre 2012

Segnalazioni

Sabato scorso il quotidiano la Repubblica (foto sopra) ha intervistato Francesco Maria De Vito Piscitelli, cinquanta anni, due mesi di carcere, l'imprenditore indagato per i fatti di corruzione. L'affarista ha vuotato il sacco al magistrato inquirente e si è sfogato con il giornalista de la Repubblica su dieci anni di tangenti ai politici di ogni colore, per ottenere gli appalti. Riportiamo qualche frase tratta dal giornale:
"A Natale, Pasqua e Ferragosto i parlamentari italiani battono cassa. Un assedio, spegnevo il telefonino. [...] Mi dissero l'Auditorium di Firenze deve andare a Cerasi, lo vuole Veltroni. Quello di Isernia a un uomo vicino a Di Pietro. [...] Nell'ufficio di Anemone ho visto un tavolone con sopra milioni di euro. Da lì venivano i soldi per la casa di Scaiola. [...] Guido Bertolaso è un megalomane. Con la sua fama si vendeva per appena 50mila euro, quella era la sua tariffa. [...] Il magistrato della Corte dei Conti Antonello Colosimo mi ha taglieggiato dal 2004 al 2008. Ha preso tangenti del 15% [...] Angelo Balducci nei cnque mesi di carcere ha ricevuto settanta parlamentari, una processione. [...] Nel 1992 la politica chiedeva agli imprenditori denaro, ma dava benefici. Oggi la politica, e alcuni funzionari potenti, chiedono denaro per non farti male. E' il pizzo. Solo io ho pagato tangenti per un milione e adesso sono con il culo per terra"
Nello stesso giorno il quotidiano romano Il Tempo, in prima pagina, ha ricostruito la vicenda del finanziamento della regione Lazio ai gruppi consiliari giungendo alla conclusione che tutti sapevano, volevano ed accettarono: la commissione che preparò i provvedimenti, la giunta che li controfirmò e il consiglio regionale che li approvò. Tutti i partiti e tutti i consiglieri.

Domenica 21 nella trasmissione Omnibus de La7tv è emerso che per nominare un dirigente amministrativo in un comune occorre il benestare del ministero dell'Economia. E' una diminuzione, secondo i sindaci, del processo democratico delle autonomie locali che dovrebbero decidere e rispondere ai propri cittadini degli atti compiuti.

venerdì 19 ottobre 2012

La geometria della realtà

Nel trattato di cinquecentosei pagine Geometria della realtà e inesistenza della morte (del 1947) Toddi ha esposto la sua tesi sull'esistenza di costanti K che sovrintendono il Cosmo, disciplinandone il cammino nel corso dei secoli; costanti immutabili e perenni che rispondono alla logica del minimo sforzo per raggiungere il massimo risultato. Anche Leonardo da Vinci e Voltaire avevano intravisto l'armonia dell'Universo ove "tutto è corda e puleggia (Voltaire)" per concorrere all'equilibrio cosmico, ma Toddi vi ha aggiunto una visione fisica-matematica che è impossibile condensare anche in un centinaio di pagine. Anzitutto ha spiegato che noi vediamo l'effetto degli eventi senza comprenderne il significato in quanto non riusciamo a percepire la realtà (l'essenza delle cose e della natura), con le sue regole e nel suo percorso (nascita, crescita, morte, rinascita). Una realtà armonica che contraddistingue l'Universo in movimento secondo la regola matematica della proporzione del coefficiente di espansione n. 
Del resto fin dagli antichi greci  si è ipotizzato il mondo secondo simmetria (dal greco sym-metria = unione + misura). La simmetria è l'ordinata corrispondenza di forma o di posizione fra le parti di un oggetto o fra gli elementi di un assetto. La natura ha inventato la simmetria che è presente in moltissimi organismi animali o vegetali e che corrisponde ad una precisa funzione, soprattutto lo spostamento e la nutrizione. Sin dalle prime civiltà l'uomo ha scoperto la simmetria e l'ha trasposta prima nell'arte (architettura, decorazione), poi nella tecnica e infine nella scienza astratta, soprattutto nella filosofia e nella matematica, due attività speculative che hanno profondi contatti. Per fare un esempio semplice e di facile verifica riportiamo la spiegazione di Toddi (Pietro Silvio Rivetta conte di Solonghello) sullo sviluppo di una foglia:
"Esprimiamo con una curva lo sviluppo di una foglia attraverso un certo periodo di tempo, suddividendo il tempo stesso in intervalli  t1, t2, t3, ecc., segnati sull'ascissa e indicando sull'ordinata la grandezza man mano raggiunta dalla foglia (1, 2, 3, ecc) quale essa è constatata da un occhio normale. La foglia si sviluppa con un accrescimento irregolare, dipendente da vari fattori: il clima, il grado di umidità, la maggiore o minore insolazione, l'intervento di sostanze fertilizzanti. La curva ci dirà con grafica evidenza che la foglia, la quale aveva una certa grandezza in un dato momento (t), ha, dopo un certo intervallo, ossia nel momento t1, una grandezza quadrupla: e così, in successivi momenti (t2, t3, t4 ...) ha grandezze sempre maggiori, espresse dall'altezza della curva in corrispondenza ai momenti stessi. Servendoci della terminologia del calcolo differenziale diremo che la grandezza della foglia è funzione del tempo. [...] le scienze hanno chiamato fenomeno tutto ciò che può essere oggetto di osservazione. Per etimologia, fenomeno non è quel che accade ma quel che appare, quel che si mostra: da phàinomai passivo di phàinò io vedere. Il fenomeno, per il fatto stesso che esso cade sotto i nostri sensi, è appunto l'apparente, il temporaneo, il passaggio da un determinato stato ad un altro, il moto, esprimibile con una derivata. [...] Il nostro spirito ha l'innato bisogno di credere in una materiale realtà: l'esperienza ci rivela in ogni momento l'esistenza di qualcosa che si manifesta ai nostri sensi come distinto dalla nostra attività cosciente: ossia l'oggetto di fronte al soggetto (*). [...] L'essere per il filosofo e la materia per il fisico hanno carattere statico: il divenire e il moto hanno carattere dinamico. [...] dobbiamo accontentarci di raccogliere e coordinare quanti più dati possibili del fenomenico [Ndr: ciò che appare], cercando di dedurre da tali manifestazioni una figurazione di quanto accade nella stanza superiore."
Quindi secondo Toddi occorre andare oltre la limitazione dei cinque sensi sinora conosciuti e vedere la realtà (che è tridimensionale) attraverso un organo tridimensionale, o perlomeno, aggiungono i demodoxaloghi, con la visione metodologica della demodoxaloga Antonella Liberati, esplicitata in una puntata del corso online di demodoxalogia sul sito www.opinionepubblica.com, che possiamo completare racchiudendo l'indicazione nelle quattro facce della dimensione della moneta (faccia, retro, lega della sostanza e, infine, valore dell'oggetto).
(*) Per analogia si pensi al contrasto fra il nostro modo di pensare e il nostro modo di agire postulato da Max Nordau ne Le menzogne convenzionali della nostra civiltà (collana biblioteca universale Curcio, Milano 1950).
(7 - continua)


