giovedì 28 febbraio 2013

La migliore delle legislature

Secondo Pangloss, il precettore nel castello del barone di Thunder-ten-tronckh, "è dimostrato che le cose non possono essere in altro modo: perchè, siccome tutto è creato per un fine, tutto è necessariamente per il migliore dei fini"..."e che, in questo che è il migliore dei mondi possibili, il castello di monsignore era il più bello dei castelli e la signora la migliore delle baronesse possibili" (Candido di Voltaire).
Sotto un certo punto di vista i risultati elettorali ci hanno dato la migliore delle legislature possibili, poteva andare meglio ma anche peggio. Silvio Berlusconi non andrà al governo e non potrà restituire l'Imu, abbassare le tasse e creare cinque milioni di posti di lavoro, tutte cose assurde uscite dalla fantasia del miglior piazzista d'Italia che, se attuate, porterebbero il Paese allo sconquasso economico sui livelli della Grecia; neanche Beppe Grillo potrà andare al governo (e, del resto, non lo voleva neppure lui) quindi l'Italia non uscirà dall'euro ma resterà accanto agli altri paesi contribuendo alla costruzione dell'Europa politica; Mario Monti in qualche modo è rimasto (seppure con una piccola pattuglia) e potrà assolvere ad una indispensabile funzione di raccordo con l'Unione europea; Pier Luigi Bersani potrà gradualmente e moderatamente attuare le sue lenzuolate riformatrici rasserenando la maggioranza del Paese.
Quindi come Pangloss possiamo dire che "tutto va nel migliore dei modi".

mercoledì 27 febbraio 2013

Ragioniamoci sopra

Prima di esaminare il risultato elettorale è bene soffermarsi su alcune sfumature:
- solo ai comizi di Beppe Grillo (così come si è visto nelle tv) sul palco c'e stato/a sempre un interprete per i sordomuti quale segno di considerazione verso i disabili, nelle altre formazioni politiche evidentemente tale categoria non è stata presa in considerazione.
- qualsiasi argomento possano portare a sostegno del porcellum, la scritta sulla porta della sezione elettorale "si può apporre solo un segno sul simbolo della scheda" conferma che non sono state elezioni democratiche ma pseudo elezioni, ove come nei regimi dittatoriali si può dire soltanto "si" o "no" al dittatore di turno. La parvenza di democrazia è consistita nel fatto che hanno concesso agli elettori di votare fidandosi dei nomi scelti dal partito (come ai bei tempi dell'Urss bolscevica).
- un deputato che, per protesta contro il porcellum e per scuotere l'attenzione dei colleghi e dell'opinione pubblica, ha digiunato per mesi e mesi (Giachetti Roberto del Pd) è stato messo nel listino se non proprio in fondo a metà lista dimostrando una scarsa considerazione (o un fastidio?) per chi aveva intercettato e rappresentato in parlamento l'opinione della gente.
- nonostante la neve e la pioggia gli italiani hanno dimostrato di considerare le elezioni uno strumento utile per il funzionamento dello Stato e pur subendo l'imposizione del listino non hanno disertato le urne, con un calo di appena un 5,1% rispetto alle ultime politiche.
- al di la delle scelte personali per questo o quel simbolo hanno espresso la loro volontà (ragionata o in base all'emozione del messaggio ricevuto), giusta o sbagliata che fosse perché è tutto relativo al contesto sociale, economico e culturale; quindi non potranno prendersela che con loro stessi se il parlamento e il governo non dovessero rispondere alle loro aspettative.

In merito al risultato uscito dalle urne ci azzardiamo a sostenere che è il migliore degli ultimi vent'anni per i seguenti punti:
- i partiti tradizionali, chi più chi meno, sono stati tutti puniti e molti autorevoli personaggi sono stati mandati a casa.
- Grillo ha sbaragliato tutti e avrà buon gioco, col suo gruppo, nel far rigare diritto i parlamentari e il governo, dettando le regole.
- il governo di Pier Luigi Bersani vivrà alla giornata mendicando, di volta in volta, i voti necessari per andare avanti, il che non è un male, ma il male minore se non un minimo bene: le proposte avranno il consenso di questo o quello a seconda degli argomenti, quindi nell'interesse della maggioranza degli italiani e non secondo i desideri delle varie lobby da sempre presenti (e condizionanti) nel parlamento.
- la legislatura sarà stabile in quanto gli eletti non avranno alcuna intenzione di perdere la congrua pensione, anche se sarà ridotta all'osso per iniziativa dei grillini.
-  l'esigua pattuglia di Mario Monti potrà svolgere una utile funzione di raccordo tra l'Italia e l'Europa con suggerimenti al governo e garanzia di stabilità nei confronti degli altri paesi.
- Silvio Berlusconi, nonostante la forza condizionante dei suoi gruppi parlamentari (Camera e Senato), sarà costretto ad una eterna difensiva su pressione della magistratura e dei grillini.
- essendo, la maggioranza dei grillini, provenienti dalla società civile e quindi digiuni di trabocchetti legislativi saranno costretti (per non cadere negli imbrogli) ad attuare la riforma dello stato e la vera semplificazione amministrativa, per rendere il tutto trasparente e nell'interesse dei cittadini e non delle lobby.
- gli altri gruppi parlamentari, impauriti dal successo di Grillo, non potranno più opporsi alla riforma delle istituzioni per non lasciare ulteriore spazio ai grillini, modificando quindi la legge elettorale, la magistratura, il funzionamento dello stato, il peso delle banche private, il ruolo del ministero della difesa, e così via.

