sabato 30 novembre 2013

Immagini

Chiostro del convento di clausura annesso alla chiesa dei Santi Quattro a Roma. Eccellente luogo di serenità.

venerdì 29 novembre 2013

La questione è politica!

Nel corso della mia attività professionale ho assistito a moltissime riunioni di politici, sindacalisti o dirigenti industriali che discutevano su meravigliosi programmi, in genere economici o organizzativi, che avrebbero risolto - se applicati - annosi problemi sociali o aziendali. Il fatto è che al termine delle riunioni, ove erano state approvate le direttive politiche o strategiche (molto generiche e fumose) che i subalterni avrebbero dovuto applicare, si diceva: per i dettagli ci penseranno i tecnici. I dettagli consistevano nel trovare le risorse economiche necessarie o ridurre il personale, bazzecole! 
Ho l'impressione che tale prassi sia ancora in uso, specie quando sento dire che "la questione è politica".
Che un inquisito o condannato si proclami, in buona o cattiva fede, innocente è normale: rientra nei comportamenti umani. Quello che non è normale è sostenere che un condannato, oltretutto con altri procedimenti in corso e altrettanti superati, sia amnistiato in quanto è un politico che ha ricoperto incarichi istituzionali e ha saputo accorpare intorno ad una idea politica migliaia di italiani. Se accettiamo codesto ragionamento tra Bettino Craxi e Silvio Berlusconi le differenze sono solo nel colore del partito ma il senatore pretende (annunciando un castigo che ricadrà sui figli dei detrattori erettisi a giudici) di essere giudicato politicamente. Se si accetta un tale principio la società potrebbe crearne altri: sono uomo di chiesa e mi può giudicare solo Dio, sono il presidente di una importante azienda e non posso lasciare l'incarico in un momento di crisi, migliaia di persone credono in me, sono conosciuto come un benefattore, ecc.
Le sentenze della magistratura sono una cosa le opinioni della società un'altra, né l'una nè l'altra possono interferire tra loro; la piazza non può prevaricare sulla magistratura, può criticarla, esprimere opinioni  e chiedere (solo chiedere) modifiche legislative.
Così come la presentazione di dichiarazioni giurate di testimoni non ha valore in sede di commissione politica in quanto documentazioni di pertinenza della magistratura. La questione non è politica!

giovedì 28 novembre 2013

Viste in tv

- Angelino Alfano alla presentazione della nascente formazione politica "Nuovo Centro Destra" ha ribadito la sua fedeltà a Silvio Berlusconi specificando che ancora "gli vuole bene, gli vuole tanto bene". Una volta il ben noto quartetto Cetra cantava "le voleva bene, le voleva tanto bene ....... "  finché la buttò già dal ponte.

- Alla convention dei giovani della Calabria di Forza Italia si sono visti tanti giovani in sala inneggiare a Berlusconi, ma con un trasporto inferiore a quello dei parlamentari presenti e dei vecchi iscritti. Riempire una sala è facile, partiti e sindacati con offerta di pranzo e trasporto hanno sempre spostato da una città all'altra il pubblico affezionato. Negli anni '70 il sottosegretario in un governo a guida Dc chiese al rappresentante di una associazione di genitori di dimostrare la forza degli iscritti attraverso una manifestazione in un teatro del nord-est, è facile mi disse il presidente dell'associazione:  vado a Napoli e con un pranzo, un pulman e un piccolo incentivo gli farò trovare a Ravenna una sala piena di gente. Tale pratica dovrebbe essere ancora in uso perché molti sono i pullman che dal sud convergono a Roma in occasione delle convention.

- Il manager Pier Luigi Gelli a proposito di cattiva amministrazione pubblica ha detto che il problema non è solo quello di cacciare gli incompetenti ma di controllare chi e come si nominano tali manager in quanto siamo in presenza di "una porta girevole" ove i dirigenti pubblici sono ex politici non rieletti o provenienti dagli apparati dei partiti che ruotano sempre da un'azienda all'altra o da un incarico politico alla nomina aziendale.

- La trasmissione televisiva Striscia la notizia ha consegnato un tapiro nero al segretario generale della Uil Renato Angeletti perché una organizzazione associata al sindacato prima ha assunto in nero una dipendente (senza contributi inps e contratto) e poi l'ha licenziata (fatta dimettere). Non solo alla Uil accadono queste cose ma sono una normale prassi anche negli altri sindacati, organizzazioni e partiti.

mercoledì 27 novembre 2013

Matteo Renzi

Il 40% degli iscritti ai circoli (le ex sezioni) del Pd hanno indicato Matteo Renzi quale nuovo segretario del partito nato dall'unione tra gli ex comunisti e gli ex democristiani di sinistra. La cosa non sta bene a Massimo D'Alema e gli altri oligarchi del partito che sinora hanno occupato, con i relativi benefici, le comode poltrone della dirigenza senza sostituire la prospettiva del vecchio partito con le nuove esigenze del popolo di sinistra.
Il fatto è che Renzi e in parte Beppe Grillo (che non essendo un politico vede le cose dal punto di vista dell'istrione) si rendono conto che siamo entrati in una nuova era (storica, economica, sociale, scientifica, culturale) che non avrà più legami con il passato basato sui verticismi, la burocrazia e la lotta tra poteri. Il popolo tornerà a dire la sua ma affiderà il premierato dei partiti politici e del governo ad un decisore unico (una specie di dittatore illuminato) capace di intravedere e cavalcare il nuovo che verrà. Ma per far questo dovranno essere troncati (rottamati) i laccioli della vecchia dirigenza che fungono da freno al progresso.

