giovedì 29 settembre 2016

L'addio di Perini-Bembo

Il programma dela manifestazione per l'addio del prof. Federico Augusto Perini-Bembo
  dalla cattedra di Storia del Giornalismo alla Facoltà di Scienze politiche
 dell'università di Roma La Sapienza il 31 narzo del 1989,

martedì 20 settembre 2016

mercoledì 14 settembre 2016

Referendum: su cosa?

Politici ed associazioni civiche hanno iniziato la campagna elettorale in vista del referendum sulla modifica alla costituzione. C'è chi è favorevole e chi è contrario, come è giusto che sia per l'ordine delle cose, ma cosa sia esattamente da approvare o abrogare nessuno lo sa così come ancora non si conosce la data della chiamata alle urne. Ci dividiamo per il piacere di litigare?
Secondo un insigne costituzionalista l'abolizione del senato (che poi sarebbe una modifica) e la revisione del parlamento porterebbero, per una serie di passaggi ed uffici istituzionali collegati,  a toccare circa sessanta tra leggi, norme, ordinamenti e prassi da rivedere. Materiale per adire alla corte costituzionale!
Già questo sarebbe un motivo per non approvare la legge in quanto mal fatta ma è il pasticcio del nuovo senato che non mi va già, anzi mi fa supporre che dietro ci sia lo zampino di qualche grande malavitoso che vuole allargare il potere in seno alla pubblica amministrazione.
Concordo sull'abolizione del senato e, se proprio vogliamo tenerlo in piedi, nella trasformazione, ma come?
A mio avviso il senato dovrebbe essere composto
-  da rappresentanti senza potere decisionale, solo consultivo e propositivo.
- da rappresentanti delle forze economiche, del lavoro e della cultura eletti o scelti (a giudizio delle singole appartenenze) dagli enti di provenienza. Per esempio confindustria, confcommercio, sindacati, banche, grandi aziende pubbliche e private, camere di commercio, ordini professionali e altre forze consolidate presenti sul territorio che inviano il proprio rappresentante a loro spese per proporre alle altre forze economiche il punto di vista della loro parte su proposte di legge in corso, giungendo a conclusione.
Attualmente con molta ipocrisia i pareri (anzi le richieste) di modifica o nuove proposte da approvare giungono ai gruppi parlamentari e singoli deputati sotto forma di "richieste" in quanto risultanti (chi più chi meno) sul libro paga o per usufruire di sede, personale di segreteria, auto, ecc.
Una funzione del genere i padri della costituzione l'avevano disegnata per il Cnel Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro che invece era diventato la sistemazione dei trombati delle categorie professionali.
Per la storia: Benito Mussolini aveva creato la confederazione delle arti e dei mestieri!

martedì 13 settembre 2016

Perché voto NO

Premetto che sono favorevole ad una legge elettorale che conceda al premier eletto al secondo turno (come in Francia) la maggioranza dei parlamentari, cosa possibile solo con il listone dei parlamentari scelti. Una tale scelta permetterebbe al premier di durare tutta la legislatura e quindi impostare delle fattibili programmazioni stanziate nel tempo, oltre al fatto di evitare le ammucchiate elettorali pronte a sciogliersi dopo le elezioni od a sottostare ai continui ricatti degli alleati di governo che minacciano di far cadere il presidente del consiglio o non far passare la proposta di legge del premier se non si concede loro ciò che vogliono. In effetti un parlamento bipartitico (maggioranza ed opposizione) che si scioglie automaticamente al primo voto di sfiducia.
Però, se vogliamo essere democratici, va salvaguardata anche la presenza in parlamento della minoranza più esigua rispetto alle altre minoranze. Pertanto, mi esprimo con numeri fittizi per farmi capire meglio:
- il Paese è suddiviso in circoscrizioni elettorali ove il rapporto eletto (al parlamento) elettore (cittadino residente) è uguale per ciascuna circoscrizione, abolendo la obbligatorietà della presenza in più circoscrizioni ma presentare le candidature della formazione parlamentare con una soglia di accesso bassa per garantire anche le formazioni politiche piccolissime. Se, ad esempio, a Pordenone c'è un problema e sorge un movimento politico che si presenta alle elezioni è giusto che esso sia rappresentato in parlamento; e questo anche se (sarebbe un auspicio di autentica democrazia!) la maggioranza dell'intera aula parlamentare verrebbe composta da rappresentanti regionali di partitini locali.
- la designazione del premier deve essere immessa nella lista elettorale, ogni formazione politica può presentare il suo candidato o anche il candidato di un'altra lista. Esempio: le formiche di Pordenone vogliono Pippo, quelle di Bari Caio ma quelle di Aosta Pippo che il candidato delle cicale. Il resto che avanza tra i voti necessari per eleggere un rappresentante e i voti che sono avanzati ma non sono stati sufficienti per un secondo eletto o addirittura per il primo non verranno conteggiati in modo da costituire una barriera "naturale" del tetto per le piccole formazioni. Il numero dei deputati non eletti con l'avanzo dei quorum andrebbe attribuito al secondo turno.
- al ballottaggio del secondo turno (come alle comunali) andrebbero solo i due candidati premier più votati che presenterebbero il listone dei nominativi da loro scelti, composto dai non eletti in base agli avanzi del primo turno oltre ad una discreta percentuale prefissata riservata al vincitore del secondo turno (premio di maggioranza). Il sistema dovrebbe garantire quella stabilità e fedeltà richiesta da ogni presidente del consiglio (noi aggiungiamo capacità ed esperienza) a fronte di un parlamento eterogeneo composto da partiti, partitini e rappresentanze locali.
Ma non sono solo questi il motivo del mio no, domani dirò gli altri.

