venerdì 31 maggio 2013

Appello ai politici (onesti)

Nella trasmissione Fatti vostri di Rai2 del 29 scorso è riemerso il caso del sottufficiale della marina Davide Cervia rapito nel '90: era un perito col grado 3 di segretezza militare in quanto sapeva collaudare e far funzionare i missili e i congegni elettronici di guerra che l'Italia vendeva sottobanco alle nazioni messe all'indice dalla Nato (le forze armate europee sotto la guida degli Usa). Lo Stato, e per esso la polizia, i servizi segreti e la magistratura hanno sin dall'inizio depistato le indagini facendo sparire documenti e perdendo foto e numero di targa dell'auto del sottufficiale al fine di ritardarne la ricerca, mettendo addirittura in scena il ritrovamento dell'auto, dopo un mese, alla stazione Termini di Roma mentre testimoni e foto dimostrano che nelle settimane precedenti vi era parcheggiata un'altra auto. Non solo hanno depistato le indagini ma non hanno voluto ascoltare i testimoni che assistettero al rapimento e alla fuga dell'auto.
Questo accade in Italia quando i cittadini chiedono giustizia e di sapere la verità, ricordiamoci delle varie stragi, di Ustica, della trattativa stato-mafia, ecc. Ma quello che è peggio è l'intervento nel corso del processo (intentato dalla famiglia) di spostare il magistrato inquirente ad altro incarico. Sono passati mesi e ancora non è stato nominato il nuovo giudice, lo scopo è chiaro: giungere all'archiviazione per decadenza dei termini.
Nel campo della giustizia (?!) civile sono all'ordine del giorno le sparizioni dei fascicoli, le prescrizioni per scadenza dei termini, le promozioni o spostamenti dei giudici in corso d'opera. E' una giustizia malsana in mano ai servizi segreti, ai vertici ministeriali, alla massoneria e ai partiti e sindacati che hanno - tutti - il potere di esercitare pressioni a catena per addomesticare le sentenze (vedasi il giornalista Marco Lillo de il Fatto Quotidiano  nel post del 20 scorso) quando il ricorrente è un inerme cittadino.
Eppure basterebbe inserire nel codice la norma che i giudici (civili) non potranno assumere nuovi incarichi sino a quando non avranno concluso i procedimenti aperti e che i giudici siano nominati per estrazione e non per scelta insindacabile del Pg. Inoltre i termini per la prescrizione dovrebbero valere solo dopo la pubblicazione della sentenza di primo grado e il numero dei testimoni dovrebbe essere concordato fra le parti all'inizio del processo.

giovedì 30 maggio 2013

Grillo e le elezioni amministrative

Alle recenti amministrative il movimento di Beppe Grillo ha perso voti. Molti elettori del Pd che avevano votato per il M5s sono tornati al Pd avendo constato che il movimento rappresenta solo un voto di protesta e non tutti gli elettori grillini appartengono a quella categoria di elettori che abitualmente sono soliti criticare o partecipare a tutte le proteste anche a quelle che non li riguardano, come i siciliani o i romani contro la tav che non passa nel loro territorio o i piemontesi che protestano per l'inceneritore del Lazio.
Il 9 aprile lo avevamo scritto: Grillo "ha un elettorato effimero" in quanto i suoi elettori appartengono alla categoria degli arrabbiati. Le altre categorie sono i fidelizzati, i disinformati e gli appartenenti al ceto culturalmente più elevato. In Italia i voti si prendono ancora basandosi sull'interpretazione delle notizie del giorno, trasmesse dai network, e tra le quattro citate categorie di elettori.

