mercoledì 28 gennaio 2015

Se fosse Mario Monti?

Tutti i leaders di partito concordano sul fatto che il nuovo Capo dello stato debba avere una buona visibilità all'estero; in altre parole che vada bene ai potentati stranieri e della comunità europea che hanno in mano i nostri titoli finanziari di debito con i sottoscrittori esteri.  Romano Prodi, Mario Draghi, Pier Carlo Padoan si sono più volte dichiarati non interessati mentre a Massimo D'Alema è stata sbarrata la strada quando hanno stabilito che il nuovo Presidente non debba aver ricoperto la carica di segreteria in un qualsiasi partito.
Un'altra clausola è quella che l'eletto abbia una buona conoscenza dell'arte della politica e che sia in grado di essere al di sopra delle parti.
Per Silvio Berlusconi il Presidente non potrà essere dell'area di sinistra perché le altre tre cariche più importanti della Costituzione (presidente del senato, della camera e del consiglio dei ministri) sono state designate dal Pd che dovrà cedere il Quirinale alla destra o centro-destra per un bilanciamento dei poteri. Giuliano Amato ha provato a riciclarsi ma ancora non è considerato un affidabile uomo di destra anche se incontra il favore della grande finanza e di qualche conventicola.
Tra coloro che sinora sono stati tranquilli c'è l'economista Mario Monti che, quale ex rettore della prestigiosa università di Milano ed ex presidente del consiglio dei ministri, ha qualche freccia nel suo arco; senza contare le amicizie in alto loco in Italia e all'estero. Paradossalmente è stato il capo di un partito che non ha contato nulla in parlamento e per tale motivo non può essere incluso nella rosa di coloro che hanno un manipolo di parlamentari al suo seguito; quindi non può essere di parte perché la parte non esiste.
In cuor loro ma anche nelle conversazioni sono molti sono i parlamentari che si rammaricano per la malattia che ha colpito Emma Bonino, l'unica che avrebbe rappresentato degnamente e con competenza l'Italia.