martedì 26 novembre 2013

Viste in tv

- Alla presentazione della nuova Forza Italia abbiamo visto un signore che, superando la folla che si accalcava intorno a Silvio Berlusconi, prese le mani del leader le ha ripetutamente baciate. Non è un bell'inizio!

- Dieci giorni fa in una piazza gremita di disoccupati, pensionati, lavoratori precari e lavoratori con bassi salari, i tre leaders dei sindacati tra le altre cose hanno tuonato contro il governo per le alte tasse sui redditi. Evidentemente si riferivano ai loro redditi, di quali tasse si deve preoccupare un disoccupato, pensionato o lavoratore semincapiente?

- Tutte le forze politiche sostengono che le ottomila aziende locali municipalizzate sono fonte di sprechi e disservizi e che è meglio darle in gestione ai privati. Il sindaco di Genova, eletto con i voti del Pd, ha deciso di effettuare la privatizzazione dell'azienda municipale dei trasporti: come risposta la città è stata messa in ginocchio a causa dello sciopero dei dipendenti, appoggiato dalle forze politiche locali. Sono sempre guai se ai sindacati e ai partiti si tolgono i benefit acquisiti!

- La Zecca di stato reclamizza la vendita di una collezione in oro di monete, all'inizio si trattava di mille esemplari ora non si specifica più quanti pezzi sono stati coniati. Di conseguenza il valore della prima emissione di mille pezzi si è abbassato, non rasenta la frode in commercio? 

lunedì 25 novembre 2013

Diritto, morale e opportunità

La vicenda del ministro della giustizia Anna Maria Cancellieri ha messo in luce tre concetti fondamentali nei rapporti con la società che possono essere applicati indifferentemente a seconda delle situazioni: il diritto civile e penale, l'etica e la morale, l'opportunità politica o sociale.
Quando si compiono atti sanzionabili dalle leggi in vigore (codice civile o penale) si è in presenza di violazione delle diritto. Il ministro non rientrava in questo caso in quanto è lecito telefonare ad un amico per esternargli la solidarietà nei momenti di disgrazia.
Si viola l'etica di appartenenza ad una classe sociale o la morale dettata dalla religione cui si aderisce se si compiono atti contrari alle prescrizioni, scritte o orali. Anche in questo caso il ministro non ha violato alcunchè, anzi ha compiuto un'opera di misericordia e aiuto morale.
La Cancellieri è incappata nella inopportunità politica di confermare (onestamente) la vecchia amicizia con la famiglia dei Ligresti. Non ha fatto affari insieme o svolto qualcosa di illecito, poteva solo stare più attenta tenendo distanti certe amicizie nel periodo della reggenza del ministero della giustizia; meritava, solo per questo, un voto di sfiducia? L'opportunità è stata per quei politici che hanno approfittato del caso per mettersi in mostra o cogliere l'occasione per colpire il governo di Enrico Letta.

venerdì 22 novembre 2013

Psicologia delle folle -31

Quanto sopra fa parte dell'introduzione di Piero Melograni al libro di
Gustave Le Bon Psicologia delle folle (editore Longanesi & C, 1980 Club degli editori). Un libro scritto nel 1895 per dimostrare la irrazionalità degli esseri umani quando si aggregano, quando cioè sono folla. Il primo studio scientifico sull'opinione pubblica devesi al rettore dell'università fascista di Perugia Paolo Orano e alla sua scuola di giornalismo fin dal 1928, proseguito e approfondito dal suo assistente, Federico Augusto Perini-Bembo, che in seno alla libera Cattedra di Storia del Giornalismo all'università La Sapienza di Roma suddivise gli aggregati umani in folla e pubblico e questo in oggettivo (condizioni naturali), soggettivo (partecipazione volontaria), virtuale (non consapevole). Aggregati umani che esprimono delle opinioni, durature nel pubblico, momentanee nella folla. Opinioni che tendono ad aggregarsi come la limatura sul ferro intorno ad un leader, per imitazione e suggestione. Gli ultimi studi della neuroscienza affermano che i nostri neuroni mandano e ricevono in continuazione messaggi ai/dai neuroni di chi ci è vicino adeguando reciprocamente l'effetto del messaggio scambiato. E' la spiegazione della suggestione ed imitazione che ci accompagna inconsapevolmente nell'arco della vita generando, tra l'altro, le cosiddette opinioni (vedasi la formula nell'opinione dei pubblici, puntata del giorno 8 ottobre). Di seguito riportiamo, per un raffronto storico, l'indicazione di Le Bon:

cazione      (fine  del breve corso di filosofia dell'opinione pubblica -31)

giovedì 21 novembre 2013

Aggregazione, imitazione ed apparenza -30

Se l'aggregazione è una costante (K) umana (vedasi Annemarie De Wal Malefijt), in seno ai gruppi emerge un'altra costante (K): una figura di riferimento (profeta, leader, capo, ecc.) a seconda dei gruppi (che demodoxalogicamente definiamo pubblici) religiosi, politici, aziendali, amicali, culturali, ecc. 
Come sinora visto ogni pubblico oltre al leader di riferimento ha un'opinione di gruppo che non è la somma delle opinioni degli appartenenti a quel pubblico ma una unicità di pensiero ed azione che si aggrega intorno alla figura di riferimento, che potrebbe anche essere virtuale come nel caso del giornale preferito, del libro più volte riletto, della trasmissione radiotelevisiva, ecc.  Ecco perchè con la inde intervistiamo il leader (vedasi la puntata di ieri).
L'aggregazione avviene per imitazione, il più delle volte inconscia come illustrato da Federico Augusto Perini-Bembo al secondo convegno nazionale di demodoxalogia nel 1954 in atti alla XLV Riunione della Sips-Società Italiana per il Progresso delle Scienze:
Secondo Perini-Bembo l'aspetto dominante della pluralità umana è l'essere sociale e come tale mira ad apparire; anche se in contrasto:
Sostanzialmente gli stessi concetti ha espresso Johann Wolfgang Goethe ne I dolori del giovane Werther (Newton Compton editori):

 Prima di passare alla distinzione tra folla e pubblico il maestro della demodoxalogia precisava:

(continua -30)

mercoledì 20 novembre 2013

Il leader -29

Quanto sopra è tratto dalla terza edizione (dicembre 2004) di  Dispense di storia e tecnica del giornalismo di Domenico Fiordelisi, docente alla Sersi Universitat (Svizzera) negli anni '80 dello scorso secolo. Per quanto concerne la concezione di leader demodoxalogico e la differenza con gli usuali sondaggi campionari  leggiamo:
(continua -29)

martedì 19 novembre 2013

Le costanti K -28


La pubblicazione sull'emigrazione  (edita nel gennaio 1987 per iniziativa della Sidd, Società italiana di demodoxalogia) parte dalle riflessioni di Annemarie De Wal Malefijt.
Il bisogno di sussistenza consiste nell'assicurarsi la sopravvivenza attraverso il cibo, il riparo dalle intemperie del clima e dei disastri ambientali, la difesa dalle incursioni moleste degli animali o degli umani.
Il bisogno di aggregazione, basato sul vero e proprio scambio, consiste nell'accoppiamento con i propri simili per meglio crescere e difendersi (tramite la comunità) assicurandosi, inoltre, i discendenti.
Col terzo bisogno, la conoscenza, soddisfatti i primi due, si allunga lo sguardo e la conquista oltre il confine del sapere e dell'ambiente inventando miti e soluzioni per rispondere alla richiesta (bisogno) di una sempre maggiore conoscenza, espansione e potere personale e collettivo.
Bisogni che generano aspettative, comportamenti, valori e - in definitiva - gli stereotipi.
Stereotipi che, ovviamente, evolvono nel corso dei decenni (vedasi la puntata sul dejà vecu) a causa del progresso scientifico-tecnico e/o culturale-ideologico ma che, pur sempre, traggono elemento dai tre bisogni fondamentali sopra citati che sono immutabili poiché "assoluti" (secondo la puntata di ieri su Toddi) cioè costanti (K) universali, essendo basilari in quanto in comune con il regno animale.
Stereotipi che, nell'odierna epoca del digitale, evolvono in modo esponenziale mentre in passato la società aveva tutto il tempo a sua disposizione per assimilare il mutamento adeguandovisi. Stereotipi che, nel percorso del tempo virtuale dal passato al futuro (segmenti del presente: puntata del 23 agosto), non sono altro che il nostro vissuto proiettato nel tempo e nello spazio, quindi nell'ambiente naturale e culturale.
(continua -28)