mercoledì 29 maggio 2013

Maturità politica

Le recenti elezioni amministrative, che hanno interessato circa sette milioni di cittadini hanno dato un grande risultato di maturità, nel senso che - come nelle democrazie consolidate - l'affluenza alle urne è stata bassa, la peggiore di tutte le precedenti.
L'espressione del voto si è sempre basata su due motivazioni semi-inconsce: la soddisfazione di un bisogno e la fiducia in un valore idealizzato. I bisogni preminenti del dopoguerra sono stati il lavoro, la casa e la sicurezza, i valori nella scelta fra quelli comunisti e quelli occidentali. Con la caduta del muro di Berlino e la normalizzazione dei rapporti tra Usa ed Urss i valori si sono trasferiti nella competizione tra la Chiesa e i nuovi diritti civili mentre i bisogni sono rimasti pressappoco gli stessi.
In sessanta anni la società ha mutato tecnologia e comportamenti, la fiducia nella politica quale realizzatrice delle attese dei cittadini è venuta meno per privilegiare l'occupazione delle istituzioni al fine di risolvere i propri problemi o quelli dell'ambito amicale, essendo ormai entrati in una società sensistica ove predomina la soddisfazione personale a scapito dei valori e della società.
L'espressione del voto sta divenendo la rappresentanza di interessi particolari del gruppo, del cittadino, del quartiere e non di ideologie, scelte di campo o di personaggi: si vota in base all'ambito di appartenenza sociale intorno alla richiesta di una realizzazione concreta, concordata da una pluralità di persone intorno ad un candidato da loro scelto. 
La strada sotto casa, il parco comunale più vicino, la scuola per il figlio, il resto non interessa e, per la loro realizzazione si cercano i cittadini nelle stesse condizioni; se non si hanno interessi o privilegi da difendere non si partecipa più alla vita politica nel presupposto che ormai la politica è sinonimo di interessi. Così come in molti paesi esteri: se non si hanno interessi particolari da rappresentare non ci si reca alle urne nel presupposto che gli eletti attueranno solo quello di cui saranno portatori d'interessi.
La politica non è più percepita come elaborazione e mediazione ma come una cambiale da onorare!

lunedì 27 maggio 2013

Avviso

Sospendiamo per qualche giorno le pubblicazioni per consentire l'aggiornamento e velocizzazione dei programmi computerizzati.

mercoledì 22 maggio 2013

martedì 21 maggio 2013

Accorpamenti e risparmi

In conseguenza dei tagli finanziari agli enti pubblici, da qualche anno in vigore, per risanare il bilancio nazionale stiamo assistendo a trasferimenti di personale, mansioni e gestione da un'ente all'altro; è come lo spostamento delle pedine nel gioco della dama: l'ente più ricco mangia quello più povero. C'è una società pubblica che non produce utili o è addirittura in passivo? La si accorpa ad una in attivo. In questo modo, come nella statistica del poeta romano Trilussa, non si saprà più chi produrrà reddito e chi no. Una cosa però è certa: l'ex società in attivo, accollandosi i debiti e il personale dell'altra azienda, vedrà crollare i profitti.
Due consiglieri comunali di Venezia,  Renzo Scarpa del gruppo misto e Gianluigi Placella del Movimento 5 stelle, in una loro interrogazione hanno confermato quanto sopra. La città di Venezia è proprietaria al 51% della società Veritas che offre il servizio idrico integrato a venticinque comuni della provincia di Venezia e Treviso detenendo la proprietà di impianti e macchinari; sulla stregua di quanto avvenuto a Torino e Napoli i due consiglieri in presenza di un accorpamento della società Veritas (con i suoi 400 addetti) con altro ente comunale hanno proposto di riconsiderare la decisione per costituire un'azienda speciale di diritto pubblico finalizzata alla produzione, erogazione e gestione del servizio idrico integrato, senza fini di lucro anche in via indiretta.
Tra le altre cose dall'interrogazione emerge che le due aziende in corso di fusione hanno contratti nazionali di lavoro diversi: uno a carico della Federgasacqua, l'altro alla Federambiente.

