venerdì 28 novembre 2014

La super massoneria

Specie in Italia, salvando l'apparenza, vi sono state sempre delle guerre intestine in seno alla massoneria, per conquistare il governo delle logge sparse nel territorio, spesso sfociate in scissioni. L'ultima separazione dalla casa madre è quella operata dal gran maestro Gioele Magaldi con la fondazione, qualche anno fa, del Grande Oriente Democratico e autore del libro di 650 pagine Massoni società a responsabilità illimitata (editore Chiarelettere, 2014) ove elenca i nomi e il ruolo dei massoni più potenti nel mondo. Riportiamo da il fatto Quotidiano.it del 19 novembre scorso:

 

giovedì 27 novembre 2014

La guerra non ortodossa

Nei giorni scorsi abbiamo indicato l'intreccio tra lo studio della demodoxalogia ai fini militari, alcuni esempi di strategia politico-militare e il ruolo di alcuni servizi deviati. Da un atto parlamentare della XIII legislatura stralciamo tre pagine concernenti i fini che la disinformazione si propone, il modo di operare degli informatori e il riferimento alla dispensa demodoxalogica Guerra non ortodossa curata anche da Adriano Magi-Braschi, allora docente incaricato all'università di Perugia quale coordinatore dei corsi svolti da Federico Augusto Perini-Bembo.


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Domani: I supermassoni

mercoledì 26 novembre 2014

Guerriglia psicologica

 
Per completare il documento inviatoci dal demodoxalogo Valter Bay (allievo di Adriano Magi-Braschi) e del riferimento all'Ukraina (vedasi il post del 2 settembre scorso Geopolitica) ricordiamo che l'Afganistan al tempo del muro di Berlino costituiva l'avamposto militare Usa nel caso di una guerra contro l'Urss. Nelle montagne gli americani avevano creato enormi giacimenti di armi e vettovaglie da avere immediatamente a disposizione in quanto far arrivare, specie nei primi giorni di guerra, i rifornimenti attraverso l'India costituiva oltre che un ritardo un pericolo in caso di attacco. Le stesse armi e caverne che poi furono usate da Osama Bin Laden proprio contro gli invasori/liberatori della coalizione occidentale.


Domani: i servizi segreti e la guerra non ortodossa.

martedì 25 novembre 2014

La demodoxalogia e Magi-Braschi

Il demodoxalogo Valter Bay, allievo del maestro Adriano Giulio Cesare Magi-Braschi, ci ha indicato il seguente documento quasi inedito sulla guerra psicologica che, ricordiamo, fu approfondita da Magi-Braschi nella scuola militare francese e attraverso lo studio della psicologia sociale svolto nella Germania occidentale. Solo dopo oltre vent'anni la psicologia sociale entrò nei piani di studio della sociologia italiana  (allora guidata da Franco Ferrarotti) passando inizialmente per la facoltà di sociologia.
 Domani: La guerra psicologica.

lunedì 24 novembre 2014

L'Isis

Coloro che hanno seguito la demodoxalogia ricorderanno che, a proposito di rivoluzioni, abbiamo sostenuto che le rivoluzioni o i cosiddetti moti di piazza spontanei (vedasi Gustave Le Bon) sono possibili e vittoriose solo in presenza di: 1) un finanziamento 2) un capo organizzatore 3) una finalità plausibile da realizzare.
Il 18 scorso l'agenzia online Informatore Economico Sociale diretta da Francesco Bergamo ha così commentato il terrorismo dell'Isis:

Domani: documenti sulla guerra non ortodossa.

venerdì 21 novembre 2014

Chiavi di lettura

Dal demodoxalogo Valter Bay riceviamo e pubblichiamo le seguenti chiavi di lettura.
 


giovedì 20 novembre 2014

Sapere duemila

Il 21 aprile del 1984 usciva il primo numero della rivistina settimanale Sapere duemila edita da Angelo Ruggieri  e diretta da Giulio D'Orazio con la collaborazione degli allievi dei corsi di demodoxalogia della facoltà di scienze politiche dell'università di Roma la Sapienza. In questo post riportiamo la presentazione con i quattro campi di indagine sul futuro dei bisogni e delle risorse.