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mercoledì 17 ottobre 2012

Il senso della Storia

Il diagramma di Chalmer, un teologo scozzese docente di matematica alla St. Andrew's University, è così interpretato da Toddi in Geometria della realtà e inesistenza della morte (De Carlo editore, Roma 1947):
"[...] abbiamo oltrepassato di gran lunga la barriera che limitava il sapere dei nostri antichi, ma la nostra maggiore scienza dev'essere considerata come misura della accresciuta zona di ignoranza, secondo il famoso diagramma geometrico del saggio teologo scozzese. Per quanto possa estendersi il diametro, la circonferenza sarà sempre, con esso, nel rapporto del misterioso e ammonitore n." 
L'interpretazione potrebbe anche essere accostata al senso della Storia: più progrediamo lungo il cammino dei secoli, nello Spazio e nel Tempo, e più ci rendiamo conto che c'è ancora tanto da conoscere e scoprire, un cammino e una conoscenza che si dilatano all'infinito ma sempre entro le dimensioni geometriche del diametro del conosciuto (il passato e il presente) e della circonferenza del conoscibile (il futuro). Un cerchio che si ingigantisce protendendosi all'esterno, verso lo spazio, ricalcando le modalità dei cerchi concentrici sempre più piccoli dei passati secoli. E' come se gettassimo un sasso in uno specchio d'acqua.
La Storia è quell'insieme di cultura, avvenimenti (spesso cruenti), storie personali e collettive, miti, scienza e ideologie che hanno dato vita - nello spazio e nel tempo - a dei cicli che hanno animato la vita, l'azione e i dibattiti, in seno a frattali sempre più grandi e uniti fra loro. Ove per frattali intendiamo porzioni di quell'ambiente entro cui si svolge l'azione.(*) Ha scritto il giornalista demodoxalogo Ferdinando Mazzei (L'indagine demodossalogica e il metodo dell'indagine storica, negli atti della XLV Riunione della Sips-Società italiana per il progresso delle Scienze, Napoli ottobre 1954):

"[...] Indubbiamente converrà intenderci intorno al significato di ambiente, che è termine troppo vasto e generico per rimanere senza altra specificazione. Perchè, se per ambiente dovrà intendersi, nel senso più vasto, quello che interviene a condizionare genericamente il fatto storico, anche la geografia e il clima e più ancora i caratteri antropologici ed etnici dei popoli che vi concorrono ed ancor più quelli sociali ed economici tutti insieme ne saranno i fattori determinanti, ma ambiente, per antonomasia, ci sembra, sia quella particolare fisionomia e quell'atteggiamento che assume il giudizio comune dei contemporanei di fronte al fatto, alla vicenda, all'eroe e passa con il nome di pubblica opinione. Come tale la pubblica opinione è capace di influenzare uomini e non solo gli uomini comuni, ma anche i protagonisti, indirizzandoli in un senso anzichè in un altro. Perchè la storia comunque la si voglia considerare - opera di singoli protagonisti, opera di vicende estranee agli uomini stessi, ma ad essi connessi nel divenire delle umane generazioni, oppure opera di uomini che sintetizzano e influenzano con la propria forza l'opera delle generazioni e delle cose sappiano indirizzare gli avvenimenti al loro valore -  in tutti i casi non potrà e non può prescindere dagli uomini, dalle comunità, che in un modo o nell'altro hanno condizionato gli avvenimenti, il protagonista. E' però opportuno precisare che i pubblici (mi richiamo espressamente alle definizioni di pubblico che ci dà la demodossalogia e alle sue più diverse specificazioni) sono tardi ad avvertire, sentire, e quindi partecipare all'avvenimento di carattere e portata storica, e che quindi gli attori della politica e della storia hanno da vedersela in realtà con pubblici bene determinati e circoscritti, che spesso sono più o meno qualificati, nell'espressione del loro giudizio, di fronte al fatto o al personaggio."
Pertanto, se l'insieme della popolazione, del territorio, delle risorse, del progresso culturale (scientifico e ideologico), degli avvenimenti umani e della natura, sono - sotto la specifica di ambiente - il contenitore della Storia, l'opinione pubblica è il motore che indirizza la Storia verso una o l'altra direzione, a sua volta condizionata (l'opinione pubblica) dall'insieme delle forze che compongono la Storia, in un perenne ciclo di  causa/effetto, espansione e caduta, dilatazione (globalizzazione) verso l'infinito alla ricerca di un equilibrio che difficilmente sarà trovato in quanto equilibrio vuol dire stasi e quindi somma zero: cioè la fine di un percorso, la morte, il passaggio ad altre dimensioni.
E' la ciclicità, lo scontro, il perenne rinnovarsi (pensiamo per es. alla crescita di un albero e alla stagionalità delle foglie e dei fiori), lungo una traiettoria prefissata da un insieme di concause, che caratterizzano la Storia di quella parte di Universo chiamata Terra.
(*) Frattale dal latino fractus=rotto/spezzato indica una frazione di una dimensione omogenea, la definizione viene usata per descrivere, con modelli e formule matematiche, comportamenti più vasti apparentemente caotici.
(6- continua)