lunedì 20 maggio 2013

Giustizia addomesticata

Il giornalista Marco Lillo de il Fatto quotidiano lo scorso 18 maggio nella trasmissione Omnibus della La7tv, a proposito della trattativa stato-mafia, ha raccontato come è possibile attraverso una catena di interventi gerarchici ammorbidire i processi. Più volte abbiamo accennato alla casualità di eventi del genere così come alla necessità di una riforma della giustizia. Dal nostro punto di vista la discussione sulla possibilità di passaggio dal ruolo di pubblico ministero a giudice o viceversa, che tanto appassiona il dibattito, è un argomento che svia dalla reale necessità di una riforma che tenga presente la garanzia per le parti in causa (imputato e difesa). Per evitare la possibilità di decisione del procuratore generale del tribunale a quale giudice debba essere assegnato un processo, o rimuovere per trasferimento o promozione un magistrato nel corso del processo civile che è quello che più interessa ai cittadini,  basterebbero poche regolette:
- un giudice, promosso o trasferito, non potrà entrare nella nuova carica sino a quando non si saranno chiusi tutti i procedimenti che ha in corso, cioè aperti;
- l'assegnazione delle pratiche d'indagini penali dovrebbero avvenire per estrazione dall'urna dei nominativi dei pubblici ministeri alla presenza delle parti, così come l'estrazione del giudice per le cause civili;
- per evitare le lungaggini messe in atto per giungere alla decadenza dei termini, la prescrizione dovrebbe avere tempi molto più lunghi e non essere applicabile a procedimenti aperti, inoltre le testimonianze e le documentazioni dovrebbero essere stabilite nella prima udienza dal giudice, con l'ottica di limitarsi al necessario, evitando cioè i doppioni.
Per quanto attiene al risarcimento da parte di un magistrato che abbia emesso una sentenza dimostratasi ingiusta la questione è alquanto controversa: sapendo di dover pagare di persona in caso di errore giudiziario ogni giudice sarà psicologicamente portato a salvaguardarsi riducendo al minimo le condanne.

venerdì 17 maggio 2013

Dedicato a Berlusconi

Silvio Berlusconi è amareggiato dal fatto che si sente accerchiato da un gruppo di magistrati che lo tormentano con accuse e richieste di pene assurde, secondo quanto affermano i suoi legali. Per consolarlo gli dedichiamo il paradosso di Pitigrilli (lo scrittore del Novecento Dino Segre) tratto da il Dizionario antiballistico, casa editrice Sonsogno, Milano 1953.

giovedì 16 maggio 2013

Assurde fantasie

Le sceneggiate napoletane sono quelle che meglio caratterizzano il nostro Paese: l'evento assurdo e più improbabile che diviene realtà e la realtà dei fatti che assume vesti fantastiche. 
Un pubblico ministero milanese (quindi facente parte di quel gruppo di magistrati che da anni tormentano Silvio Berlusconi) ha chiesto la condanna del cavaliere per intromissione in atti pubblici (per essere intervenuto in favore della protetta Ruby presso la questura di Milano) e induzione alla prostituzione. Ma la presunta vittima ha dichiarato, anche pubblicamente in una conferenza stampa organizzata davanti al tribunale, di non essere una prostituta e non aver condiviso alcun atto con il cavaliere di Arcore; anche Berlusconi ha smentito di aver fatto sesso con la ragazza minorenne. E qui c'è il primo assurdo, se i due partner negano l'evento e nessuno può testimoniare di averli visti insieme come li si può accusare? Del resto sono affari loro! Per di più il cavaliere ha spiegato di non aver mai pagato una donna per fare sesso!
Ilda Bocassini invece ha proceduto nell'accusa per "induzioni": al tempo dei fatti Ruby era minorenne, frequentava la villa di Arcore e una agenzia di collocamento nel campo artistico, potendo disporre a titolo gratuito di un appartamentino e di un appannaggio mensile; a nulla sono valse le dichiarazioni dei due soggetti secondo cui la generosità dell'aiuto alle cosiddette ragazze dell'Olgettina (quartiere milanese da non confondere con orgettina per non rafforzare la comicità del racconto) rientrava nel normale comportamento di un milionario intento a fare beneficenza verso ragazze meritevoli.
In base alle induzioni se un giorno abbiamo mandato a morire ammazzato qualcuno e poi costui viene trovato assassinato potremmo essere incolpati d'omicidio, pur non essendoci prove a nostro carico?
Procedendo di fantasia in fantasia e ben sapendo di piacevoli soggiorni offerti da generosi industriali o apposite organizzazioni possiamo ipotizzare che è vero quanto afferma Berlusconi: non ha fatto sesso con le ragazze poiché le olgettine avrebbero potuto volontariamente far parte (ma è una malignità) di una rete destinata a rallegrare (e in un certo senso favorire, attraverso la predisposizione) la conclusione di sostanziosi affari economici o risvolti politici.
Per completare la sceneggiata possiamo aggiungere che, ma guarda caso, il collegio dei giudici è composto da donne e che queste non sono ammesse nella massoneria; è questo il motivo per il quale l'avvocato Niccolò Ghedini si aspetta per il suo assistito una condanna?
Ogni racconto merita un finale a sorpresa. Quando tra un anno, calmate le acque, la speciale commissione della Camera dovrà decidere sulla legittimità delle sentenze e convalidare l'arresto Berlusconi ne uscirà indenne e pulito. Degna conclusione dell'inciucio tra Enrico Letta e Angelino Alfano, il resto altro non è che sceneggiata per distrarre e divertire il pubblico.