Lunedì 24: Cosa si nasconde dietro l'Isis?
Martedì 25: Documenti sulla guerra psicologica

mercoledì 19 novembre 2014

Il mercato del lavoro

Con l'intervista a Luca Borgomeo concludiamo la documentazione del mutamento politico-sindacale che la rivistina Sapere 2000, edita da Angelo Ruggieri, dal 1984 al 1988 ad opera degli allievi dei corsi di demodoxalogia a La Sapienza di Roma Facoltà di Scienze Politiche, indagò sugli scenari del futuro della società nel campo politico, sindacale, scientifico, letterario, giuridico, prevedendo quanto sarebbe avvenuto nel giro di vent'anni.

Lunedì prossimo: Cosa si nasconde dietro l'Isis?

martedì 18 novembre 2014

Il sindacato cambia

L'intervista apparsa su Sapere 2000 (anno III n. 28 - 8 febbraio 1986) profetizzava nel titolo Il sindacato cambia Vedasi in proposito il post di ieri e le ultime vicende politico-sindacali. 



lunedì 17 novembre 2014

Destra e sinistra

Sabato scorso nella trasmissione Omnibus de La7tv il ministro dell'interno Angelino Alfano ha sostenuto che sono mutati i vecchi riferimenti politici tra destra e sinistra: ormai la divisione è all'interno dei due schieramenti, una parte della destra difende l'articolo 18 così come una parte della sinistra la riforma del mercato del lavoro aperto alla flessibilità.
In proposito riportiamo una parte dell'editoriale di Sapere 2000 (anno V n. 84 -  14 maggio 1988) che dimostra quanto prevedemmo ventisei anni fa:

giovedì 13 novembre 2014

La società multirazziale

Facciamo seguito al post di ieri per pubblicare due riquadri connessi all'inchiesta sull'emigrazione apparsa ventiquattro anni fa sul quindicinale locale 4Strade.

 
 

mercoledì 12 novembre 2014

L'immigrazione in Europa

Sul numero del 20 marzo del 1990 (anno V n.5) del quindicinale locale 4Strade (Albano, Pavona, Cecchina, Castelgandolfo) svolgemmo un'inchiesta sulla società multirazziale dandoci delle domande che tuttora hanno una loro validità. Riportiamo il sommario e il titolo del servizio a testimonianza di quanto allora ipotizzato.

martedì 11 novembre 2014

La politica è espropriazione


Quanto sopra è tratto da Lineamenti di sociologia dell'emigrazione, edito nel 1987 dall'Istituto bibliografico Napoleone, Roma. Come si evince la politica, cioè il potere, è sorta con l'espropriazione del diritto a scegliere direttamente la propria vita conferendo il mandato prima al capoclan, poi al re e, al giorno d'oggi,  ai parlamentari. Una espropriazione legittimata ideologicamente e legislativamente del fatto che qualsiasi assembramento di persone non è capace di darsi regole e prospettive che tutelino il gruppo nel suo insieme in quanto prevalgono gli interessi di parte. Normalmente chi partecipa all'attività politica lo fa in quanto motivato da un interesse: la presunzione di essere migliore degli altri o il raggiungimento di un fine che si rivelerà economico.
Il potere si basa sulla persuasione derivata o dalla forza delle armi o da quella dell'ideologia politica o religiosa.  Il potere, una volta conquistato, si espande a macchia d'olio per mantenere in piedi una rete di comando attraverso i fedelissimi; è questa la politica, anche nei regimi democratici! Ed è in questo modo che il potere si allontana dal popolo per divenire dinastia o casta. Sino alla caduta dettata dai nuovi tempi segnati dalla tecnologia (che come sappiamo incide profondamente sulla società e sulle istituzioni).