In sostanza, ad eccezione del risultato di Antonio Ingroia, le nostre previsioni (in particolare le ultime due:  25 e 22 febbraio), si sono confermate esatte: Bersani "qualche voto in più degli altri", Berlusconi "arriverà al secondo posto" con i "grillini che gli contenderanno la volata", Monti "dovrà contentarsi del quarto posto", dopo Ingroia (previsione sbagliata in quanto lo davamo al quinto posto) avevamo previsto "oltre non si vede che deserto" cioè saranno tutti bocciati. Una previsione, come tante volte spiegato, basata principalmente sulla inde: l'indagine (non i sondaggi) sui massmedia. Senza alcun costo!

martedì 26 febbraio 2013

Marcello Cervo

In occasione della "giornata del ricordo" dei martiri istriani abbiamo (il 12 febbraio) citato il demodoxalogo Marcello Cervo; con piacere sul sito dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (info@anvgd.it) abbiamo trovato quanto segue:
"Di quelle tragiche vicende la demodoxalogia ha avuto un testimone diretto: Marcello Cervo, capitano della Croce Rossa di Gorizia, che di notte andava con altri italiani a disseppellire dalle foibe i cadaveri per dargli sepoltura. Marcello Cervo fu un tecnico di radiologia che seguì a Roma il corso di demodoxalogia e che partecipò a successive riunioni e a qualche convegno della Società italiana per il progresso delle scienze (Sips)"
Un ricordo di un amico che onora la famiglia dei demodoxaloghi che lo hanno conosciuto e dei giovani  studiosi che si sono accostati alla disciplina senza averlo conosciuto.

lunedì 25 febbraio 2013

Ed ora?

Dopo tanti mogugni e bla, bla, il popolo italiano è andato a votare. Hanno votato anche coloro che accusavano i partiti di non aver voluto cancellare la legge elettorale detta il porcellum; quanti hanno votato per Beppe Grillo sono stati coerenti con se stessi: non hanno dato il voto ai partiti uscenti responsabili della persistenza del porcellum o listino; ma gli altri? Con quale coerenza si accusa un partito di non aver fatto una cosa importante ma poi gli si dà il voto? Il fatto è che il ritorno in campo del cav. Silvio Berlusconi ha ricreato la spaccatura o con lui o contro di lui, per cui, ingoiando il rospo gli ex elettori dei due schieramenti sono ritornati a rafforzare la lista non più amata (come prima) per non far prevalere l'altra. Gli arrabbiati della sinistra hanno potuto scegliere tra il voto utile al Sel di Niki Vendola e quello disperso ad Antonio Ingroia
La paura di tutte le formazioni politiche per le piazze piene con Grillo ha spinto gli incerti, scontenti della politica ed arrabbiati per gli scandali, a votarlo come schiaffo ai professionisti e facce di bronzo della politica. Se non avessero mostrato la paura forse i voti a Grillo sarebbero stati di meno ma la malascoscienza degli uscenti ha spinto un milione di elettori a fare un ragionamento simile a quello su Berlusconi/Bersani: mi butto da una parte per punire l'altra.
Alta coscienza civica o assoluta ignoranza delle regole democratiche? Si è votato nella convinzione che tutti i programmi altro non fossero che fumo elettorale in quanto non attuabili o si è votato a prescindere dalle posizioni dei partiti, ignorando completamente il dibattito politico? Nell'uno come nell'altro caso la colpa è sempre di coloro che sinora ci hanno rappresentato in parlamento in quanto in sessant'anni non hanno saputo "educare alle politica" il cittadino. E, se non hanno fatto questo cosa altro hanno fatto? Solo la difesa degli interessi di gruppo o personali? Ha ragione allora chi ha votato per Grillo: restituiamo il parlamento al popolo. 
I politici hanno avuto paura della piazza (che hanno alimentato con il loro comportamento) non calcolando che il pubblico di Grillo appartiene a quella categoria di elettori (gli arrabbiati) che è solito scendere nelle piazze, protestare, partecipare a cortei (no tav, centri sociali, ecc.), ma è tutto lì mentre le altre categorie di elettori hanno preferito vedere i telegiornali e il teatrino televisivo, cioè non muoversi da casa. Nel calcolo delle piazze piene dobbiamo metterci anche quella gente che è andata per sentire un comico ma che non gli avrebbe dato il voto, quindi non tutti sono stati per Grillo.
Domani sera avremo i risultati, una cosa è certa a prescindere dalla personale preferenza politica: pensando al futuro prossimo non sapremo se piangere o ridere!