mercoledì 15 maggio 2013

Redditi e patrimoni

A volte il popolo discute su cose che non conosce, che ha sentito dire, ed esprime la sua opinione non suffragata da letture o approfondimenti; il guaio è che spesso anche chi siede in parlamento propone o approva leggi senza averne capito il significato e l'impatto, specie in economia. Prendiamo ad esempio la tassazione: il fisco deve tassare di più i redditi o i patrimoni?
A parte il fatto che ogni imposizione fiscale deve adattarsi al momento economico (crescita o inflazione) del paese e ai suoi effetti con o verso gli altri paesi omogenei (esempio con la politica europea o con la congiuntura internazionale) per gli effetti sull'import-export ed i mercati occorre tenere ben presente la distinzione tra reddito e patrimonio.
Il reddito è quella quota monetaria che, detratte le spese di produzione, va a remunerare gli investimenti. Nelle spese di produzione (fisse e mobili) dobbiamo calcolare, oltre al costo delle maestranze, del materiale lavorato, dei macchinari, trasporti, imposte, residui passivi e sedi di lavoro, anche la remunerazione per gli amministratori e gli investitori. Si evince che il reddito residuale che spetta ai proprietari investitori è in proporzione ai ricavi conseguiti così come la remunerazione agli amministratori dovrebbe essere legata all'andamento dell'azienda. Ogni altro criterio falserebbe i bilanci aziendali ponendo le basi per un dissesto economico. Il reddito, pertanto, è legato alla produzione che, a sua volta, dipende dalla concorrenza e dalle vendite.
Il patrimonio è dato dai beni mobili ed immobili che concorrono a formare il reddito, anche se virtuale, del proprietario. Auto, barche, edifici, investimenti monetari, giardini ad uso esclusivo, ecc. concorrono a valutare l'ammontare del patrimonio posseduto ma non producono reddito per il proprietario. Se la barca fosse data in affitto o se per l'accesso del pubblico al giardino ci fosse un biglietto d'ingresso allora saremmo in presenza di reddito, detratte ovviamente le spese per la manutenzione. Generalmente il patrimonio non produce reddito.
La crescita del prodotto lordo (l'insieme dei beni e servizi prodotti in un dato periodo) rappresenta la ricchezza del paese e dipende dai salari, dalle rendite, dal consumo, dagli investimenti e dalla produzione. Un paese è in crisi economica quando non c'è crescita del pil, se la crisi economica perdura nel tempo si aggiunge anche la crisi sociale. Se le due crisi si avvitano c'è il baratro.
Il quesito sul quale i pareri sono discordi è: quando i governi devono ricorrere ad un prelievo straordinario è meglio tassare i patrimoni o i redditi?
Tassando il reddito (delle aziende) l'impresa avrebbe minori margini economici per affrontare la produzione e la concorrenza. In periodi di crescita del paese la maggiore tassazione verrebbe compensata da un aumento delle vendite e quindi della produzione e del reddito d'impresa. In un periodo di deflazione (diminuzione della moneta in circolazione, quindi di lavoro) un pesante prelievo statale aggraverebbe i problemi aziendali.
Con un paese economicamente in ascesa il pil verrebbe alimentato principalmente dalla produzione del reddito, in un periodo di deflazione dovrebbero essere i patrimoni a sostenere l'economia (compensando così i periodi di vacche grasse). Come? Con una maggiore tassazione rispetto all'usuale, per tornare ai valori precedenti al termine del periodo di crisi.
Chi possiede consistenti patrimoni generalmente non contribuisce a mettere in circolo il denaro attraverso la produzione e il lavoro, al pari delle aziende, per cui può anche intaccare i beni mobili (denaro ed investimenti monetari) e, se il caso, anche quelli immobili (terreni incolti, auto di lusso, residenze all'estero o di prestigio, ecc.) che non sono in locazione per contribuire alla ripresa del paese.
Questo per quanto riguarda la tassazione dei patrimoni e dei redditi. Per favorire la crescita ci sarebbero poi - principalmente - anche i provvedimenti per l'innovazione, la cultura scientifica, il mercato del lavoro ed un welfare all'europea. Inoltre l'Italia ha da sfruttare un grande patrimonio sinora male o poco gestito: i beni culturali e ambientali.