lunedì 18 novembre 2013

Valori assoluti e relativi -27


Nella prefazione del libro di Toddi (il conte Pietro Silvio Rivetta di Solonghello) Il benessere integrale, edito da De Carlo nel 1946, leggiamo quanto segue:
La riflessione di Toddi (che abbiamo conosciuto e del quale siamo stati allievi nel suo ultimo anno di vita) la facemmo nostra nel volantino dell'annuncio del IX convegno nazionale di demodoxalogia sul tema "Uno sguardo al futuro: gli effetti della globalizzazione".
La filosofia dell'opinione pubblica, a nostro avviso, ruota intorno allo spostamento dei valori (conseguenza delle mutate condizioni della società) che, pur sempre, nella loro essenza rimangono ancorati agli stereotipi (comportamenti sociali) generati dalle vecchie concezioni: cioè dai pregiudizi.
Come demodoxaloghi ci asteniamo dal dare giudizi di valore, rileviamo solo le tendenze in atto nel cammino della società e quindi delle opinioni pubbliche che, in ultima analisi come sosteneva Nando Mazzei (Ferdinando), al 2^ convegno nazionale di demodoxalogia (Napoli 16-20 ottobre 1954), ruotano intorno ad avvenimenti e protagonisti che in definitiva fanno la storia.
Opinioni pubbliche che si rilevano attraverso le effemeridi (attestazioni del giorno) ricavabili dagli strumenti della comunicazione: tv, radio, giornali, libri, dibattiti, manifesti, ecc. in quanto informatori e al contempo formatori dell'opinione pubblica, con particolare riguardo al concetto (demodoxalogico) di leader (non necessariamente una persona, come vedremo).
Compito del demodoxalogo è quello di separare, nella raccolta ed interpretazione delle effemeridi, l'essenziale dal secondario.
(continua -27)

sabato 16 novembre 2013

Un partito per Alfano e Casini

Il prossimo anno avremo le elezioni per il Parlamento europeo e parecchi rinnovi dei consigli comunali italiani, nelle ultime 48 ore abbiamo assistito a due manovre di preparazione per tali eventi: la separazione del gruppo di Angelino Alfano dal nuovo corso di Silvio Berlusconi  e quella dei popolari di Pier Ferdinando Casini dal gruppo parlamentare che si riconosce intorno a Mario Monti.
Per avere qualche parlamentare in Europa occorreranno delle percentuali abbastanza alte di consensi perché lo sbarramento del quorum non consentirà l'accesso alle formazioni minori; essendo entrambi di centro destra i due gruppi dei parlamentari scissionisti e le conseguenti annunciate formazioni politiche non è solo ipotesi immaginare che Alfano e Casini, in vista delle elezioni e prima della prossima primavera, unirebbero le forze ripartendosi uno la presidenza e l'altro la segreteria del partito (se già non abbiano stipulato un accordo sottobanco). Del resto la strada è obbligata dal tipo di legge elettorale per l'Europa e per la tendenza italiana al monocameratismo (riduzione dei parlamentari) e bipartitismo.
La nuova formazione politica (di centrodestra) sarà a fianco del presidente del consiglio Enrico Letta e fermamente europeista mentre la nuova Forza Italia di Berlusconi accentuerà la vocazione antieuropeista, antigovernativa e populista in concorrenza con Beppe Grillo.
Sarà l'occasione per fare chiarezza nel panorama politico italiano, anche in conseguenza di quello che avverrà all'interno del Partito Democratico con la svolta impressa da Matteo Renzi.

venerdì 15 novembre 2013

Offresi lolite

Nel giugno del 2003 si svolse a Roccasecca dei Volsci (Latina), allora retta dal sindaco Alessandro La Noce, il IX convegno nazionale di Demodoxalogia. Nella relazione di apertura dell'assise, fra l'altro, sostenemmo - a proposito della teoria di David Hume - che i fatti che accadranno vanno messi in relazione (anzi sono una conseguenza) del presente. Riportiamo uno stralcio della relazione:
Noi non ci meravigliamo se la tv e i giornali ci raccontano, nei minimi particolari, la tendenza di molte ragazzine minorenni di prostituirsi per una ricarica del telefonino, borse firmate o altro (addirittura con la genitrice consenziente). L'avevamo anticipato:
"Il contatto con il mondo [...] è dato dalla tv che mostra ciò che avviene [...] per cui è imperativo seguire i capricci della moda per essere alla pari, consentendo al soggetto di apparire confrontandosi con i modelli televisivi: dalla scollatura all'orologio, dalla borsa ai nuovi idoli, ecc.
Dato che essere alla moda e apparire costa, il denaro diventa un valore preminente in quanto permette di avere tutto e subito. E pur di averne a sufficienza si è disposti ad essere tolleranti con se stessi e gli altri ....."
Di tolleranza in tolleranza si aggiornano le leggi al mutato costume sociale (depenalizzazione dei reati, diritto all'amnistia, derubricazione, evasione contributiva, lavoro nero .....) sino alla pratica della prostituzione minorile (ben più diffusa di quanto appare).
Il IX convegno dei demodoxaloghi (dieci anni orsono) fu snobbato dagli illustri accademici della sociologia che oggi pontificano sulle cause, i rimedi e i nuovi valori della società.