venerdì 22 febbraio 2013

48 ore

Tra poco più di 48 ore il popolo italiano potrà iniziare a deporre nell'urna la sua volontà nella scelta degli uomini (e donne) che lo rappresenteranno in parlamento, così come avviene nelle migliori democrazie, cioè in quelle democrazie popolari ove si è chiamati ad esprimere l'adesione (spontanea e gioiosa) al programma e alla lista di nomi presentati dal democratico governo in carica, mediante un "si". Paesi ove vige il consenso "bulgaro", cioè il 99% di adesione al regime. Noi non siamo ancora in quella situazione ma con il primo passo del "listino" (cioè la mancata scelta del candidato, grazie al porcellum) abbiamo iniziato il cammino verso la dittatura, che oggi non si chiama più così ma "governo autorevole", suggerito da nazioni amiche.
Con lo spirito di sacrificio nel servire il Paese, come i candidati hanno dichiarato, tutti si sono industriati a raccontare le favole più inverosimili per racimolare qualche voto per la loro coalizione: chi ha vantato di aver svolto corsi di studio inesistenti, chi ad andare alla posta per ritirare il rimborso dell'imu, qualcuno ha mostrato una sua foto con il papa, qualcun altro con la cancelliera tedesca, i caffè bevuti con gli elettori "amici per l'occasione" non si sono contati. Domani sarà il giorno di silenzio e meditazione, per poi ritrovarci tutti come prima, con le stesse preoccupazioni, recriminazioni e speranze sfumate, perché una cosa è certa: non vincerà nessuno. Ogni partito avrà bisogno dell'altro e tutti seguiteranno a spartirsi quel poco che è rimasto.
Se il Pd avrà qualche voto in più degli altri dovrà ringraziare Silvio Berlusconi che ha ricreato il vecchio clima di scelta fra lui e gli eterni comunisti guidati da Pier Luigi Bersani, se il Pdl arriverà al secondo posto lo farà con i voti di ritorno dalla lista di Oscar Giannino, se i grillini contenderanno la volata a Berlusconi l'aiuto verrà dai transfughi di Giannino e di Berlusconi. Il premier uscente, Mario Monti, che ha svolto una campagna elettorale non calibrata sul pubblico italiano, dovrà contentarsi del quarto posto, insidiato dal movimento di Antonio Ingroia. Oltre non si vede che deserto.
Tra i primi atti che i parlamentari saranno chiamati a svolgere, dopo la nomina dei presidenti della Camera e del Senato, ci sarà l'elezione del nuovo capo dello Stato al posto di Giorgio Napolitano. La logica sarà: io dò una cosa a te e tu dai due cose a me. Se Romano Prodi e Mario Monti non avranno i consensi sufficienti potrebbe farcela Emma Bonino.
A proposito di previsioni San Malachia ha profetizzato 111 papi, il prossimo e ultimo è nato a Romano Canavese (Torino) e come secondo nome ha Pietro.

martedì 19 febbraio 2013

Le tangenti

E' in corso da alcuni giorni un dibattito (ovviamente politico) sulle tangenti, da alcuni chiamate bustarelle, da altri intermediazione e da altri ancora corruzione, ove tutti fanno finta di scandalizzarsi. Vediamo di far chiarezza: l'intermediazione è quando l'intermediario mette in contatto il venditore con il compratore e si prende una percentuale calcolata in proporzione all'affare concluso, così come fanno le agenzie di compra/vendita/affitto di immobili non sempre denunciando l'introito all'Agenzia delle entrate. Tutti gli altri passaggi di denaro non previsti dalle leggi sono corruzione, anche - o specialmente - quando il passaggio di denaro avviene tra due o più persone e, guarda caso, sempre in nero.
All'estero l'intermediario è una figura prevista nel campo degli affari, non solo mette in contatto venditore e acquirente ma suggerisce emendamenti alle leggi in corso di approvazione e svolge azioni di "relazioni pubbliche" in presenza di appalti ed acquisizioni, così come avvenuto con la Finmeccanica per la vendita all'India degli elicotteri, con  tangenti elargite ai generali e politici indiani. Comportamenti vietati nel nostro Paese e da tutti stigmatizzati anche quando sono colti con il malloppo in mano. Il fatto è che viviamo sotto l'influenza cattolica ove vige l'ipocrisia, il pentimento e l'assoluzione, al contrario dei protestanti che rispondono delle loro azioni alla propria coscienza e, pertanto, si comportano secondo le regole che si sono date: ecco perché è prevista la figura dell'intemediario e del passaggio di denaro: per giustificarsi di fronte alla propria coscienza.
Da noi, in mancanza di leggi giustificative, tutti si scandalizzano ma tutti (proprio tutti) ricorrono alle tangenti: dal singolo cittadino che fa il regalino all'infermiere o al tecnico del comune per avere una migliore assistenza per un proprio congiunto in ospedale o agevolare l'approvazione di una licenza comunale, e così via. Cioè si fa un regalo (che ha un valore monetario) a persone già pagate per svolgere il lavoro richiesto, non è anche questa una forma di corruzione? Nomi altisonanti di inquisiti hanno giustificato la regalia (data o ricevuta) di denaro o benefit come prestito o assistenza professionale, non denunciata al fisco.
Se ognuno di noi benefica l'altro per aver ricevuto facilitazioni (vere o presunte) nelle piccole cose di ogni giorno specie se in presenza della pubblica amministrazione cosa può accadere nel caso di ingenti somme di denaro per appalti o altro? Il fatto è che la corruzione è insita nello Stato, nei suoi ordinamenti, a cominciare dagli iter delle pratiche, dai doppioni di competenze, visti e certificazioni, ove ad ogni passaggio spunta una manina per agevolare il percorso della pratica. E' questo il motivo per cui non si riesce ad attuare la modifica (ammodernamento) dello Stato: ogni ente, dipartimento in seno all'ente e ufficio in seno al dipartimento non molla l'osso, cioè la competenza nell'esame della pratica.
All'estero l'intermediazione è ammessa ma denunciata al fisco e bilanciata da un unico ente o funzionario certificatore della pratica. Cioè il cittadino o l'azienda che apre una pratica con un qualsiasi ente pubblico ha come riferimento - unico - la persona fisica che ha ricevuto la domanda e che ne dovrà rispondere, sino alla conclusione, al richiedente. Se ci dovessero essere pareri o approvazioni di altri uffici sarà compito del funzionario acquisire le informazioni e chiudere la pratica assumendosene la responsabilità. Se le informazioni richieste ritardassero oltre la misura fissata per legge il funzionario interpellato dal primo responsabile (il ricevente la pratica) potrà essere licenziato per negligenza o incapacità lavorativa. E' il miglior metodo per evitare le bustarelle e la corruzione pubblica.
O perlomeno, si spera, ridurre il numero delle manine da beneficare

lunedì 18 febbraio 2013

Incontri

Sabato scorso, in occasione del passaggio in zona di una demodoxaloga, alcuni anziani soci della Sidd si sono repentinamente incontrati, in un locale dei Castelli, con due giovani studiose della disciplina per uno scambio d'opinioni. Tra l'altro sono state esaminate la possibilità di una borsa di studio sulla demodoxalogia e contatti con altri centri di studio e divulgazione.  Nelle foto del fotoreporter demodoxalogo Fabrizio Cimini anche le due giovani demodoxaloghe.

venerdì 15 febbraio 2013

Ora esageriamo!

