lunedì 15 aprile 2013

Mala tempora

Chi ci segue sa che abbiamo sempre sostenuto che i comportamenti sono la conseguenza degli stereotipi che, a loro volta, derivano dalla tecnica e dalle ideologie dell'epoca che contribuiscono, in modo determinante, a formare la società.
Prendendo spunto da alcuni riferimenti di mutazioni sociali in corso possiamo delineare il futuro prossimo che è dietro l'angolo, un futuro ben diverso dal passato. Qualcuno potrebbe dire in peggio, specie le persone di una certa età, ma noi preferiamo non esprimere giudizi di valore anche se, in un certo senso forse anche a causa dell'età, non vediamo il futuro roseo; può darsi anche perché non l'abbiamo ancora capito.
Partiamo dalla lettura dei giornali tradizionali e cartacei quotidiani e settimanali, come Panorama, L'Espresso, Corriere della Sera, Il Sole-24Ore, Il Tempo, ecc. per constatare che in questi ultimi anni la diffusione (stampa e lettura) degli stessi è calata in modo vertiginoso: i settimanali dal mezzo milione di copie sono scesi poco sopra le centomila, il quotidiano della Confindustria dalle cinquantamila alle ventimila, Il Tempo è intorno alle diecimila copie; solo per citarne qualcuno. Tale fenomeno dovrà pure avere una spiegazione: l'avvento della tv e dei tablet, la moltiplicazione delle piccole testate ...... mettiamoci tutto quello che vogliamo ma la predominanza dell'immagine è evidente, infatti nei nuovi settimanali troviamo solo foto e pettegolezzi in linea con le trasmissioni televisive di intrattenimento. 
Alla XLIX Riunione della Sips (Siena 1967) nella relazione Movimenti e rapporti tra opinione pubblica e valori spirituali e sociali del patrimonio artistico, storico e culturale dopo aver rilevato che "l'invasione di visioni" da parte del cinema, televisioni e giornali illustrati - che della vita e della cronaca ne avevano fatto un immenso teatro - avrebbero esercitato "un forte condizionamento" non solo sulla creazione artistica ma anche sul "modo di vedere e di sentire gli avvenimenti e i problemi del nostro tempo".
Infatti la lettura ci ha educato, nei secoli, a "leggere e pensare in solitudine" (vedasi le argomentazioni di Marshall McLuhan) riscoprendo l'individualismo dell'uomo-lettore e la correlazione causa-effetto; la lettura, come un sintagma, ha associato il pensiero, la meditazione e l'argomentazione liberandoci dalle convenzioni, i pregiudizi, la prepotenza dei poteri. L'immagine ci dà l'illusione di vivere nel villaggio globale, di partecipare agli avvenimenti contribuendo al loro evolversi mentre non siamo altro che spettatori, suggestionati dagli impulsi provenienti da una rete di circuiti elettrici che ha avvolto il mondo in una ragnatela di "coscienza istantanea" (McLuhan), disabituandoci alla lettura, al pensiero, all'argomentazione e alla causa-effetto. Siamo vittime passive del Ragno che ormai ci ha avvolto nel circuito elettrico e seguiamo senza riflettere i pifferai di turno. In un certo senso la stessa cosa fecero i seguaci di Gesù, di Karl Marx, di John F. K. Kennedy e gli altri. Ma ci sono oggi, e chi sono, i traghettatori verso la nuova era?