giovedì 8 settembre 2016

La demodoxalogia nella pubblica amministrazione









Anno 1987 la rivista mensile
dell'ufficio relazioni pubbliche
del comune di Roma
anno XI n. 9-10   "Roma"
a pag. 49 un articolo
della dottoressa
Beatrice Galasso
specializzatasi in demodoxalogia
in seno al corso di Storia del Giornalismo
svolto alla Facoltà di Scienze politiche
dell'università di Roma La Sapienza
da Federico Augusto Perini-Bembo.
L'applicazione della disciplina 
nella pubblica amministrazione.


mercoledì 7 settembre 2016

Per Virginia Raggi

Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? Ciascuno risponde in base ai tratti psicologici che si formano in conseguenza di vari parametri, come l'ambiente sociale o familiare, lo stato di salute, la posizione economica o culturale, ecc.  Accade pertanto che nei confronti di un politico che abbia ricevuto l'avviso di comparizione davanti al magistrato c'è chi attende la sentenza definitiva della Cassazione (dopo magari dieci anni) e chi lo giudica immediatamente colpevole (tanto se innocente avrà modo di dimostrarlo).
Come in ogni cosa forse la terza via potrebbe contemperare le due direzioni radicali: il bicchiere non è ne colmo nè vuoto. Cantava il quartetto Cetra, negli anni '50 dello scorso secolo, che non aveva "visto un leon" ma la moglie del leone; non mutava il genere ma il sesso.
Sostenendo ad oltranza la colpevolezza di un inquisito per distrazioni nella pubblica amministrazione gli si rovina la carriera ma si fa un favore alla cittadinanza eliminando dal gioco un cattivo amministratore poichè l'avviso di comparizione (se non è solo per testimoniare) certifica la sua incapacità nel condurre l'amministrazione pubblica. Detto in altro modo: se il magistrato mi contesta di non aver proceduto ad una gara di appalto per l'acquisto di una scatola di pennarelli o aver provocato una ferita nella lite con l'avversario con quale serenità d'animo nomino l'inquisito capo del magazzino o addetto all'ufficio relazioni pubbliche?
Un consiglio al neo sindaco di Roma: la campagna elettorale si era basata sulla moralità, stringa i denti e si mantenga coerente non dando adito a dubbi.

lunedì 5 settembre 2016

Vedere l'invisibile

Confrontando le dichiarazioni dello scorso anno del premier Matteo Renzi con quelle più o meno recenti possiamo osservare che dalla modalità trionfalistica e ottimistica si è passati alla formula delle enunciazioni dubitative e fiduciose. 
Anche il neo sindaco di Roma, la signora Virginia Raggi, sta vivendo sulla pelle un mutamento di atteggiamento nei confronti dell'amministrazione pubblica di una metropoli, lo dimostrato le dimissioni dei nuovi nominati e la difficoltà di organizzare una giunta coesa.
Ambedue credevano di potercela fare, ma non è così. Ognuno di noi, anche su questioni di cui è completamente digiuno, ama dare consigli e indicare soluzioni che a suo parere sembrano facili e possibili in quanto da esterni siamo tutti bravi a dire come si fa; prendiamo ad esempio i tifosi di una squadra di calcio, tutti si sentirebbero in grado di occupare il posto di allenatore, così come tutti pensano che se fossero il sindaco saprebbero amministrare la città meglio degli altri.
Il fatto è che - e la natura ce lo insegna come sosteneva Toddi - le cose sono diverse da come le vediamo, basta mutare l'angolatura dello sguardo per scoprire dettagli prima invisibili ma che si vanno ad incastrare con altri parametri sia conosciuti che ancora sconosciuti. Figuriamoci come possa essere l'intreccio nelle pubbliche amministrazioni tra clientele, carriere, collocazioni ideologiche e affaristiche, ecc. Se si smuove un punto marcio o non funzionante è come rompere un nido di vespe, le varie cupole smetteranno di farsi la lotta per coagularsi contro l'ingerenza dell'intruso che viene a scoperchiare il nido.
Ecco perché quando si ha a che fare con la pubblica amministrazione occorre qualcuno che l'abbia vissuta e non giovani di belle speranze ma scarsa esperienza. Occorre sempre vedere dietro o l'invisibile prima di agire.

venerdì 2 settembre 2016

Il contagio

In Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Austria ed altri paesi minori - facenti parte dell'Unione europea - a mano a mano sono cresciuti sino a rasentare la maggioranza dei movimenti politici nazionalisti neo o antichi. Un paese dopo l'altro la popolazione ne è rimasta contagiata e ha formato l'opinione pubblica predominante. Un caso? O la risposta, inconsapevole, alle politiche governative dettate dalla commissione che in seno alla Eu emana le direttive? Possibile che paesi differenti per lingua, storia, economia, risorse e territorio siano rimasti coinvolti in breve tempo dall'affermarsi di una nuova ideologia? Si, c'è la rete, ma è sufficiente solo questa per trasmettere l'attesa di nuovi bisogni? Comunque sia l'evento assume un vero e proprio contagio di idee tra popolazioni diverse nel passato e nel presente; allora è un fenomeno di K costanti universali che prescindono dalla volontà umana per rientrare in quelle leggi universali che regolano le masse di individui in presenza di varianti che, come nel triangolo rettangolo, mutano (a seconda delle circostanze tecniche o naturali) in ampiezza e velocità.
Una strada indicata dalla demodoxalogia!

giovedì 1 settembre 2016

50 anni di demodoxalogia

L'invito-programma per celebrare i 50 anni di libera docenza di Federico Augusto Perini-Bembo 
 e del Centro di demodoxalogia.