Chi ci segue da tempo sa che spesso abbiamo ricordato una battuta che circola tra i politici: se nella scorsa legislatura hai promesso 10 e non lo hai attuato alle elezioni successive prometti 100, gli elettori ti voteranno perché hanno la memoria corta. 
Infatti se chiediamo ai cittadini di citare uno o due punti del programma elettorale del partito per il quale voteranno oltre alle parole "lavoro", "casa", "scuola", "sanità" non sapranno indicarne altre, così come non sapranno come il partito di riferimento intenda attuare il suo programma. E, comunque, una cosa sono le promesse fatte e un'altra la possibilità di attuarle.
Ma, in questa campagna elettorale, sembra che stiano esagerando: c'è una gara nel prospettarci il paese del bengodi: toglieranno l'imposta sulla casa e la renderanno impignorabile, abbasseranno le aliquote dell'irpef e dell'irap, qualcuno addirittura abolirà l'imposta sulle persone fisiche, ci restituiranno i denari versati per l'imu, attueranno il condono e la sanatoria tombale, ci libereranno dal canone televisivo,  costruiranno il ponte sullo stretto, dimezzeranno i parlamentari, aboliranno il finanziamento pubblico ....... Cosa altro?
Quanta abbondanza di promesse, troppa. La soglia di credulità dell'elettore medio è stata superata: non siamo meno sciocchi delle galline e dei passerotti (post del 7 febbraio). Si dice che il grande architetto ci abbia fatto con un cervello e che questo sia deputato a osservare, valutare, giudicare e scegliere, o non è così?

giovedì 14 febbraio 2013

Altri tempi


Su Google abbiamo trovato questo ricordo di Sandro Pertini con una didascalia che coglie in pieno il profilo e la verità storica dell'uomo che fu prima presidente della Camera e poi Presidente della Repubblica.
Parlamentari di altri tempi, inviso anche alla dirigenza del suo partito di appartenenza: il Psi di Bettino Craxi. Avendolo conosciuto (foto sfocata insieme al direttivo europeo dell'European Youth Press Federation) vogliamo ricordarlo come esempio di coerenza, rettitudine e slanci verso il popolo (senza chiedere il colore della tessera), così come dovrebbero essere i politici.
Completiamo il ricordo con quanto pubblicò lo specchio, il mensile dell'Unione associazioni italiane in Svizzera, del settembre 1978.

mercoledì 13 febbraio 2013

L'ultimo impero

Il Vaticano e gli Usa sono gli ultimi stati rimasti che attuano la vocazione imperialista, dopo i grandi imperi del 1700-1800 della Spagna, Francia e Inghilterra ed i tentativi di Adolf Hitler e Benito Mussolini. Gli Usa attraverso la penetrazione economica, militare e diplomatica, il Vaticano con la diffusione ideologica della religione cristiana e la formazione culturale dei dirigenti nei paesi cattolici.
Il successore di papa Benedetto XVI va ipotizzato secondo questa ottica imperialista; ormai la presenza nell'Europa occidentale è consolidata e oltre il Vaticano non può andare, anzi sta perdendo fedeli specie dopo gli ultimi libri che rivelano intrighi, scandali e le varie vicende, dalla banca Istituto Opere Religiose da sempre passaggio di denaro riciclato o collocato all'estero alle ancora oscure storie relative a Emanuela Orlandi, Roberto Calvi, i misteriosi suicidi, la pedofilia, ecc. Gli stati che ancora offrono possibilità di penetrazione religiosa si trovano fra i paesi situati nelle zone emergenti: Africa, Sudamerica, estremo Oriente, pertanto il nuovo papa non potrà essere scelto - per ragioni di strategia politica - fra i cardinali europei ma tra quelli delle zone citate, per meglio far accettare e favorire la penetrazione.
Volendo, inoltre, fare della dietrologia possiamo ipotizzare che molto abbia influito sulle dimissioni il conflitto (sempre esistito) tra i vari gruppi di interessi etnici, appartenenza agli ordini religiosi e collegamenti politici, a cui si aggiungono le differenze tra progressisti  e conservatori (matrimonio, questione femminile, eutanasia, ecc.). Escludiamo le condizioni di salute (dichiarate per ragioni diplomatiche) per propendere verso uno scontro interno ai palazzi apostolici: con le sue dimissioni improvvise e la scelta di alloggiare da dimissionario entro le mura vaticane Benedetto XVI avrebbe la possibilità di vari colloqui riservati con il nuovo giovane papa che contribuirà ad eleggere attraverso i cardinali da lui nominati.
Nelle Chiese c'è una regola millenaria: rinnovare senza cambiare nulla!