martedì 16 ottobre 2012

La dilatazione demodoxalogica

Il grafico n.2 (a destra) elaborato dallo scrittore e docente universitario Toddi (Pietro Silvio Rivetta conte di Solonghello) rappresenta il percorso elicoidale della Terra intorno a se stessa e, nel contempo, lungo la traiettoria del Sole che va verso la stella apicale denominata Vega, percorrendo in un anno 650.000.000 km.
Il grafico n.1 (a sinistra) rappresenta l'interpretazione demodoxalogica del percorso ellittico del Tempo nello Spazio. Le figure, riprese da Il Tempo nel Medioevo, rappresentazioni storiche e concezioni filosofiche, gli atti del convegno internazionale del 26-28 ottobre 1998 (edizione Sidd nel 2000), sono accompagnate dalla seguente spiegazione:
"Siffatta impostazione geometrica [...] risponde anche a quelle sensazioni collettive di malessere nell'avvicinarsi al mondo di domani, elaborate da Franco Rizzo (vedasi il post di mercoledì 10 ottobre), ove il non conosciuto lo stiamo già vivendo in quanto il nostro quotidiano altro non è che la sensazione ingannevole di un presente complesso e contraddittorio, a cavallo di un passato e di un futuro, quindi non conosciuto, ma - secondo i demodoxaloghi -  pur sempre nella fascia del cono rovesciato generato dal punto di origine "a".  Un cono rovesciato contenente la "memoria" di tutti gli avvenimenti succedutesi nel Tempo, attraverso la dilatazione nello spazio; "memoria" che condiziona [...] gli eventi ed i comportamenti sociali e quindi le interpretazioni dei fatti, le sensazioni e le aspettative. Una memoria, inconscia e collettiva, che si protende verso il futuro, verso nuovi percorsi in un continuum inscindibile di spazio-tempo, dal Medioevo alla futura età robotica, a sottolineare la causalità del percorso umano nel Tempo. [...] Se rappresentiamo il Tempo con una retta infinita, cioè nelle due direzioni, essa è divisa in un punto da "passato" e "futuro": un punto senza dimensione come incontro delle due semirette. Un punto senza dimensione e che pertanto non può contenere nulla, così come non ha dimensione il presente che è una convenzione per stabilire un inizio o la fine di un fenomeno: un limite, mai una durata. Poiché il futuro è quella parte di tempo ancora da venire il presente non è che l'estremo segmento del passato: il limite mobile."
Il percorso del tempo verso l'infinito compierebbe l'elissi occupando sempre più spazio nell'Universo (la dilatazione), compensando la distanza dal centro (origine) con una maggiore velocità. Demodoxalogicamente si spiegherebbe in questo modo la globalizzazione e la velocità che contraddistingue l'epoca moderna, rispetto ai tempi lunghi dei secoli passati, descritti in Demodossalogia ed opinione pubblica (ed. Sidd 1998):
"Nel passaggio dalla società feudale contadina a quella mercantile e poi alla società industriale moderna i vari aggregati umani ebbero tutto il tempo necessario per assimilare un loro specifico ruolo adeguandovi il comportamento. Però mentre nel periodo pre-industriale il cambiamento avveniva attraverso misure multiple rispetto alla vita dell'uomo, cioè la persona non riusciva a vedere compiute le opere che aveva iniziato, oggi le trasformazioni ci sfuggono di mano: non facciamo in tempo ad ultimarle che già sono obsolete [...] Gli stessi problemi della vita quotidiana, personale o collettiva, tendono a dilatarsi per entrare in una complessità più vasta: cioè si scarica la soluzione all'esterno. Per cui lo psicanalista è deputato a risolvere i conflitti della persona, l'amministratore di condominio quelli del caseggiato; la Comunità europea i problemi economici e sociali dei paesi aderenti, l'Onu i conflitti fra gli stati."
Una memoria che nel suo percorso nello spazio conserva le condizioni degli avvenimenti collettivi ed ambientali succedutisi nei secoli, ampliando all'estra-fisico (anch'esso facente parte delle costanti della Natura) la legge della conservazione della massa di Antoine-Laurent Lavoisier (1743-1794) comunemente conosciuta in "nulla si crea e nulla si distrugge". Una memoria che condiziona inconsciamente gli eventi in quanto il futuro è l'evoluzione di un passato elaborato nel presente, sulla scorta della complessità degli incastri di un puzzle racchiudente l'ambiente, la ciclicità delle correnti di pensiero, il percorso socio-economico e la propensione oscillatoria verso il mutamento. Quello che, sul piano culturale e didattico, è il portato della Storia.                                                                                                  (5 - continua)