venerdì 7 novembre 2014

La democrazia perfetta

Da quando, nel 1800, Alexis Tocqueville (De la Démocratie en Amérique) indicò negli Usa l'esempio della democrazia perfetta nel mondo si è diffusa la leggenda (alimentata dagli stessi americani e dai loro compari di merenda) che gli Stati Uniti sono un paese da imitare per quanto attiene alla sovranità popolare. In cosa consisterebbe tale primato politico? In una Camera e Senato con pochi rappresentanti, nel sistema bipartitico, nella concentrazione dei poteri al presidente, nell'assenza di movimenti politici stabilmente presenti nel territorio e del loro finanziamento pubblico.
Il sistema è così perfetto che la maggioranza degli elettori aventi diritto non si reca neppure a votare, nella convinzione che né i repubblicani né i democratici siano in grado o abbiano l'intenzione di attuare politiche innovative o sconvolgenti rispetto alle precedenti legislature. In fondo all'americano, di destra o di sinistra, è sufficiente sentirsi libero di svolgere l'attività commerciale o artistica che desidera e sapere che il suo Paese, essendo il più forte, detta legge al mondo.
La politica è divenuta l'attuazione di interessi che dal generale sono passati al particolare, del resto gli Usa sono una nazione così vasta e disomogenea per tradizioni, etnie, ambiente e risorse difficili da equiparare per cui gli unici punti di convergenza sono l'identità e la grandezza nazionale. Tale situazione porta alla disaffezione degli elettori verso i lavori parlamentari e la scelta del rappresentante: chiunque vada rappresenterà le aspettative della popolazione dello Stato di provenienza e degli interessi economici.
Per quanto concerne l'Europa dopo ogni disfatta (politica, economica, militare) i cittadini hanno cercato un cambiamento istituzionale atto a far fronte alle mutate condizioni sociali attraverso un allargamento dei poteri che si è tradotto nell'occupazione dello Stato da parte dei partiti. In Italia la troppa invadenza sta strozzando il Paese, sinora gli elettori hanno risposto con la protesta e la speranza nel cambiamento ma, a lungo andare, l'assenteismo e la disaffezione prenderanno il sopravvento sino all'arrivo di svolte radicali.

giovedì 6 novembre 2014

Riformare la pubblica amministrazione

Il caso di Stefano Cucchi ha riproposto il tema dell'evanescenza della pubblica amministrazione ogni qual volta si tratta di individuare delle anomalie in seno allo Stato. Il fatto è che l'istituzione pubblica (molto probabilmente per una necessità di funzionamento) si presenta come una piramide di passaggi di competenze per cui alla fine non si riesce mai ad individuare il punto della filiera che ha bloccato, alterato o azzerato il procedimento in corso.
Mentre ai supermercati, ai call center, negli ospedali e in qualche ufficio postale i dipendenti hanno appuntato sul vestito un cartellino con il proprio nominativo presso tutti gli altri enti pubblici, dai ministeri ai comuni, non solo non si riesce a sapere il nominativo di chi ha protocollato la pratica ma spesse volte neppure chi sia il responsabile della trattazione in quanto questa si frantuma in ulteriori competenze di uffici diversi, ove per il rimpallo delle responsabilità nessuno se ne assume la paternità.
Le varie competenze su un unico atto amministrativo non hanno altro effetto che ritardare, con il passaggio da uno all'altro ufficio, la chiusura della pratica; per non parlare dei voluti insabbiamenti o del ricorso alla bustarella per snellire i tempi d'attesa. Quindi la filiera altro non è che il mascheramento di una pratica di stampo mafioso: il pagamento del pizzo (sotto altro nome e modalità).
Per esperienza professionale posso dire che all'estero qualsiasi pratica pubblica (da una multa a un finanziamento) inizia e termina con un unico funzionario e, se per caso occorressero ulteriori certificazioni o delucidazioni, è costui che si fa carico di adire agli altri uffici competenti. Il concetto è: chi riceve la pratica ne è responsabile e l'unico abilitato ad emettere il giudizio di competenza. In questo modo è facile risalire al responsabile in caso di errore e è difficile alterare (in qualsiasi modo) il percorso ed il risultato. Il cittadino, sapendo con chi ha trattato, può adire in caso di insoddisfazione nelle sedi più idonee contro il funzionario tralasciando il ricorso contro una generica istituzione che, per salvare se stessa, propende sempre in favore dei propri dipendenti.
I dipendenti pubblici sono contrari all'unica competenza per due motivi: dichiarano di non avere le conoscenze necessarie e che interpellare gli altri colleghi significherebbe perdere tempo. Cosa non vera poiché basterebbe trasmettere d'ufficio la pratica accompagnandola da una semplice telefonata e attendere il parere scritto. Temono di essere alla mercé del cittadino che potrebbe in qualsiasi momento denunciarli: è vero esistono prepotenti che alterano i fatti per ottenere ciò a cui non hanno diritto ma chi si è comportato secondo le norme previste non avrà mai nulla da temere, inoltre in caso di dubbi il funzionario può sempre (anzi deve) rivolgersi al suo superiore.
Il cartellino e l'unica responsabilità potrebbero rappresentare il primo passo di riforma senza costo e senza passare per il parlamento (essendo un atto di competenza dell'ente pubblico), consentendo inoltre di monitorare i tempi d'esecuzione dei singoli uffici e sanzionare i comportamenti scorretti. 