martedì 14 maggio 2013

Accanimenti giudiziari

Nessuno può negare che da quando Silvio Berlusconi è entrato in politica è divenuto il cittadino italiano più perseguitato dalla magistratura; dal caso Rubi (la presunta nipote di Mubarak) alla compravendita di parlamentari, dalla frode fiscale alla plateale irruzione dei carabinieri a Napoli nel corso di un vertice internazionale e così via, migliaia di intercettazioni, udienze e accertamenti della finanza. Per uscire dall'assedio inquisitorio e giudiziario a Berlusconi non è stato sufficiente essere il leader di uno dei maggiori partiti, presidente del Consiglio dei ministri, e neppure di poter contare su una pletora di avvocati fatti eleggere parlamentari e persino ministri della Giustizia; per non parlare del capo della Guardia di Finanza promosso deputato insieme a giornalisti e forze armate.
Un gruppo di magistrati che fanno capo alla stessa organizzazione sindacale lo ha preso di mira e non tralascia di perseguitarlo dando modo a Berlusconi di poter legittimamente dire di essere al centro di un accanimento giudiziario e proclamare ai quattro venti di essere innocente. Questa ultima affermazione è pleonastica in quanto qualsiasi imputato o indagato dalla finanza o dalla magistratura dichiara di essere innocente o un perseguitato, vedasi ad esempio lo scrittore ed ideologo Cesare Battisti rifugiatosi all'estero che, in presenza di omicidi confermati, sbandiera ai quattro venti di essere un perseguitato politico!
Ma se Berlusconi è un plurindagato un motivo ci dovrà pur essere. Essendo tra i maggiori imprenditori d'Italia, con decine di aziende e migliaia di dipendenti, le visite della guardia di finanza nei suoi uffici saranno certamente più numerose che in altre aziende: maggiore è l'espansione e la produttività e maggiore sarà il controllo del fisco. Ad un qualsiasi imprenditore che paghi, attraverso le sue aziende, migliaia di euro di tasse può capitare, per disattenzione o furbizia, di evadere lo 0,1%, a volte non accade nulla ma se la finanza ci mette lo zampino .. non può far nulla neppure l'ex comandante della Guardia di Finanza ed ora deputato del Pdl Roberto Speciale. Così come negli altri accanimenti giudiziari sembra proprio che il cavalliere se le vada cercando, nessuno frugherà nei suoi letti se le compagne saranno discrete così come non accadrà nulla se i beneficati, per qualsiasi motivo, non saranno dei fanfaroni; si tratta di saper scegliere amicizie e collaboratori! Così come è normale che sia passato al setaccio chi è più in vista degli altri.