venerdì 12 ottobre 2012

Il ciclo della storia

L'insieme delle opinioni e dei comportamenti umani, causati dalla cultura ideologica e scientifica e dall'interelazione territorio-popolazione-risorse, creano quello che definiamo come Storia: dei popoli, delle culture, dell'epoca. Una storia che, sia pure sotto altre vesti e definizioni, si ripete perché i valori, i bisogni, le aspirazioni si adeguano col mutare della tecnologia ma le pulsazioni e le finalità restano immutate (*)
Il grafico, elaborato dalla Sidd sulla scorta dei dati dell'Hudson Institute (L'anno 2000. La società di oggi presenta il mondo di domani, il Saggiatore Mondadori editore Milano 1968), mostra l'andamento ciclico dei fondamentali atteggiamenti intellettuali che si riverberano sui cicli politici: ogni ideologia (culturale o religiosa o politica) si traduce in teorie e prassi politiche attraverso precise scadenze che, dopo essere state oggetto di travaglio interno alle stesse ideologie e politiche, segnano il passaggio all'epoca successiva. Negli atti dell'VIII convegno di demodoxalogia (Scienza, società ed opinione pubblica), a proposito della ciclicità delle correnti di pensiero, abbiamo così interpretato il grafico:
"L'opinione pubblica è in funzione dell'ambito culturale, dell'educazione e dei caratteri dei soggetti che concorrono a formarla; a sua volta è il risultato di specifiche forze coagulanti (bisogni e valori) agenti all'interno di un più ampio contesto ambientale, correlato al territorio e alle risorse naturali ed umane, conformando in tale modo gli eventi sociali agli eventi fisici (naturali) soggetti a costante oscillazione (ciclicità) e dilatazione (globalizzazione)."
Se esaminiamo il grafico possiamo osservare otto cilindri che ruotano ciascuno intorno a se stesso e tutti in senso orario. Nella superficie alta del cilindro abbiamo indicato i valori filosofici e religiosi che impattano e permeano la prassi politica e sociale, per esempio: "l'élite o leader carismatici o messianici generano i principi e preparano l'avvento della verità carismatica o messianica, a sua volta generatrice di un re, capo o altro despota legale"; cioè è l'elite (politica o confessionale) che genera la presunta verità ideologica così come i principi (governanti) preparano (con il loro comportamento) il terreno per l'avvento di regimi assolutistici. Come a dire che dopo capi di partito o di confessioni religiose osannati dal popolo seguono situazioni ai confini della legalità nell'investitura di governanti populisti, ai limiti della dittatura.
O ancora: "il relativismo e lo scetticismo portano la democrazia", mentre "la teologia e il formalismo hanno generato l'aristocrazia", così come "il deismo, l'empirismo e la scienza formano la classe degli oligarchi". Ogni lettore può esaminare la successione dei cilindri raffrontandola con i vari periodi storici di sua conoscenza e trarne le debite conclusioni, tenendo presente che lo studio dell'Hudson Institute sintetizza secoli di storia a partire dall'antica Grecia e che, in seno ad ogni cilindro (epoca) e nel passaggio al successivo cilindro, le modalità di evoluzione seguono il percorso indicato nel post del 10 scorso "Oscillazioni demodoxalogiche".
(*) Secondo Bertrand Russell viviamo in un mondo in continuo movimento, ove l'evoluzione segue una spirale: cambiano le forme e le motivazioni ma restano immutate le pulsazioni e le finalità.                                                               (4- continua)

giovedì 11 ottobre 2012

Il percorso socio-economico

Così come l'interelazione tra territorio-popolazione-risorse e l'impatto dell'innovazione ideologica e scientifica producono effetti a cascata nell'ambiente circostante e sull'opinione pubblica, secondo dei cicli che si ripetono nel tempo e nello spazio, il puzzle del cammino della società segue un suo percorso che ricalca sempre gli stessi schemi, come esplicitato nel grafico ricavato dagli atti dell'VIII Convegno nazionale di demodoxalogia a Mira (Venezia) il 13 maggio del 2000:  Scienza, società ed opinione pubblica.
"La cultura sviluppa il pensiero sociale, la ricerca scientifica e la forma delle istituzioni; dalla scienza nasce la tecnica che è l'applicazione scientifica ai fini pratici ed economici. L'economia (libera o dirigistica) influisce sulla società attraverso la produzione e la distribuzione dei beni richiedendo sempre maggiore tecnologia. La società progredisce attraverso l'economia e si difende e rafforza mediante le istituzioni (aperte o chiuse). Le istituzioni influiscono sullo sviluppo della società, della cultura e dei valori mettendo in moto il perenne ciclo a due direzioni."
 Tra l'applicazione tecnica ai fini industriali e l'originaria scoperta scientifica possono passare anche molti anni ma il percorso è sempre lo stesso: l'economia si espande sullo stimolo dell'innovazione e fa anche crescere culturalmente la società. Nei paesi cosiddetti arretrati, economicamente e socialmente, la ricerca culturale e scientifica è ancora in fase di sviluppo. Le politiche dirigistiche possono accelerare lo sviluppo tecnologico così come le istituzioni democratiche la crescita della società. Nel complesso un percorso ciclico che ripete la tendenza universale dell'oscillazione che caratterizza gli eventi ed il comportamento umano.       (3 - continua)