martedì 12 febbraio 2013

La giornata del ricordo

Domenica scorsa è stata la giornata del ricordo del martirio degli italiani d'Istria, in parte trucidati nelle foibe del Carso e in parte costretti ad emigrare, principalmente nel sudamerica quale conseguenza della "pulizia etnica". Per quasi sessanta anni non si è parlato dell'argomento occultando un pezzo di storia che ha travolto più di trecentocinquantamila italiani, prima - con la compiacenza di Alcide De Gasperi e degli anglo americani - per tener buono il maresciallo Josip Broz Tito il dittatore della ex Jugoslavia che si stava staccando dall'Urss, poi perché del ricordo se ne era impadronito il Msi (specie ad opera del presidente Augusto De Marsanic).
La demodoxalogia ha avuto nelle sue file l'istriana Laudana Lettis  trasferitasi a Roma al villaggio Giuliano, ricostruito dall'imprenditore Oscar Senigaglia per ospitare i profughi italiani provenienti dalle terre cedute, col trattato di pace firmato da De Gasperi, al dittatore Tito allora appoggiato dall'Urss. Ma soprattutto ci piace ricordare il demodoxalogo Marcello Cervo di Gorizia che nottetempo, insieme ad altri, varcava il confine per calarsi nelle foibe per recuperare i cadaveri dei nostri connazionali martirizzati solo perché erano italiani d'Istria e quindi considerati dai comunisti italiani, sloveni e croati, dei fascisti da punire; mentre erano semplicemente degli italiani nati in Istria da generazioni colà residenti.
Nel VIII Convegno nazionale di demodoxalogia svoltosi a Mira (Venezia) il 13 maggio del 2000, con la partecipazione della Lettis, vedova del maestro della disciplina Federico Augusto Perini-Bembo, abbiamo avuto modo di ricordare Cervo ed i demodoxaloghi della Marca trevigiana.
Per chi volesse conoscere meglio questo pezzo di storia consigliamo una visita al museo ubicato nel "villaggio giuliano" nel quartiere Ardeatino, tenuto in piedi "a futura memoria" dai sopravvissuti e dai figli dei martiri.

lunedì 11 febbraio 2013

Un consiglio alla Lega

La migliore campagna elettorale è quella della Lega, nel senso che ha individuato le categorie di appartenenza (i pubblici) dei suoi probabili elettori e calibrato la propaganda sul sentiment dei vari pubblici che potrebbero orientare il voto verso la Lega. Oltre ad essere presente sia in tv che nelle piazze in quanto traggono la loro forza (contrariamente dagli altri partiti) con la presenza organizzativa (vecchia maniera) nel territorio delle regioni del nord. Vediamo le categorie dalle quali Roberto Maroni sta pescando voti:
- i fidelizzati che sono lo zoccolo duro e storico (nonostante le vicende interne) del movimento e si dividono in due gruppi. Uno, i vecchi leghisti della Lega scissionista con i raduni e l'abbigliamento folcloristico; l'altro, gli attivisti che ruotano intorno ai giovani sindaci leghisti che hanno tagliato i legami con il cerchio di Umberto Bossi. A seconda delle piazze e del pubblico che hanno davanti Bossi presenzia col vecchio zoccolo mentre Maroni con la nuova Lega.
- la medio/alta borghesia del nord con cultura elevata, sensibile alla visione maroniana della macro-regione, produttrice di reddito ed export, con l'esigenza di trattenere il 75% degli introiti dell'imu al nord per finanziare le imprese ed il lavoro.
- in misura molto minore la media borghesia del centro-sud affascinata dalle proposte liberal-socialiste di Giulio Tremonti, inserito entro il logo della Lega con il suo distinto simbolo della Lista Lavoro e Libertà (L.L.L.) e candidato capolista in tutto il centro/sud.
- i nordisti arrabbiati (disoccupati e tartassati) scontenti del governo del tecnico Mario Monti ma anche  insoddisfatti dalle chiacchiere di  Silvio Berlusconi.
- infine la categoria degli elettori che con più facilità tende a spostare i suoi voti:  i disinformati, cioè coloro che leggono raramente o superficialmente i quotidiani, non amano i dibattiti televisivi ma navigano su internet. Sono gli elettori che generalmente seguono la tendenza dell'opinione pubblica del frattale territoriale o sociale di appartenenza e che più delle altre categorie si lasciano guidare dall'emozione del momento.

Dato che le proposte eclatanti dell'ultima settimana di campagna elettorale sono le più efficaci e dato che l'elettorato della Lega (così quello di Beppe Grillo, Niki Vendola, Marco Pannella e Antonio Ingroia) è più sensibile di altre formazioni politiche a certi temi, suggeriamo di annunciare la trasformazione del ministero della Difesa in ministero della Protezione Civile per le calamità naturali ed industriali. Ai fini elettorali la Lega perderebbe qualche voto tra le file della medio-alta borghesia militare ma quanto ci guadagnerebbe tra gli arrabbiati e i disinformati (più attenti alle notizie clamorose)?
Se la nostra costituzione sancisce che l'Italia ripudia la guerra a cosa serve un ministero della Difesa? Solo ad acquistare aerei, navi, armamenti all'estero, con i ricarichi che possiamo bene immaginare? A che serve una pletora di generali e alti ufficiali oltretutto strapagati? Almeno la Marina ha il compito di controllare i mari ed intervenire con i salvataggi, i Carabinieri di svolgere indagini, la Polizia di garantire l'ordine pubblico, la Finanza, i Vigili del Fuoco ed i Forestali hanno i loro compiti specifici, ma la Difesa? Portare a spasso le consorti dei generali con auto ed autista del ministero e risparmiare sulle colf con gli attendenti facenti funzione di collaboratori famigliari? Basterebbe una piccola guarnigione di militari tanto per mantenere una struttura ai fini di parata e di obblighi (di pace, ma vera) internazionali. Quanto si risparmierebbe di tagli alla spesa, da poter destinare alle infrastrutture, alla prevenzione, messa in sicurezza di scuole e beni artistici, cioè da riversare proprio sul territorio tanto caro ai leghisti?
Le industrie italiane di armamenti non si troverebbero in difficoltà in quanto con l'export e la riconversione in cingolati per le zone accidentate, elicotteri da soccorso e attrezzature per l'emergenza l'occupazione non diminuirebbe. Mentre la Protezione potrebbe contare su caserme attrezzate per gli alloggiamenti degli sfollati, magazzini su tutto il territorio, personale fisso pronto ad intervenire sul territorio di competenza, strutture e comandi regionali e nazionali atti a far fronte ad ogni tipo di emergenza, inglobando nel riconvertito ministero anche i vv.ff. per una visione organica delle repentine azioni da svolgere.
Occorre rompere le incrostazioni interessate tra comandi militari, industrie e mediatori e creare un agile ministero per la difesa del territorio e dei cittadini. Cioè guardare al futuro, come i leghisti stanno facendo con la segreteria Maroni.