lunedì 13 maggio 2013

Sondaggi

Tutti i sondaggi campionari svolti dalle agenzie di ricerca danno un forte recupero percentuale per Silvio Berlusconi e una perdita di consensi per il Pd, il Sel, la formazione politica di Mario Monti e perfino per quella di Beppe Grillo.
Per il Pd, il Sel di Niki Vendola e Scelta civica la spiegazione rientra nell'ambito fisiologico dei comportamenti elettorali: quando un partito perde le elezioni o è in forte travaglio una parte di elettori occasionali (cioè non gli ideologizzati)  volge il suo interesse verso un'altra direzione. 
Per Berlusconi è valido l'inverso: dalla campagna elettorale ad oggi i suoi messaggi, accompagnati da un'accorta regia scenica, sono improntati a dichiarazioni di vittoria; è questo il motivo per cui molti ex berlusconiani sono tornati alla casa del padre-padrone. Il popolo si accoda sempre a quello che appare come il vincitore mentre il Pd, con la sua maggioranza alla Camera, non è riuscito a formare un governo antiberlusconiano come sbandierato nel corso della campagna elettorale.
Per Grillo il discorso è diverso: pur avendo avuto un consenso plebiscitario non è riuscito a dimostrare di voler usare i suoi parlamentari come forza propulsiva di governo per il cambiamento del Paese. Pur avendo avuto la possibilità di entrare nel governo e avendo tuttora quella di contribuire all'apporto dei provvedimenti necessari dimostra di non avere la capacità politica (programmi concreti e relativa elaborazione): sa solo criticare come se fosse ancora in campagna elettorale.

Un sondaggio delle scorse settimane ha nettamente fotografato la diversità tra il popolo di destra e quello di sinistra. La domanda ha riguardato l'imu e le tasse e le risposte sono state a larga maggioranza.
Gli elettori del Pdl sono nettamente contrari al pagamento dell'imposta sulle case (non solo sulla prima) e favorevoli alla riduzione del gravame fiscale per le famiglie e le aziende.
Il popolo del Pd ritiene giusto il pagamento sulla casa (magari con qualche accorgimento per le famiglie con basso reddito ed unica abitazione) e la tassazione sulla produzione del reddito.
Risultati che ci dicono che da una parte ci sono dei benestanti che intendono tutelare i beni patrimoniali e il reddito proveniente dalle attività economiche, dall'altra cittadini che vedono nell'impresa aziendale e nei grandi patrimoni la fonte del prelievo fiscale. 
Due impostazioni culturali di difficile convergenza!

venerdì 10 maggio 2013

Demodoxaloghi

- Oggi presso il Centro congressi di Belluno il direttore dell'agenzia stampa online Informatore Economico Sociale Francesco Bergamo é stato chiamato a svolgere una seconda conferenza (dopo quella dello scorso anno) sulla demodoxalogia e l'open sourcis service.
- Il demodoxalogo Guglielmo Lucentini è stato nominato dall'assemblea dei soci della Sips-Società italiana per il progresso delle scienze membro del collegio dei revisori dei conti supplenti.
- Domenica 19 maggio presso il Centro studi Libri e Quadri Ortani diretto dal demodoxalogo Roberto Canali è indetta una riunione di collaboratori e studiosi della materia.
- Nel pomeriggio del 13 giugno, presso l'aula Wolf della facoltà di Scienze politiche, sociologia e comunicazione in via Salaria a Roma, nell'ambito del convegno su "Devianza e criminalità" i demodoxaloghi Bruno Zarzaca e Giulio D'Orazio svolgeranno, rispettivamente, i seguenti interventi: "Democrazia partecipativa come risposta a crisi e devianza" e "La devianza: utile e necessaria".

mercoledì 8 maggio 2013

Scrittura e O. P.