mercoledì 10 ottobre 2012

L'oscillazione demodoxalogica

Così come nella vita degli esseri viventi umani, animali e vegetali, c'è il momento della gestazione, della nascita, della crescita, della maturità, della vecchiaia e della morte anche in talune entità del firmamento osserviamo momenti di espansione e di scomparsa di astri. Un ciclo perenne di oscillazione che coinvolge - nel tempo e nello spazio - gli stessi avvenimenti, riverberandosi sulla natura umana. Sia le ideologie che le tecniche, l'arte o la giurisprudenza, evolvono in modo oscillatorio adeguandosi alla mutazione imposta dall'ambiente che, come abbiamo visto ieri, è un puzzle formato dal territorio, dalla popolazione che vive su quel territorio (frattale), dalle risorse del lavoro e dell'ingegno, e infine dalle risorse della natura.
Lo schema in alto, tratto da uno studio della demodoxaloga Antonella Liberati, rende bene l'idea del percorso che compie una ideologia (politica, religiosa o economica) o un'invenzione o teoria scientifica, così come un movimento culturale artistico. Il grafico illustra l'andamento delle innovazioni, ove il nuovo ciclo moderno comincia a manifestarsi senza essere riconosciuto (vedasi i riferimenti di Franco Rizzo nell'introduzione a Consenso ed istituzioni, Esi Napoli 1981) da tutte le fasce dell'opinione pubblica sino all'apogeo del moderno. (*)
humus = elementi in obsolescenza tangibile o intangibile del ciclo precedente.
innovatori/innovazioni = persone e tecnologie che tendono a rimuovere lo stato d'inerzia d'uso del ciclo precedente.
futuristi = percettori dello stato dell'ambiente, dei non ancora visibili elementi di modernità, futuri per l'opinione pubblica.
moderno = quando da innovativo e per pochi tende a diventare di massa.
post-moderno =  quando l'innovazione ha raggiunto ogni fascia e tipo di opinione pubblica con relativi comportamenti economico-sociali.
post-post-moderno = quando il bene, il servizio o il comportamento non costituiscono più motivo di ambizione o prestigio e vengono considerati patrimonio acquisito da conservare o porre in obsolescenza.
obsoleto = ritenuto da abbandonare. Spesso è rivisitato in un ciclo successivo distante.
Se allo schema raffigurato in alto tracciamo un'ideale asse cartesiano, ponendo l'apice dell'ordinata y in corrispondenza del punto 4 (moderno) e l'ascisse x sulla retta tra i punti 1 (humus) e 7 (obsoleto), e se immaginiamo sul tracciato l'inizio dell'onda di una parabola rappresentante il successivo periodo economico-sociale potremmo agevolmente dedurre che il nuovo ciclo dell'innovazione, ancora non visibile, spesso coincide con i punti 4 e 5 della modernità di massa proseguendo il suo cammino secondo lo schema del ciclo precedente. Sino alla successiva onda all'infinito.                                               
*) ... dobbiamo in qualche modo avvicinarci al mondo di domani, che avanza  tanto rapidamente da consentirci di riconoscerlo già in molte delle cose che fanno parte del nostro quotidiano ...                               (2 - continua)






martedì 9 ottobre 2012

Il puzzle demodoxalogico

L'immagine, ripresa dalla pagina di controcopertina degli atti Leggere la qualità delle comunicazioni (seminario del 11-12 settembre 2004), rende bene l'idea di uno dei primi concetti esplicitati dai demodoxaloghi della Sidd sulla scia di quanto espresso da Gustave Le Bon nella Psicologia delle folle (1895) e Gabriel Tarde in Le leggi dell'imitazione (1890). Gli individui si aggregano e agiscono per imitazione pianificando le regole di condotta in base ai comportamenti e agli eventi cui assistono e dai cui ne sono coinvolti. Un nesso cosmico (quindi superiore alla volontà e all'intelligenza umana) che tende a raggruppare i vari tasselli che convivono in un frattale (porzione di territorio) espandendosi verso l'esterno, attirando con la suggestione e l'imitazione, i frattali vicini più deboli. Un disegno di aggiustamento che abbraccia il territorio su cui vive la popolazione, la popolazione nel suo complesso (uomini, donne, giovani, malati, ecc.) e le risorse umane (lavoratori, imprenditori, artisti, sportivi, ecc.) e naturali (acqua, sottosuolo, flora, fauna, ecc.), intuito da Charles-Luis Montesquieu nello Spirito delle leggi (1748) (*). Un movimento perenne e in continua evoluzione di posizionamenti nei vari incastri, cercando di volta in volta la soluzione meno dispendiosa (nel senso di impegno di energie) in rapporto al tempo e allo spazio. Quella che definiamo come opinione pubblica è un concetto virtuale e di comodo, in realtà le opinioni pubbliche sono infinite, ogni tipologia di pubblico ha la sua opinione (è un tassello) che si confronta con gli altri tasselli sino a trovare l'incastro vincente. L'opinione pubblica, essendo il comune sentire della pluralità umana, risente anche dell'influenza del tempo storico-economico-culturale e dello spazio ambientale in cui vive e si evolve. Molte idee o invenzioni che precorrono i tempi non sono comprese o accettate proprio per il fatto di essere anticipatrici: dato che la massa si aggrega come la limatura del ferro sulla calamita ogni cosa che si discosta da essa è un fattore di turbamento nel rapporto territorio-popolazione-risorse. L'imitazione e la suggestione sono maggiori là dove più soggetti ne sono coinvolti, facendo in questo modo aumentare l'adesione al gruppo di appartenenza e la capacità di dominazione sugli altri aggregati umani, respingendo ogni sollecitazione esterna. Ove invece il pubblico di appartenenza è ristretto la facoltà di acquisire informazioni provenienti dall'esterno è molto più facile: tant'è che le novità sono inizialmente percepite (come vedremo) da particolari minoranze di artisti, studiosi, avventurieri.
(*) ... le leggi dei vari popoli non costituiscono qualcosa di casuale o arbitrario  ma sono strettamente condizionate dalla natura dei popoli stessi, dai loro costumi, dalla loro religione e sicuramente anche dal clima ...        
(1 - continua)