martedì 4 novembre 2014

Cucchi: una sentenza secondo giustizia

Lasciamo stare quei detrattori che tuttora sostengono che la giustizia moderna è sorta nel Medioevo per giustificare le malefatte dell'inquisizione, il diritto della prima notte del signorotto locale, le espropriazioni, vessazioni e torture, siamo nel secolo XXII e la giustizia è tutta un'altra cosa! Nessuno si nasconde più dietro delle leggi che ha emanato per appellarsi alla legittimità di quanto fatto.
Veniamo al caso di Stefano Cucchi, un giovane fermato dai carabinieri e deceduto in seguito a percosse e privazioni; la sentenza d'appello ha assolto - giustamente - tutti gli imputati! Infatti qual è il compito di un giudice? Vagliare le prove e applicare quanto previsto dal codice, non lasciandosi trasportare dall'opinione pubblica prevalente o dal pianto di una sorella o lo strazio di una madre.
Il giudice, nella sua incorruttibilità morale e sociale, ha ammesso che il giovane è stato pestato e lasciato morire ma ha assolto coloro i quali, a detta dell'accusa, erano indicati come colpevoli. Innanzi tutto le Forze dell'ordine (sarebbe un controsenso se proprio esse contribuissero al disordine sociale e giudiziario), nessuno dei dirigenti ha dichiarato di aver impartito l'ordine delle percosse (e quando mai nei comandi della pubblica amministrazione si trova un responsabile?). Inoltre: l'accusa ha potuto indicare con foto o testimonianze gli autori del pestaggio? Non essendo state individuate le persone fisiche si rimanda allo Stato una generica colpevolezza.
In sub-ordine il personale sanitario: ma vi sembra possibile che dei professionisti che col giuramento di Ippocrate hanno fatto voto di salvare l'altrui vita potrebbero aver commesso un tale infamante reato? Così come non lo avrebbe fatto il personale infermieristico agli ordini dei medici.
Chi è colpevole allora? La struttura nel suo complesso, quindi lo Stato. Lo Stato è una cosa vasta e articolata che comprende anche i cittadini e Cucchi era uno di questi, quindi è lui il colpevole (tant'è che all'inizio tentarono di far passare la morte come suicidio).
Cosa aveva fatto il giovane di così grave per subire un pestaggio? Verosibilmente era possessore di uno spinello e aveva apostrofato gli agenti con delle invettive, una condotta probabilmente giudicata dalle forze di polizia ben più grave di omicidi, rapine e guida in stato di ubriachezza.
Nel dopoguerra il ministro dell'interno Mario Scelba aveva impartito l'ordine di caricare con le camionette i contadini e gli operai che dimostrando sovvertivano la piazza, ma allora vigeva la guerra fredda ed i dimostranti erano considerati dei comunisti al servizio di Giuseppe Stalin.  Prima c'erano state le punizioni inflitte dal fascismo e nazismo ma ancor prima, agli inizi del '900, come ha anche documentato la Domenica del Corriere con la copertina di Achille Beltrame, l'uccisione a fucilate da parte dei carabinieri di Davide Lazzaretti reo di predicare la socialità. Tralasciamo gli editti della santa Inquisizione e i cristiani crocifissi o dati in pasto ai leoni, ma quelli oltre che altri tempi erano reati d'opinione!
Oggi vige la giustizia e, come dicono le persone colte e qualche parlamentare, l'Italia è la patria del diritto poiché molti furono tra gli antichi romani i giuriconsulti e in epoca più vicina quel tal  Cesare Beccaria autore Dei delitti e delle pene, ma è davvero così?
 