giovedì 14 novembre 2013

Dejà Vecu -26


Nella puntata n. 25 abbiamo evidenziato la differenza tra pubblico e folla, essa è importante perchè i comportamenti e i tempi dei due agglomerati umani sono differenti. Mentre un pubblico può formarsi ed assumere i suoi connotati nell'arco di tempo dei rinnovatori o futuristi (puntata n. 22) la folla si manifesta solo nel periodo moderno e maggiormente nel post-moderno. Questo perchè la folla agisce in base ad una suggestione (emozione) temporanea ove le circostanze modali esigono il nesso spaziale, cioè il contatto fisico (visivo ed uditivo) tra le persone partecipanti; inoltre una folla risponde instintivamente agli stereotipi dell'epoca e del territorio: ai luoghi comuni, all'istinto predatorio, ai bisogni primari veri o indotti, al fascino dell'eloquenza, all'immaginario. Il pubblico si forma lentamente ma una volta raggiunto lo standard di appartenenza a quel pubblico è stabile e muta opinione solo in presenza di eventi eccezionali dipendenti dalla maturità del soggetto o attinenti al leader del gruppo, per aderire (anche inconsapevolmente) a quel pubblico occorre una lenta assimilazione dei messaggi e degli stereotipi di cui è portatore quel determinato gruppo umano demodoxalogicamente definito pubblico (oggettivo, soggettivo, virtuale o complesso).
Dato che, complessivamente, i tempi di evoluzione tra un luogo (o epoca storica) e il successivo o limitrofo dipendono dallo sviluppo delle idee e della tecnica (vedasi la spiegazione del grafico in alto nella puntata n.8) e che a fronte del progresso scientifico vi sono sempre popoli o (in seno agli stati) pubblici più avvertiti degli altri (come il progresso tecnico-scientifico degli Usa avanti di decenni rispetto all'Europa o la percezione nel 1820 dell'antischiavismo nel Nord America rispetto al Sud), si sviluppano sempre pubblici innovatori o futuristi destinati a trainare la società. Codesti pubblici sono l'oggetto dell'indagine demodoxalogica sui trend del Paese o processo in corso in quanto rappresentano la punta dell'iceberg e quindi sono i segnalatori del futuro che verrà, il dejà vecu di Franco Rizzo (puntata n.1) che così sintetizziamo dal suo libro Consenso ed istituzioni (edizioni scientifiche italiane, Napoli 1981):
"In che misura e fino a quando l'antico conviverà con il nuovo? Quale sarà la resistenza della tradizione [...] Dobbiamo in qualche modo avvicinarci al mondo di domani, che avanza tanto rapidamente da consentirci di riconoscerlo già in molte delle cose che fanno parte del nostro quotidiano; tanto che, osservandole,  soffriamo già una sensazione di malessere connessa al non conosciuto. E c'è da aggiungere che questo non conosciuto, che, appunto, stiamo già vivendo, ci appare, a volte, come un dejà veçu [...] Un'epoca di transizione pone un problema metodologico [...] E' necessario sondare una realtà complessa e contraddittoria [...]".
Nella prossime puntate affronteremo il metodo demodoxalogico.
(continua -26)

mercoledì 13 novembre 2013

Il caso Ligresti/Cancellieri


* Quali osservazioni possiamo ricavare dalla vicenda della telefonata umanitaria del ministro della giustizia Anna Maria Cancellieri alla sua amica Giulia Ligresti ?
- il ministro ha ricoperto per decenni alte cariche nello stato come prefetto oltre che ministro dell'interno nel passato governo: può, con un tale ruolo, interessarsi ad una signora (seppure amica) con un figlio ricercato dalla questura e marito e suocero soggetti alle patrie galere?
- gli interventi umanitari del ministro sono stati oltre cento ma i carcerati in attesa di giudizio sono diecimila e migliaia di loro in condizioni precarie di salute. Nella giustizia ci sono figli e figliastri?
-può, un ministro, interessarsi personalmente delle segnalazioni che riceve o per opportunità le deve girare all'attenzione dei funzionari per gli accertamenti del caso?

* Nei post del 9 e 10 ottobre abbiamo evidenziato la "nuova cultura generazionale" di Matteo Renzi, Enrico Letta e altri, presenti nelle varie formazioni politiche, che potrebbero cambiare lo scenario politico italiano. Sostanzialmente la stessa ipotesi è stata avanzata nel dibattito di Omnibus de La7tv di sabato scorso. Sul periodico culturale Sapere 2000 anno V n. 84 del 14 maggio 1988 segnalammo:
Errata corrige: lo studio fu presentato nel 1986 in seno alla Inchiesta demodoxalogica sul post-industriale.

martedì 12 novembre 2013

Alessandro Amadori e la demodoxalogia

Dai dibattiti mattutini della trasmissione Omnibus de la 7tv si apprende sempre qualcosa di interessante che coinvolge la demodoxalogia e il suo metodo di indagine. Dopo Alessandra Ghisleri (15 ottobre) e Giorgio Dell'Arti (6 novembre) lo scorso venerdì 8 il sondaggista Alessandro Amadori del Coesis Research ha detto che i sondaggi effettuati sono poi controllati e messi a confronto con le dichiarazioni di "testimoni privilegiati" reperite sui web, cioè - ha detto Amadori - con i leaders d'opinione. 
Fin dagli anni '80 dello scorso secolo, nelle lezioni universitarie in seno al corso di "Storia del giornalismo" affidato al libero docente Federico Augusto Perini-Bembo, abbiamo sostenuto che con il metodo inde era sufficiente intervistare i leaders d'opinione, infatti il sondaggio demodoxalogico altro non è che una indagine (quindi non un sondaggio campionario come usualmente effettuano i centri di ricerca) su quello che demodoxalogicamente riteniamo leaders (creatori/interpreti) delle opinioni espresse attraverso la stampa, le interviste, i dibattiti, i libri e ogni altro strumento di comunicazione.
In proposito ricordiamo Demodossalogia ed opinione pubblica (ed. Sidd marzo 1998) e l'esposizione "Presupposti psicosociali all'indagine demodoxalogica" pubblicata dalla rivista di studi sociali dell'istituto Luigi Sturzo Sociologia, anno XXVII   1993  - n.1-3, ove sosteniamo:

lunedì 11 novembre 2013

Folla e pubblico -25

Nella nostra trattazione sulla demodoxalogia abbiamo insistito sulla unicità di pensiero (ed azione) dei gruppi umani, da noi definiti pubblico. Per esempio i lettori di un particolare autore riconosceranno nei suoi scritti concetti ed espressioni di loro gradimento e, per questo, acquisteranno in libreria l'ultimo libro uscito; non è essenziale che i lettori (pubblico soggettivo) si trovino nello stesso luogo (biblioteca o libreria) e alla stessa ora; è sufficiente che siano legati da circostanze modali quali il gradimento dell'autore preferito (da poter leggere con comodo ciascuno nella propria abitazione). Lo stesso avviene con l'attore o il regista preferito: col film visto al cinema il pubblico oltre ad appartenere alla categoria soggettiva (avendolo scelto di sua volontà) si reca in quel locale nello stesso giorno e ora, pertanto le emozioni saranno immediate e condivise (e, in piccola parte, motivate anche dalla suggestione e imitazione). Ma saranno emozioni precedentemente sedimentate in quel particolare pubblico di affezionati che desidera rinnovarle con la visione del film (al cinema o alla tv).  Ben diverso il caso delle folle, nel glossario in appendice a Scienza, società ed opinione pubblica (edito dalla Sidd nell'ottobre del 2001) riportante gli atti dell'VIII convegno nazionale di demodoxalogia, con contributi di Mariano Bianca, Anna Maria Curcio, Giulio D'Orazio, Arnaldo Gioacchini, Antonella Liberati, Michele Marotta, Umberto Melotti, Luigi Perissinotto, Edoardo Pittalis, Maria Giovanna Simbula, Laura Isabella Simbula e Fausto Tapergi sono specificate le caratteristiche dei due aggregati umani:
(continua -25)

venerdì 8 novembre 2013

La filosofia del gruppo -24

Quanto sopra è tratto dalla dispensa Principi di doxologia di Michele del Vescovo, docente alla facoltà di giornalismo dell'università internazionale Pro Deo (fondata da Felix A. Morlion dell'ordine dei predicatori dei domenicani) nell'anno accademico 1948-49. 
Del Vescovo successivamente specifica:
 Nella memoria Fondamenti e rapporti tra psicologia sociale e demodossalogia per quanto attiene alle indagini e ricerche sull'opinione pubblica e sulle previsioni socio-economiche, diffusa dalla Sidd nel dicembre 1988, così abbiamo riassunto i concetti sulle caratteristiche del gruppo (o particolare pubblico) in merito alla formazione degli stereotipi:
(continua -24)

giovedì 7 novembre 2013

Ambiente ed imitazione -23

Esiste una vasta letteratura sulla tendenza umana dell'imitazione, dal fanciullo all'adulto. E' l'imitazione (quasi sempre inconscia e spontanea) che crea gli stereotipi di gruppo, cioè i comportamenti dei pubblici su cui si ritrovano le varie persone che si identificano con quel determinato aggregato sociale portatore di un comportamento derivante dalla cultura, dall'ambiente in cui si vive o lavora, dalle tradizioni di famiglia, dal lavoro che si esercita e, non ultimo, dalle condizioni psico-fisiche del soggetto. Avvicinandoci alla fine del breve corso di accenni di filosofia dell'opinione pubblica insistiamo sul rapporto ambiente/imitazione riprendendo dalla Rivista di scienze sociali Sociologia dell'istituto Luigi Sturzo Roma (anno XXVII n. 1-3, 1993) alcuni concetti fondamentali espressi in "Presupposti psicosociali all'inchiesta demodoxalogica".

(continua - 23)

mercoledì 6 novembre 2013

Conferme demodoxalogiche

* Nella trasmissione Omnibus, il dibattito mattutino della 7tv, del 2 novembre l'ex direttore del quotidiano romano Il Tempo, Mario Sechi ha efficaciamente descritto una prassi largamente diffusa in ambito di incarichi politico-istituzionali ma sottaciuta. A proposito della vicenda del ministro della giustizia Anna Maria Cancellieri, accusata di aver favorito l'imputata Giulia Ligresti, il giornalista ha specificato che in ogni gabinetto ministeriale "per salvare il principio della legalità" si effettuano delle telefonate con richieste di favori o benevolenze seguite da rapportini non protocollati e senza firma ma su carta intestata dell'emittente; se l'esito andrà a buon fine tutto finisce lì, se dovessero sorgere imprevisti - essendo il rapportino non firmato ma ispirato dal capogabinetto - ci rimetterebbe il malcapitato ministeriale che ha avuto l'incombenza di redigerlo materialmente, essendo interessamenti che partono dall'alto e scendono a cascata. Così come avvenuto nella vicenda del ministro degli interni Angelino Alfano nel caso della vicenda della moglie di un ricercato dissidente di un paese dell'estremo Oriente. Per esperienza diretta il decano può aggiungere che tale consuetudine vige anche presso i sindacati, i comuni e qualche tribunale.