venerdì 8 febbraio 2013

L'ultimo sondaggio


Per una disposizione legislativa incomprensibile i sondaggi elettorali, svolti nelle ultime due settimane prima  del voto, non possono essere divulgati. Potrebbero influenzare gli elettori verso questo o quel partito. Perchè? I dibattiti televisivi e gli articoli dei giornali non influenzano gli elettori? Se non fosse così non vedrebbero la partecipazione dei candidati! Poi, l'influenza non è a senso unico ma ripartita al 50%: se danno un partito in ascesa qualche elettore indeciso potrebbe essere spinto a votarlo per rafforzare lo schieramento ma qualche altro indeciso potrebbe far convergere il voto sul partito avverso, spaventato dalla probabile vittoria del nemico grazie anche alla defezione degli assenteisti.
I demodoxaloghi non svolgono sondaggi campionari ma "indagini" d'opinione, non per nulla si chiamano inde: in.dagini de.modoxalogiche. Sono molto più simili alle indagini commissionate dal ministero dell'interno ai tempi dei governi della Dc: controllare quante copie delle singole testate dei giornali venivano acquistate nelle edicole. Similmente monitoriamo quanto e come diffuso dai canali televisivi e dai quotidiani più importanti, partendo dal presupposto che alcune testate giornalistiche sono schierate a priori in base alla proprietà del giornale (L'Unità, Libero, il Giornale, La Stampa, la Repubblica, il Messaggero, il Gazzettino, ecc.) per non parlare dei canali televisivi. Per esempio, a proposito di quotidiani, abbiamo notato che Il Tempo sotto la conduzione di Mario Sechi (candidato ora nella lista di Mario Monti) propendeva per il governo uscente mentre l'attuale direttrice del giornale lo ha riportato nell'alveo del centro-destra di Silvio Berlusconi. Come e in che misura i lettori de Il Tempo si orienteranno per Monti o Berlusconi? Ce lo diranno le copie realmente vendute (e non quelle indicate come stampate) nell'ultimo mese. Similmente ci regoleremo con Il Corriere della Sera, di proprietà di un'ammucchiata di industriali e banchieri con opposti interessi e propensioni politiche; i titoli, le foto, i paginoni, le interviste, gli editoriali, ecc. ci daranno il peso delle alleanze in seno al consiglio d'amministrazione del Corsera e, di converso, l'opinione (o le opinioni) ispiratrici sul sentiment dell'elettore.
Una cosa sono i sondaggi campionari, un'altra le indagini demodoxalogiche (che prendono in esame anche gli altrui sondaggi). Per esempio, secondo i sondaggi Monti al governo era al top per credibilità e consensi ma tale fiducia non si è automaticamente riversata sulla sua candidatura elettorale; una cosa è il tecnico al governo, un'altra il politico che chiede voti! Solo l'elettore appartenente alla categoria dei fidelizzati (dirigenti, iscritti, beneficati dal partito) non cambia opinione e voto, le altre categorie oscillano a seconda delle opinioni diffuse dai mass-media, dagli amici, nel contesto professionale o nel frattale (sociale o territoriale) di appartenenza. Oltre a fatti eclatanti di cronaca nazionale (es. MpS) o internazionale. Per la suddivisione delle categorie vedasi il post del 4 gennaio.

Lunedì: Un consiglio alla Lega.

giovedì 7 febbraio 2013

Galline, passerotti ed elettori

"La gallina è un animale intelligente" cantavano Cochi e Renato (Renato Pozzetto e Cochi Ponzoni). Non sappiamo se è vero ma possiamo fare un esperimento con i passerotti mettendo del miglio o molliche di pane sul balcone: pur essendo animali che passano la giornata in cerca di cibo, vedremo che non andranno dove lo vedranno ammucchiato in modo abbondante o concentrato in un solo posto. Come mai? Sono animali diffidenti che capiscono che dietro l'offerta di abbondanza di cibo c'è il trucco.
L'elettore è invece meno intelligente della gallina e del passerotto: si lascia abbindolare dalle proposte fatte in campagna elettorale: più sono eclatanti e più suscitano entusiasmi e consensi. Il popolo sogna, è un credulone bisognoso di speranze. Si comporta allo stesso modo di quando si trova davanti all'imbonitore del gioco delle tre carte: punta la sua giocata pensando di essere più intelligente del consumato mescolatore di carte e di portare a casa la posta in gioco. Ma è un gioco truccato ove i perdenti sono sempre i cittadini e gli elettori, i vincitori sono il biscazziere e l'eletto.