lunedì 3 novembre 2014

I segnali del cambiamento

Nel corso di Introduzione alla demodoxalogia, che ho scritto nel 2007 sul sito gestito da Bruno Zarzaca  (www.opinionepubblica.com) ho spiegato le sostanziali differenze tra il campionamento classico e quello della in.de (indagine demodoxalogica) che, pur concludendosi entrambi in grafici statistici, non sempre coincidono nei risultati. Infatti la in.de non tiene conto della usuale media statistica ma monitora solo la media degli addensamenti medi dei casi, scorporando dal calcolo i picchi in quanto normalmente non rappresentano tendenze che avranno riflessi sulla generalità dell'opinione pubblica ma sono motivati da eventi connessi ad aggiustamenti di potere politico o economico, destinati a rientrare nella normalità al termine dello scontro.
Nel grafico A la media statistica (la riga arancione) è effettuata su tutti i casi compresi da a ad i mentre la media della inde prende in esame solo i tratti a/c ed e/h in quanto scorpora i picchi d  e  i
Il risultato è giudicato insufficiente per l'individuazione dei trend sociali in quanto non si notano fermenti significativi di tendenze in atto.
Nel grafico B la media statistica e la media in.de pressappoco coincidono (per puro caso) ma la in.de. rileva chiaramente una tendenza che da A sale lentamente ma progressivamente verso  L     E' un segnale di evoluzione sociale che nel Tempo si espanderà e consoliderà attraverso gli stereotipi.
 
Inoltre nella statistica tradizionale i campioni rappresentano in scala l'universo interpellato mentre nella in.de il campionamento dei soggetti da intervistare, il tipo di intervista e la materia d'indagine segnano un percorso completamente differente. Per averne una parziale idea riportiamo dal citato corso di Introduzione alla demodoxalogia:
[..] oltre alle leadership d'opinione verticali sussistono anche i leadership d'opinione orizzontali che recuperano la dimensione microsociologica del piccolo gruppo [Ndr: quello che i demodoxaloghi intendono per pubblico] salvando l'individuo dalla pressione culturale dei mass media, attraverso la funzione di mediatore tra il mezzo di comunicazione e il gruppo, all'interno di gruppi specifici (sindacati, partiti, organizzazioni in genere, consumatori, comitati di quartiere, ecc.). Paul F. Lazarsfeld ha in proposito individuato la connessione e il rapporto di audience tra l'efficacia di un mezzo e l'esposizione di piccoli gruppi [..] confermando l'esistenza di una leadership orizzontale accanto ad una leadership di tipo verticale [...]
Per la raccolta dei casi da monitorare per il demodoxalogo "il leader di un pubblico non coincide necessariamente con il capo o il personaggio più in vista, ma il più informato: colui che abitualmente, per carattere o professione, ascolta di più le voci del pubblico nel quale condivide valori e bisogni".