* Il giornalista Giorgio Dell'Arti ha nei giorni scorsi presentato il suo ultimo libro: Come sarà il 2014, trattasi di oltre cinquanta interviste a personalità famose in tutti i settori, dalla politica all'arte, per indagare il trend dell'attuale periodo storico-economico. In sostanza il libro attua quello che in demodoxalogia chiamiamo il metodo inde e che fu presentato nel novembre del 1986 nell'Inchiesta demodoxalogica sul post-industriale: duecento testimonianze di studiosi, giornalisti, industriali, politici, sindacalisti, ecc. sul futuro della società industriale nei settori dell'agricoltura, dell'industria, della pubblica amministrazione e del terziario.

martedì 5 novembre 2013

Creare stereotipi -22

Secondo John Kenneth Galbraith (Anatomia del potere, Mondadori editore 1984) tre sono gli strumenti che consentono di esercitare il potere: il potere punitivo, il potere remunerativo e il potere condizionatorio. Il condizionamento è il più diffuso ma il meno percepito ed è usato per raggiungere o mantenere un potere. A proposito del quale l'autore specifica: 
Sono tutte forme di aggregazione intorno a dei leaders che esprimendo la loro opinione, considerata dalla massa autorevole, non fanno altro che condizionare quello che è il loro pubblico. Un pubblico che si aggrega come il ferro sulla calamita, in base ad istinti di imitazione e suggestione come ampiamente dibattuto da Gustave Le Bon (Psicologia delle folle, Longanesi e & 1980). E' un'aggregazione intorno a idee, valori, bisogni, aspirazioni che condizionano il comportamento degli individui generando gli stereotipi. Precisa Galbraith:
Ogni pubblico ha i suoi stereotipi, fini, leader e consistenza di appartenenti a quel dato pubblico. La cerchia dell'agglomerato umano che definiamo pubblico tende sempre ad espandersi nel tempo e nello spazio per allargare il numero degli appartenenti e conquistare sempre maggiore potere. Esiste però un processo unico per tutti ma che varia nel tempo e nello spazio a seconda dell'epoca storica (culturale, scientifica, economica)  e della forza numerica di quel determinato pubblico trainante. Infatti con riferimento al grafico della puntata n. 9 del 12 settembre anche negli stereotipi c'è sempre una categoria (pubblico) di innovatori e futuristi che preparano il terreno all'adesione di massa della modernità e del post-moderno. Questo perché ogni novità, tecnica o ideologica, ha bisogno di un tempo adeguato per modificare i comportamenti dell'agglomerato umano, cioè gli stereotipi.
(continua -22)

lunedì 4 novembre 2013

La stupidità degli stereotipi -21

Il movimento simultaneo di difesa di una comunità di stupidi  illustrato dallo scrittore del '900 Pitigrilli nel suo Dizionario Antiballistico (editrice Sonsogno Milano 1953) altro non è che lo stereotipo di quella comunità che si traduce in "Si è sempre fatto così".
Ogni pubblico, come visto nelle puntate dell'8, 10 e 11 ottobre scorsi, ha il suo stereotipo che è il comportamento di quella particolare tipologia di aggregazione umana definita come pubblico. Un comportamento che deriva da variabili biologiche e culturali (vedasi Umberto Melotti  nella puntata n.19). L'appartenenza ad un pubblico circoscrive - in quel momento - desideri, bisogni, aspirazioni, capacità di coloro che si trovano o aderiscono allo stereotipo del pubblico in esame; l'appartenenza ad un pubblico implica l'accettazione inconscia delle regole, finalità, ideologie o schemi culturali del leader del gruppo (o pubblico). Un cuoco si rapporta con lo chef più famoso, un bambino con il comportamento dei genitori o dei fratelli più grandi, un lettore con le idee dello scrittore o del giornale preferito, un attivista di partito con le direttive del capo e così via; in quel momento lo stereotipo del gruppo sovrasta le pulsioni personali degli appartenenti a quel pubblico (vedasi nel post del 20 settembre scorso le osservazioni di Kurt Lewin). Principalmente la pluralità umana si agglomera intorno a quei particolari bisogni (materiali, psicologici, culturali) che, rispondendo alle esigenze personali di quel momento, spingono l'individuo a riconoscersi come componente di una categoria (pubblico) basata su comuni interessi pratici o ideologici che variano nel tempo e nello spazio come sostenuto da AnneMarie De Wal Malefijt e riportato  nella pagina tratta dal più volte citato Demodossalogia ed opinione pubblica:

(continua -21)

sabato 2 novembre 2013

Sociologi e demodoxaloghi

Scorci di immagini che riguardano i demodoxaloghi della Sidd: documentano gli incontri finalizzati allo scambio di opinioni tra sociologi e demodoxaloghi, avvenuti recentemente in più occasioni (giugno e agosto scorsi) sia presso il Centro di studi filosofici e sociali di Morolo, diretto da Roberto Canali, che in altre sedi. La testata del mensile Scienza e tecnica, anno LXXXVI nn. 515/517 luglio-settembre 2013, organo della Società italiana per il progresso delle scienze che ha pubblicato un articolo del decano Giulio D'Orazio su "Essere sociologo".  Nelle foto tra gli altri si riconoscono: Anna Maria Giudici, Anita Fiaschetti, Laura Deledda, Mascia Ferri, Antonella Tennenini e Maria Teresa Thibault.
Lunedì 4 la 21^ puntata del corso di "Filosofia dell'opinione pubblica"

venerdì 1 novembre 2013

La risposta del decano



Alle osservazioni di Fabrizio Cimini  sulla fine del giornalismo, pubblicate nei giorni scorsi, il decano così risponde:
"La tecnica, quale conseguenza delle scoperte scientifiche, ha da sempre condizionato il progresso umano migliorando la qualità della vita e l'autonomia del pensiero: dalla ruota alla cellula staminale. Nel campo dell'informazione giornalistica (giornale = notizia del giorno) siamo passati dagli acta dei romani affissi al foro alle gazzette commerciali del 1700 ma la prima opinione pubblica moderna risale a l'ami du Peuple di Jean-Paul Marat. Il Risorgimento italiano devesi a decine di giornali e circoli culturali che coltivarono e trasmisero l'idea dell'unità nazionale. In Italia l'avvento della televisione ha contribuito, in modo determinante, ad alfabetizzare e far partecipare alla vita sociale milioni di contadini ed operai che erano ai margini dello Stato.
Ogni miglioramento - per qualità, diffusione e velocità - di un'invenzione, col passare dei secoli, uccide la precedente relegandola tra le antichità; così come scompaiono mestieri e figure professionali (che limitatamente sopravvivono nei periodi di crisi economica): dal calzolaio al giornalista della carta stampata seguito da quello radiotelevisivo. Il tramonto di un'attività lavorativa è sempre preceduto da un boom di addetti al settore ma con scarsissima qualità professionale. 
Nel mondo dell'informazione ancora siamo nell'epoca di coloro che sono depositari del "sapere" e che in virtù di ciò comandano, indicando agli altri quali cose conoscere e come. Clero, giornalisti, docenti, politici e scienziati appartengono a delle caste che, per antica tradizione, si sono attribuiti il compito di educare la società. L'avvento del computer è stato il segnale di una svolta epocale: la partecipazione di massa all'uso degli strumenti per fare informazione. Però mentre prima le caste che informavano si erano preparate al compito, con anni di studi e attesa, per essere poi definite come appartenenti alla categoria degli intellettuali, gli odierni neo-giornalisti free lance e la massa degli usufruitori del variegato mondo virtuale si sono riversati sugli strumenti senza discernimento e nella presunzione di essere capaci di interpretare tra i vari segnali contrastanti quello più veritiero.
Il panorama presentato dal fotoreporter Cimini è innegabile ma eccessivo e pessimista, somiglia ai ragionamenti di Beppe Grillo. D'accordo c'è un cambiamento in atto, dovuto anche alla forza dei nuovi strumenti di informazione e delle nuove forme di aggregazione, che contribuirà a sfornare la nuova cultura europea così come ci saranno sempre controlli e lacciuoli (interni ed internazionali) sulla società, da parte dei poteri di turno. Ma che la massa di internauti possa, in quanto tale, modificare la cultura (e quindi anche la politica) esistente è improbabile: serve solo a far numero per accrescere il potere del leader di turno emergente. I mutamenti culturali si attuano in seguito ad  una sedimentazione prima alimentata da ragionamenti razionali e poi attraverso le emozioni partecipative di una minoranza organizzata. Se non c'è prima una preparazione ideologica i fermenti non sono altro che mode più o meno passeggere. L'innovazione è collegata alla cultura di una classe dirigente (pubblico soggettivo) che si riconosce su alcuni punti fondamentali, i fermenti emozionali delle folle passato l'evento sono destinati a lasciare il tempo che trovano. E i navigatori di internet demodoxalogicamente sono un pubblico virtuale (valutato dall'esterno ma non incisivo).
Come dice Cimini non resta che rimanere alla finestra ad osservare l'evolversi degli eventi."
Il grafico, presentato nel 1994 ad un convegno dell'associazione sociologi a La Sapienza, mostra la crescita esponenziale, nei secoli e attraverso i vari strumenti innovativi, dell'informazione e del suo peso sugli eventi.

* Lunedì 4  novembre riprenderanno le puntate del corso di "Filosofia dell'opinione pubblica"