Domani: l'ultimo sondaggio.
Lunedì: un consiglio alla Lega. 

martedì 5 febbraio 2013

Grillo sopravalutato

Quasi tutti i sondaggisti danno Beppe Grillo in risalita, al terzo posto dopo il Pd e il Pdl e comunque davanti alla lista di Mario Monti. Nonostante che manchino appena venti giorni alla deposizione della scheda nell'urna l'assestamento degli umori elettorali  non è stato ancora raggiunto e le stesse tendenze che emergono dalle interviste campionarie hanno una forchetta molto ampia di variabilità (coefficiente d'errore).  Mai, come in questa campagna elettorale, fatti esterni alla politica (nazionale ed internazionale), o di riflesso, hanno influito sul pathos (le emozioni, il sentimento) piuttosto che sul logos (il ragionamento, l'educazione) del cittadino. Qualsiasi novità annunciata dai mass-media o recitata in tv esalta il sentiment dell'elettore confermando le propensioni o le avversioni verso questo o quello. Secondo i sociologi statunitensi la tattica vincente nelle discussioni di gruppo è quella di parlare per primo impostando gli argomenti, costringendo così gli avversari a rincorrere o smontare le tesi del competitore. Inoltre, sempre secondo gli esperti Usa, è nella prima parte della discussione che l'attenzione è più viva mentre è minore l'apporto di proposte (per un generale attendismo da parte dei partecipanti). Se ciò è vero nelle discussioni aziendali o di condominio non lo è per la partecipazione ai talk televisivi ove predominano i colpi di scena e le gag, poiché la tv è anzitutto spettacolo e in quel momento il potenziale elettore è uno spettatore che si lascia coinvolgere dall'insieme della recita e della scenografia.
Stante il fatto che, vivendo nell'era tecnologica, oggi la partecipazione pubblica non si manifesta più con la spontanea partecipazione dei cittadini nelle piazze ma attraverso la visione e "la partecipazione condivisa" a quello che il piccolo schermo ci mostra. Non ci sono più le folle, tant'è vero che per radunare la gente nelle convention e nei comizi (che ai tempi di Alcide De Gasperi, Giorgio Almirante, Luciano Lama, ecc. accorreva spontaneamente) si ingaggiano orchestrine e cantanti, attrici e belle figliole, completando la giornata con buffet o gita turistica. Grillo aborrisce la partecipazione alla tv per privilegiare il rapporto diretto con la piazza: lo può fare in quanto è un attore (comico-satirico) che sa come gestire lo spettacolo e i suoi comizi sono recite calibrate sull'esasperazione: per questo raduna il pubblico. Però fa male a non andare nel teatrino della tv, potrebbe essere un vincente e oggi il 2-3% dei voti si prendono con una buona recita televisiva, vedasi gli show di Silvio Berlusconi e le comparsate di Daniela Santanchè e Alessandra Mussolini (tanto per citare dei nomi che devono tutto allo spettacolo).
L'elettore di Grillo appartiene alla categoria degli arrabbiati e alla sottocategoria dei giovani poco informati (vedasi il post del 4 gennaio), che sono tanti ma insidiati dalle offerte politiche di Antonio Ingroia (a sinistra) e Francesco Storace (a destra); nei sondaggi riscuote simpatia e consensi che potrebbero però mancare al momento del voto proprio per la sua assenza dagli show televisivi, in quanto in politica (almeno in Italia) non valgono le indicazioni dei guro americani o dei sondaggisti di scuola Usa ma il numero e la consistenza teatrale nelle apparizioni televisive nell'ultima settimana. Ha raccolto più consensi l'invenzione del vaffa-day che in tutti i comizi messi insieme in quanto ha recepito il desiderio di sfogo dei cittadini attraverso un atto di corale liberazione.
Grillo non ti fidare dei sondaggi, te lo dice il decano dei demodoxaloghi, ma vai in tv!

Giovedì: Galline, passerotti ed elettori.

lunedì 4 febbraio 2013

Verso la peggiore legislatura

Ogni volta che i cittadini sono chiamati a rinnovare il parlamento sono soliti mugugnare su quanto sia stata pessima l'assise uscente; la considerazione fa parte di quel rito sociale che appartiene all'insoddisfazione popolare che, almeno a parole, trova il bersaglio da colpire.
Il parlamento che il 24 e il 25 uscirà dalle urne elettorali sarà il peggiore dell'Italia repubblicana. Possiamo asserire ciò in base alle seguenti variabili:
- per dare una svolta democratica al Paese, finalizzata al rinnovamento e alle riforme (quindi alle istituzioni), occorre sempre (in qualsiasi epoca e stato) una forza politica egemone; come fu in alcuni periodi con i governi della Dc (che godettero di una situazione internazionale di confronto tra due blocchi economico-ideologici); l'alternativa è la rivoluzione, che è stata un prodotto tipico di altre epoche storiche e di altre situazioni economiche e sociali;
- i numerosi movimenti politici che si presentano per il rinnovo del parlamento (circa una venticinquina)  denotano variegate impostazioni ideologiche, di potere e di interessi, con il risultato di frantumare gli schieramenti in seno al parlamento bloccandone l'attività e, di converso, accentuando l'instabilità governativa;
- dato che (si fa ma non si dice) qualsiasi formazione politica è portatrice di interessi (legittimi) di forze economiche, categorie professionali, visioni sociali, ecc., stante la frantumazione delle rappresentanze in parlamento e anche all'interno dei gruppi parlamentari, la composizione dei vari interessi potrebbe risultare più difficile del passato, aggiungendo un ulteriore freno all'attività legislativa;
- in virtù della legge elettorale (il cosiddetto porcellum) l'elettore non può individuare e scegliere il suo rappresentante in parlamento ma votare (eventualmente) la formazione politica, quindi dato che gli eletti non essendo più espressione di delegati dei cittadini ma di sudditi delle gerarchie che li hanno messi in lista e fatti eleggere, non terranno conto - nel corso del loro mandato - delle aspettative e degli interessi della popolazione del collegio (che teoricamente rappresentano) ma eseguiranno, qualsiasi esse siano (anche contro legem), le direttive dei tutori;
-  la difficile situazione economica che ha riflessi sull'occupazione e la spesa pubblica si fa sentire anche sulle formazioni politiche consolidate che, sinora, traevano alimento per mantenere sedi, giornali, segreterie, manifestazioni, dalle generose elargizioni, in nero, di banche, cooperative, assicurazioni, costruttori edili, imprenditori ed associazioni professionali, con il risultato che la lotta tra i movimenti politici sarà più feroce per la spartizione di quanto resta sul mercato, essendo l'unico vincolo che ancora tiene in piedi le formazioni politiche in quanto non hanno più, per le ragioni anzidette, il rapporto con gli elettori ma solo con i clienti (sovventori e beneficati) del partito;
- i cosiddetti scandali, dal Monte dei Paschi di Siena alla trattativa stato-mafia, dall'abbattimento dell'aereo ad Ustica alle inumerevoli ruberie giornalmente divulgate dai mass-media, oltre alle decine e decine di libri-documento sulle varie vicende della casta, dei servizi segreti, del Vaticano e della classe dirigente del Paese, hanno ulteriormente disgustato e allontanato i cittadini dal senso di unità nazionale e partecipazione politica;
- i nuovi (o coloro che si presentano come tali) della politica, attraverso le liste civiche o nuove sigle di appartenenza politica, a parte il fatto che essendo stati vagliati e scelti dalla gerontocrazia politica e non dagli elettori (anche col parziale imbroglio delle primarie subordinato al listino), in realtà tali non sono: dai loro posti di provenienza della società civile (?) hanno visto o eseguito passaggi e commistioni (denari, appalti, nomine, tacitazioni) tra i vertici delle rappresentanze politiche ed il mondo economico ed istituzionale del Paese. Non dovremmo pertanto meravigliarci se, nel corso della nuova legislatura, potrebbero emergere inchieste a carico di numerosi rappresentanti della cosiddetta società civile che, come tale, racchiude santi, poeti, navigatori, truffatori e maramaldi vari vestiti di perbenismo; un'altra legislatura che ricalca la precedente.