lunedì 8 ottobre 2012

Segnalazioni

* Sull'agenzia online Informatore Economico Sociale del 5 ottobre scorso (anno 50° numero 170) diretta dal demodoxalogo Francesco Bergamo abbiamo letto l'intervista al vicedirettore del quotidiano L'Unione Sarda, Giorgio Pisano, a proposito di formazione e rilevazione dell'opinione pubblica. Di seguito riportiamo i passi che risultano coincidenti con il pensiero demodoxalogico:
".... Non ho alcun dubbio che i mezzi di comunicazione di massa abbiano la capacità di santificare o uccidere chiunque. Giornali e televisioni possono creare un'aurea di sacralità (o comunque di empatia) nel raccontare un leader oppure attenuarne capacità e pregi.
....  ho verificato sulla mia pelle che un banale articoletto sui problemi di un quartiere poteva suscitare reazioni imponenti o mirate
.... Tengo conto esclusivamente dei complimenti insospettabili (quelli di uno sconosciuto, del fornaio o dell'impiegato postale) mai di quelli che arrivano da fonti in qualche misura interessate
.... L'autorevolezza [...] arriva in tempi piuttosto lunghi e dopo una presenza effettiva e permanente sulle colonne del quotidiano
.... La cultura cattolica, alla quale apparteniamo, condiziona artamente il nostro modo di essere o di sentire
.... la carta stampata occupa sempre più un settore di nicchia. I nuovi media sono irimediabilmente il futuro"
Consigliamo ai nostri lettori di leggere l'intera intervista sul sito www.demodossalogia.it in quanto contribuisce a capire l'importanza dei massmedia nell'orientare, nel bene e nel male, l'opinione pubblica. Ovviamente se tale opera di persuasione è fatta esperti del settore, come i demodoxaloghi, in quanto - per esempio - nell'intervista si cita il caso de la Repubblica che sbagliando strategia ha contribuito ad alimentare la forza di Silvio Berlusconi.

* In "primo piano" sul giornale online La Vera Cronaca, diretto da Pierfrancesco Palattella, un articolo su "I sociologi e l'ambiente", tema basilare per i demodoxaloghi. (www.laveracronaca.com)

* Solo in questi giorni abbiamo appreso la scomparsa dell'editore Angelo Ruggieri, deceduto il 19 luglio 2010. Ricordarlo come editore è riduttivo: era un apostolo della diffusione della cultura e della giustizia, sempre a fianco dei più deboli e disinteressatamente, pagando di persona (in ogni senso) il suo essere uomo libero. Vada alla figlia il commosso ricordo dei demodoxaloghi che lo hanno conosciuto e avuto come amico.

venerdì 5 ottobre 2012

Monti liberticida

Qualche politico e commentatore lo hanno detto da tempo: la democrazia in Italia è finita fin dall'avvento del governo dei tecnici. Infatti Mario Monti è stato imposto dai vertici dell'Unione europea, con il beneplacido del presidente della Repubblica e dopo una drammatica giornata. Nessuno degli uomini al governo, sostengono i parlamentari che fanno riferimento alla costituzione, è stato eletto dai cittadini e basterebbe questo per inficiare di legittimità l'attuale rappresentanza governativa. Se la democrazia è l'espressione della volontà popolare, che si articola attraverso la nomina di propri rappresentanti in seno ai posti ove si decidono le sorti dei cittadini, i ministri ed i sottosegretari di Monti sono privi di tale requisito. Dove è, allora, il controllo del popolo sulle istituzioni e su coloro che dovrebbero rappresentare gli elettori? Se tra popolo e governanti manca l'investitura siamo in un vero e proprio Stato totalitario.
Con la democrazia l'elettore può scegliere un partito, una coalizione e gli uomini degni di rappresentarlo. La democrazia ci ha dato un Alcide De Gasperi, un Giorgio Almirante, un Enrico Berlinguer, tanto per citare i maggiori partiti; uomini scelti e votati dal popolo con consensi plebiscitari. Quegli stessi consensi (di voto e rispetto) che si sono avuti anche nelle amministrazioni comunali, provinciali o regionali; citiamo per esempio il sindaco di Firenze Giorgio La Pira appellato popolarmente come santo, per la sua rettitudine politica e morale. Con la democrazia il popolo sa scegliere i suoi rappresentanti migliori e gli conferma la fiducia, vedasi per esempio il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni in quella carica sin dal 1995 (Wikipedia) o l'ex capogruppo del Pdl alla regione Lazio Franco Fiorito eletto con oltre trentacinquemila voti.
Qualcuno potrebbe obiettare che Fiorito è indagato e ristretto in una cella ma, se siamo democratici, dobbiamo anche essere garantisti e esprimere il nostro giudizio al termine del percorso processuale (sino alla Cassazione); del resto l'indagato, hanno scritto i giornali, ha "urlato la sua innocenza" e sostenuto che fuori dal carcere e nel suo partito ha incontrato persone peggiori. Non possiamo certo dargli torto! Il suo legale l'onorevole Carlo Taormina, già uomo di fiducia di Silvio Berlusconi, ha argomentato che i denari pubblici, una volta dati dalla regione ai gruppi, essendo nella piena disponibilità dei gruppi non hanno più la caratteristica che li lega al finanziamento pubblico. E' come dire che con il passaggio di mano dalla regione al partito cambia l'effige sulla moneta e che, una volta che uno è nella piena disponibilità dei suoi euro, ci può fare quello che vuole: al limite anche pulircisi il di dietro! E, grosso modo, è quello che Fiorito ha fatto. E con lui tanti altri in tutta Italia, quindi l'argomentazione dell'insigne giurista Taormina rispecchia l'opinione prevalente se sono decine e decine i rappresentanti politici che si sono comportati nello stesso modo.
Per porre un freno a tale benevola interpretazione legislativa il governo Monti ha varato una proposta di legge tendente ad escludere dalle cariche elettive quei personaggi che abbiano avuto condanne passate in giudicato. Una proposta liberticida in quanto annulla la libera scelta dell'elettore e l'essenza stessa della democrazia: deve essere il cittadino a vagliare e scegliere il rappresentante senza coercizioni o schermature ma solo in base ai suoi criteri di giudizio. Se, solo per fare un esempio, a me piace Nicole Minetti perchè mi devono togliere il piacere di averla come rappresentante alla regione o al parlamento?
Ogni ingerenza nella sovranità del parlamento (l'unica istituzione deputata a decidere) è un atto liberticida e ogni proposta o critica al comportamento dei rappresentanti della volontà popolare non fa altro che alimentare il populismo della antipolitica, portato avanti da Beppe Grillo. Ha osservato l'onorevole Italo Bocchino (Tv7 - 4.10.2012),  fedele seguace del presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini, che la politica ha un costo ma il "fiume di denaro non è nella politica ma nella dissipazione della spesa pubblica", assolvendo in questo modo la vituperata casta.
Quando un negoziante vuole aprire l'esercizio deve produrre il certificato del casellario giudiziario e quello antimafia, così come se un professionista volesse iscriversi all'ordine che disciplina la sua attività: sono delle cautele giuste in quanto hanno il fine di salvaguardare l'utenza e il pubblico. Ma i parlamentari non svolgono attività commerciale e quindi non occorrono leggi che tutelino i consumatori (in questo caso gli elettori), la loro attività è politica (rivolta al bene comune) e - in quanto tale - al di sopra di Giulio Cesare e delle congiure di palazzo: è un'alta espressione di etica sociale!
O, mi sono sbagliato e, nell'arco di cinquant'anni, non ho capito nulla della politica e dei politicanti. Meglio allora rifuggiarmi nei sogni, nella fantasia e nel paradosso umoristico!

