giovedì 14 maggio 2015

I demodoxaloghi e Emanuela Orlandi

Secondo Toddi viviamo di apparenza, nel senso che osserviamo gli effetti ma non le cause che, a loro volta, sono gli effetti di precedenti cause e così via.  Un principio che ben si adatta al filosofo empirista scozzese  David Hume, fra l'altro autore dei Dialoghi sulla religione naturale secondo il quale l'evento A più l'evento B  sfociano nell'evento C se i due eventi accadono contemporaneamente. Trattasi del principio di causalità, perorato anche da John Dewy   per il quale gli eventi collettivi  sono dati da eventi createsi da effetti che sono anche cause. Non sempre però nel formulare delle spiegazioni sulle cause di un evento sociale si cercano le connessioni con gli eventi precedenti che ne costituiscono le cause  preferendo attenersi a delle generalizzazioni consolidate.  Il demodoxalogo nella sua ricerca collega passato, presente e futuro come un tutt'uno in continua trasformazione realizzando un ventaglio di opzioni dal quale trarre la più probabile.
Per esempio sul fatto che la magistratura italiana intenda chiudere, dopo oltre trent'anni di indagini a vuoto, il caso del rapimento di Emanuela Orlandi, in quanto il Vaticano in pratica ha frapposto ostacoli all'interrogatorio di alcuni prelati, fa emergere un ventaglio di opzioni proprio dagli atteggiamenti e le storie che hanno caratterizzato questa vicenda all'interno delle gerarchie religiose e con la stessa famiglia della ragazza. In pratica vedere le vicende antecedenti al caso svoltesi entro le mura in quanto potrebbero aver creato l'effetto, poi conosciuto come il rapimento e la scomparsa delle due ragazze. Più cause concomitanti generatrici di un effetto a sua volta causa .......