I lettori che ci seguono si saranno chiesti cosa centrano Toddi e la grafologia con gli studi demodoxalogici: confrontando alcuni tipi di caratteri di stampa e la loro inclinazione si può risalire all'effetto che provocano sul lettore (scrittura verticale o inclinata). E' poca cosa ma anche la scrittura influisce sull'emozione e provoca delle reazioni che confluiscono negli stereotipi dei popoli. Anche ai fini pubblicitari l'inclinazione ed il carattere dovrebbero variare da prodotto a prodotto e punto di vendita per avere la massima efficacia, così come nella propaganda politica. Un valore suggestivo da aggiungere ai colori, alle immagini, ai suoni, alle luci, ove il caso. La presentazione di una bevanda (e quale tipo) o quella di una stoffa hanno correlazioni diverse rispetto alla reclame di presentazione.
Nell'indagine demodoxalogica, che si differenzia dal campionamento in quanto il soggetto da intervistare è scelto quale leader di un gruppo che riferirà sulle aspirazioni della pluralità rappresentata e non sulle sue personali aspettative, sarà bene sondare l'inclinazione alla veridicità dell'interpellato attraverso l'esame grafologico delle risposte scritte. A titolo di esempio riportiamo una pagina di valutazioni tratta da Che cosa rivela la scrittura? di Critone (dr O.D.), editrice scienza del popolo Torino 1934.

(5 - continua)

martedì 7 maggio 2013

lunedì 6 maggio 2013

La scrittura


Proseguendo quanto riportato il 26 aprile, a proposito degli insegnamenti di Toddi, osserviamo che prima la macchina per scrivere e poi la tastiera del computer hanno superato la "bella scrittura", addirittura insegnata nel Novecento negli istituti per ragionieri, quale espressione della personalità dell'individuo. Secondo Toddi attraverso la scrittura il soggetto poteva auto-educare psicologicamente il carattere; nel medioevo per esempio la scrittura verticale era la caratteristica dell'epoca e il polso e l'avambraccio dello scrivente erano guidati verticalmente (rispetto al foglio) dal margine della tavoletta di sostegno.
(4 - continua)

venerdì 3 maggio 2013

I pericoli per l'informazione

Proseguendo sulla scia delle differenze tra la Scienza della Comunicazione e la Demodoxalogia (vedasi i post del 2 maggio e 29 aprile scorsi) riportiamo un intervento svolto nel giugno del 2005 al convegno dell'Associazione nazionale sociologi.

giovedì 2 maggio 2013

Sondaggio o indagine?

Con riferimento all'intervista a Giuseppe Ragnetti messa online sull'agenzia diretta dal demodoxalogo Francesco Bergamo (www.demodossalogia.it) il 24 aprile scorso riportiamo una pagina della relazione svolta al Seminario del 11-12 settembre 2004 dell'Associazione nazionale sociologi ove si denotano le differenze tra il sondaggio campionario, comunemente usato dagli istituti di ricerca, e l'innovativa indagine demodoxalogica che prende in esame il frattale (porzione di territorio) e le categorie da interpellare (pubblici). Discendendo culturalmente dagli stessi maestri che divulgarono lo studio scientifico dell'opinione pubblica sarà facile per il lettore denotare le assonanze tra l'intervista a Ragnetti e la relazione di Giulio D'Orazio; inserita anche nelle Dispense di Storia e tecnica di giornalismo del docente alla Facoltà di giornalismo della Sersi Universitat di Herisau/AG in Svizzera Domenico Fiordelisi e nel libro pubblicato dallo stesso Cenni di storia e tecnica del giornalismo, Iperedizioni 2010, euro 18 (www.deastore.com).
Domani proseguiremo il punto di vista demodoxalogico con I pericoli per l'informazione.