giovedì 4 ottobre 2012

La nostra civiltà

Sintetizzando la ricerca del 1986 Indagine demodoxalogica sul post industriale, sulla rivistina culturale "Sapere duemila" edita da Angelo Ruggieri (anno V - numero 84 - luglio 1988) nel consueto articolo di fondo tracciammo a grandi linee quanto si andava delineando nel mutamento culturale e sociale che attualmente stiamo accingendoci ad attraversare. Inquinamento, conflitti generazionali e razziali, mescolamento di ruoli tra destra e sinistra, esaltazione della creatività e dei mass media, nuovi bisogni sociali e narcisismo basato sul protagonismo. Dopo ventisei anni possiamo confermare quanto emerso dalla ricerca demodoxalogica del 1986.



mercoledì 3 ottobre 2012

Scenari elettorali

E' presto per ipotizzare, sulla scorta dei sondaggi, quale sarà il panorama politico che scaturirà dalle elezioni del prossimo anno; mancano ancora molte varianti: il tipo di legge elettorale che il Parlamento dovrà votare, i risultati elettorali delle regioni Sicilia e Lazio, il regolamento del Pd per disciplinare le primarie e, soprattutto, le eventuali ulteriori inchieste giudiziarie negli uffici regionali e provinciali di mezza Italia.
Una cosa però è certa: i politici non dormono sonni tranquilli e temono di non essere rieletti. Il PdL perderà un terzo dei suoi attuali parlamentari, la gerontocrazia del Pd per la prima volta teme di perdere il seggio, i cani sciolti delle varie formazioni non vedono un futuro e si offrono al migliore acquirente ma in giro non ci sono compratori. L'unico che cerca di riempire la borsa della spesa per poter vantare un contorno di nomi di rilievo è Pier Ferdinando Casini che, dopo le dichiarazioni di Mario Monti, non può più spendere il nome del presidente del Consiglio dei ministri a garanzia del suo programma, tuttalpiù può auspicare un Monti bis; a questo punto che faranno Gianfranco Fini, Luca Cordero di Montezemolo, Emma Mercegallia e tutti gli altri personaggi che intravedevano nella lista civica nazionale, proposta da Fini, una carriera politica?
A parte la Lega che sta riguadagnando posizioni ma nell'ambito del solo nord Italia, collocandosi come una realtà megaregionale che erode le posizioni del PdL in frantumi, solo Beppe GrilloMatteo Renzi gongolano: tutti i sondaggi li danno in ascesa! L'elettore non guarda i programmi, vota per simpatia o per protesta. I grillini raccolgono i voti degli arrabbiati che vorrebbero vedere tutti i politici in galera (anche quelli non inquisiti), Renzi si pone come il rottamatore delle vecchie ideologie e di coloro che sinora le hanno rappresentate, il suo è un vero e proprio scontro di generazioni.
I quotidiani Corriere della Sera e La Stampa sono con Renzi. La proprietà editoriale cui fanno capo i due quotidiani è formata dalla crema degli industriali, bancari e confraternite varie che fanno affari "anche" con gli enti pubblici. Renzi al governo non dispiace, è un ragazzotto ancora non pronto per parare i vari trabocchetti dei lobbisti e delle confederazioni, con lui sarà più facile tessere quei provvedimenti, apparentemente inocui, che dovessero risultare giovevoli alla propria parte. Allora tutti ai gazebo, per ora il candidato è Renzi in attesa che scenda in campo il vero portavoce dell'imprenditoria.
Ma, come dicevamo, i giochi sono ancora aperti e al Colle non dovrebbe dispiacere un Jolly che sparigliasse le carte: Emma Bonino a palazzo Chigi e Mario Monti al Quirinale, allora sì che l'Italia in campo internazionale riguadagnerebbe posizioni di prestigio con benefici effetti sull'export e sull'economia.

martedì 2 ottobre 2012

Movimenti politici

Il telegiornale delle ore 19 di Rai3 di venerdì scorso ha dato notizia che la riunione degli Stati generali della Lega di Roberto Maroni ha aperto le porte agli industriali per mettere a fuoco strategie e programmi da inserire nel partito. Il telegiornale ha anche aggiunto che i leghisti abbandoneranno i folcloristici riti padani (come quello dell'ampolla) e la rivendicazione scissionistica della Padania per articolarsi in un partito moderno attento al mutamento epocale.
Proprio quello che avevamo detto lo scorso 10 settembre nel post Carrellata demodoxalogica.