Domani: Grillo sopravalutato.

venerdì 1 febbraio 2013

Un mondo di bufale

Il sociologo tedesco Max Weber (1864-1920) sosteneva che l'attività umana può considerarsi come un'attività economica in quanto è finalizzata ad un lavoro in grado di produrre il benessere sociale. Partendo da tale assunto possiamo dire che la comunicazione sociale, essendo il veicolo che mette in rapporto fra loro i soggetti della società, è una comunicazione falsata in partenza in quanto basata su uno scambio tra venditore ed acquirente, ove chi offre magnifica i suoi prodotti o servizi o ideologia per convincere l'altro sulla bontà del prodotto da acquistare, oppure sull'ideologia da abbracciare o votare. E' come la storiella del consumatore che chiede all'oste se è buono il vino che vende. Del resto una certa Eva ricorse alla sua capacità persuasiva per convincere il convivente Adamo a cogliere il saporoso frutto proibito, fu il primo caso di comunicazione fraudolenta.
Da allora, e per tutto il cammino dell'umanità, racconti, dotte spiegazioni, ipotesi e allucinazioni hanno imperversato mescolando notizie vere con parti di fantasia per i più svariati fini: dalla mitomania al calcolo elettorale, dall'autogratificazione alla conservazione del potere, dal raggiungimento di uno scopo ad una esternazione momentanea, e così via. Alle tradizionali forme di comunicazione (orali, scritte, televisive) si è aggiunta la rete mediatica di internet che ha reso più difficile separare il vero dal falso e dal probabile. Questo perché tutti possono accedere a internet e divulgare qualsiasi cosa intendono dire, anche coloro che non si sforzano di ragionare ma ripetono cose sentite ma non verificate; inoltre mentre l'oratore, il giornale o la tv hanno uno o più personaggi fisici cui attribuire la paternità della comunicazione, con internet, spesso, non si conoscono i proprietari dei blog o sono personaggi del tutto sconosciuti: con incognita professione, collocazione sociale e produzione letteraria o scientifica. Impossibile risalire alla fonte!
Dopo oltre trent'anni, e grazie ad una esternazione dell'ex presidente della repubblica Francesco Cossiga, sappiamo che nel cielo di Ustica ci fu una battaglia aerea, coperta da ommiss, segreti di stato, trafugamento di prove, per salvare gli alti ufficiali dell'aereonautica e dei servizi segreti che spargevano in giro la bufala della bomba a bordo o del cedimento della struttura del velivolo colpito invece dal missile sparato dai francesi.
Recentemente gli amanti della navigazione su internet hanno trovato delle notizie che, se vere, farebbero cambiare la cronaca di alcuni famosi casi, tuttora irrisolti:
Emanuela Orlandi sarebbe la figlia, in questo caso adulterina, di papa Wojtyla, ancora viva ma sotto falso nome; lo sostengono lo scrittore portoghese Louis Miguel Rocha e la fotografa italiana Roberta Hildago.
Il sequestro e l'uccisione dello statista Aldo Moro fu gestito e rivendicato dalla brigate rosse ma preparato da uomini dei servizi segreti che pianificarono il rapimento e la gestione.
Per chi ne volesse sapere di più rimandiamo a http://www.lagiustainformazione2.it (Aldo Moro/Gabriella Carlizzi/Paolo Franceschetti), al settimanale L'Altra Repubblica del 1994, a http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri/emanuela/orlandi oltre  http://www.leggo.it/news/mondo/emanuela-orlandi (Rocha,Wojtyla,Orlandi).
Ma, sulla scorta di quanto diceva Weber, senza "etica economica" non c'è un freno alla capacità umana nel realizzarsi economicamente, quindi si divulgano bufale per vendere libri o mettersi in mostra. Per i demodoxaloghi la comunicazione va intesa come l'opinione di chi la emette, poiché nessuno può avere la certezza e nessuno vuole rimanere nel dubbio.