Domenica 30 settembre, in un convegno, prima Gianfranco Fini ha auspicato la nascita di una nuova formazione politica, denominata lista civica nazionale, distante dal Pd e dal Pdl, che riunisca tutte le forze del Paese per la ricostruzione dell'Italia, poi Pierferdinando Casini ha annunciato la sua adesione al progetto. Un movimento in appoggio a Mario Monti bis e sostenuto da Luca Cordero di Montezemolo.
Come abbiamo sempre scritto (vedasi anche l'ultimo post del 27 giugno La federazione civica) i due vanno a braccetto e si sorreggono vicendevolmente per rientrare in Parlamento.

lunedì 1 ottobre 2012

Reclutare insegnanti

Da qualche settimana è partito il nuovo anno scolastico con tanta incertezza per chi la scuola – con riferimento qui in particolare a quella pubblica statale - deve farla, gli insegnanti. I veri maestri sono pochi, ed incontrarli nel corso della vita è una fortuna. Ma quali sono i criteri perché un maestro possa essere valutato davvero come bravo e meritevole di formare altre persone? Quesito annoso e da sempre iper-discettato. Veniamo dunque al reclutamento dei docenti. L'argomento è molto difficile, dati i cambiamenti continui nei quali non sempre è facile barcamenarsi e reperire informativa chiara, trasparente ed esaustiva nell’immediato.
Facciamo un po’ di cronistoria. Dopo le tradizionali procedure che prevedevano il superamento di concorsi pubblici ordinari o riservati (rivolti a chi aveva già prestato servizio) per essere abilitati e aspirare al ruolo, a seguito di una buona collocazione in graduatoria,  all’inizio del Duemila viene istituita, a numero chiuso, la Ssis - Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario – definitivamente sospesa nel 2008. Per accedervi erano previste prove d’accesso e un percorso di due anni tra corsi universitari e tirocinio in classe. Ad ora, dopo quattro anni, il nuovo sistema abilitativo prevede la frequentazione di un anno di tirocinio formativo presso un istituto scolastico, sulla base della disponibilità di posti vacanti, e al contempo di corsi universitari. Soffermiamo l’attenzione su quanto sta accadendo oggi. Il presupposto per poter insegnare, quindi, è l’abilitazione. Nel mese di luglio sono state espletate le prove di accesso al tirocinio formativo attivo (TFA), unico canale per tutti i non abilitati, dunque sia per i freschi laureati, che per insegnanti a tutti gli effetti da più anni collocati in graduatorie d’istituto – perché quest’ultimi dovrebbero ripetere l’anno di tirocinio? Svolgere un tirocinio in classe per entrare a contatto con gli studenti, con la didattica e con la burocrazia, è indispensabile e raccomandabile non solo per conoscere il mondo della scuola, ma anche per comprendere se la strada intrapresa e prescelta è confacente alla realtà delle aspettative. Ma perché farlo quando si è già laureati e a fior di euro? Sì, poiché, quest’anno, la sola partecipazione al test di pre-selezione per il TFA costava dai 100 ai 130 euro a seconda dell’Ateneo scelto e a classe di concorso – ad es. un laureato in lettere classiche poteva optare per ben 4 classi -, e a seguire prova scritta e, poi, orale, infine accesso al tirocinio, da rendere gratuitamente in una scuola statale, con frequenza contemporanea di corsi universitari, il cui costo varia dai 2500 ai 3000 euro, in base all’Ateneo scelto. Ora, i più dei candidati aspiranti non solo non effettuano lavori pregressi, ma in più devono anche sborsare - o meglio farle sborsare dalla famiglia… - esose cifre per seguire un percorso che non termina certo col tirocinio, solo abilitante, ma che prevede anche il superamento di un concorso pubblico per entrare in ruolo e coronare finalmente un sogno? Resta il punto di domanda perché, strada facendo, le carte possono essere nuovamente rimescolate… Oltretutto è pubblicato in G.U. del 25 settembre 2012 il bando di concorso per il reclutamento di insegnanti già abilitati o laureati di vecchio ordinamento entro determinate annate accademiche, e in corso di approvazione un bando per tirocini formativi attivi speciali, ossia riservati a chi ha già insegnato senza abilitazione. Raccapezzarsi in questo mare magnum informativo non è cosa da poco!
Va da sé che il primo requisito che deve possedere un insegnante è la preparazione, ossia deve conoscere esattamente ciò che dovrà trasmettere; dunque la prima verifica attiene indubbiamente al merito, cui fanno seguito attitudini, passione e capacità di stabilire buone relazioni umane. Tutto ciò, ribadisco, si può tranquillamente valutare in itinere, già durante gli anni di studio accademici, e, una volta conseguito il titolo, dopo un esame di abilitazione, sostenere un concorso pubblico. L’insegnamento non può essere certo concepito come un lavoro di ripiego, ma anzi come una sorta di missione visto che si hanno in mano le redini formative di generazioni, le quali, a loro volta,  dovranno contribuire al funzionamento della società di appartenenza. Pertanto è fondamentale formare una classe preparata, competente, entusiasta e propositiva di insegnanti pronti a svolgere al meglio la loro professione dando uno spazio primario alla didattica e alla cultura. (scritto da Antonella Tennenini)